luigi8421
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mercoledì 28 aprile 2010
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uno dei film piu' belli degli ultimi anni
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Questo film è davvero bello. Mi chiedo con quale metodo e giudizio è stata fatta la recenzione su questo sito. Con i piedi? Accorrete a vederlo, un film molto ben fatto che non tralascia nulla, ogni minimo particolare e stato studiato. E poi una Rachel Weisz bravissima.
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(di raistlin86)
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mez_mar_ize
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martedì 27 aprile 2010
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critica azzeccata...per metà.
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Sono d'accordo con la recensione proposta fino alla critica sulla scelta linguistica. Non ho trovato affatto finta l'ambientazione proposta, le riprese dall'alto di Alessandria mi sembravano più che soddisfacenti e quelle "satellitari" erano giustificate dalla ricerca scientifica di Ipazia e ne rappresentano la visione del mondo. Di certo non si può parlare di "qualche lezioncina di astronomia" quando si discute dell'elemento fondante del film: la filosofia, ossia la ricerca scientifica del IV secolo d.C. e di questa donna che ne fa la propria ragione di vita. La conoscenza e la libertà che ne deriva sono il vero messaggio del film e non si può ridurre ad una battuta dissacratoria un argomento che è stato alla base del nostro sapere: il conflitto tra sistema tolemaico ed eliocentrico, che verrà risolto con una vera e propria rivoluzione scientifica, quella copernicana.
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Sono d'accordo con la recensione proposta fino alla critica sulla scelta linguistica. Non ho trovato affatto finta l'ambientazione proposta, le riprese dall'alto di Alessandria mi sembravano più che soddisfacenti e quelle "satellitari" erano giustificate dalla ricerca scientifica di Ipazia e ne rappresentano la visione del mondo. Di certo non si può parlare di "qualche lezioncina di astronomia" quando si discute dell'elemento fondante del film: la filosofia, ossia la ricerca scientifica del IV secolo d.C. e di questa donna che ne fa la propria ragione di vita. La conoscenza e la libertà che ne deriva sono il vero messaggio del film e non si può ridurre ad una battuta dissacratoria un argomento che è stato alla base del nostro sapere: il conflitto tra sistema tolemaico ed eliocentrico, che verrà risolto con una vera e propria rivoluzione scientifica, quella copernicana. La menzione della teoria di Aristarco di Samo dimostra un'apprezzabile ricerca alla base di questo lavoro. Ci sono momenti emotivamente significativi, è un invito a riflettere sulla libertà, sulla pietà, sulla condizione umana.
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braxio
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martedì 27 aprile 2010
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certi critici mi fanno un po' sorridere
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Agora dev'essere stato frainteso da qualche critico di casa nostra che si entusiasma per i filmetti tricolore a base di piccole nevrosi e drammucci sentimentali, prodotti insignificanti, destinati a non lasciare traccia dopo due settimane dall'uscita. Questo bellissimo film non riceve, proprio nella recensione in HP, il giusto rilievo, tant'è che, nella media totale, non riesce nemmeno ad arrivare a tre stellette, anche se mi pare che molte recensioni del forum ne parlino in direzione decisamente positiva. Agora ( o Agorà, come si dovrebbe scrivere ) è un film che gli italiani di oggi non saprebbero fare, vuoi per problemi produttivi, vuoi soprattutto per il respiro universale della storia che racconta; in un Paese che ha perso da un pezzo il desiderio di sapere e il coraggio intellettuale, nessuno si azzarderebbe a sfidare la censura nazionalpopolare o vaticana; molto meglio evadere nel microcosmo stantio dei problemini di coppia, nell'ironia senza graffio, nei finali rosa o, al limite, agrodolce che abbondano sui nostri schermi.
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Agora dev'essere stato frainteso da qualche critico di casa nostra che si entusiasma per i filmetti tricolore a base di piccole nevrosi e drammucci sentimentali, prodotti insignificanti, destinati a non lasciare traccia dopo due settimane dall'uscita. Questo bellissimo film non riceve, proprio nella recensione in HP, il giusto rilievo, tant'è che, nella media totale, non riesce nemmeno ad arrivare a tre stellette, anche se mi pare che molte recensioni del forum ne parlino in direzione decisamente positiva. Agora ( o Agorà, come si dovrebbe scrivere ) è un film che gli italiani di oggi non saprebbero fare, vuoi per problemi produttivi, vuoi soprattutto per il respiro universale della storia che racconta; in un Paese che ha perso da un pezzo il desiderio di sapere e il coraggio intellettuale, nessuno si azzarderebbe a sfidare la censura nazionalpopolare o vaticana; molto meglio evadere nel microcosmo stantio dei problemini di coppia, nell'ironia senza graffio, nei finali rosa o, al limite, agrodolce che abbondano sui nostri schermi. Agora è un film anzitutto coraggioso, che tocca temi scottanti, che obbliga a ripensare le origini del cristianesimo e dell'intolleranza religiosa che pose fine alla vita della povera, ma geniale, Ipazia e santificò i criminali responsabili dei fiumi di sangue che scorsero in Alessandria sulla fine del IV secolo dopo Cristo. Il fanatismo sanguinario è un cerchio abominevole che finisce per stringersi intorno ad una donna libera, amante di scienza e filosofia che, a differenza dei suoi volgari carnefici, ha provato incanto e passione per i cieli notturni e i misteri che essi celavano e celano, giungendo ad ipotizzare quel che altri avrebbero confermato quasi dodici secoli dopo ossia l'ordine eliocentrico cui la Terra appartiene. Rachel Weisz è bravissima, offre della sapiente alessandrina un ritratto tenue e delicato di donna che sa essere ferma e coerente fino al martirio. La regia è solida ed efficace, elegante ed evocativa con quei suoi frequenti zoom-out e zoom-in che ci mostrano le atrocità dei terrestri, la loro follia sanguinaria e, a contrasto, lo splendore del cielo o della città vista dall'alto di una mente, quella di Ipazia, sciaguratamente troppo libera in un'era di dogmi e di odio religioso. Ma, di sicuro, qualche critico preferisce l'inespressività, le gag televisive, l'umorismo da quattro soldi, il sentimentalismo banale e privo di spessore dei soliti noti commedianti all'italiana; forse perché più rassicuranti per tutti coloro che hanno scelto di smettere di pensare e di occuparsi di qualcosa che vada oltre le quattro mura, grige, di casa propria.
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angie81
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martedì 27 aprile 2010
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con lo sguardo verso le stelle
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Alla fine, quando il film si conclude, senti che ha lasciato dentro di te una traccia indelebile. E che ciò che non riesci a dimenticare non sono gli scontri religiosi in una città splendida e ferita come Alessandria, che assiste inerme alla fine di un impero, bensì solo lo sguardo di Ipazia. Quello non è lo sguardo di una donna qualunque, ma di una creatura superiore che sente ardere dentro di sè il fuoco sacro della ricerca e il desiderio di divulgarla, affinchè quegli anni spesi a studiare 'senza avere una vita mia', come sussurra allungando una mano quasi per sfiorare il cielo, non siano stati vani. E in un mondo come quello odierno in cui il desiderio di apprendere per accrescere la propria conoscenza e quella del prossimo quasi non esiste più, ci raggiunge e ci travolge come un'onda la forza d'animo di una fanciulla di vent'anni vissuta oltre mille anni fa che di questo desiderio ha fatto la sua ragione di vita, puntando il suo sguardo pieno di infiniti mondi in alto, verso le stelle.
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maciste
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martedì 27 aprile 2010
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le origini violente della chiesa cattolica
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Una storia misconosciuta, una delle tante in cui esponenti del clero hanno sopraffatto la libertà di pensiero mascherandola di eresia o di stregoneria. Una storia che spiega bene i pericoli del dogmatismo (in questo caso cattolico) e che mostra come presunti illustri santi o Padri della Chiesa altro non erano che criminali persecutori di chi non la pensava come loro o come le loro raffazzonate scritture. Molto ben fatta a mio parere la parte scientifica, sebbene non fosse questo il principale scopo del film.
Uscito con grande ritardo in Italia rispetto al resto del mondo, inutile dire il perchè.
Da vedere assolutamente.
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impermanente
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martedì 27 aprile 2010
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superficiale sviluppo su spunti molto interessanti
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Brava attrice la Wiesz, scarsa la fotografia, povero di profondità e banalizzato il discorso sviluppato sulla differenza tra credo e amore per l'osservazione dei fatti e la razionalità, con un mix di spunti storici fasulli (legende) quello che subito salta agli occhi, è la sensazione di fasullo tutto sembra così superficiale e nulla dei pur lodevoli spunti è sviluppato seriamente.
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joepensiero
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lunedì 26 aprile 2010
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la scoperta di dio
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Hipathia è la protagonista femminile del film Agorà, una figura dimenticata dalla nostra memoria, ma non dalla storia.
Lei ha rappresentato l'ultima filosofa pagana che ha "trovato" Dio, senza averlo cercarlo nella religione. Nessuna religione. E' la sintesi del "sapere", quello che ci hanno tramandato i greci, i romani, i fenici, gli egizi, i celti, i germani..., che nasce dal rispetto per il creato, a partire dagli studi sull'astronomia. La sua è la saggezza di chi è arrivato, senza essere mai partito. I suoi discepoli l'hanno amata, come il Cristianesimo ha insegnato loro, ma solo uno l'ha accettata: il suo schiavo. Grazie a lei, quel giovane compie il viaggio più importante della sua vita, che lo porterà alla liberazione, attraverso l'unica via possibile: il perdono.
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Hipathia è la protagonista femminile del film Agorà, una figura dimenticata dalla nostra memoria, ma non dalla storia.
Lei ha rappresentato l'ultima filosofa pagana che ha "trovato" Dio, senza averlo cercarlo nella religione. Nessuna religione. E' la sintesi del "sapere", quello che ci hanno tramandato i greci, i romani, i fenici, gli egizi, i celti, i germani..., che nasce dal rispetto per il creato, a partire dagli studi sull'astronomia. La sua è la saggezza di chi è arrivato, senza essere mai partito. I suoi discepoli l'hanno amata, come il Cristianesimo ha insegnato loro, ma solo uno l'ha accettata: il suo schiavo. Grazie a lei, quel giovane compie il viaggio più importante della sua vita, che lo porterà alla liberazione, attraverso l'unica via possibile: il perdono. Questa è la parola dentro cui Dei e uomini s'incontrano e vivono l'uno a fianco a l'altro da pari a pari. Il ragazzo sperimenterà il dolore, il fanatismo, l'odio, l'amore, il rancore, la vendetta, la solitudine e il rifiuto, fino a capire che Dio non è la Legge, ma la Legge è Dio. Questo "miracolo" sarà ciò che lo riscatterà dalla schiavitù dell'esistenza, per entrare nella libertà della vita.
Arianna Verdecchia
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fabian t.
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lunedì 26 aprile 2010
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il sacrificio di chi cerca la verità
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Con le sue splendide scenografie, le dettagliate architetture, l'impressionante realismo della ricostruzione di Alessandria d'Egitto e la bravura degli attori, "Agorà" è un film che riesce a sorprendere e a spiazzare, nonostante il ritmo spesso contenuto e meditativo. Un'opera che non ti aspetti di questi tempi e che ha il pregio di trasmettere ancora il raro coraggio di chi cerca la verità senza preconcetti o fideismi e ne paga le conseguenze fino alle estreme conseguenze. Davvero brava Rachel Weisz, la quale si immedesima con naturalezza in uno dei pochi baluardi di innocenza, in un territorio mentale ancora vergine incompatibile con il truce mondo in cui si trova a vivere; ma lo fa comunque con estrema eleganza e stile.
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Con le sue splendide scenografie, le dettagliate architetture, l'impressionante realismo della ricostruzione di Alessandria d'Egitto e la bravura degli attori, "Agorà" è un film che riesce a sorprendere e a spiazzare, nonostante il ritmo spesso contenuto e meditativo. Un'opera che non ti aspetti di questi tempi e che ha il pregio di trasmettere ancora il raro coraggio di chi cerca la verità senza preconcetti o fideismi e ne paga le conseguenze fino alle estreme conseguenze. Davvero brava Rachel Weisz, la quale si immedesima con naturalezza in uno dei pochi baluardi di innocenza, in un territorio mentale ancora vergine incompatibile con il truce mondo in cui si trova a vivere; ma lo fa comunque con estrema eleganza e stile. E nonostante il linguaggio cinematografico anche fin troppo semplificato, specie nelle speculazioni filosofico-astronomiche, il film di Amenàbar ci mette sapientemente in guardia su qualche falsa illusione e su utopiche speranze: l'uomo parla da sempre di uguaglianza ma non la vorrà mai realmente, perché verrebbe meno il concetto dell'autoaffermazione, del potere e del compromesso. Non siamo uguali così come non siamo liberi, se non di sacrificarci per l'unica verità possibile, quella della sua continua ricerca senza ottusi dogmi o pericolosi confini mentali.
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spike
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lunedì 26 aprile 2010
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film civile, necessario
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Un film da vedere per capire quanto sia dannoso il fanatismo e l'intolleranza. La violenza attira altra violenza in un vortice senza senso. Non considero il film anticristiano, come sentito da più parti. La Chiesa nella sua storia ha molti lati oscuri, ma la storia deve essere studiata tenendo ben presente che noi contemporanei siamo figli di un'epoca completamente diversa, con valori diversi, con un percorso civile che ci ha portato ad essere quello che oggi siamo. La figura di Ipazia deve essere rivalutata, ne sono certo, ma forse era lei che all'epoca era avanti anni luce rispetto alla società in cui viveva, questo non significa che sia giustificato quello che ha subito ma ci può spiegare almeno in parte il comportamento dei suoi concittadini.
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Un film da vedere per capire quanto sia dannoso il fanatismo e l'intolleranza. La violenza attira altra violenza in un vortice senza senso. Non considero il film anticristiano, come sentito da più parti. La Chiesa nella sua storia ha molti lati oscuri, ma la storia deve essere studiata tenendo ben presente che noi contemporanei siamo figli di un'epoca completamente diversa, con valori diversi, con un percorso civile che ci ha portato ad essere quello che oggi siamo. La figura di Ipazia deve essere rivalutata, ne sono certo, ma forse era lei che all'epoca era avanti anni luce rispetto alla società in cui viveva, questo non significa che sia giustificato quello che ha subito ma ci può spiegare almeno in parte il comportamento dei suoi concittadini. Risulta difficile per un cristiano oggi capire come sia possibile essere Santi e allo stesso tempo essere responsabili di assassini. Per quanto riguarda l'aspetto artistico veramente sublime la prova dell'attrice, ottima la ricostruzione storica e la regia. Amenabar si conferma come uno dei registi europei più interessanti.
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100spindle
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lunedì 26 aprile 2010
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una lezione da ipazia
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POCO DA DIRE; FILM BELLO, INTENSO CON UNA BELLISSIMA E BRAVISSIMA RACHEL WEISZ. FILM STORICO MA CHE ARRIVA IN UN MOMENTO CHE LO RENDE DI ESTREMA ATTUALITA'. NON MI RIFERISCO OVVIAMENTE AD UN FACILE QUANTO ERRATO PARAGONE CON L'ATTUALE STRUTTURA ECCLESIASTICA, MA ALLA STRAORDINARIA SIMILITUDINE DEL COMPORTAMENTO DEI FANATICI CRISTIANI DEL TEMPO CON GLI ATTUALI ESTREMISTI ISLAMICI O TALEBANI. E' STATO BRAVO IL REGISTA NEL MISCELARE, SCIENZA, AMORE, DEBOLEZZA DELLE ISTITUZIONI E FANATISMO PSEUDO RELIGIOSO SENZAMAI LASCIARE CHE UNA DI QUESTE COMPONENTI DEL FILM SOPRAFFACESSE LE ALTRE LASCIANDO AD OGNI SPETTATORE LA LIBERTA' DI COGLIERE L'ANGOLO DI VISUALE PREFERITO.
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