stavroghin
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domenica 24 ottobre 2010
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sconsigliato agli ipocondriaci...anzi no
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Un film che sa toccare corde molto profonde senza scadere mai né nella banalità né nella retorica tipica di certa tradizione melodrammatica italiana. Solo la Archibugi forse in Italia poteva con tanta delicatezza e misura di stile costruire un film che scava a fondo nel sentimento di un'amicizia che nasce e finisce in un ospedale. Un film che potrebbe impressionare gli ipocondriaci ( una breve apparizione di Verdone ne fa una gustosissima caricatura) ma che in fondo mi sento di consigliare anche a loro, perché sa mostrare il valore autentico dei legami umani proprio nel momento della massima fragilità dell'uomo, quello della malattia: l'amicizia come argine luminoso alla disperazione.
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susymillerighe
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giovedì 5 agosto 2010
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interpretazioni commoventi, evviva i buoni attori
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E' fin troppo scontato gioire nel vedere un bel film italiano o dei bravi attori italiani: significa partire dal preconcetto che il cinema italiano è in larga misura commerciale/invedibile, o, peggio, che annega nell'autocompiacimento. Purtroppo il preconcetto è realtà. Tuttavia a vedere certi film si ritrova fiducia nella capacità di narrare delle storie anche senza troppe pretese rispettando verosimiglianza, coinvolgimento, e usando una sceneggiatura credibile quanto misurata; insomma le cose che ci aspettiamo senza sorprese dal cinema francese o inglese... Succede anche con questo "Questioni di cuore" che ho rivisto su Sky pochi giorni fa e che mi ha commosso ancora più della prima volta.
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E' fin troppo scontato gioire nel vedere un bel film italiano o dei bravi attori italiani: significa partire dal preconcetto che il cinema italiano è in larga misura commerciale/invedibile, o, peggio, che annega nell'autocompiacimento. Purtroppo il preconcetto è realtà. Tuttavia a vedere certi film si ritrova fiducia nella capacità di narrare delle storie anche senza troppe pretese rispettando verosimiglianza, coinvolgimento, e usando una sceneggiatura credibile quanto misurata; insomma le cose che ci aspettiamo senza sorprese dal cinema francese o inglese... Succede anche con questo "Questioni di cuore" che ho rivisto su Sky pochi giorni fa e che mi ha commosso ancora più della prima volta. La storia è bella, ben scritta, ben diretta. Ma vorrei spezzare una lancia soprattutto per gli straordinari attori della pellicola. Antonio Albanese, a dire il vero, interpreta se stesso o meglio il suo personaggio scanzonato e fintamente cinico; la sceneggiatura gli è tagliata addosso. Ma le star del film (dico le star perchè non c'è nessuno che non sia bravo, dalla mamma all'infermiera ai ragazzini) sono Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti. Lei, invecchiata di dieci anni rispetto a quelli che ha, bella signora di periferia alla terza gravidanza, sexy ma un po' sciupata. Lui, che nella sua parte di carrozziere romanaccio fa dimenticare di essere troppo bello per un meccanico del Pigneto. Tutti e due riescono a far capire quello che provano con uno sguardo, un'espressione, un movimento degli occhi; una prova di bravura che ricorda l'intensità di alcuni attori americani. Ramazzotti e Rossi Stuart hanno dato ampia prova di sé in altri film; la bravura della Archibugi è di aver tirato fuori tutto quello che hanno da dare -soprattutto in scene in cui non parlano. Restano indimenticabili il dialogo a cenni fra i due malati sulla riva del lago, e la furia della moglie contro la statua indifferente della Madonna in ospedale.
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kronos
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domenica 13 giugno 2010
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necessari sottotitoli
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Storie incrociate di cardiopatici romani in salsa agrodolce: Antonio Albanese vale da solo il prezzo del biglietto, e questa è la bella sorpresa di "Questione di cuore". A sfavore gioca la scelta di far recitare in romanesco popolare Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti: al di fuori del Lazio, e lo scrivo senza intenti polemici, sarebbero stati necessari i sottotitoli...
Comunque, al di là della recitazione, è una piccola commedia senza infamia e senza lode: corretta, simpatica, minimalista, rispettabilmente professionale. Certo, la Francesca Archibugi di "Il grande cocomero" rimane ormai un pallido ricordo.
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(di *mig*)
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tommynini
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mercoledì 7 aprile 2010
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vita vera
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non do la quarta stelletta perche' e' un film piu'televisivo che cinematografico.tristezza,ironia,amore pervadono la trama semplice che poi e' come la vita di tutti noi.non ci si aspetti delle risate,albanese mostra le qualita' di grande attore drammatico,kim rossy stuart ribadisce le sue qualita'interpretative,una magnifica ramazzotti nello splendore della sua maternita'imminente illumina con il
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minamovies
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martedì 9 febbraio 2010
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la roma onnipresente del cinema italiano
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Voglio precisare che sono molto esigente, quanto a film. sicché, non e l'abbiamo a male coloro che hanno apprezzato questo film. Tutto sommato, l'ho apprezzato anche io, come piacevole passatempo serale.
però, se devo giudicarlo come film, mi ha un poco irritato.
prima di tutto, lo spunto: due uomini provenienti da contesti opposti, complice la stessa malattia, diventano amici. e' uno spunto troppo debole e favolistico, naif. E vabbè, al cinema uno può farmi credere di tutto (tarantino è riuscito a farmi credere che hitler è morto in un cinema parigino in un incendio appiccato per vendetta!), ma deve raccontarmelo in modo, appunto, che io ci creda.
E l'amicizia tra il carrozziere e lo sceneggiatore viene servita sul piatto, già cotta, più che che osservata nella sua evoluzione.
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Voglio precisare che sono molto esigente, quanto a film. sicché, non e l'abbiamo a male coloro che hanno apprezzato questo film. Tutto sommato, l'ho apprezzato anche io, come piacevole passatempo serale.
però, se devo giudicarlo come film, mi ha un poco irritato.
prima di tutto, lo spunto: due uomini provenienti da contesti opposti, complice la stessa malattia, diventano amici. e' uno spunto troppo debole e favolistico, naif. E vabbè, al cinema uno può farmi credere di tutto (tarantino è riuscito a farmi credere che hitler è morto in un cinema parigino in un incendio appiccato per vendetta!), ma deve raccontarmelo in modo, appunto, che io ci creda.
E l'amicizia tra il carrozziere e lo sceneggiatore viene servita sul piatto, già cotta, più che che osservata nella sua evoluzione.
poi, i personaggi: uno è sceneggiatore, del nord, intellettuale, colto, solo, triste, non fa più sesso con la compagna. l'altro è carrozziere, del sud, presumibilmente non legge molto, ha una bella moglie (con cui fa sesso) e una famiglia solida. Insomma, una contrapposizione un pò schematica.
la sceneggiatura: ci sono degli snodi frettolosi e dei personaggi di troppo. La donna dello sceneggiatore, compare all'inizio del film, poi scompare per tutto il film, per poi ricomparire provvidenzialmente alla fine, in sostegno alla moglie di angelo, addiritura dorme con lei (??!.. le due non si erano mai conosciute, almeno per quanto ne sappiamo noi spettatori...)
L'avvocato famoso, amico dello sceneggiatore, arriva e un due secondi risolve le beghe del carrozziere con la finanza..
L'autoreferenzialità: è nel personaggio di antonio e in roma. passi che una regista parli del suo mondo, ma insomma lo sceneggiatore che viene visitato all'ospedale da tutta la cricca di registi attori e colleghi è una cosa molto autoindulgente.. come se si volesse rappresentare l'ambiente del cinema - moralisticamente - come cinico, ipocrita e anaffettivo, e la borgata come unica culla dei veri sentimenti, ma poi ci si compiaccia dell'appartenere alla cricca importante. E poi, capisco che roma sia la città più meravigliosa di questa terra, fonte di ispirazione immensa.. però il cinema italiano sembra incapace di andare oltre il lungotevere...
C'è tutto un paese e un mondo da raccontare,perché limitarsi alla propria città, addirittura il proprio quartiere??
Il cast: questa è la nota positiva, perché la nota positiva c'è.. Albanese, Rossi Stuart entrambi molto affiatati. Ramazzotti brava anche lei. Inaudi sena infamia e senza lode.
Il problema, anche per gli interpreti, è che sono oppresi da una sceneggiatura banale, in cui rifanno cliché già fatti: Kim rossi stuart, che è davvero attore con un potenziale enorme, stenta a trovare un ruolo, un regista e un film che ne possa davvero valorizzare l'ampia gamma espressiva (comico, drammatico, maledetto, tormentato, ironico, paterno, leggero, sensuale ecc) e riprende qui il cliché del ragazzo di borgata (romanzo criminale, cuore cattivo), albanese riprende i tic e le nevrosi e il fare stralunato(la seconda notte di nozze, l'uomo d'acqua dolce), ramazzotti fa sempre la bella sventola romana de roma. Insomma, bravi attori fanno bene qualcosa che di base parte debole.
Tutto ciò sia inteso come personalissimo gusto, da parte di una amante totale del cinema, molto pignola! Senza acrimonia né pretesa di esausitività! :)
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ultimoboyscout
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martedì 2 febbraio 2010
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fantastico kim!!
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Apprezzo molto Kim Rossi Stuart, attore e regista, e devo dire che più passa e più migliora. Notevole la sua interpretazione qui per un film gradevole e ben girato, che fa riflettere su come la malattia ci cambia, ci limita e ci suggestiona quando si insinua nelle persone e in chi gli sta vicino. La Ramazzotti è la solita coatta all'ennesima potenza, mentre la scena con Verdone che si raccomanda è troppo divertente!! Finalmente un film della Archibugi che mi è paciuto.
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andreabarella
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mercoledì 20 gennaio 2010
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riflessivo
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a me è piaciuto molto , non trovo affatto che l'argomento sia banale anzi è un affresco ben fatto delle paure, dei ritmi e delle famiglie dei nostri giorni. Lo sfondo di una roma un pò coatta regala un palcoscenico ideale per antonio albanese semplicemente un grande e non è la prima volta , per kim rossi stuart molto a suo agio in un ruolo nuovo e per micaela ramazzotti piacevolissima sorpresa...da vedere.
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tirrie
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domenica 1 novembre 2009
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film delicato che colpisce il cuore
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Bel film, delicato ben interpretato, bella storia, grandi attori
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luana
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domenica 11 ottobre 2009
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cuore
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Sicuramente il cuore di Veronesi (il medico e non l'ex noto degustatore di vini) qua c'entra e in effetti mi è venuto quel tipico pathos più noto come fifa che mi prendeva quando leggevo le scritte sui pacchetti di sigarette. E' dunque ben chiaro perchè questo film ( boh..a me è sembrato più uno spettacolo di Albanese all'aperto ) è stato finanziato dal Ministero etc..per argomenti di pubblico interesse..etc..etc...DIDATTICO.
Questo il messaggio forte della "perfettina" Archibugi.Interessante la descrizione della mentalità dello scrittore ispirata ovviamente dal e all'Autore Albanese. Quanto al pathos della dipartita, la retorica vola alto ma per fortuna la Archibugi pesca Kim (attore reduce da un reale brutto incidente)e il cargo di commuoverci tocca a lui.
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Sicuramente il cuore di Veronesi (il medico e non l'ex noto degustatore di vini) qua c'entra e in effetti mi è venuto quel tipico pathos più noto come fifa che mi prendeva quando leggevo le scritte sui pacchetti di sigarette. E' dunque ben chiaro perchè questo film ( boh..a me è sembrato più uno spettacolo di Albanese all'aperto ) è stato finanziato dal Ministero etc..per argomenti di pubblico interesse..etc..etc...DIDATTICO.
Questo il messaggio forte della "perfettina" Archibugi.Interessante la descrizione della mentalità dello scrittore ispirata ovviamente dal e all'Autore Albanese. Quanto al pathos della dipartita, la retorica vola alto ma per fortuna la Archibugi pesca Kim (attore reduce da un reale brutto incidente)e il cargo di commuoverci tocca a lui..alla sua recitazione esangue che farebbe dire a De Filippo: "sta piu dallà
che daccà"...In due parole non si può dire un brutto film ma l'autenticità, i guizzi, l'originalità, il CUORE sono rincorsi invano. Implicito dire che senza Albanese mah....
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memorius
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martedì 15 settembre 2009
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da rivedere!
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Un film che rivedrò senz'altro. Per la bravura di Rossi, ma soprattutto per la superlativa prova di Albanese.
[+] rossi stuart.
(di marezia)
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