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Finalmente un grande film italiano, in grado di riscattare la produzione cinematografica nazionale dalle tonnellate di immondizia che la intasano da troppi anni a questa parte. Con Gomorra, Garrone tocca l'apice della sua ancor breve carriera ( 7 film sinora, di cui il primo, " Terra di mezzo ", era un corto gonfiato a lungometraggio ). Già dagli esordi il regista romano mostrava quella particolare predisposizione a raccontare " dall'interno " di luoghi e situazioni, senza mai indulgere alla retorica dei facili sentimenti, con una asciuttezza ed un realismo del tutto originali. Qui siamo lontani dagli stereotipi convenzionali, l'inferno dantesco delle " Vele " di Napoli e delle campagne avvelenate del casertano si mostra in tutta la sua crudezza sotto la luce grigia del cielo, la stessa che già avevamo conosciuto ne " L'imbalsamatore ". Le cinque storie che Garrone ha scelto dal libro di Saviano si intersecano senza fratture narrative, grazie ad una tecnica ormai solida e matura, supportata dalla bravura straordinaria degli attori professionisti e di quelli " di strada " che rendono impossibile allo spettatore distinguere chi abbia frequentato scuole di recitazione e chi no. Le locations sono sempre azzeccatissime, i dialoghi sono secchi ed incisivi, la fotografia è stilisticamente ineccepibile, del tutto in accordo con un'ottima regia. Straconsigliato.
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recensioni di critica, pubblico e dizionari.
