I Simpson - Il film

Homer & C. dalla tv al grande schermo

Sottrarre alla serialità e racchiudere nell'unicità del film la vita di Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie Simpson poteva essere deludente. Era forte il rischio di "nobilitare" e rammollire il mordi e fuggi degli episodi, dovendo amplificare in un'unica storia lunga miserie (infinite) e grandezze (poche), innumerevoli bassezze e rare moralità dell'antieroico capofamiglia. Invece ci si diverte parecchio e il succo viene preservato. L'uomo-massa Homer, sua moglie Marge che tiene dritta la barra dei valori irrinunciabili, il primogenito Bart cresciuto alla scuola delle furbizie paterne da quattro soldi, la sorella Lisa intellettualmente superdotata e politicamente corretta, e la saggia Maggie muta dietro l'eterno ciuccio, si confermano la più geniale invenzione cartoonistica dell'ultimo ventennio, e come la più diretta eredità, per pari forza inventiva e capacità di rappresentare la contemporaneità americana, dei Peanuts. Che però - a parte la sola continuità in Lisa - trovavano alimento in uno spirito e in ambienti molto diversi. Tanto le creature di Schulz rappresentavano l'America intellettuale e minoritaria, metropolitana e "liberal" degli anni 60, sofisticata nei gusti, impegnata negli ideali, tormentata dalle nevrosi, quanto quelle di Matt Groening sono anonima maggioranza silenziosa di una periferica Springfield, zotiche, intontite dal lavaggio televisivo dei cervelli, compulsivamente consumiste, svuotate di ogni coscienza. Salvo che, naturalmente, intelligenza e feroce ironia sono gli stessi.
Da La Repubblica, 14 settembre 2007

di Paolo D'Agostini, 14 settembre 2007