giacomo
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lunedì 23 febbraio 2009
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scegliere da che parte stare
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Oggi è ancora possibile una dittatura? Questo è ciò che si chiede Rainer Wenger, professore del Liceo tedesco Marie Curie, e che propone come argomento della “settimana a tema” organizzata dalla scuola. La risposta degli studenti è tuttavia svogliata: essi escludono tale possibilità perché “se ne conoscono già le conseguenze”. Dopo Hitler – affermano - nessuno accetterebbe più un regime autocratico. Rainer allora, un po’ per gioco, un po’ (forse) anche per scommessa con se stesso, decide di instaurare lui stesso una dittatura “in piccolo” nella sua classe. Inizia con l’imporre poche semplici regole che richiamano alla scuola di una volta: chiamare “signore” l’insegnante, alzarsi in piedi quando si parla, parlare solo se interpellati, stare seduti composti.
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Oggi è ancora possibile una dittatura? Questo è ciò che si chiede Rainer Wenger, professore del Liceo tedesco Marie Curie, e che propone come argomento della “settimana a tema” organizzata dalla scuola. La risposta degli studenti è tuttavia svogliata: essi escludono tale possibilità perché “se ne conoscono già le conseguenze”. Dopo Hitler – affermano - nessuno accetterebbe più un regime autocratico. Rainer allora, un po’ per gioco, un po’ (forse) anche per scommessa con se stesso, decide di instaurare lui stesso una dittatura “in piccolo” nella sua classe. Inizia con l’imporre poche semplici regole che richiamano alla scuola di una volta: chiamare “signore” l’insegnante, alzarsi in piedi quando si parla, parlare solo se interpellati, stare seduti composti. D’altro canto, cerca di compattare il gruppo di studenti, invitandoli a cooperare come un solo corpo. La risposta degli studenti è entusiasta, la classe è più unita, il gruppo sportivo parallelamente gestito da Wenger si risolleva grazie ad un nuovo spirito di squadra. Gli studenti stessi iniziano a proporre nuove regole a questo nuovo “gioco”: ideano un’uniforme (camicia bianca e blue jeans), un nome (L’Onda, appunto), un saluto comune.
Wenger non sa ancora di aver messo in moto un meccanismo che, autoalimentandosi, lentamente ma inesorabilmente, come l’onda di uno tsunami finirà non potrà più essere contenuta, nemmeno dalle mura dell’edificio scolastico… E quando se ne accorgerà, non avrà più molto tempo per porvi rimedio.
Scritto e diretto da Dennis Gansel, regista tedesco poco conosciuto sulla scena internazionale, L’Onda arriva in una stagione cinematografica che ha già visto l’uscita di La Classe e che all’improvviso pare molto interessata a ciò che accade “entre les murs” delle scuole. Ma L’Onda non è solo questo: l’ambiente scolastico non è che la guaina all’interno della quale è racchiusa un’interessantissima indagine sulla socialità umana e sui suoi lati più oscuri e affascinanti quali l’aggregazione, l’istituzione del “gruppo”, la violenza. Un’opera che quindi si avvicina molto di più a William Golding, autore de Il Signore delle Mosche, che a François Bégaudeau e alla sua Classe. Un film che prende ispirazione da un esperimento simile realmente avvenuto in una scuola statunitense degli anni Sessanta e che il regista traspone nella Germania di oggi, ambientazione di massima attualità (Dennis Gansel è tedesco). Non sarà un capolavoro sul piano tecnico, ma L’Onda è un film affascinante e terribile (come una dittatura?), sicuramente un film su cui riflettere a lungo, in cui lo stesso spettatore vive il dissidio interiore tra l’istinto a seguire il Signor Wenger e il pensiero delle implicazioni e delle conseguenze di ciò che sta accadendo. Ciò che Gansel porta sullo schermo pare infatti accettabilissimo, forse addirittura positivo. Chi non è rimasto affascinato dal discorso finale di Wenger? La verità è che oggi una dittatura è possibile, e più di quanto possiamo immaginare. Il problema, sembra dirci Gansel, è decidere cosa vogliamo fare noi: se aggregarci o se difendere la nostra individualità. E la scelta non risulta poi così scontata.
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(di mary)
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andreas
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sabato 7 marzo 2009
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dissento
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Probabilmente non sarà ricordato come un capolavoro dal punto di vista strettamente cinematografico (in alcuni momenti si riecheggiano meccanicismi degni dei B-movie like Americans high school),tuttavia si tratta di un film importante perche è importante la domanda che pone fin dall'inizio e perché è importante continuare farsi questa domanda.Può rinascere una dittatura in Germania? Ovviamente questa è una domanda che deve estendersi a tutte le democrazie(a proposito : in Italia è possibile fare questa domanda ? ) e a tutte le dittature, non solo il nazismo. Il tema , grazie a molta della cinematografia di quest'ultimo anno ( tutta straniera : poteva essere diversamente?) è stato ricorrente e naturalmente le solite polemiche (direi quasi "i soliti sospetti" ) sono immediatamente pronte al varco.
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Probabilmente non sarà ricordato come un capolavoro dal punto di vista strettamente cinematografico (in alcuni momenti si riecheggiano meccanicismi degni dei B-movie like Americans high school),tuttavia si tratta di un film importante perche è importante la domanda che pone fin dall'inizio e perché è importante continuare farsi questa domanda.Può rinascere una dittatura in Germania? Ovviamente questa è una domanda che deve estendersi a tutte le democrazie(a proposito : in Italia è possibile fare questa domanda ? ) e a tutte le dittature, non solo il nazismo. Il tema , grazie a molta della cinematografia di quest'ultimo anno ( tutta straniera : poteva essere diversamente?) è stato ricorrente e naturalmente le solite polemiche (direi quasi "i soliti sospetti" ) sono immediatamente pronte al varco. Credo invece che il film non abbia voluto esprimere un giudizio morale o storico su questa o quella dittatura ma che sia riuscito con il suo linguaggio semplice(di qui la sua importanza) ad andare dritto al punto, al "cuore nero" della questione , e a rispondere alla domanda , e la risposta è: Si.
Si è possibile ricreare una dittatura perché questa è (anche) un esigenza che deriva dal "basso" , dalla massa critica composta da insoddisfazioni, timori e immaturità di una comunità ; una comunità che può ad certo punto della sua storia incontrare un imbonitore, un istigatore capace di convogliare (forse anche a suo malgrado) paure e insoddisfazioni della stessa. Si è possibile perché siamo gregari : un comportamento all'origine della sopravivenza della nostra specie nelle savane ma che inibisce le capacità critiche individuale. Si è possibile perché il "dittatore" può essere(anzi spesso lo è) una persona affascinante e che stimiamo , che ammiriamo, in cui ci identifichiamo. Si è possibile perché grazie al dittatura possiamo assumere ruoli e funzioni a cui diversamente non potremmo aspirare mai. Si è possibile perché comunque vada non vogliamo essere mai "l'altro" : quello che viene escluso o esiliato o picchiato e forse infine ucciso. Molto piu simile a The Experiment (un altro film tedesco...un caso ovviamente) "L'Onda" ci ricorda che la democrazia non è un'acquisizione definitiva ma piuttosto una condizione instabile , fragile, costosamente raggiunta e costantemente minacciata da derive prima anarcoidi ed infine autoritarie, in cui rituali paradossali (grazie Giacomo che hai ricordato il "Signore delle Mosche") si sostituiscono allo stato del diritto.
Il film ci ricorda infine quale sia il valore del dissenso in una democrazia(vedi le due ragazze e la compagna del prof.) , anzi ci ricorda che esso stesso è un "valore" nella democrazia(a proposito di valori mi viene in mente il "Lila" di Robert M. Pirsig ); che la "pratica del dissenso" è "funzionale" alla democrazia stessa e non banalmente stigmatizzabile dalle sirene del pensiero unico. Pertanto io dissento.
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spoerri
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domenica 1 marzo 2009
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bello ed educativo
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Film molto bello, forte, teso e potente. Descrive molto bene il meccanismo autocratico, la sua forza e tutto il suo pericoloso, terribile e a volte irresistibile fascino, capace di trasformare gli individui in meri ingranaggi senza più un senso critico e all’occorrenza in macchine da guerra. Descrive la semplicità e la facilità di un movimento autocratico, rischio che abbiamo sempre dietro l’angolo. A volte può sembrare semplicistico e troppo facile ma tenete presente che deve rimanere dentro i confini rigidi di un film di neanche 2 ore. Il finale dall’adunata in poi è perfetto. Importante per il nostro attuale momento sociale, ad esempio quando verso l’inizio illustrando le caratteristiche che possono dar vita a movimenti del genere si fa cenno all’inflazione e alla mancanza di certezze (non sembra una cosa familiare?).
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Film molto bello, forte, teso e potente. Descrive molto bene il meccanismo autocratico, la sua forza e tutto il suo pericoloso, terribile e a volte irresistibile fascino, capace di trasformare gli individui in meri ingranaggi senza più un senso critico e all’occorrenza in macchine da guerra. Descrive la semplicità e la facilità di un movimento autocratico, rischio che abbiamo sempre dietro l’angolo. A volte può sembrare semplicistico e troppo facile ma tenete presente che deve rimanere dentro i confini rigidi di un film di neanche 2 ore. Il finale dall’adunata in poi è perfetto. Importante per il nostro attuale momento sociale, ad esempio quando verso l’inizio illustrando le caratteristiche che possono dar vita a movimenti del genere si fa cenno all’inflazione e alla mancanza di certezze (non sembra una cosa familiare?).
Un monito per le nostra società.
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(di gaber_el)
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pietro berti
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martedì 3 marzo 2009
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l'onda
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L’onda (Die Welle, Germania 2008)
Durata 101 minuti; Distribuzione BIM; Genere drammatico; Regia Dennis Gansel; con J. Vogel, F. Lau, M. Riemelt, J. Ulrich, C. Paul.
Questo film è vivamente consigliato a tutti coloro che non abbiamo ancora ben definita nella loro mente quello che significa “il terminare una parola con -ismo” . Un insegnante di storia, R. Jones, al Cubberley High School di Palo Alto in California nel 1967 ha tentato realmente un esperimento scolastico da cui è stato estratto il best-seller “The Whave” di M. Ruhe, a sua volte base del film. Si tratta del tedesco “L’onda”, diretto da D. Gansel, che si è rivelato un grandissimo successo in patria e ha raccolto riconoscimenti in tutti i Festival cinematografici europei.
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L’onda (Die Welle, Germania 2008)
Durata 101 minuti; Distribuzione BIM; Genere drammatico; Regia Dennis Gansel; con J. Vogel, F. Lau, M. Riemelt, J. Ulrich, C. Paul.
Questo film è vivamente consigliato a tutti coloro che non abbiamo ancora ben definita nella loro mente quello che significa “il terminare una parola con -ismo” . Un insegnante di storia, R. Jones, al Cubberley High School di Palo Alto in California nel 1967 ha tentato realmente un esperimento scolastico da cui è stato estratto il best-seller “The Whave” di M. Ruhe, a sua volte base del film. Si tratta del tedesco “L’onda”, diretto da D. Gansel, che si è rivelato un grandissimo successo in patria e ha raccolto riconoscimenti in tutti i Festival cinematografici europei. L’opera ha intenzione di suscitare domande sulla concreta possibilità di rinascita di regimi totalitari come il nazismo ed il comunismo nel mondo di oggi, ed il conseguente – da parte di entrambi i sistemi - antisemitismo. Il regista sostiene che la tendenza all’individualismo e una totale frammentazione della società in piccoli gruppi non è altro che una scatola cinese; non può continuare all’infinito. Prima o poi si creerà un enorme vuoto, ed in quel momento il pericolo è che spunti fuori un “-ismo” capace di riempirlo.Storia. Preambolo. Un professore di liceo propone ai suoi alunni un singolare esperimento per rendere loro intellegibile il funzionamento di un governo totalitario e di come sia stato possibile che il nazismo ed il comunismo perpetrassero orribili crimini senza che la popolazione si ribellasse. Germania 2009. L’insegnante di liceo, R. Wenger, nel periodo designato alle esercitazioni decide, ai fini di far capire i meccanismi e i rischi dell’autoritarismo, di stimolare i suoi studenti a promuovere codici collettivi di disciplina, di riconoscimento, di autostima. Da parte sua il professore si fingerà “un capo”; gli studenti coinvolti lo chiameranno Sig. Wenger e dovranno alzarsi in piedi ogni qualvolta abbiano qualcosa da dire. Il professore renderà possibile l’annullamento delle differenze sociali tra studenti facendogli indossare una sorta di divisa ed adotteranno una sorta di saluto che ricorda in maniera vaga quello nazionalsocialista. In poche settimane quella che era cominciata come un’innocua illustrazione di concetti, come rigore e continuità diventa un vero e proprio movimento denominato “l’onda” (the whave). Subito gli e le studenti inizieranno a minacciare gli altri da questi esperimenti esclusi. L’occasione per l’esplosione del conflitto in tutta la sua violenza avviene durante una partita scolastica di pallanuoto. In quel momento il professore decide di interrompere immediatamente la sperimentazione. E’ tardi. L’onda è sfuggita al suo controllo. Pietro Berti
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august robert fogelbergrota
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mercoledì 1 luglio 2009
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un film che tutti dovrebebro vedere
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L’entrata del male
Tra i misteri che riguardano il cinema mondiale c’è il mancato Oscar nel 2008 coem migliore film straniero a e nel 2005 a Sophie Schioll di Marc Rothemund ma soprattutto che il film di Dennis Gansel l’onda. L’inizio con un’automobile che corre ad altissimo volume con la musica di Rock and Roll high school del gruppo punk rock ramones e di per se stesso strabiliante. L’attempato ed apparentemente simpatico Rainer Wenger (magistralmente interpretato dall’attore Jürgen Vogel che sembra unire la capacità istrionica di John Malkovich e il carisma di Al pacino) ha avuto il compito di motivare una classe di mollacioni tutti spinelli e play station a seguire un corso sull’autocratia.
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L’entrata del male
Tra i misteri che riguardano il cinema mondiale c’è il mancato Oscar nel 2008 coem migliore film straniero a e nel 2005 a Sophie Schioll di Marc Rothemund ma soprattutto che il film di Dennis Gansel l’onda. L’inizio con un’automobile che corre ad altissimo volume con la musica di Rock and Roll high school del gruppo punk rock ramones e di per se stesso strabiliante. L’attempato ed apparentemente simpatico Rainer Wenger (magistralmente interpretato dall’attore Jürgen Vogel che sembra unire la capacità istrionica di John Malkovich e il carisma di Al pacino) ha avuto il compito di motivare una classe di mollacioni tutti spinelli e play station a seguire un corso sull’autocratia. Ci vengono presentati i principali elementi della classe da Tim (un bravissimo Frederick Lau) rgazzo ritardato e spacciatore per caso con una famiglia fredda e distaccata a Marco (che ha il simpatico volto di Max Riemelt) ragazzo diligente e sportivo che è insieme a karo (Jennifer Ulrich) reginetta di bellezza della scuola acida ed anche antipatica. Mentre la famiglia di marco è solo composta da una madre che ha rapporti occasionali con gli laici del figlio quella di Karo ha due genitori ex contestatori molto affittati ed un fratellino pestifero che sotto l’aspetto da angioletto nasconde una carica di aggressività da teppistello. la presenza di un ragazzo d’origine straniera ormai completamente tedestificato sia nel portamento fisico che nelle idee Sinan (Elyas M'Barek) ed anche la dolce lisa (Cristina do Rego) ragazzina timida ed introversa. A poco a poco senza gesti eclatanti e con l’instaurazione di un mimino disciplina scolastica che troviamo in tutti i paesi dell’unione europea senza cambiamenti apparenti a parte l’uso di una graziosa camicetta bianca i ragazzi soprattutto gli ultimi della classe cambiano ed iniziano a diventare più attivi attenti un vero gruppo. L’uniformità senza nessun apparente cambiamento né d’abbigliamento e d’aspetto il manesco Bomber (l’americanizzato Maximilian Vollmar) porta sempre e comunque un capellino da basket e non si lava i lunghi capelli raggiunge tutti i giovani che prendono maggior fiducia in se stessi Niente di speciale che rende ancora piú terribili alcuni segni coem la scorribanda notturna dove il simbolo dell’onda viene attaccato da per tutto anche sulle automobili della polizia ( alle risse con i punk a bestia presentati come individui sporchi ed abietti dove spuntano le pistole. Mentre tutto si fa più cupo ed il montaggio : Peter Thorwarth sempre piú veloce le uniche che sembrano resistere alla forza dell’Onda son Karo e mona che non sono personaggi simpatici . la peripatia finale quando il film perderà i momenti di comicità spesso sofisticata che sembrano uan rilettura moderna della commedie di Ernst Lubitsch con il loro malizioso gioco erotico per trasformarsi in una tragedia di stampo greco quando Reinar Weger terrà un discorso con un minimodi programma politico che avrà sia idee d’estrema destra che di estrema sinistra. Sarà a sconfessarlo . la struttura del film è perfetta cristallina come un vetro di murano intensi gli interpreti che uniscono aspetti di recitazione naturalistica alla Stanislaskij con altri simili all’espressionismo e tutto molto bello. Uno studio che ci fa comprendere la dinamica del gruppo e del fondamentalismo.
Robert Fogelberg Rota
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para
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lunedì 9 marzo 2009
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film bellissimo, e terribile...
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Come è possibile che in una società europea del 1900 si sia potuti arrivare a un regime che ha sterminato milioni di persone e ha causato una guerra che ha devastato il mondo? Com'è possibile che dei regimi di ideali opposti a questo siano arrivati alle stesse conclusioni? Come è possibile che milioni di persone si siano riconosciute negli stessi terribili ideali? Oggigiorno la maggior parte della società giovanile, di cui io faccio parte e di cui tratta il film, e in generale tutta la società, afferma decisamente che nel contesto attuale una forma dittatoriale come quelle della prima metà del Novecento, non sarebbe possibile. Tutti noi, io stesso, quando siamo interpellati riguardo al nazismo, dopo un'espressione di disgusto, parliamo dei nazisti come degli animali, non degli esseri umani, che hanno commesso crimini orribili e innominabili, che noi non saremmo mai in grado di commettere.
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Come è possibile che in una società europea del 1900 si sia potuti arrivare a un regime che ha sterminato milioni di persone e ha causato una guerra che ha devastato il mondo? Com'è possibile che dei regimi di ideali opposti a questo siano arrivati alle stesse conclusioni? Come è possibile che milioni di persone si siano riconosciute negli stessi terribili ideali? Oggigiorno la maggior parte della società giovanile, di cui io faccio parte e di cui tratta il film, e in generale tutta la società, afferma decisamente che nel contesto attuale una forma dittatoriale come quelle della prima metà del Novecento, non sarebbe possibile. Tutti noi, io stesso, quando siamo interpellati riguardo al nazismo, dopo un'espressione di disgusto, parliamo dei nazisti come degli animali, non degli esseri umani, che hanno commesso crimini orribili e innominabili, che noi non saremmo mai in grado di commettere. Io ne ero sicuro fino a poco tempo fa. Il film dimostra che non è così. E' solo un film? No, si basa su degli esperimenti fatti che dimostrano chiaramente che la maggior parte dei nazisti (eccezion fatta ovviamente i pazzi: Hitler, Goebbels e gli altri) erano persone normali, come noi. Oltre all'esperimento trattato nel film, io sono a conoscenza di altri due esperimenti di questo tipo. A Palo Alto, in California, un amico di Jones (l'ideatore dell'esperimento dell'Onda), divise una delle sue classi in due gruppi, i carcerieri e i carcerati. Si accorse ben presto che molti dei carcerieri abusavano del loro potere e picchiavano sadicamente i carcerati, che erano nella realtà loro compagni di classe. Altro celebre esperimento è quello che vide degli scienziati, famosi e rispettabili, testare l'effetto dell'elettroshock su delle cavie umane. In realtà non sapevano che le vere cavie erano loro: le scariche di elettroshock erano false e le cavie erano degli attori che simulavano dolore. Il fine dell'esperimento era mostrare quanto a lungo potesse spingersi questa tortura. In nome della scienza, la maggior parte degli scienziati arrivò a somministrare la scarica più alta, quella che sarebbe dovuta essere mortale, alle cavie loro assegnate. Solo pochi scienziati dopo un po' si rifiutarono di continuare. Questi esperimenti, e quello del film, dimostrano che la nascita di un regime totalitario è possibile ancora oggi. Disciplina, obbidienza, identificazione in un gruppo, perdita della propria individualità. Queste sono le componenti che hanno causato la nascita del nazismo e dei regimi comunisti nell'Est. Persone come noi, che si sono identificate in un gruppo, con una loro divisa, un loro stemma, che hanno perso la propria identità e hanno seguito ciecamente gli ideali di quel gruppo. E sapete qual è stata la cosa terribile che io ho provato guardando questo film? La partecipazione. Anch'io mi sentivo un membro dell'Onda, anch'io percepivo l'adrenalina di quei ragazzi, anch'io odiavo le due ragazze che erano contrari all'Onda. Perché? Non lo so. Forse perchè ognuno di noi sente il bisogno di far parte di un gruppo. Però in ogni gruppo bisogna mantenere il rispetto per le differenze e soprattutto la propria individualità. Io guardando il film ho capito una cosa sconvolgente: fossi nato nella Germania degli anni '20, anch'io sarei potuto essere un nazista, e mi sarei potuto macchiare di crimini atroci. E penso che molte persone, come me, sarebbero incorse nello stesso, orribile errore. Ma questo non perchè siamo cattivi: è il contesto che modifica le persone.
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sinkro
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venerdì 12 giugno 2009
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già visto. ed era pure meglio
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Bello il tema ma trattato con troppa faciloneria.
Lo stile teenager (molto alla "Elephant" di Gus Van Sant) cona la telecamera a mano in presa diretta funziona a volte. Peccato. Tutto si propaga così, senza spiegazione. Abbozza tante storie e non le conclude.
Poi, il discorso finale... Vi dico che è bianco [Standing Ovation] no, è nero [Standing Ovation]. Sono così senza personalità questi ragazzi ma capiscono nel giro di 15 secondi i loro sbagli... Dopo una settimana si ravvedono in un attimo tranne il debole che non riesce ad accettarlo. Poi la polizia... ma fate vedere anche il processo dove verrebbe rilasciato e ritenuto innocente...
Ribadisco il tema interessante che alza la media
5.
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Bello il tema ma trattato con troppa faciloneria.
Lo stile teenager (molto alla "Elephant" di Gus Van Sant) cona la telecamera a mano in presa diretta funziona a volte. Peccato. Tutto si propaga così, senza spiegazione. Abbozza tante storie e non le conclude.
Poi, il discorso finale... Vi dico che è bianco [Standing Ovation] no, è nero [Standing Ovation]. Sono così senza personalità questi ragazzi ma capiscono nel giro di 15 secondi i loro sbagli... Dopo una settimana si ravvedono in un attimo tranne il debole che non riesce ad accettarlo. Poi la polizia... ma fate vedere anche il processo dove verrebbe rilasciato e ritenuto innocente...
Ribadisco il tema interessante che alza la media
5.5
Ricalca "The Experiment" produzione sempre germanica del 2001.
Sicuramente più complesso, meglio strutturato e più emozionante.
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trama
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mercoledì 4 marzo 2009
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riflettere sul concetto di colpa
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Oggi , in Europa, si potrebbero ricreare le condizioni che hanno permesso l'ascesa del nazismo o comunque di un'analoga manifestazione di dispotismo ? "L'onda" , cerca di dare una risposta a questo interrogativo.Ci introduce nel variegato mondo di un classe di giovani liceali tedeschi. Il modello è quello del gruppo annoiato di sè che cerca l'evasione attraverso lo "sballo". Finchè non si crea l'occasione di accedere ad un altro modello. In sei giorni, durante il seminario sul concetto di "Autocrazia", i ragazzi guidati/manipolati dal loro Prof , danno vita ad un gruppo che rispecchia fedelmente il modello autocratico, quindi è : autocostituito, autosufficiente, organizzato secondo una logica di tipo paramiltare, fa proprio il concetto di estraneità del diverso , fa uso di mezzi di propaganda, assume un atteggiamento di aggressività e violenza in nome e per conto del gruppo, isola i dissidenti, si individua attraverso una divisa, acquisisce un proprio saluto e SOPRATTUTTO, accetta con coerenza : ordini, punizioni, incarichi .
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Oggi , in Europa, si potrebbero ricreare le condizioni che hanno permesso l'ascesa del nazismo o comunque di un'analoga manifestazione di dispotismo ? "L'onda" , cerca di dare una risposta a questo interrogativo.Ci introduce nel variegato mondo di un classe di giovani liceali tedeschi. Il modello è quello del gruppo annoiato di sè che cerca l'evasione attraverso lo "sballo". Finchè non si crea l'occasione di accedere ad un altro modello. In sei giorni, durante il seminario sul concetto di "Autocrazia", i ragazzi guidati/manipolati dal loro Prof , danno vita ad un gruppo che rispecchia fedelmente il modello autocratico, quindi è : autocostituito, autosufficiente, organizzato secondo una logica di tipo paramiltare, fa proprio il concetto di estraneità del diverso , fa uso di mezzi di propaganda, assume un atteggiamento di aggressività e violenza in nome e per conto del gruppo, isola i dissidenti, si individua attraverso una divisa, acquisisce un proprio saluto e SOPRATTUTTO, accetta con coerenza : ordini, punizioni, incarichi .
Direi che il film dovrebbe indurci a riflettere sulla colpa di non riconoscere il "dispotismo" già dai suoi esordi o meglio sulla colpa di non modificare il contesto in cui il dispotismo può attecchire. Occhi aperti quindi, sempre e comunque. Sprattutto chi attraverso la sua professione può stabilire un contatto formativo ed informativo con i giovani ha la delicata responsabilità di evitare che il "conformismo" con la sua efficienza anonima riduca il singolo a oggetto e strumento di apparati.
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breveecirconciso
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giovedì 10 marzo 2011
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sarò breve e circonciso
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L'Onda trascina, coinvolge, travolge. Il film mostra le meccaniche della formazione di una dittatura in maniera precisa ed efficace, coinvolgendo gradualmente anche lo spettatore. Difficile non entusiasmarsi inizialmente, nel momento in cui i ragazzi iniziano a collaborare efficacemente per una causa comune, superando le differenze e le barriere che sempre li avevano tenuti divisi nella vita scolastica. Ma poi, poco a poco, l'onda diverrà tsunami, fuoriuscendo al controllo di tutto e tutti, e mostrandosi progressivamente in tutta la sua pericolosità.
Film da vedere, coinvolgente sul piano emotivo, e per certi versi inquietante. Apparentemente difetta di una certa superficialità nell'inquadrare le figure giovanili, banalizzandole, assottiliandole, rendendole quasi più simili ad automi; effetto probabilmente cercato, ai fini di enfatizzare i risultati del "regime scolastico".
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L'Onda trascina, coinvolge, travolge. Il film mostra le meccaniche della formazione di una dittatura in maniera precisa ed efficace, coinvolgendo gradualmente anche lo spettatore. Difficile non entusiasmarsi inizialmente, nel momento in cui i ragazzi iniziano a collaborare efficacemente per una causa comune, superando le differenze e le barriere che sempre li avevano tenuti divisi nella vita scolastica. Ma poi, poco a poco, l'onda diverrà tsunami, fuoriuscendo al controllo di tutto e tutti, e mostrandosi progressivamente in tutta la sua pericolosità.
Film da vedere, coinvolgente sul piano emotivo, e per certi versi inquietante. Apparentemente difetta di una certa superficialità nell'inquadrare le figure giovanili, banalizzandole, assottiliandole, rendendole quasi più simili ad automi; effetto probabilmente cercato, ai fini di enfatizzare i risultati del "regime scolastico". In maniera piacevole invece, mostra trasversalmente come nel totalitarismo non sia concesso spazio all'amore. In una pennellata finale poi, giusto prima di porre la firma sul dipinto ultimato, sembra quasi volerci mostrare i giovani in grado di risollevarsi, di ritrovarsi uniti dopo la fine, di proseguire seppur feriti; al contrario degli adulti, soli, disperati, incapaci di rialzarsi e a malapena di guardarsi. Forse una fotografia della Germania del dopo-guerra?
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slowfilm
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domenica 8 marzo 2009
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sulla natura conformista e violenta dell'uomo
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L’esperimento originale è del 1967 ed a Palo Alto: un professore (Ron Jones, che a distanza di quarant’anni tiene ancora conferenze sull’argomento) ha l’estemporanea idea di provare ad instaurare un regime totalitario nella sua classe; il successo è stato tale da dover interrompere tutto al quinto giorno, perché La Terza Onda si diffondeva e chi non aderiva veniva emarginato e/o pestato.
Die Welle è oggi in Germania, con tutte le ovvie e specifiche implicazioni storiche. L’atteggiamento iniziale dei liceali protagonisti è simile a quella parte di pubblico (pubblico critico e pubblico e basta, che tanto le differenze sono puramente di ruolo) che ha trovato il film didascalico, artefatto, puerile rispetto alla loro ineffabile consapevolezza.
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L’esperimento originale è del 1967 ed a Palo Alto: un professore (Ron Jones, che a distanza di quarant’anni tiene ancora conferenze sull’argomento) ha l’estemporanea idea di provare ad instaurare un regime totalitario nella sua classe; il successo è stato tale da dover interrompere tutto al quinto giorno, perché La Terza Onda si diffondeva e chi non aderiva veniva emarginato e/o pestato.
Die Welle è oggi in Germania, con tutte le ovvie e specifiche implicazioni storiche. L’atteggiamento iniziale dei liceali protagonisti è simile a quella parte di pubblico (pubblico critico e pubblico e basta, che tanto le differenze sono puramente di ruolo) che ha trovato il film didascalico, artefatto, puerile rispetto alla loro ineffabile consapevolezza. Attraverso l’applicazione di regole uniformanti, di disciplina e di segni distintivi facilmente acquisibili, il maestro crea un gruppo compatto, una forza superiore che amalgama le forze individuali ed ha bisogno di esprimere la propria energia, a scapito di chi al gruppo è alieno.
Rispetto all’esperimento carcerario di Stanford del ’71 (che ispirò un altro film tedesco, The Experiment, rispetto al quale L’Onda è più compatto e meno effettistico), che pure era più strutturato, qui è interessante vedere come L’Onda si propaghi spontaneamente, come alla base della prevaricazione non ci siano dei ruoli imposti e soprattutto non delle ideologie, ma semplicemente la voglia di sentirsi parte di un gruppo, uniformarsi alla maggioranza; ed il film di Gansel rende evidente quanto sia difficile, perché in qualche modo innaturale, scegliere di essere minoranza, voce dissidente. La maggioranza si dà delle regole istintive, basate sui rapporti di forza e sulla naturalezza del conformismo, e metterle in dubbio significa asserire l’esistenza di regole astratte superiori (morali?), indipendenti dal gruppo stesso, quindi sconvenienti, non ammissibili.
L’Onda rende bene l’evoluzione del "corpo", in un processo di adesione, che coinvolge inevitabilmente anche il professore/Herr Wenger, che non richiede conversioni o atti di fede, né tantomeno particolari predisposizioni o debolezze. Varrebbe la pena anche chiedersi, in un’ottica più ampia, quante delle nostre azioni e quanti dei nostri pensieri, non siano dettati da un’opportunità di gruppo o da un desiderio d’appartenenza.
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