domenico argondizzo
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giovedì 2 aprile 2009
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un’onda
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L’autocrazia, un classico prodotto naturale delle società umane, viene scandagliata nella sua penultima forma storica conosciuta, quella totalitaria.
Il cinema, dopo aver offerto ottime prove di sé, quando si è esercitato nel meta-cinema (cioè del cinema sul cinema, uno per tutti, Effetto notte), offre un ottimo contributo nel campo della meta-scienza (cioè del cinema che rappresenta la scienza che sperimenta sé stessa). Dennis Gansel sceglie di impressionare la pellicola con una prova sul campo di indagine sociologica. Dato che si tratta di scienza umana, all’esperimento in laboratorio, si sostituisce una porzione di società politica, quella giovanile, che comunque sarà società politica nel futuro.
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L’autocrazia, un classico prodotto naturale delle società umane, viene scandagliata nella sua penultima forma storica conosciuta, quella totalitaria.
Il cinema, dopo aver offerto ottime prove di sé, quando si è esercitato nel meta-cinema (cioè del cinema sul cinema, uno per tutti, Effetto notte), offre un ottimo contributo nel campo della meta-scienza (cioè del cinema che rappresenta la scienza che sperimenta sé stessa). Dennis Gansel sceglie di impressionare la pellicola con una prova sul campo di indagine sociologica. Dato che si tratta di scienza umana, all’esperimento in laboratorio, si sostituisce una porzione di società politica, quella giovanile, che comunque sarà società politica nel futuro.
E la rappresentazione diventa della scienza sulla scienza, non semplicemente perché riproduce una lezione seminariale, ma perché i registri della lezione seminariale e del gioco di ruolo subito di sovrappongono, mescolandosi.
Sono colti alcuni aspetti accattivanti della organizzazione sociale sperimentata/emulata (è possibile copiare, uniti si ha più forza, ecc.), e si possono cogliere alcuni punti di contatto con forme a noi contemporanee di autocrazia.
Nulla da obiettare sulla qualità del risultato cinematografico.
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francesco2
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martedì 14 settembre 2010
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film o documentario? né l'uno né l'altro
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Qualunque giudizio si esprima su questo film , i riferimenti sono almeno due: snza coinvolgere il nostro "Mary per sempre",L'"Attimo fuggente", che risale a ormai vent'anni fa,ed "Elephant", che nel 2003 a Cannes vinse la Palma d'Oro(Cinque anni dopo ha fatto il "bis" un film che non ho ancora visto, "La classe").
Alcune voci dizzenzienti, proprio rispetto a "Elephant", accusavano Van Sant, che forse acquisì la patente di "autore" proprio grazie a questo film, di essersi limitato a "Documentare" senza capire. Consiglierei a Cherchi Usai, direttore di "Segnocinema", di vedere questo film , nel caso non l'abbia ancora fatto.
L'inizio, per quanto "Sfilacciato",potrebbe essere ancora promettente: un docente lancia delle provocazioni in una classe su concetti come autocrazia e totalitarismo, domandandosi su quest'ultimo se un fenomeno simile non potrebbe ripetersi nella Germania di un imprecisato "Oggi": facile, forse troppo,vedrlo come un "Alter-ego" del regista, che intende provocatoriamente stimolare il pubblico.
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Qualunque giudizio si esprima su questo film , i riferimenti sono almeno due: snza coinvolgere il nostro "Mary per sempre",L'"Attimo fuggente", che risale a ormai vent'anni fa,ed "Elephant", che nel 2003 a Cannes vinse la Palma d'Oro(Cinque anni dopo ha fatto il "bis" un film che non ho ancora visto, "La classe").
Alcune voci dizzenzienti, proprio rispetto a "Elephant", accusavano Van Sant, che forse acquisì la patente di "autore" proprio grazie a questo film, di essersi limitato a "Documentare" senza capire. Consiglierei a Cherchi Usai, direttore di "Segnocinema", di vedere questo film , nel caso non l'abbia ancora fatto.
L'inizio, per quanto "Sfilacciato",potrebbe essere ancora promettente: un docente lancia delle provocazioni in una classe su concetti come autocrazia e totalitarismo, domandandosi su quest'ultimo se un fenomeno simile non potrebbe ripetersi nella Germania di un imprecisato "Oggi": facile, forse troppo,vedrlo come un "Alter-ego" del regista, che intende provocatoriamente stimolare il pubblico. E'una storia -Pare-realmente accaduta, quindi letture del genere appaiono abbastanza dietrologiche.
A questo punto, però, che appaiono le differenze tra Van Sant ed un Dennis Gansel: anziché tratteggiare, con delicatezza ma senza toni edulcorati, Gansel cade -Spiace dirlo- nella trappola di tutti i mediocri: calcare eccessivamente, e allo stesso tempo usare uno stile anonimo. I giovani appaiono caricature pessime, bozzetti quasi "Schizzati", e contemporaneamente la psicologia(?) dei personaggi e delle loro famiglie è la stessa, insipida,del "Grande sogno" di Placido: genitori che non capiscono, e figli che si autocoinvolgono in cose più grandi di loro.
Le emozioni scarseggiano sempre più, tranne una scena in cui una ragazza che cerca di capire di più sulla piega che sta prendendo "L'onda" è vittima o forse no di gente che la insegue. Veniamo a sapere di una presunta pistola a salve, e assistiamo agli scontri che ormai coinvolgono i ragazzi stessi-Ma perché?. Appaiono ormai "travolti" dall'esperimento del professore, hanno perso le regole della democrazia non nel senso politicamente corretto, ma in quello di rispetto per gli altri; il docente, del resto, era passato da un estremo all'altro, dall'atteggiamento "comunista" di chi rmope gli schemi (Arriva a farsi dare del "Tu")a quello fascista (Ordine, disciplina militaresca). I colleghi non ne avevano considerazione, il matrimonio non sembrava andare benissimo, ed era come se volesse dimostrare a sé stesso come i valori della destra (Ordine, autoritarismo), non potessero che essere perdenti rispetto a quelli di sinistra (Uguaglianza, anche troppa, rispetto per gli altri, a volte magari troppo anche quello).
Nel finale plateale quanto inverosimile (secondo me: i ragazzi dapprima lo applaudono quando finge di continuare, poi appaiono appoggiarlo anche quando dice "Basta"), non manca il colpo basso che richiama proprio il citato film di Weir. La storia non ci insegna nulla, - come gruppi e come singoli, in questo caso- , ci illudiamo che determinate esperienze appartengano esclusivamente al passato. Ma anche Gansel sembra avere imparato pochissimo dal menzionato Van Sant, come dalla docufiction- Faziosa, d'accordo- di Michael Moore. E' l'inconsistenza di questo nuovo(?) cinema tedesco, da "Quattro minuti" alle "Vite deglia ltrI2, che ricama sul già visto o, in questo caso, usa fatti realmente accaduti per proporci un cimema videoclip e dal finale strappalacrime.
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erfrate
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giovedì 22 dicembre 2011
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finale da riscrivere
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Il senso del film è ottimo ed educativo ma l'autore si è perso sul finale in quanto smonta il senso di "gruppo".
Non per forza il gruppo e le regole creano una dittatura, anzi fuori chi si monta la testa e chi ne vuol trarre vantaggio psicologico, dentro a chi crede che l'unione fa la forza e che le cose possono migliorare senza danneggiare nessuno.
In Italia ci vuole una dittatura creata dal popolo contro istituzioni politiche corrotte dalla mafia e dai soldi e se si creasse un gruppo forte e deciso tra i cittadini cambierebbe tutto ma in troppi facciamo finta di non vedere.
Es. Nuovo governo Monti... persino un bimbo delle elementari sa che alzando il prezzo della benzina si incassa di più per non parlare del resto.
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Il senso del film è ottimo ed educativo ma l'autore si è perso sul finale in quanto smonta il senso di "gruppo".
Non per forza il gruppo e le regole creano una dittatura, anzi fuori chi si monta la testa e chi ne vuol trarre vantaggio psicologico, dentro a chi crede che l'unione fa la forza e che le cose possono migliorare senza danneggiare nessuno.
In Italia ci vuole una dittatura creata dal popolo contro istituzioni politiche corrotte dalla mafia e dai soldi e se si creasse un gruppo forte e deciso tra i cittadini cambierebbe tutto ma in troppi facciamo finta di non vedere.
Es. Nuovo governo Monti... persino un bimbo delle elementari sa che alzando il prezzo della benzina si incassa di più per non parlare del resto.
Con un gruppo ben selezionato si potrebbe far cadere il governo e riprenderci la nostra vita finora gestita da dittatori chiamati leeder o premier.
Comunque da vedere.
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mary
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lunedì 16 marzo 2009
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incongruenze
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Si parte dal fatto che l'esperimento è didattico e allora perchè il Professore parlando con la Preside dice: " adesso sì che sono motivati!"?? Poi è possibile che lo stesso Professore non si accorga..tra altri segnali a destra e a manca.. neanche della psicosi del ragazzo finito (infatti) suicida quando questo gli si propone come Guardia del Corpo contro gli Anarchici..insomma che sta prendendo tutto patologicamente alla lettera.Infine il discorso finale ad aule chiuse..ma dai "La Germania ha bisogno dell'Onda" ( tra l'altro ha dato allo stesso ragazzo un ordine "militare" di chiudere le porte)e per risposta Applausi Fragorosi..(ma neanche i dementi..)Tutto il metodo didattico è..estrapolando.
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Si parte dal fatto che l'esperimento è didattico e allora perchè il Professore parlando con la Preside dice: " adesso sì che sono motivati!"?? Poi è possibile che lo stesso Professore non si accorga..tra altri segnali a destra e a manca.. neanche della psicosi del ragazzo finito (infatti) suicida quando questo gli si propone come Guardia del Corpo contro gli Anarchici..insomma che sta prendendo tutto patologicamente alla lettera.Infine il discorso finale ad aule chiuse..ma dai "La Germania ha bisogno dell'Onda" ( tra l'altro ha dato allo stesso ragazzo un ordine "militare" di chiudere le porte)e per risposta Applausi Fragorosi..(ma neanche i dementi..)Tutto il metodo didattico è..estrapolando..proprio in quel suo ultimo discorso: Convinco che è A..per poi dire con calma che è B.Logica vorrebbe che dopo gli applausi fragorosi a delle follie..dopo il discorso sovvertitore di queste non solo uno.. che gia lo era.. ne uscisse pazzo!!
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[+] la spiega
(di fata ignorante)
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[+] cerco di spiegare meglio la mia perplessità
(di mary)
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(di fata ignorante)
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[+] ho riflettuto su entrambe le tue risposte..
(di mary)
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