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kondor17
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sabato 17 novembre 2012
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film veramente tosto!
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Arrivo come al solito tardi (a parte Hereafter) a vedere Eastwood all'opera, un pò per l'argomento in sè del film, un pò anche per Clint stesso, pistolero conservatore, che per indole e vocazione non conosce i toni tenui, ma anche per la Jolie, che ammetto rimpiango, pensando a Gia e Ragazze interrotte, visto che mai era riuscita a riconfermasi come (buona) attrice. Peccato.
Ma ho fatto bene ad aspettare. Il film non ha tradito le (mie, lunghe) attese. Tosto, tostissimo. Grande, quasi grandissimo. Madre Angelina di Calcutta, donna coraggio, non demorde nemmeno di fronte ad un intero corpo di polizia; aiutata, in primis, da un indomabile pastore protestante, il mitico John Malcovich, autentico guastatore dei LAPD Cops, dal detective Ibarra e da un un grande avvocato in vena umanitaria (anche lui aveva perso la figlia), riesce dopo mille peripezie a smascherare la messinscena, voluta dai vertici per salvare una reputazione ormai in rapido declino, ma che, ahinoi, copre le malefatte di un macella-bambini canadese, che, durante la breve vacanza statunitense, ne rapisce e trucida soltanto venti.
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Arrivo come al solito tardi (a parte Hereafter) a vedere Eastwood all'opera, un pò per l'argomento in sè del film, un pò anche per Clint stesso, pistolero conservatore, che per indole e vocazione non conosce i toni tenui, ma anche per la Jolie, che ammetto rimpiango, pensando a Gia e Ragazze interrotte, visto che mai era riuscita a riconfermasi come (buona) attrice. Peccato.
Ma ho fatto bene ad aspettare. Il film non ha tradito le (mie, lunghe) attese. Tosto, tostissimo. Grande, quasi grandissimo. Madre Angelina di Calcutta, donna coraggio, non demorde nemmeno di fronte ad un intero corpo di polizia; aiutata, in primis, da un indomabile pastore protestante, il mitico John Malcovich, autentico guastatore dei LAPD Cops, dal detective Ibarra e da un un grande avvocato in vena umanitaria (anche lui aveva perso la figlia), riesce dopo mille peripezie a smascherare la messinscena, voluta dai vertici per salvare una reputazione ormai in rapido declino, ma che, ahinoi, copre le malefatte di un macella-bambini canadese, che, durante la breve vacanza statunitense, ne rapisce e trucida soltanto venti. E' raccapricciante solo pensare che si tratti di una storia vera. Le scene del ranch in cui si svolgevano i delitti, l'adescamento dei bimbi per strada, la confessione del ragazzino diventato suo schiavo-complice.... indimenticabili. Indimenticabile il film, gli attori, la musica. Giusta la nomination alla Jolie. Da vedere. Preparàti, però :)
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dandy
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mercoledì 30 marzo 2011
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non un altro capolavoro...ma quasi.
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Estwood si limita a dirigere senza interpretarlo,un film tratto da una storia vera.Una storia sconvolgente di soprusi e ingiustizie che non poteva passare inosservata agli occhi di un regista di prim'ordine(e che naturalmente non poteva fare sfracelli al botteghino).Il quale ribadisce le posizioni dei suoi film,e non solo i più recenti:la protagonista si scontra contro un sistema corrotto nella Los Angeles della Grande Depressione,che finisce per diventare lo specchio dell'America odierna,individualista e senza speranza di redenzione o verità.Come in "Potere assoluto"il trionfo della giustizia è tutt'altro che tale e l'indignazione è grande.
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Estwood si limita a dirigere senza interpretarlo,un film tratto da una storia vera.Una storia sconvolgente di soprusi e ingiustizie che non poteva passare inosservata agli occhi di un regista di prim'ordine(e che naturalmente non poteva fare sfracelli al botteghino).Il quale ribadisce le posizioni dei suoi film,e non solo i più recenti:la protagonista si scontra contro un sistema corrotto nella Los Angeles della Grande Depressione,che finisce per diventare lo specchio dell'America odierna,individualista e senza speranza di redenzione o verità.Come in "Potere assoluto"il trionfo della giustizia è tutt'altro che tale e l'indignazione è grande.Ma a differenza ad esempio di "Mystic River",qui l'analisi del male che impregna la società si ferma alla superficie.E dopo la (giustamente)straziante cupezza della prima parte,la ribalta di Christine nella seconda risulta un pò troppo semplicistica.La scelta della Jolie si rivela azzeccata in parte.Se da un lato dimostra di saper recitare sul serio aldilà dei vari "Tomb Rider" e pop-corn movies,dall'altro ha sempre un'aria mesta e desolata.Comunque il modo in cui viene descritto il serial killer Nothcott,e soprattutto la scena della sua impiccagione risveglia quesiti morali scomodi,che il cinema americano dovrebbe porsi molto più spesso.E questa è un'altra prova del genio del regista.Il titolo si riferisce alla leggenda delle favole dove le fate rapivano un bambino sostituendolo con un altro.
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jacopokiller95
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venerdì 7 agosto 2009
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un film indubbiamente imperdibile e sofisticato
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un film indubbiamente imperdibile e sofisticato. Ero molto scettico sulle capacità recitative di Angelina Jolie in un ruolo drammatico così impegnativo e ostico, ma mi sono ricreduto. Clint Eastwoodè ancora una volta magistrale, e in ogni singola scena si può benissimo notare come egli tenti di raggiungere la perfezione artistica anche nei minimi particolari, senza mai tralasciare gli eventi e i momenti principali. Una storia articolata, diretta e avvincente. In alcuni momenti più gioiosa e speranzosa, in altri decisamente più cruenta e tragica. Eastwood dimostra per l'ennesima volta di avere un grande fiuto nella scelta del cast, nelle decisioni e soprattutto nella scelta dello sceneggiatore.
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un film indubbiamente imperdibile e sofisticato. Ero molto scettico sulle capacità recitative di Angelina Jolie in un ruolo drammatico così impegnativo e ostico, ma mi sono ricreduto. Clint Eastwoodè ancora una volta magistrale, e in ogni singola scena si può benissimo notare come egli tenti di raggiungere la perfezione artistica anche nei minimi particolari, senza mai tralasciare gli eventi e i momenti principali. Una storia articolata, diretta e avvincente. In alcuni momenti più gioiosa e speranzosa, in altri decisamente più cruenta e tragica. Eastwood dimostra per l'ennesima volta di avere un grande fiuto nella scelta del cast, nelle decisioni e soprattutto nella scelta dello sceneggiatore. Un capolavoro ai livelli di Million Dollar Baby e di Gran Torino. Impossibile non notare come Clint nel Terzo Millennio abbia cominciato a trattare di temi diversi nelle sue pellicole: tolleranza, xenofobia, eutanasia, lotta dell'individuo contro le ingiustizie dei potenti ecc. Un cineasta sempre più affermato regista e vera e propria icona del cinema statunitense, assieme ad altri portabandiera come Quentin Tarantino, Ridley Scott, Steven Spielberg, Peter Jackson, Martin Scorsese e molti altri ancora...
"Un film semplicemente ottimo ed assolutamente consigliato. :D"
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dj
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domenica 7 dicembre 2008
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il caro, vecchio, pessimista clint...
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All'alba dei suoi 78 anni, il grande regista californiano, dopo due parentesi di carattere bellico ("Flags of our fathers" e "Lettere da Iwo Jima"), torna a parlare più direttamente dell'America e della sua matrice violenta, e di come questa tenda a colpire indistintamente uomini, donne e soprattutto bambini. Come e più che in "Mistic River", infatti, in "Changeling", le vittime sono soprattutto i ragazzini. Girato con stile classico e trasparente, il film - seppur non totalmente privo di sbavature - è comunque carico di un pessimismo così disperato da trasmettere grandi emozioni e malessere nello spettatore, e questo grazie anche al contributo dell'ottima compagnia d'attori. Persino Angelina Jolie recita meglio del solito! Giudizio: ***
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(di gianni bentivoglio)
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[+] changeling delude,la jolie lo affonda
(di atlante)
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zasso
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giovedì 19 marzo 2009
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cone te le racconta eastwood...
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grande prova del prediletto di sergio leone, che dopo la non esaltantissima parentesi bellica (se si considere il botto di mistic river e million dollar baby), ritorna a fare centro con questa pellicola. premesso che raccontare una storia vera i cui protagonisti sono un bambino e sua madre, dovrebbe funzionare da avvisaglia a coloro che si aspettano dal cowboy più famoso della storia sparatorie stile saloon. niente di tutto questo: della più terribile delle violenze, il regista ne lascia solo le tracce, staccando la telecamera dall'atto violento che finirebbe solo essere la morbosa spettacolizzazione del dolore che sarà. Racconta il dolore con rispetto e una delicatezza che non ti aspetti, dedicando il primo piano al coraggio di una madre che non si arrende davanti alle porte che le vengono sbattute in faccia.
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grande prova del prediletto di sergio leone, che dopo la non esaltantissima parentesi bellica (se si considere il botto di mistic river e million dollar baby), ritorna a fare centro con questa pellicola. premesso che raccontare una storia vera i cui protagonisti sono un bambino e sua madre, dovrebbe funzionare da avvisaglia a coloro che si aspettano dal cowboy più famoso della storia sparatorie stile saloon. niente di tutto questo: della più terribile delle violenze, il regista ne lascia solo le tracce, staccando la telecamera dall'atto violento che finirebbe solo essere la morbosa spettacolizzazione del dolore che sarà. Racconta il dolore con rispetto e una delicatezza che non ti aspetti, dedicando il primo piano al coraggio di una madre che non si arrende davanti alle porte che le vengono sbattute in faccia. Narratore tra i migliori di sempre, senz'altro di questo ultimo decennio, eastwood ha il merito di non scadere mai nella monotonia di una semplice cronaca di un fatto che fu, ma è bravo ad instillare curiosità e partecipazione per il destino di una madre in cerca del proprio figlio. Una jolie veramente da oscar, finalmente lomntana dal clichè di lara croft o della bad-girl sensuale e letale.
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alexiliev3010
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lunedì 6 aprile 2009
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molto toccante
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Questo film ha saputo arrivare nel più profondo del mio cuore... una bravissima Angelina Jolie, che sa veramente come mettere quell' ansia... quell' aspettativa, quella malinconia che poche altre attrice sanno trasmettere. Dopo aver visto questo film sicuramente a qualcuno sarà capitato di pensarci un po' sopra... magari dicendo "Tutto questo è avvenuto d' avvero, mi sembra incredibile".
Questo film mette a nudo la realtà che schiacciava la popolazione in quelli anni, però questo donna, ha saputo combattere, contro la macchina giudiziaria, corrotta fino all' inverosimile.
Consiglio di vedere questo film, sicuramente è uno dei capolavori degli ultimi anni, ne consiglio anche l' acquisto a chiunque lo abbia guardato al cinema.
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Questo film ha saputo arrivare nel più profondo del mio cuore... una bravissima Angelina Jolie, che sa veramente come mettere quell' ansia... quell' aspettativa, quella malinconia che poche altre attrice sanno trasmettere. Dopo aver visto questo film sicuramente a qualcuno sarà capitato di pensarci un po' sopra... magari dicendo "Tutto questo è avvenuto d' avvero, mi sembra incredibile".
Questo film mette a nudo la realtà che schiacciava la popolazione in quelli anni, però questo donna, ha saputo combattere, contro la macchina giudiziaria, corrotta fino all' inverosimile.
Consiglio di vedere questo film, sicuramente è uno dei capolavori degli ultimi anni, ne consiglio anche l' acquisto a chiunque lo abbia guardato al cinema... capiterà un giorno a ripensarci e voler rivedere quella storia Che Più Vera Di Così Non Poteva Essere!
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[+] la jolie non sa recitare
(di atlante)
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the lady on the hot tin roof
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domenica 24 gennaio 2010
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la forza morale dell'essenzialità
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Clint Eastwood non è mai stato un amante della retorica, di discorsi sui massimi sistemi, monologhi "virtuosi", dialoghi complessi, giochi di parole e vari espedienti di questo genere. Egli è soprattutto un osservatore della realtà, dotato di una lucididà e sobrietà che trascendono la sensibilità cinematografica più diffusa. "Changeling" è in questo senso esemplare : la storia vera di Christine Collins (una Angelina Jolie che fà il verso alle dive del passato, con modesti risultati), madre alla disperata ricerca del figlio nella Los Angeles degli anni '20, coinvolta suo malgrado in una lotta ad armi impari contro le forze dell'ordine che vorrebbero far creder suo un bambino che in realtà non lo è, viene raccontata seguendo minuziosamente la cronaca, a tal punto da riportare anche le singole date.
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Clint Eastwood non è mai stato un amante della retorica, di discorsi sui massimi sistemi, monologhi "virtuosi", dialoghi complessi, giochi di parole e vari espedienti di questo genere. Egli è soprattutto un osservatore della realtà, dotato di una lucididà e sobrietà che trascendono la sensibilità cinematografica più diffusa. "Changeling" è in questo senso esemplare : la storia vera di Christine Collins (una Angelina Jolie che fà il verso alle dive del passato, con modesti risultati), madre alla disperata ricerca del figlio nella Los Angeles degli anni '20, coinvolta suo malgrado in una lotta ad armi impari contro le forze dell'ordine che vorrebbero far creder suo un bambino che in realtà non lo è, viene raccontata seguendo minuziosamente la cronaca, a tal punto da riportare anche le singole date. Non vi è dunque una progressione temporale "a effetto" per impressionare gli spettatori e, d'altronde, non ve ne sarebbe bisogno, perché il senso morale di chi sta dietro la cinepresa traspare in ogni momento : non si tratta, invero, di una mera narrazione dei fatti, quasi fossimo in presenza di un documentario, bensì di un messaggio colmo di un'indignazione autoevidente, immune dalla necessità di essere giustificata in quanto percepita simultaneamente dagli spettatori. Eastwood è un regista indignato ma non polemico, perché la trasparenza delle immagini portate sul grande schermo si sposa con un ideale di coscienza sociale la cui moralità intrinseca è talmente forte da pesare più di qualunque invettiva. L'occhio del regista cade sul dramma umano di Christine cogliendone l'ambivalenza, rappresentata dal dolore privato della donna e dalla dimensione sociale del suo caso, in un atto di imprevedibile ottimismo. Non a caso, sebbene l'angoscia crepiti sullo schermo per tutti i 140 minuti di durata del film, la scoperta dell'orrore e soptattutto le traversie giudiziarie conseguenti hanno un effetto catartico sulla protagonista e, in particolare, su chi guarda. Qualcuno ha criticato questa parte più "tecnica" del film, consistente nella risposta della società losangeliana alla tragica vicenda, tuttavia l'obiettivo perseguito è di trasmettere fiducia nella possibilità di redimere il sogno americano da se stesso, permettendo ad un ideale di giustizia sostanziale di compiere la sua missione. In fondo dunque il regista è un ottimista, alle prese con una realtà che sembrerebbe non far trovare pace alle persone oneste : il suo è un messaggio di speranza, rafforzato da una semplicità "classica", fatta di concretezza e sentimento (attenzione, non sentimentalismo!). Forse è per questo motivo che la prima sensazione coscientemente riconoscibile mentre scorrono i titoli di coda è quella di uno strano sollievo.
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ale.reviews
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domenica 23 novembre 2008
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challenging changeling
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Esiste un termine che viene usato a proposito di folk-stories anglosassoni che narrano di bambini ancora in culla “scambiati” da malevole fate con piccole fate o pezzi di legno, ed e’ changeling.
1928 nella Citta’ degli Angeli, Christine Collins (supervisor centraliniste della compagnia telefonica Pacific) e il figlio di 9 anni Walter (padre scappato il giorno della sua nascita) vivono nel pulito e verde quartiere di Lincoln Height. Un sabato mattina di marzo lei sostituisce una collega al lavoro lasciando il bambino solo in
casa. Nel pomeriggio pero’, quando vi rientra, lui non c’e’, sparito chissa’ da che ora. Lo rivedra’? Qualche mese (di non ricerche) dopo la polizia le consegna un bambino che dice di essere il piccolo Walter ma, secondo Christine, e’ un impostore.
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Esiste un termine che viene usato a proposito di folk-stories anglosassoni che narrano di bambini ancora in culla “scambiati” da malevole fate con piccole fate o pezzi di legno, ed e’ changeling.
1928 nella Citta’ degli Angeli, Christine Collins (supervisor centraliniste della compagnia telefonica Pacific) e il figlio di 9 anni Walter (padre scappato il giorno della sua nascita) vivono nel pulito e verde quartiere di Lincoln Height. Un sabato mattina di marzo lei sostituisce una collega al lavoro lasciando il bambino solo in
casa. Nel pomeriggio pero’, quando vi rientra, lui non c’e’, sparito chissa’ da che ora. Lo rivedra’? Qualche mese (di non ricerche) dopo la polizia le consegna un bambino che dice di essere il piccolo Walter ma, secondo Christine, e’ un impostore. Al dramma dell'angoscia per la scomparsa e sorte del figlio si aggiunge la lotta per la verita’ contro uomini di potere, preoccupati solo di far prevalere la loro versione dei fatti mentre il tempo passa e nessuno cerca il vero Walter. Solo che non si tratta di folk-story californiana: Christine Collins e’ esistita davvero e la sua storia di madre sola e angosciata, “colpita per prima” ma che (aiutata dal rev. Briegleb) “colpisce per ultima”, e’ realmente accaduta e racconta di faccia a faccia contro medici corrotti, poliziotti divenuti criminali e ottusi, serial-killer, solitudine, disperazione e speranza verso giustizia e ... cambiamenti.
Changeling e’ in effetti non solo la storia dello scambio di un bambino ma anche dell’ umano con cio’ che siamo diventati.
Eastwood ci racconta di violenza, armata non solo di pistola o scure ma anche di leggi fatte da chi dice di rappresentarci e invece si rappresenta, di istituzioni che proteggono solo se stesse senza cura alcuna di chi dovrebbe essere protetto.
Eastwood ci racconta di eroi veri, quelli che lottano non per gloria ma per senso di responsabilita’ , scomodi perchè ci ricordano che, cosi’ come il male, anche il bene esiste e che, ci piaccia o no, scegliamo ogni giorno da che parte stare.
Attorno a tutto la cornice di una democrazia U.S.A. sempre a rischio esistenza più di quanto i loro potenti media lascino immaginare: il regista sembra temere changeling pure sul quel versante. Difficile dargli torto.
Per la storia del cinema resta un'altra conferma di qualita’ e capacita’ del cineasta quasi 80enne che, insieme a Lumet, mostra per certi versi lucidita’ imbarazzante: storie che toccano sempre qualcosa da qualche parte, attori da cui sa trarre il meglio (e che lo usano come traino per i sempre quasi sicuri premi), atmosfera giusta sul set (dice “ok” invece che “action”), ripete le scene pochissime volte (sempre on- schedule per la gioia dei suoi produttori), ed e’ specializzato come pochi in finali “bittersweet”.
A proposito del finale, pensare ad un'amara riflessione di cio’ che resta della Citta’ degli Angeli sembra piu’ appropriato che cercarvi una esplicita richiesta circa un possibile traguardo del film & co. (Jolie, Malkovich e chissa’ … pure per il bravissimo ma finora poco conosciuto J.B. Harner) fin troppo facile da prevedere.
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thegame
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lunedì 13 aprile 2009
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l'azzardo di clint...
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Ennesima dimostrazione della tranquillità artistica raggiunta da clint eastwood, ormai diventato uno degli autori migliori del panorama a stelle e strisce. "Changeling", la sua ultima fatica tratta da una storia vera, è un drammatico intelligente e sapientemente ben realizzato come nn se ne vedevano da tempo, cn lo stile e la classe già visti nei suoi ultimi film.
purtroppo però alcune pecche nel plot rendono un pò sotto tono quest' impresa, che talvolta risulta improbabile e ridondante, ma sicuramente, a nuocere maggiormente alla pellicola è proprio quella che, invece, doveva essere la sua colonna portante, ossia la bella angelina jolie, che commuove per l'ingenuo impegno profuso nell' interpretazione, ma purtroppo i suoi limiti, dopo poche sequenze, non tardano a venir a galla.
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Ennesima dimostrazione della tranquillità artistica raggiunta da clint eastwood, ormai diventato uno degli autori migliori del panorama a stelle e strisce. "Changeling", la sua ultima fatica tratta da una storia vera, è un drammatico intelligente e sapientemente ben realizzato come nn se ne vedevano da tempo, cn lo stile e la classe già visti nei suoi ultimi film.
purtroppo però alcune pecche nel plot rendono un pò sotto tono quest' impresa, che talvolta risulta improbabile e ridondante, ma sicuramente, a nuocere maggiormente alla pellicola è proprio quella che, invece, doveva essere la sua colonna portante, ossia la bella angelina jolie, che commuove per l'ingenuo impegno profuso nell' interpretazione, ma purtroppo i suoi limiti, dopo poche sequenze, non tardano a venir a galla...la jolie è stato un azzardo fatto dal buon clint...peccato che il gioco nn sia valso la candela...
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[+] giusto,ma eastwood non ha scelto la jolie
(di atlante)
[ - ] giusto,ma eastwood non ha scelto la jolie
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james oogway
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venerdì 29 giugno 2012
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un rifiuto di originalità
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Basato su una storia realmente esistita degli anni ’30, la pellicola, balzata agli onori della cronaca per la drammaticità di una donna che lotta contro tutti, cerca di decollare ma che viene trattenuta a terra dalla dogmatica zavorra statunitense. Il film di Clint Eastwood, infatti, nonostante soluzioni tecniche interessanti, movimenti di camera arguti e musiche squisitamente malinconiche, non riesce mai a distaccarsi da quell’idea registica secondo la quale gli Stati Uniti d’America risultano essere patria di speranza, libertà e giustizia. Interessante è il fatto che la protagonista, pur interpretata ottimamente dalla Jolie e messa in mostra come esempio di donna eroica, non compia niente che ogni altra madre farebbe al suo posto.
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Basato su una storia realmente esistita degli anni ’30, la pellicola, balzata agli onori della cronaca per la drammaticità di una donna che lotta contro tutti, cerca di decollare ma che viene trattenuta a terra dalla dogmatica zavorra statunitense. Il film di Clint Eastwood, infatti, nonostante soluzioni tecniche interessanti, movimenti di camera arguti e musiche squisitamente malinconiche, non riesce mai a distaccarsi da quell’idea registica secondo la quale gli Stati Uniti d’America risultano essere patria di speranza, libertà e giustizia. Interessante è il fatto che la protagonista, pur interpretata ottimamente dalla Jolie e messa in mostra come esempio di donna eroica, non compia niente che ogni altra madre farebbe al suo posto. Il focus dell’azione quindi passa sull’efferatezza della storia che sembra in questo caso ricalcare un atteggiamento morboso ed autolesionista. La sceneggiatura è comunque interessante e scorre via senza intoppi pur risentendo della lunghezza eccessiva della pellicola, mentre sono assolutamente azzeccati fotografia, costumi di scena e la costosissima ricostruzione storica. Da segnalare la ruffiana (ed inutile) citazione della vittoria di “Accadde una notte”, vincitore degli Oscar del 1935, che fa sorridere, o disgusta a seconda dei casi, in quanto addita la Accademy Awards come premiatrice di pellicole originali e non scontate. In conclusione il film risente di quel buonismo infantile nordamericano dove il mondo risulta essere diviso in buoni e cattivi e dove la giustizia passa sempre attraverso la corda di un cappio.
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[+] perche' "james oogway"?
(di nicola1)
[ - ] perche' "james oogway"?
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