Giulia non esce la sera |
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Un film di Giuseppe Piccioni.
Con Valerio Mastandrea, Valeria Golino, Sonia Bergamasco, Domiziana Cardinali.
continua»
Drammatico,
durata 105 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 27 febbraio 2009.
MYMONETRO
Giulia non esce la sera
valutazione media:
3,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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incontro immerso nell’acqua, nei fluidi vitalidi ciccio capozziFeedback: 0 |
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venerdì 6 marzo 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“GIULIA NON ESCE LA SERA” di GIUSEPPE PICCIONI; ITA, 09. Guido è uno scrittore incerto tra trame diverse, premi letterari e vocazione a scrivere libri belli, ma che pochi leggono integralmente. Incontra Giulia, che “non esce la sera” perché detenuta in semilibertà. Nonostante qualche incertezza, il film mi ha preso. E’ uno scrittore che interroga la vita solo a partire dalle parole e dai fatti che mette in campo nella fantasia: finalmente incontra Giulia. L’approccio con la sua vicenda è molto complesso. L’incontro è immerso nell’acqua, nei fluidi vitali: è protetto, finché resta in quella dimensione. Siccome è giocoforza uscirne, ecco che questo si offre alle infinite casualità della vita. Delle quali alcune sono molto dolorose: come il rapporto con la figlia di lei. Il dolore provato per l’abbandono della madre, l’ha murata viva in questa prigione di odio irriducibile nei suoi confronti, impassibile e vendicativo. E’ comunque Giulia il personaggio più riuscito del film. V.Golino ha dato una prova assolutamente convincente. Pur se chiusa in sé, nel ricordo della sua vita di affetti che ha voluto abbandonare e nel rimorso per ciò che ha fatto, non è del tutto estranea alla vita. E’ affascinata dalla persona dello scrittore, dalla sua sensibilità, dalla sua simpatia (V.Mastandrea). Nella sua vita irrompe la letteratura: con la sua profonda e malata ambiguità. Perché essa “sembra” in grado di dare delle risposte: ma sono tutte finzioni, costruite dall’emotività dello scrittore. Sono universi la cui razionalità esiste solo nella sua fantasia: in quel regno anch’esso, come la piscina, ovattato e protetto, dove tutto risponde a precise esigenze, dà delle risposte se non certe, almeno attendibili: in ogni caso coerenti. La realtà è ben diversa. Essa è ben altrimenti illogica: spesso clamorosamente. Questo respiro circola per tutto il film. Il talento, la sensibilità di Guido, “non guida” Giulia: mette su lettera delle parole non sue alla figlia. Parole che le si ritorceranno contro. La donna non ha che se stessa: ma non basta. Come non basteranno le parole scritte sul diario, che avranno la riuscita funzione di fare un controcanto esplicativo, di eccellente effetto filmico-narrativo, su suoi comportamenti relativi all’incontro con Guido. Qui si vede la mano della brava ed esperta montatrice Esmeralda Calabria. Del resto anche lui è solo rispetto alla moglie. Mentre in parallelo, il rapporto con la figlia, non tanto “graziosa”, e piuttosto grassottella, ha una sincerità di fondo, che si apre in modi affettuosi e non stucchevoli all’ascolto e alla comprensione. La solitudine di G., e sconfitta finali, non solo al Premio, sono espresse dallo slargarsi della piscina come un mare infinito
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