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kaipy
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lunedì 30 marzo 2009
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sempre poetico
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Dante scrisse che per descrivere il Paradiso l'arte più adatta non fosse la scrittura poetica ma la musica, al contrario per descrivere un film di Miyazaki è necessario appropriarsi di una lingua poetica evocativa, poichè come nella poesia simbilista, ogni colore, forma, suono riporta alla superficie un mistero nascosto dentro di noi.
io non ne sono in grado, mi dispiace, vorrei trasmettere il piacere, la gioia, la libertà che i suoi film mi trasmettono, l'istintiva energia vitale che mi illumina dentro.
vorrei ma non posso, certo questo film rispetto alla Città incantata o al Catello errante, forse sta un po' sotto ma non troppo in profondità per fortuna per me e per tutti quelli che andranno a vederlo.
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Dante scrisse che per descrivere il Paradiso l'arte più adatta non fosse la scrittura poetica ma la musica, al contrario per descrivere un film di Miyazaki è necessario appropriarsi di una lingua poetica evocativa, poichè come nella poesia simbilista, ogni colore, forma, suono riporta alla superficie un mistero nascosto dentro di noi.
io non ne sono in grado, mi dispiace, vorrei trasmettere il piacere, la gioia, la libertà che i suoi film mi trasmettono, l'istintiva energia vitale che mi illumina dentro.
vorrei ma non posso, certo questo film rispetto alla Città incantata o al Catello errante, forse sta un po' sotto ma non troppo in profondità per fortuna per me e per tutti quelli che andranno a vederlo.
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ipno74
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venerdì 8 aprile 2011
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inno alla vita colorata
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Altro capolavoro di Miyazaki.
Un tripudio di immagini colorate, una storia dolcissima e poetica assieme.
Un pesciolino rosso con la testa un'umano che diventa bambina perchè si "innamora" di Susche (non so se si scriva così).
Il film di animazione di questo eccezionale regista ci permette sia di sognare sia di ritornare alla fantasia di quando eravamo bambini.
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tiamaster
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lunedì 12 marzo 2012
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altro capolavoro dello studio ghibli.
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Sempre di parte,dal momento che considero miyazaki il più grande regista d'animazione mai vissuto (non c'è disney che tenga,quei cartoni sono più superficiali rispetto ai messaggi e l'approfondimento psicologico dei personaggi dei cartoni miyazakiani)ponyo sulla scogliera è un altro dei tanti capolavori del celebre studio giapponese,sia come disegni (tanto semplici e infantili quanto poetici,spettacolari ed incisivi),sia come tecnica di narrazione,che riesce a comunicare a grandi e piccoli,con una storia e dei personaggi simpaticissimi.Ovviamente tali capolavori non sono all'altezza di tutti,lo provano gli incassi e le 1-2 stelle lanciate da gente superficiale nel forum.
Le migliori opere dello studio ghibli:
1)la città incantata
2)il castello errante di howl
3)nausicaa della valle d
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Sempre di parte,dal momento che considero miyazaki il più grande regista d'animazione mai vissuto (non c'è disney che tenga,quei cartoni sono più superficiali rispetto ai messaggi e l'approfondimento psicologico dei personaggi dei cartoni miyazakiani)ponyo sulla scogliera è un altro dei tanti capolavori del celebre studio giapponese,sia come disegni (tanto semplici e infantili quanto poetici,spettacolari ed incisivi),sia come tecnica di narrazione,che riesce a comunicare a grandi e piccoli,con una storia e dei personaggi simpaticissimi.Ovviamente tali capolavori non sono all'altezza di tutti,lo provano gli incassi e le 1-2 stelle lanciate da gente superficiale nel forum.
Le migliori opere dello studio ghibli:
1)la città incantata
2)il castello errante di howl
3)nausicaa della valle del vento
4)il mio vicino totoro
5)ponyo sulla scogliera
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g. romagna
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domenica 17 gennaio 2010
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ponyo sulla scogliera
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Il consueto turbinio di immagini, colori e magia in quest'ultima fatica miyazakiana. Una bella fiaba dai consueti toni ambientalisti che riprende in parte i temi già sviluppati ne La Città Incantata (creature non umane che si isolano dalla malvagità degli uomini coltivando progetti di rivalsa controproducenti ed inutili quando si scopre che, anche tra noi, esistono persone dal cuore puro che vogliono il bene di ciò che hanno intorno) e con esiti, nemmeno a dirlo, sempre elevati. Da sottolineare, tra le immagini di grande bellezza che attraversano tutto il film, quelle della dea marina che si sposta per il mare con movenze da onda, semplicemente sensazionali: difficile che Miyazaki sbagli un colpo, ed anche questa volta ci regala, infatti, un prodotto godibilissimo, tanto per i più piccoli quanto per i più grandi.
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Il consueto turbinio di immagini, colori e magia in quest'ultima fatica miyazakiana. Una bella fiaba dai consueti toni ambientalisti che riprende in parte i temi già sviluppati ne La Città Incantata (creature non umane che si isolano dalla malvagità degli uomini coltivando progetti di rivalsa controproducenti ed inutili quando si scopre che, anche tra noi, esistono persone dal cuore puro che vogliono il bene di ciò che hanno intorno) e con esiti, nemmeno a dirlo, sempre elevati. Da sottolineare, tra le immagini di grande bellezza che attraversano tutto il film, quelle della dea marina che si sposta per il mare con movenze da onda, semplicemente sensazionali: difficile che Miyazaki sbagli un colpo, ed anche questa volta ci regala, infatti, un prodotto godibilissimo, tanto per i più piccoli quanto per i più grandi. Differentemente da altri suoi lavori, in questo si respira maggiormente un'aria fiabesca, con un intreccio più semplice che privilegia l'attenzione sulla purezza dei due piccoli protagonisti. Bello, magari non ai livelli di Nausicaa, di Howl, o de La Città Incantata, ma è sempre un grande Miyazaki. Tre stelle e mezzo.
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raffaella de ferrari
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domenica 25 dicembre 2011
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solo una favoletta per bambini.
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A Ponyo piace il prosciutto. Bene. A me non piace Ponyo.
Ci troviamo al livello di una favoletta per bambini, che, a dirla tutta, non potrebbe mai raggiungere lo stesso impatto sul pubblico che hanno conseguito i grandi colossi Disneyani, come "Il Gobbo di Notre-Dame", o il più recente "Cars". E questo è visibile dagli incassi.
I temi trattati sono tanti, ma presentati in modo caotico e al limite della superficialità; non c'è un elemento che risalti particolarmente, tutto sembra posto sullo stesso piano: dall'esplicita critica all'inquinamento ambientale, all'ormai abusata esortazione ad accettare l'altro. Tutti i nuclei tematici vengono ridotti all'osso e di loro non compaiono che pochi tratti indefiniti i quali rendono incompleta la comprensione totale del film.
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A Ponyo piace il prosciutto. Bene. A me non piace Ponyo.
Ci troviamo al livello di una favoletta per bambini, che, a dirla tutta, non potrebbe mai raggiungere lo stesso impatto sul pubblico che hanno conseguito i grandi colossi Disneyani, come "Il Gobbo di Notre-Dame", o il più recente "Cars". E questo è visibile dagli incassi.
I temi trattati sono tanti, ma presentati in modo caotico e al limite della superficialità; non c'è un elemento che risalti particolarmente, tutto sembra posto sullo stesso piano: dall'esplicita critica all'inquinamento ambientale, all'ormai abusata esortazione ad accettare l'altro. Tutti i nuclei tematici vengono ridotti all'osso e di loro non compaiono che pochi tratti indefiniti i quali rendono incompleta la comprensione totale del film.
Insomma, il film è di nicchia e può essere apprezzato da una ristretta parte di pubblico occidentale, pur sempre rimanendo al livello di una semplice favoletta per bambini, ma, a parer mio, non può essere considerato una "pietra miliare" della cinematografia.
E questo detto da una grande fan di Miyazaki.
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paperinik
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venerdì 27 marzo 2009
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myiazaki cambia target preservando la qualità
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Purtroppo il maestro giapponese ci ha abituato troppo bene. Questa nuova opera non raggiunge le vette del capolavoro, tuttavia è godibilissima anche per il pubblico più giovane (forse più delle esperienze precedenti).
In questa storia le forze del bene dell'animo umano prevalgono decisamente su quelle antagoniste, così da creare un'armonia diffusa che traspare anche dall'utilizzo di tinte calde e pastello nel disegno animato.
Desta grande senso di serenità il mondo sommerso, valorizzato e niente affatto invaso da animali marini che nuotano tra le ere geologiche e la fantasia.
Per gli spettatori occidentali il senso di straniamento è doppio, legato da un lato alle realizzazioni visive e e relazionali del genio di Myiazaki, dall'altro dal contegno interpersonale tra i personaggi animati, senz'altro legato a tradizioni culturali ben diverse dalla nostra.
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Purtroppo il maestro giapponese ci ha abituato troppo bene. Questa nuova opera non raggiunge le vette del capolavoro, tuttavia è godibilissima anche per il pubblico più giovane (forse più delle esperienze precedenti).
In questa storia le forze del bene dell'animo umano prevalgono decisamente su quelle antagoniste, così da creare un'armonia diffusa che traspare anche dall'utilizzo di tinte calde e pastello nel disegno animato.
Desta grande senso di serenità il mondo sommerso, valorizzato e niente affatto invaso da animali marini che nuotano tra le ere geologiche e la fantasia.
Per gli spettatori occidentali il senso di straniamento è doppio, legato da un lato alle realizzazioni visive e e relazionali del genio di Myiazaki, dall'altro dal contegno interpersonale tra i personaggi animati, senz'altro legato a tradizioni culturali ben diverse dalla nostra.
Per una volta il racconto non turba il lato oecuro e si esce di sala con la coscienza alleggerita.
Una storia che riconcilia con la natura, il mondo e l'irrazionale, che lascia uno spiraglio su una dimensione che sentiamo vicino, crediamo esista ma a volte obliteriamo.
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