bluombra
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venerdì 24 aprile 2009
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amicizia
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Andare al cinema senza sapere la trama del film, appena appena titolo ed attori.
Sedersi e seguire il film ed i suoi personaggi come se fossero delle persone a te care, appassionarsi a loro e alla loro storia individiale che scorre, comica e drammatic aallo stesso tempo. Ad un tratto rifletti e pensi al cast degli attori: Rossi Stuart, Albanese (davvero bravi) poi ti tuffi nuovamente nel film dopo un pò rifletti nuovamente stavolta sull'importanza dell'amicizia. Riprendi a seguire il film ti emozioni scappa una lacrima, finisce il film sospiri "che gran bel film!"
DA VEDERE
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nadia5
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giovedì 23 aprile 2009
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tenero ed emozionante
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ottime interpretazioni, attori da premiare
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raffaella
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giovedì 23 aprile 2009
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la profondita' di un sentimento vero
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Premetto che non sono un critico cinematografico, a dire il vero poco me ne intendo del mondo che esiste dietro una macchina da presa.
Sono una semplice fruitrice ed amo tutto ciò che riesce a trasmettermi emozioni.
Ieri sera, non mi accadeva dalla "SCONOSCIUTA" di Tornatore, sono uscita dalla sala cinematografica con le lacrime agli occhi.
Che bella storia ha raccontato l'Archibugi, semplice vera e profonda:l' amicizia tra due persone appartenenti a realtà diametralmente opposte, eppure capaci di corrispondenze sentimentali, a dimostrazione del fatto che l'umanità, nell'accezione di qualità del genere umano, non ha barriere socio-culturali,fondamentale è essere animati dagli stessi ideali.
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Premetto che non sono un critico cinematografico, a dire il vero poco me ne intendo del mondo che esiste dietro una macchina da presa.
Sono una semplice fruitrice ed amo tutto ciò che riesce a trasmettermi emozioni.
Ieri sera, non mi accadeva dalla "SCONOSCIUTA" di Tornatore, sono uscita dalla sala cinematografica con le lacrime agli occhi.
Che bella storia ha raccontato l'Archibugi, semplice vera e profonda:l' amicizia tra due persone appartenenti a realtà diametralmente opposte, eppure capaci di corrispondenze sentimentali, a dimostrazione del fatto che l'umanità, nell'accezione di qualità del genere umano, non ha barriere socio-culturali,fondamentale è essere animati dagli stessi ideali.
Meravigliosa l'interpretazione di Albanese e Stuart, la veridicità della loro interpretazione mi ha portato alle lacrime, mi ha reso partecipe della pellicola, ho vissuto una sorta di transfert, come se la loro storia mi appartenesse.
Bavissimi
Raffaella Torraca
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turidur
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mercoledì 22 aprile 2009
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l'uccisione dell'io.
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Sono sempre quelle, le borgate di Pasolini, sempre le stesse ed eternamente diverse, nel magma calmo dei mille rumori e dei volti, voci e colori. Il suo ritratto coloratissimo in un bar con la ragazzina cinese che parla in romano perfetto. Dove Accattone è diventato di colore, non si tuffa dall'alto sfidando la vita e non sogna il suo funerale. Viene picchiato invece dai giovani fascisti, quelli che non esistono più, che quando ammazzzano lo fanno perchè violenti e mai perchè fascisti. Il meccanico è diventato ricco, ricchissimo, come tutti nell'italietta di ieri e nella pomposa retorica di oggi, ha imbrogliato un pochettino e si è comprato le case, tante case, quante il professionista, l'intelettuale o comunque l'uomo colto, se esiste, non può più fare.
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Sono sempre quelle, le borgate di Pasolini, sempre le stesse ed eternamente diverse, nel magma calmo dei mille rumori e dei volti, voci e colori. Il suo ritratto coloratissimo in un bar con la ragazzina cinese che parla in romano perfetto. Dove Accattone è diventato di colore, non si tuffa dall'alto sfidando la vita e non sogna il suo funerale. Viene picchiato invece dai giovani fascisti, quelli che non esistono più, che quando ammazzzano lo fanno perchè violenti e mai perchè fascisti. Il meccanico è diventato ricco, ricchissimo, come tutti nell'italietta di ieri e nella pomposa retorica di oggi, ha imbrogliato un pochettino e si è comprato le case, tante case, quante il professionista, l'intelettuale o comunque l'uomo colto, se esiste, non può più fare.
Poi c'è la storia di due umoni, molto diversi, realmente diversi, di quelli che non puoi usare le belle frasi del tipo "ma in realtà uguali" oppure "molto più simili di quello che appare".
Due uomini che si conoscono e si piacciono, forse, questo si può dire, perchè uno ha quello che l'altro vorrebbe avere, ma non viceversa. Forse perchè certi dolori, e certe condizioni uniscono, forse a causa del perenne moto che ci spinge verso il diverso sia quando si cerca sia quando impauritoi lo si piglia a sprangate.
Poi c'è la cosa più grande, quasi una sorta di annullamento della propria persona, un percorso da nirvana, dove un uomo ha il coraggio di uccidere il proprio Io prima che questo muoia naturalmente. E non solo lo uccide in vita, ma lo nega, quasi lo mortifica, lo vince, come grandi filosofi non sono riusciti a fare con i loro possenti sistemi e le loro condotte, come quello che attraversava la starda senza guardare. Nella società del narcisismo patologico, quella caratteristica maligna, che diviene la normalità dei "così detti sani", un uomo semplice, o forse un semplice uomo grande, riesce anche a pensare - solo - agli altri senza mai cedere e nulla concedere a se stesso. Fino al punto da spingere l'amata compagna, con la quale dopo tanti anni fa ancora l'amore, al contrario dell'amico, nelle braccia dell'altro, non limitandosi certo a dare disposizioni economiche o a liberare frasi di circostanza che possiede anche la morte, e che di solito recitano il "rifatti un'altra vita" o il se di la c'è un mondo io saro felice se ti vedro felice.
E' una storia, è un film, complesso e bello, con un mostruoso, e questa volta si può dire abocca piena, kim Rossi Stuart che solo nella camminata è già cinema d'autore, e con un Albanese che si conferma ancora, nel ruolo del borghese nevrotico molto, molto più piccolo di quello di Sordi ormai rapito dalla storia.
Bravi.
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marezia
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martedì 21 aprile 2009
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tempo di festival
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La ragione per la quale l'Italia nei Festival internazionali non ha la visibilità che meriterebbe è che molto spesso le scelte dei selezionatori derivano da criteri non cinematografici. Ogni Festival ha il suo clima, ha la sua sensibilità e la domanda che ci si deve porre è: "sarà adatto a quella fetta di mercato?". Secondo me il film da Festival di Cannes quest'anno l'Italia ce l'ha ed è "Giulia non esce la sera": delicato, intenso e surreale come i migliori film francesi d'essai. Speriamo che gli addetti ai lavori giudicano secondo realismo.
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olgadik
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lunedì 20 aprile 2009
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e questione del dopo
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Francesca Archibugi sa trasmettere emozioni e lo fa con raffinatezza ed equilibrio, tra risvolti drammatici e tratti più leggeri. L’avevamo lasciata a Lezioni di volo e conosciuta con Mignon è partita e subito erano apparse chiare queste doti, nonché la capacità di dirigere con fermezza e sensibilità gli attori, senza deprimerne la personalità. Direi che la regista mette in campo nel suo mestiere doti tipiche del genere femminile che non escludono il positivo del maschile. Fino ad ora il tema preferito dall’autrice era stato quello del conflitto tra generazioni o dell’adolescenza che si misurava con la realtà. In quest’ultimo film ispirato a un romanzo omonimo, il tema è invece l’amicizia tra adulti (due uomini per la precisione) che forse non si sarebbero mai incontrati, dati i diversi mondi di provenienza, senza quella Questione di cuore… I due infatti si ritrovano vicini di letto in un ospedale romano perché entrambi colpiti da infarto.
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Francesca Archibugi sa trasmettere emozioni e lo fa con raffinatezza ed equilibrio, tra risvolti drammatici e tratti più leggeri. L’avevamo lasciata a Lezioni di volo e conosciuta con Mignon è partita e subito erano apparse chiare queste doti, nonché la capacità di dirigere con fermezza e sensibilità gli attori, senza deprimerne la personalità. Direi che la regista mette in campo nel suo mestiere doti tipiche del genere femminile che non escludono il positivo del maschile. Fino ad ora il tema preferito dall’autrice era stato quello del conflitto tra generazioni o dell’adolescenza che si misurava con la realtà. In quest’ultimo film ispirato a un romanzo omonimo, il tema è invece l’amicizia tra adulti (due uomini per la precisione) che forse non si sarebbero mai incontrati, dati i diversi mondi di provenienza, senza quella Questione di cuore… I due infatti si ritrovano vicini di letto in un ospedale romano perché entrambi colpiti da infarto. Di fronte alla paura e allo scampato rischio di morte diventano poco a poco amici. L’uno, Alberto (Albanese), è un borghese colto che di professione scrive sceneggiature: amaro e sarcastico, pronto a prendersi gioco del prossimo, vive un momento di impasse nella carriera e nei sentimenti. L’altro, Angelo (Rossi Stuart), è un proletario che si è fatto da sé, diventando titolare di una carrozzeria dove rimette a posto auto d’epoca. E’ dolce, legato alla famiglia, ha due figli e uno in viaggio. Ama la bella e sensuale moglie (la Ramazzotti), ma ha un suo concreto realismo negli affari. Ormai più forte delle differenze, dopo il dramma vissuto dai due uomini, è quello che li unisce, quel dipendere dai capricci del muscolo cardiaco, quel dovere riorganizzare ritmi e vita attorno a un’esperienza forte che muta i rapporti e le relazioni. A cambiare però è soprattutto l’esistenza di Alberto che va a vivere dall’amico, che impara di nuovo a guardare l’umanità con fantasia e un po’ d’amore nonché a prendersi cura di qualche altro diverso da sé. Il finale poi è insieme drammatico e paradossale, come solo la vita vera sa essere. Questi processi psicologici l’Archibugi li descrive con maestria, senza eccessive sbavature nel patetico, giocando soprattutto sui silenzi e gli sguardi nonché su una bella fotografia che esalta primi piani e mutevolezza dei volti. Direi che Albanese soprattutto, ma anche Rossi Stuart si confermano tra gli attori più dotati del nostro cinema. Qualche nota stonata c’è nel film, ad esempio trovo superflui alcuni personaggi minori oppure troppo colorite alcune scene del quartiere Pigneto, quello dove vive Alberto. Ma nel complesso l’Archibugi riesce a mettere in relazione con elegante naturalezza psicologie individuali e problemi legati ai grandi temi sociali di oggi. Essi entrano di striscio nel discorso e si riflettono con efficacia nei ruoli del singolo personaggio. Per concludere siamo di fronte per la sua introspezione delicata e profonda a un’opera tra le migliori della nostra produzione 2009.
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filobus
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lunedì 20 aprile 2009
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bello
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e molto bravi anche gli attori
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calibano
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lunedì 20 aprile 2009
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sento odore di oscar
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Probabilmente il miglior film di Francesca Archibugi e uno dei miglior film italiani che ho visto nell'ultimo decennio.
Si sente la mano della scuola "commedia all'italiana" nella distribuzione dei quartieri e nella scelta degli accenti (film romano con un protagonista che non parla romano). Serratissimi ed essenziali i dialoghi. Nei momenti più drammatici, non manca la battutaccia acida degna dei migliori Age e Scarpelli. Si vede che l'Archibugi ha figli adolescenti, perché solo gli adolescenti riescono ad essere così candidi e così cattivi.
Film che fa piangere e ridere, ma forse più piangere che ridere.
Bravissimi Albanese e Rossi Stuart. Bellissimo Rossi Stuart, con quella barba incolta da maschio nonostante le sofferenze.
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Probabilmente il miglior film di Francesca Archibugi e uno dei miglior film italiani che ho visto nell'ultimo decennio.
Si sente la mano della scuola "commedia all'italiana" nella distribuzione dei quartieri e nella scelta degli accenti (film romano con un protagonista che non parla romano). Serratissimi ed essenziali i dialoghi. Nei momenti più drammatici, non manca la battutaccia acida degna dei migliori Age e Scarpelli. Si vede che l'Archibugi ha figli adolescenti, perché solo gli adolescenti riescono ad essere così candidi e così cattivi.
Film che fa piangere e ridere, ma forse più piangere che ridere.
Bravissimi Albanese e Rossi Stuart. Bellissimo Rossi Stuart, con quella barba incolta da maschio nonostante le sofferenze. Da mangiare (solo con gli occhi, purtroppo) la Micaela Ramazzotti.
Sento odore di Oscar
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[+] io meno.
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robert
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domenica 19 aprile 2009
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pubblicità ingannevole 3^ parte (oddio!)
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E' un invito a ricordarsi come sia facile che il filo che ci tiene legati ad essa (la vita) possa spezzarsi da un momento all'altro senza preavviso.E ,nello stesso tempo,un invito ad evitare di lasciarsi avviluppare dall'ossessione e dal timore di questa infausta eventualità.Insegnamento ben condensato nella celebre frase gandhiana:"Vivi come se dovessi morire domani.Impara come se dovessi vivere per sempre."
Un'ultima considerazione:si ride sempre meno al cinema con le pellicole italiane,e sempre più spesso il riso ha un retrogusto amaro.Segno che,come ha notato qualche columnist straniero,noi italiani siamo cambiati? Siamo diventati forse meno ottimisti,con una meno marcata voglia di vivere,come traspare dalle nostre storie,che risentono tutte di un generale clima di incertezza e di preoccupazione per il futuro, da film che sempre più frequentemente raccontano di ansie,di odi,di piccole e grandi fobie,di una diminuita fiducia in noi stessi e nel prossimo?
Come direbbe Alberto-Albanese: "Questa è la domanda!".
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E' un invito a ricordarsi come sia facile che il filo che ci tiene legati ad essa (la vita) possa spezzarsi da un momento all'altro senza preavviso.E ,nello stesso tempo,un invito ad evitare di lasciarsi avviluppare dall'ossessione e dal timore di questa infausta eventualità.Insegnamento ben condensato nella celebre frase gandhiana:"Vivi come se dovessi morire domani.Impara come se dovessi vivere per sempre."
Un'ultima considerazione:si ride sempre meno al cinema con le pellicole italiane,e sempre più spesso il riso ha un retrogusto amaro.Segno che,come ha notato qualche columnist straniero,noi italiani siamo cambiati? Siamo diventati forse meno ottimisti,con una meno marcata voglia di vivere,come traspare dalle nostre storie,che risentono tutte di un generale clima di incertezza e di preoccupazione per il futuro, da film che sempre più frequentemente raccontano di ansie,di odi,di piccole e grandi fobie,di una diminuita fiducia in noi stessi e nel prossimo?
Come direbbe Alberto-Albanese: "Questa è la domanda!".
P.S. Non mi massacrate per la prolissità,mi sono lasciato prendere la mano!
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[+] anche la terza parte!
(di pipay)
[ - ] anche la terza parte!
[+] x pipay
(di robert)
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[+] per robert
(di pipay)
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[+] a marezia,stacanovista del forum
(di robert)
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[+] come sono per i pigri!
(di marezia)
[ - ] come sono per i pigri!
[+] p.s.
(di marezia)
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[+] per un punto martin perse la cappa...
(di robert)
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[+] ebbene sì...
(di marezia)
[ - ] ebbene sì...
[+] per marezia
(di pipay)
[ - ] per marezia
[+] originalità vo cercando in ogni dove...
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[ - ] originalità vo cercando in ogni dove...
[+] può darsi...
(di marezia)
[ - ] può darsi...
[+] ...e lucean le stelle
(di robert)
[ - ] ...e lucean le stelle
[+] ... e calò la notte eterna.
(di marezia)
[ - ] ... e calò la notte eterna.
[+] p.s.
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[ - ] p.s.
[+] thank god it's friday!
(di robert)
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