carlosesto
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domenica 5 aprile 2009
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un film attuale
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Un film attuale che descrive in modo incisivo la genesi di un gruppo autocratico tra i giovani di una scuola superiore. Il gruppo nasce come esperimento didattico, proposto e gestito dal professor Wenger, proprio allo scopo di capire se sia possibile che un fenomeno come il nazismo si possa ripetere ai nostri giorni. I giovani seguono in modo acritico le regole proposte dal capo Wenger: marciano, si identificano nel gruppo, portano la divisa e si salutano con un gesto della mano. Si percepisce nel racconto come le diverse personalità dei ragazzi influiscano nel loro atteggiamento a questa nuova esperienza. Tim, sicuramente il più fragile e il più bisognoso di una presenza rassicurante come quella del capo, manifesta da subito il suo apprezzamento alla subordinazione e si sottomette pienamente alle regole proposte.
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Un film attuale che descrive in modo incisivo la genesi di un gruppo autocratico tra i giovani di una scuola superiore. Il gruppo nasce come esperimento didattico, proposto e gestito dal professor Wenger, proprio allo scopo di capire se sia possibile che un fenomeno come il nazismo si possa ripetere ai nostri giorni. I giovani seguono in modo acritico le regole proposte dal capo Wenger: marciano, si identificano nel gruppo, portano la divisa e si salutano con un gesto della mano. Si percepisce nel racconto come le diverse personalità dei ragazzi influiscano nel loro atteggiamento a questa nuova esperienza. Tim, sicuramente il più fragile e il più bisognoso di una presenza rassicurante come quella del capo, manifesta da subito il suo apprezzamento alla subordinazione e si sottomette pienamente alle regole proposte. Marco si lascia plagiare dalla filosofia del gruppo non perdendo però la sua autonomia intellettuale che alla fine sarà riscattata. Karo, sicuramente la più matura del gruppo, riesce a vedere la pericolosità della situazione e, non solo rifiuta di partecipare all’esperimento, ma si oppone anche con attività di boicottaggio. Il film viene proiettato in un periodo di crisi profonda della globalizzazione dove vengono messe in discussione le certezze di benessere che ci hanno accompagnato negli ultimi anni, e sono proprio le stesse certezze che nella genesi dell’onda vengono identificate dai ragazzi come elementi “scatenanti” quando vengono a mancare. Nel riconoscere l’attualità del film viene spontaneo pensare alle recenti proposte del governo italiano sull’immigrazione e sulla sicurezza.
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[+] dissento
(di mary22)
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merilois
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venerdì 10 aprile 2009
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gioco si trasforma in tragedia
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Ho avuto la sensazione che inizialmente i ragazzi aderissero quasi per gioco all'idea del prof. La divisa, il saluto, lo spirito di corpo, quasi come un gruppo di scouts. Poi però il prof. non si rende conto che per i ragazzi a volte fragili lasciati spesso soli dai genitori, il gioco si fa serio e nasce lo spirito di corpo e di appartenenza. La ragazzina che si ribella alla divisa e di appartenere a questo gruppo dell'Onda viene isolata, è una diversa una dissidente. Stampa dei volantini di critica e cerca di far capire al prof. che la situazione gli è sfuggita di mano. Il prof., ex contestatore di sinistra e metallaro, oltre che insegnante di pallanuoto, dimostra di essere lui per primo vittima del gioco che ha avviato.
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Ho avuto la sensazione che inizialmente i ragazzi aderissero quasi per gioco all'idea del prof. La divisa, il saluto, lo spirito di corpo, quasi come un gruppo di scouts. Poi però il prof. non si rende conto che per i ragazzi a volte fragili lasciati spesso soli dai genitori, il gioco si fa serio e nasce lo spirito di corpo e di appartenenza. La ragazzina che si ribella alla divisa e di appartenere a questo gruppo dell'Onda viene isolata, è una diversa una dissidente. Stampa dei volantini di critica e cerca di far capire al prof. che la situazione gli è sfuggita di mano. Il prof., ex contestatore di sinistra e metallaro, oltre che insegnante di pallanuoto, dimostra di essere lui per primo vittima del gioco che ha avviato. Questo sta a significare che con i giovani non si può avviare un gioco di ruoli sull'autoritarismo senza farsi prendere la mano. Il responsabile del gioco finito in tragedia è proprio il prof. perchè manipola gli studenti forte del suo ruolo di adulto che pensa di aver capito tutto ed invece non ha capito niente.
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rescart
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domenica 9 gennaio 2011
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perché in italia non si fanno film così?
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Il film parte dall’idea, suscitata dal normale desiderio di un docente e della sua classe di creare motivazione alla partecipazione scolastica e interesse a seguire attivamente la lezione, di applicare il metodo scientifico sperimentale ad una affermazione (oggi in Germania il nazismo non potrebbe più tornare) nel tentativo di “falsificarla, cerando cioè di fare letteralmente di tutto per dimostrare che tale affermazione potrebbe essere falsa, arrivando alla conclusione che sì, forse il nazismo, almeno a breve termine, non potrebbe ritornare, ma il fascismo è sempre dietro l’angolo. Come lo fu in Italia dopo la fine della I guerra mondiale è lo è tutt'oggi ad ogni piè sospinto. A differenza del nazismo infatti il fascismo può essere fatto risorgere in qualsiasi momento, non necessita di una profonda crisi economica e sociale ma solo del suo spauracchio, il ripetere continuamente che una società potrebbe soccombere se se non si chiude a riccio e non espunge dai ranghi della sua classe dirigente è obnubilato da ideologie neo-giacobine ed eterodirette.
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Il film parte dall’idea, suscitata dal normale desiderio di un docente e della sua classe di creare motivazione alla partecipazione scolastica e interesse a seguire attivamente la lezione, di applicare il metodo scientifico sperimentale ad una affermazione (oggi in Germania il nazismo non potrebbe più tornare) nel tentativo di “falsificarla, cerando cioè di fare letteralmente di tutto per dimostrare che tale affermazione potrebbe essere falsa, arrivando alla conclusione che sì, forse il nazismo, almeno a breve termine, non potrebbe ritornare, ma il fascismo è sempre dietro l’angolo. Come lo fu in Italia dopo la fine della I guerra mondiale è lo è tutt'oggi ad ogni piè sospinto. A differenza del nazismo infatti il fascismo può essere fatto risorgere in qualsiasi momento, non necessita di una profonda crisi economica e sociale ma solo del suo spauracchio, il ripetere continuamente che una società potrebbe soccombere se se non si chiude a riccio e non espunge dai ranghi della sua classe dirigente è obnubilato da ideologie neo-giacobine ed eterodirette. Da noi il fascismo c’è veramente stato e continua ad essere una minaccia proprio nella scuola. Mussolini fu un burattino in mano alla classe borghese dirigente italiana (ma forse non solo) degli anni ’20 e ’30, come il nostro professore di educazione fisica, nonché allenatore di pallanuoto, viene apertamente sostenuto dal preside della scuola. Ma tutto questo, che è veramente accaduto in una scuola degli Stati Uniti negli anni ’60 (anche se lì la domanda di partenza fu: “com’è stato possibile che milioni di tedeschi non si accorgessero del genocidio che si stava perpetrando sotto i loro nasi?”) e che il regista considera plausibile possa avvenire in una scuola tedesca dei nostri giorni, non potrebbe mai avvenire in una scuola italiana dove un Preside è già di regola una sorta di controllore (o se si preferisce di dittatore) che bloccherebbe sul nascere qualunque tentativo di fare bizzarri esperimenti da parte di un professore. Come è avvenuto per quel professore recentemente licenziato per aver scannato davanti ai suoi studenti un paio di coniglietti ottimi da fare in salmì. In Italia i docenti sono fra i meno pagati dell’occidente e il loro uno dei lavori più bistrattati ad ogni livello scolastico. Eppure è stato anche merito degli insegnanti se l’Italia è diventata una potenza economica mondiale nel secondo dopoguerra. La società italiana è sempre stata, e lo è anche oggi, a rischio di fascismo, senza dovere aspettare una nuova grande depressione, come è successo in Germania dopo la crisi economica mondiale del ’29. A proposito infine della domanda che ha innescato nella realtà l’esperimento del professore statunitense, personalmente penso che io, che pure sono insegnante, invece di fare l’esperimento avrei risposto che questo piano malvagio di sterminare tutta la razza ebraica fosse sin dall’inizio della mente di Hitler, il quale per realizzarlo iniziò coll’eliminare sistematicamente altre tipologie di persone (zingari, testimoni di Geova, disabili mentali, omosessuali, oppositori del regime) riguardo i quali era facile ottenere il consenso sulla loro soppressione, quasi fosse una sorta di eutanasia., mentre non sarebbe stato possibile neppure ad un personaggio carismatico come Hitler realizzare sin dall’inizio la shoah perché gli ebrei non rappresentavano una catehoria di persone particolarmente fastidiosa o imbarazzante per la gente comune.
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everyone
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venerdì 6 marzo 2009
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un film anzi due per riflettere
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due film usciti quasi in contemporanea "THE READER"e appunto "L'ONDA" trattano dello stessso tema ovvero come la mente unmana sia facilmente plagiabile quando accetti supinamente una volontà superiore che le faccia credere che ciò che le propone sia la scelta migliore.Questo è ciò che capita nell'ONDA agli studenti oggetto di un esperimento didattico pedagogico che pure dovrebbero avere disponibili strumenti culturali conoscitivi adeguati per potersi opporre come pure era capitato nella realtà parecchi anni prima ad una giovane priva di cultura e quindi indifesa ovvero la protagonista di "THE READER".Il ripetersi di questo fatto deve far riflettere noi spettatori su quanto fragili noi tutti ci si possa rivelare in determinate condizioni di pressione psicologica.
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francescoambrosino
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lunedì 19 marzo 2012
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un bel film su un tema mai obsoleto
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E' possibile oggi ricreare le condizioni per l'instaurazione di un regime dittatoriale? Parte da questo quesito l'inquietante film “L' Onda ”, diretto dal regista tedesco Dennis Gansel. Ambientato in una cittadina tedesca, il film narra le vicende di un professore di educazione fisica, Rainer Wenger, allenatore della squadra di pallavolo con un passato da anarchico.
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E' possibile oggi ricreare le condizioni per l'instaurazione di un regime dittatoriale? Parte da questo quesito l'inquietante film “L' Onda ”, diretto dal regista tedesco Dennis Gansel. Ambientato in una cittadina tedesca, il film narra le vicende di un professore di educazione fisica, Rainer Wenger, allenatore della squadra di pallavolo con un passato da anarchico. Durante la settimana di lezioni a tema (esperimento da inserire anche nelle nostre scuole), vengono organizzati due corsi su argomenti opposti: Anarchia e Autarchia. Nonostante le insistenze, al prof. Wenger viene assegnato il corso sull'autarchia. Durante la prima lezione, il dibattito spinge i ragazzi a dichiarare l'impossibilità dell'instaurazione di un nuovo regime autoritario, visti gli effetti prodotti dal nazismo. Allora, il prof. Wenger li convince a prendere parte ad un esperimento: costruire dal basso un movimento autarchico. Disciplina, regole, solidarietà, simboli. Sono questi gli elementi principali. Inizia così il percorso de “L' Onda ”. Prima mossa: scegliere il leader. La scelta è scontata: il prof. Wenger, ora “Herr Wenger”. Secondo punto: la divisa. Un abbigliamento comune identifica un gruppo. Camicia bianca e jeans. Ad un vero movimento, poi, non può mancare un simbolo: l'onda, appunto. All'inizio è solo un gioco, un esperimento. Ma, in poco tempo, diventa un fenomeno sociale. I membri de “L' Onda” si lasciano prendere un po' troppo la mano. Tappezzano la città di graffiti ed adesivi con il logo del movimento, organizzano feste alla quali possono partecipare solo i “soci”, impediscono l'ingresso in palestra agli studenti. Se un ragazzo viene deriso da altri studenti, i membri lo difendono. Ora sono un gruppo. Tutti sono importanti e nessuno è solo. Ma non basta. In poco tempo, complici i social network e internet, “L' Onda ”cresce sempre di più, per travolgere tutto.
Ovviamente, come in ogni storia che si rispetti, la trama si complica. Uno dei ragazzi, frustrato e mentalmente deviato, prende un po' troppo seriamente l'esperimento. Gira armato, indossa mimetiche e si auto-nomina guardia del corpo di “Herr Wenger”. Ma il prof. non si preoccupa più di tanto. Ha fiducia nei suoi ragazzi. Infondo è solo un esperimento.
Purtroppo, le cose non saranno così semplici. “L' Onda ” ormai è diventata un vero “cavallone”, e rischia davvero di travolgere tutto. Se ne accorgono due studentesse. Ma i loro sforzi sono inutili.
La tensione sale, fino ad esplodere con violenza durante una partita di pallanuoto. E' arrivato il momento di fermare l'esperimento. Ma, ormai, è troppo tardi.
“L' Onda ” ci mostra che ogni movimento estremista parte dal basso, dal disagio sociale, dalla crisi economica, dalla paura, dalla solitudine, che ci si unisce per essere più forti e che l'indottrinamento di un popolo non è impossibile. La storia, infondo, insegna.
www.francescoambrosino.blogspot.com
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ilforumdeifilm.altervista.org
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venerdì 28 giugno 2013
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la nascita di una dittatura oggi è possibile
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È possibile la nascita di una dittatura ancora oggi?
Questa è la domanda che il professor Weger pone alla sua classe al corso settimanale a tema sull’autocrazia. I ragazzi rispondono negativamente, perchè tutti conoscono le conseguenze derivanti da un sistema totalitario. Allora, l’insegnante propone ai suoi ragazzi un esperimento: costituire loro stessi un gruppo unito, collaborativo e forte. Prima di tutto scelgono un leader, poi si impartiscono delle regole di disciplina, si danno un nome, un simbolo e un saluto. I ragazzi sono molto motivati, si impegnano con fervore al progetto e tutto questo fa crescere la loro unione e collaborazione. L’efficienza di ogni studente aumenta, ognuno si sente coinvolto, ma due ragazze comprendono che il gruppo sta degenerando in un qualcosa di molto più grande.
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È possibile la nascita di una dittatura ancora oggi?
Questa è la domanda che il professor Weger pone alla sua classe al corso settimanale a tema sull’autocrazia. I ragazzi rispondono negativamente, perchè tutti conoscono le conseguenze derivanti da un sistema totalitario. Allora, l’insegnante propone ai suoi ragazzi un esperimento: costituire loro stessi un gruppo unito, collaborativo e forte. Prima di tutto scelgono un leader, poi si impartiscono delle regole di disciplina, si danno un nome, un simbolo e un saluto. I ragazzi sono molto motivati, si impegnano con fervore al progetto e tutto questo fa crescere la loro unione e collaborazione. L’efficienza di ogni studente aumenta, ognuno si sente coinvolto, ma due ragazze comprendono che il gruppo sta degenerando in un qualcosa di molto più grande.
Gli studenti manifestano le prime repressioni contro propagande a loro sfavore, escludono chi non accetta le regole, iniziano a provare “l’essere superiori”.
Il film si conclude con lo scioglimento del moviemento da parte del professore ma questo porterà ad inimmaginabili conseguenze.
La vicenda è basata su un esperimento realmente accaduto nel 1967 negli Stati Uniti in una scuola di Palo Alto, in cui il professor Jones avviò una sperimentazione del genere.
La visione è consigliata a tutti, soprattutto alle giovani generazioni.
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jacopo b98
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venerdì 8 maggio 2015
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un tentativo interessante, non sempre riuscito
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In una scuola tedesca l’alternativo professore Rainer Wenger (Vogel), durante una settimana a temi, tiene un corso sull’autocrazia. Quando sente le opinioni dei ragazzi, secondo cui una dittatura in Germania non sarebbe più possibile, in seguito agli eventi della Seconda Guerra Mondiale, decide di tentare un esperimento: la creazione di un piccolo movimento, mirato alla costituzione di un regime autocratico. Lui si pone a capo del movimento, chiamato l’Onda. Ma presto la situazione gli sfuggirà di mano, e salvo pochi ragazzi che si accorgeranno del pericolo, gli altri arriveranno ad un tale livello di immedesimazione da divenire violenti e crudeli nei confronti dei “diversi”.
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In una scuola tedesca l’alternativo professore Rainer Wenger (Vogel), durante una settimana a temi, tiene un corso sull’autocrazia. Quando sente le opinioni dei ragazzi, secondo cui una dittatura in Germania non sarebbe più possibile, in seguito agli eventi della Seconda Guerra Mondiale, decide di tentare un esperimento: la creazione di un piccolo movimento, mirato alla costituzione di un regime autocratico. Lui si pone a capo del movimento, chiamato l’Onda. Ma presto la situazione gli sfuggirà di mano, e salvo pochi ragazzi che si accorgeranno del pericolo, gli altri arriveranno ad un tale livello di immedesimazione da divenire violenti e crudeli nei confronti dei “diversi”. Wenger tenterà di riprendere il controllo della situazione, ma la tragedia è ormai inevitabile. Ispirandosi al reale esperimento realizzato da un professore di San Francisco negli anni ’60 (che non ebbe però gli effetti tragici mostrati nel finale del film), Gansel, insieme a Peter Thorwarth, ha messo in scena questo curioso film, sempre in bilico tra cronaca e documentario. Alla sua uscita ha creato non poco dibattito a livello scientifico e pedagogico, ed è indubbio che il film di Gansel sia sicuramente una fonte di interesse non trascurabile in quel campo. Ma l’opera va comunque valutata per quello che è: un film. E come film la riuscita non è totale. Gansel, seppur abbia dalla sua parte una buona idea di base, imbocca fin da subito la classica formula del college-movie, e oltre a sfruttare in modo inedito alcuni luoghi comuni, fatica a sbozzare personaggi originali, tantomeno a dotarli di una psicologia propria. I personaggi del film sono macchiette, già viste, conosciute, assolutamente bidimensionali. E il finale, tragico da un lato, possiede un’innegabile dimensione consolatoria, e non riesce a incidere come dovrebbe. E feste studentesche tra fumo, alcol e droga, piccoli spacciatori e skateboarder disadattati non aiutano a scacciare la perenne sensazione che se il soggetto era interessante, lo sviluppo di molte sue situazioni sia stato avventato e poco ragionato. Con ciò lo stile visivo adottato da Gansel, pur con qualche sovrabbondanza qua e là, è di indubbio impatto e apprezzabile eleganza, e tra le componenti tecniche spicca una fotografia particolarmente curata. Inoltre non si può trascurare il fatto che, nonostante alcuni difetti sopraelencati, il film riesca ad essere godibile: lo si guarda e ne si è avvinti. La tensione, talvolta, è palpabile. Gli attori sono discreti, mai memorabili, talvolta mediocri, tra di loro spicca comunque Vogel, che con il suo sguardo allucinato da carogna dipinge un personaggio che senza di lui sarebbe probabilmente stato meno di quello che è.
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raskolnikov
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giovedì 2 luglio 2009
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l'onda travolgerà tutti...
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Germania 2008; eppure l'aria che si respira nel film l'Onda di Gensel è quella degli anni 30/40, gli anni della crisi, degli anni bui, quegli anni in cui istaurare una dittatura era davvero semplice.
Tratto da una storia vera dell'America anni60.Nella settimana a tema il professore Rainer Wenger ha come compito spiegare agli studenti il concetto di autocrazia e decide di farlo mettendolo in pratica,dato che gli studenti sono convinti che dopo l'esperienza del Nazismo in Germania sarebbe impossibile un'altra dittatura.
Uniformi,saluto,violenza e tutti gli ingredienti necessari,ma soprattutto disciplina.L'esperimento riesce,anche troppo bene,così bene che il professore non riesce più a controllarlo,l'onda esce dalla scuola e come un'onda travolge tutto.
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Germania 2008; eppure l'aria che si respira nel film l'Onda di Gensel è quella degli anni 30/40, gli anni della crisi, degli anni bui, quegli anni in cui istaurare una dittatura era davvero semplice.
Tratto da una storia vera dell'America anni60.Nella settimana a tema il professore Rainer Wenger ha come compito spiegare agli studenti il concetto di autocrazia e decide di farlo mettendolo in pratica,dato che gli studenti sono convinti che dopo l'esperienza del Nazismo in Germania sarebbe impossibile un'altra dittatura.
Uniformi,saluto,violenza e tutti gli ingredienti necessari,ma soprattutto disciplina.L'esperimento riesce,anche troppo bene,così bene che il professore non riesce più a controllarlo,l'onda esce dalla scuola e come un'onda travolge tutto.Iniziano ad essere esclusi e isolati gli studenti che non si sono uniformati al gruppo,la città inizia ad essere imbrattata con i loro simboli,fino ad un tragico epilogo.Non c'è un personaggio che prevale sull'altro,ma è la massa la protagonista,la stessa massa facile da controllare e manipolare.
La tensione si accumula durante il film,preannunciandoci la degenerazione dell'esperimento e i tempi si dilatano nel finale per portare lo spettatore alla riflessione,come nel miglior cinema Europeo.
Un film di una spaventosa attualità,che dovrebbe tenerci in allerta e far pensare che i tempi sono dei piu fecondi per una minaccia alla democrazia.
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mickyrosa
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martedì 18 marzo 2014
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film super ma che banalizza l'idea di autarchia
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L'idea è fantastica, la realizzazione pure. Ma questo film è chiaramente volto a dimostrare come un organizzazione di questo tipo perda il controllo, con pazzi che al terzo giorno imbrattano la città e al quinto vanno in giro con le pistole. L'idea di base c'è ma un gruppo di questo tipo può formarsi e crescere con molte meno sceneggiate da film. Con un vero Leader e non un "anarchico che passa lì per caso" con la testa sulle spalle abbiamo visto tutti, in Italia, come sia un fenomeno che possa portare solo benefici a tutti se parte dal popolo e arriva al potere. Inevitabile il riferimento al fascismo e a Benito che fino alla decisione scellerata nella seconda guerra mondiale aveva portato l'Italia ad un unione, forza e prosperità che non sarà mai più avvicinabile, soprattutto da finte democrazie quali quelle attuali, dove ti fanno credere che il popolo abbia importanza ma in realtà ne ha meno, MOLTO MENO che in un regime.
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L'idea è fantastica, la realizzazione pure. Ma questo film è chiaramente volto a dimostrare come un organizzazione di questo tipo perda il controllo, con pazzi che al terzo giorno imbrattano la città e al quinto vanno in giro con le pistole. L'idea di base c'è ma un gruppo di questo tipo può formarsi e crescere con molte meno sceneggiate da film. Con un vero Leader e non un "anarchico che passa lì per caso" con la testa sulle spalle abbiamo visto tutti, in Italia, come sia un fenomeno che possa portare solo benefici a tutti se parte dal popolo e arriva al potere. Inevitabile il riferimento al fascismo e a Benito che fino alla decisione scellerata nella seconda guerra mondiale aveva portato l'Italia ad un unione, forza e prosperità che non sarà mai più avvicinabile, soprattutto da finte democrazie quali quelle attuali, dove ti fanno credere che il popolo abbia importanza ma in realtà ne ha meno, MOLTO MENO che in un regime. Chi ha studiato la storia mi segue, chi la ha imparata dai libri a scuola continui pure a tenersi stretto questi governi democratici che li rendono così felici, e la situazione attuale lo dimostra. L'Onda si può ricreare davvero. Le cause che portano alla formazione di una rivoluzione così ci sono tutte, dobbiamo solo essere uniti per dar davvero valore al popolo e all'unione, con riferimento a un Leader che ci porti alla rinascità, perchè qui non si può più parlare di ripresa.
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silvano bersani
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mercoledì 11 gennaio 2017
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discutibile
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Giudichiamo un film per la congruità del soggetto rispetto ai modelli di pensiero dominante o per la qualità artistica della sua confezione? Perché nel primo caso avremmo molte reticenze da esprimere. Siamo così sicuri, come lo è il soggettista, che tutta la storia del Terzo Reich sia riconducibile a ragioni storiche così superficiali? Non sarà una analisi un attimino semplicistica? E non parliamo degli altri tragici regimi del secolo breve. Sicuramente per quanto successo al dirà della cortina di ferro consigliamo di rileggersi Orwell: lui aveva già detto tutto e mi pare che siamo ad anni luce di distanza.
Se invece vogliamo giudicare la qualità artistica dell'opera allora è come sparare sulla crocerossa: sceneggiatura raffazzonata, personaggi di plastica, interpreti improbabili, regia sciatta e pletorica.
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Giudichiamo un film per la congruità del soggetto rispetto ai modelli di pensiero dominante o per la qualità artistica della sua confezione? Perché nel primo caso avremmo molte reticenze da esprimere. Siamo così sicuri, come lo è il soggettista, che tutta la storia del Terzo Reich sia riconducibile a ragioni storiche così superficiali? Non sarà una analisi un attimino semplicistica? E non parliamo degli altri tragici regimi del secolo breve. Sicuramente per quanto successo al dirà della cortina di ferro consigliamo di rileggersi Orwell: lui aveva già detto tutto e mi pare che siamo ad anni luce di distanza.
Se invece vogliamo giudicare la qualità artistica dell'opera allora è come sparare sulla crocerossa: sceneggiatura raffazzonata, personaggi di plastica, interpreti improbabili, regia sciatta e pletorica. Anni luce da un Gus Van Sant di cui tenta di scimmiottare lo stile senza averne un centesimo del rigore.
Insomma: un film ideologico, molto superficiale e polically correct , un film che non fa "pensare" ma solo "sbadigliare".
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