adrianus
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giovedì 31 gennaio 2008
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stereotipi e poca profondità
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Il lavoro della Labate non merita probabilmente certe stroncature che ha ricevuto, però non è che il film manchi di difetti.
La sceneggiatura è debole, i personaggi sono stereotipati e privi di profondità(l'operaio sindacalista duro e puro, la figlia del popolo che studia la notte per elevarsi socialmente, il vecchio meridionale crumiro e devoto alla fabbrica, con qualche filo di ambiguità nel solo personaggio di Gifuni), i dialoghi spesso improponibili.
E, certamente, non soccorre la fissità di Timi e della Solarino, fotogenica ma poco più.
Alla fine, il film non riesce nè a dare(per chi non lo ha vissuto) un quadro esauriente di quel periodo storico e nemmeno a mettere in scena una struttura drammatica credibile.
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anita
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giovedì 31 gennaio 2008
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perchè tanto astio?
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non capisco oerchè ci si accanisca tanto con questo film che oltre ad avere il merito di ricordarci un momento storico importante,per non dire cruciale, del nostro paese,è anche ben fatto e piacevole da vedere,emoziona e coinvolge raccontando una storia d'amore e un pezzo di storia italiana.mi sembra che debba essere difeso,non attaccato,se non altro per la sua originalità e perchè cerca di essere qualcosa di diverso dalle solite storie ombelicali a cui ci siamo totalmente abituati scambiandole spesso per capolavori.non mi pare che sia peggiore o + televisivo di molti altri film italiani che sono stati ben recensiti.
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lizard
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giovedì 31 gennaio 2008
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più maschere che personaggi
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Forse il film della Labate(regista che ha al suo attivo opere di buon spessore) non merita alcune stroncature che si sono lette in giro, ma certo non si può dire che il lavoro manchi di difetti.
La sceneggiatura è esile e i personaggi hanno un carattere eccessivamente stereotipato (l'operaio duro e puro, il capo famiglia meridionale devoto alla fabbrica, la figlia del popolo che cerca di elevarsi socialmente), con qualche piccolo margine di ambiguità nel solo personaggio di Gifuni. Non viene certo in soccorso, d'altra parte, la fissità espressiva di Timi e della Solarino, fotogenica ma nulla più.
Alla fine il film non riesce in alcun modo a delineare, per chi non lo ha vissuto, il quadro storico e le motivazioni di quegli anni nè a mettere in scena una struttura drammatica credibile.
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franz
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martedì 29 gennaio 2008
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film evocativo e sconvolgente
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questa persona, che giudicherei superficiale ed incompetente, che ha firmato la recensione, non si rende minimamente conto di tutto ciò che non è riuscita a capire, anzi sentire vedendo questo film
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maverik
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lunedì 28 gennaio 2008
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il meglio
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secondo me arté è una donna invidiosa della Solarino. La storia è molto bella, le interpretazioni pure. La capacità della Solarino di immortalarti col suo sguardo davanti al teleschermo sono uniche ! Il film è molto piacevole e ricco di contenuti. parla di una bella storia operaia e insegna a vivere.
Una sola cosa, non si può chiedere di più da dei film il cui bugdet è contenuto . sono sempre produzioni Rai cinema . sono filme per talenti emergenti in rampa di lancio e credo che di questi due attori ne sentiremo parlare in futuro. Peccato per la poca pubblicità che è stata fatta del film , molti se lo sono persi perchè non ha avuto visibilità. ma è un film da guardare assolutamente.
[+] la capacità della solarino di immortalarti!!!!!!!!
(di marco)
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alessandro
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lunedì 28 gennaio 2008
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storia d'amore e storia d'italia
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L'incrocio di storie personali offre interessanti punti di vista su una pagina un pò dimenticata, ma molto importante, della nostra storia.
Lo stile è un pò televisivo, ma della migliore televisione, e si lascia guardare senza annoiare.
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copernico
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lunedì 28 gennaio 2008
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film importante da vedere
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Già il fatto di aver girato un film su un momento di svolta, cruciale, per il nostro paese meriterebbe un plauso a regista e sceneggiatori, specie in un contesto dove noi a differenza di tutti, compresi gli americani non facciamo film sulla nostra storia. In secondo luogo, il film ha il merito di entrare nel merito delle divisioni all'interno della classe operaia e sui legami e meccanismo di fedeltà tra azienda e dipendenti, scavando in un modo che a me sembra tutt'altro che banale e molto valido. Al proposito, uno dei ruoli più azzeccati è proprio quello del padre di Emma (bravo anche l'interprete). Voi mettere poi il coraggio, ai limiti dell'incoscienza, di fare un film critico su un mostro sacro come la Fiat, in un paese dove Gianni Agnelli continua ad essere un mito di stile e personalità cui ispirarsi e Montezemolo una sorta di saggio guru che dispensa consigli a tutti, compresi politici e lavoratori.
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Già il fatto di aver girato un film su un momento di svolta, cruciale, per il nostro paese meriterebbe un plauso a regista e sceneggiatori, specie in un contesto dove noi a differenza di tutti, compresi gli americani non facciamo film sulla nostra storia. In secondo luogo, il film ha il merito di entrare nel merito delle divisioni all'interno della classe operaia e sui legami e meccanismo di fedeltà tra azienda e dipendenti, scavando in un modo che a me sembra tutt'altro che banale e molto valido. Al proposito, uno dei ruoli più azzeccati è proprio quello del padre di Emma (bravo anche l'interprete). Voi mettere poi il coraggio, ai limiti dell'incoscienza, di fare un film critico su un mostro sacro come la Fiat, in un paese dove Gianni Agnelli continua ad essere un mito di stile e personalità cui ispirarsi e Montezemolo una sorta di saggio guru che dispensa consigli a tutti, compresi politici e lavoratori. Un grazie alla regista, brava anche ad ottenere i fondi per girarlo in un panorama di "viaggi di Natale" e "scusa se ti chiamo amore".
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matteos
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lunedì 28 gennaio 2008
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comunque film importante
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Condivido molte delle critiche di Cocci al film: il film non trova il suo passo e visivamente viene salvato dalle immagini di repertorio; la recitazione e gli accenti (un classico) sono disomogenei e la sceneggiatura qua e là si rivela abbastanza grossolana. Molto buoni i costumi.
Detto questo trovo che sia importante che film così vengano ancora girati nell'Italia di Moccia e di "Amici".
Mi nutro di cinema ma non mi considero un cinefilo e questo mi porta a dire che per me di fronte a realizzazioni non impeccabili o non all'altezza dei temi trattati (come in questo caso), la storia, l'atmosfera generale e soprattutto le intenzioni sono ancora cruciali. Quindi mi sono goduto il film e mi sono emozionato nel rispetto completo per chi decide di raccontare le sconfitte di tutti.
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Condivido molte delle critiche di Cocci al film: il film non trova il suo passo e visivamente viene salvato dalle immagini di repertorio; la recitazione e gli accenti (un classico) sono disomogenei e la sceneggiatura qua e là si rivela abbastanza grossolana. Molto buoni i costumi.
Detto questo trovo che sia importante che film così vengano ancora girati nell'Italia di Moccia e di "Amici".
Mi nutro di cinema ma non mi considero un cinefilo e questo mi porta a dire che per me di fronte a realizzazioni non impeccabili o non all'altezza dei temi trattati (come in questo caso), la storia, l'atmosfera generale e soprattutto le intenzioni sono ancora cruciali. Quindi mi sono goduto il film e mi sono emozionato nel rispetto completo per chi decide di raccontare le sconfitte di tutti. Da privilegiato e democratico, oggi, mi sono sentito meno solo con la signorinaeffe.
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arté
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domenica 27 gennaio 2008
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una sorta di telenovela in fabbrica
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decisamente mediocre. La Solarino non si può guardare è autistica..Sembra "Un posto al sole"
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(di marco)
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milena
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domenica 27 gennaio 2008
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un ibrido fra documentario e stora d'amore
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NO,non mi è piaciuto.Un film piatto e senza mordente,la storia di Emma scorre monotona e poco convincente in un pallido scenario che vorrebbe raccontare i fatti degli anni 80 a torino,ma lo fa senza risalto.Anemico,recitazione appena sufficiente.Sconsigliato.
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(di miriam)
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