robbie
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sabato 3 febbraio 2007
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...sto nel mezzo....
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Ho letto attentamente tutte le recensioni finora pubblicate sia quelle positive che quelle negative... Per quanto mi riguarda,sto nel mezzo...."Un'ottima annata" mi è piaciuto, ma non mi ha entusiasmato...Penso anch'io che Ridley Scott si sia preso una salutare vacanza da ciò che è il suo genere...ma insomma non si può pretendere che "sforni" sempre kolossal o comunque film di grande impatto...lasciate che si e ci rilassi proponendoci filari di viti, giardini dell'Eden e panorami mozzafiato....Una trama un po'scontata è vero,ma valla a trovare un'idea veramente originale!!Non mi pare che in programmazione ci siano film "nuovi"...Il protagonista, Crowe,può apparire poco credibile, spaesato,(pettinato come un idiota*) perchè molti lo confinano nel ruolo che gli ha dato enorme popolarità.
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Ho letto attentamente tutte le recensioni finora pubblicate sia quelle positive che quelle negative... Per quanto mi riguarda,sto nel mezzo...."Un'ottima annata" mi è piaciuto, ma non mi ha entusiasmato...Penso anch'io che Ridley Scott si sia preso una salutare vacanza da ciò che è il suo genere...ma insomma non si può pretendere che "sforni" sempre kolossal o comunque film di grande impatto...lasciate che si e ci rilassi proponendoci filari di viti, giardini dell'Eden e panorami mozzafiato....Una trama un po'scontata è vero,ma valla a trovare un'idea veramente originale!!Non mi pare che in programmazione ci siano film "nuovi"...Il protagonista, Crowe,può apparire poco credibile, spaesato,(pettinato come un idiota*) perchè molti lo confinano nel ruolo che gli ha dato enorme popolarità. No, Crowe non è solo il mitico gladiatore, ma tutti i personaggi che ha interpretato con incredibile talento e forza d'immedesimazione.....
P.S.(La signora Mancuso doveva proprio ricorrere all'insulto?E'irresistibile il fascino della scurrilità....)
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rita branca
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sabato 31 agosto 2013
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carpe diem
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Un’ottima annata, film (2006) di Ridley Scott con Russell Crowe, Marion Cotil-lard, Abbie Cornish, Albert Finney, Didier Bourdon, Isabelle Candelier, Tom Hollander
Film piacevole al punto da sembrare francese nella prima metà per la raffinata ambientazione in Provenza, prevalentemente in un tipico château con dimora circondata da curatissimi vigneti, peccato che verso la fine sia contaminata da insopprimibile sentimentalismo americano che fa capire, invece, la scorrettezza dell’impressione iniziale.
La vicenda riguarda Max, un brillante, cinico e diffidente broker inglese che, essendo orfano di entrambi i genitori, dopo aver trascorso l’infanzia ed essere stato educato in Francia da un bizzarro ma simpatico e affettuoso zio, conduce una vita frenetica a Londra, dimentico del bene ricevuto, dedito solo alla pro-fessione e a poco altro.
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Un’ottima annata, film (2006) di Ridley Scott con Russell Crowe, Marion Cotil-lard, Abbie Cornish, Albert Finney, Didier Bourdon, Isabelle Candelier, Tom Hollander
Film piacevole al punto da sembrare francese nella prima metà per la raffinata ambientazione in Provenza, prevalentemente in un tipico château con dimora circondata da curatissimi vigneti, peccato che verso la fine sia contaminata da insopprimibile sentimentalismo americano che fa capire, invece, la scorrettezza dell’impressione iniziale.
La vicenda riguarda Max, un brillante, cinico e diffidente broker inglese che, essendo orfano di entrambi i genitori, dopo aver trascorso l’infanzia ed essere stato educato in Francia da un bizzarro ma simpatico e affettuoso zio, conduce una vita frenetica a Londra, dimentico del bene ricevuto, dedito solo alla pro-fessione e a poco altro.
Quando l’anziano zio Henry muore, Max, essendo l’unico parente, è costretto a tornare in Francia per occuparsi della proprietà ereditata, deciso a disfarsene e incurante dei sentimenti di chi aveva coltivato la vigna per decenni con
abnegazione e affetto.
E’ lì che si svolge la sua nuova formazione, una sorta di risveglio degli affetti assopiti attraverso i ricordi suscitati dalla vista del contesto in cui aveva tra-scorso tanti anni significativi e facilitato sia dalla sua momentanea sospensione dal servizio che dall’incontro con due personaggi femminili: una deliziosa donna francese che investe mentre guida, intento a telefonare, e una california-na che, con un immancabile colpo di scena, si scopre essere la figlia illegittima dello zio Henry.
Belle le interpretazioni del piccolo Max, dello zio Henry e di Fanny, meno con-vincenti le altre; piacevole e opportuna la colonna sonora con inserimenti di canzoni francesi classiche.
Rita Branca
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ultimoboyscout
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mercoledì 13 giugno 2012
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scott e crowe a lezione di francese.
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Al motto "vincere non è tutto, è l'unica cosa!", Max Skinner, broker di successo, vola in Provenza dall'amatissima Londra per disfarsi di un terreno ereditato da un vecchio zio defunto. Ma proprio i ricordi dello zio e i suoi inascoltati insegnamenti lo porteranno a rivedere la sua vita, a capire che va assaporata e a scoprirne i piaceri, prima fra tutti l'amore. Tratto da un romanzo di Peter Mayle (che lascio l'Inghilterra e il suo lavoro di pubblicitario di successo per trasferirsi in Provenza a scrivere libri) e sceneggiato da Marc Klein, risulta molto ben trasposto a livello di immagini da uno Scott particolarmente ispirato, l'inno al vino appare gustoso e godibile, piacciono da matti le location, la storia, i dialoghi e soprattutto sono particolarmente indovinati i personaggi, un ottimo intreccio di francesi (divina la Cotillard!), inglesi e americani.
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Al motto "vincere non è tutto, è l'unica cosa!", Max Skinner, broker di successo, vola in Provenza dall'amatissima Londra per disfarsi di un terreno ereditato da un vecchio zio defunto. Ma proprio i ricordi dello zio e i suoi inascoltati insegnamenti lo porteranno a rivedere la sua vita, a capire che va assaporata e a scoprirne i piaceri, prima fra tutti l'amore. Tratto da un romanzo di Peter Mayle (che lascio l'Inghilterra e il suo lavoro di pubblicitario di successo per trasferirsi in Provenza a scrivere libri) e sceneggiato da Marc Klein, risulta molto ben trasposto a livello di immagini da uno Scott particolarmente ispirato, l'inno al vino appare gustoso e godibile, piacciono da matti le location, la storia, i dialoghi e soprattutto sono particolarmente indovinati i personaggi, un ottimo intreccio di francesi (divina la Cotillard!), inglesi e americani. Crowe ha saputo adattarsi ad un ruolo apparentemente non suo, risultando particolarmente convincente e riuscendo a trasmettere il messaggio che Scott ha voluto inviare, quello di voler trasformare il cinismo esasperato del mondo finanziario in una favola a tutti gli effetti, tra tramonti ultraromantici, paesaggi campestri e buoni sentimenti ad ogni costo. La confezione è iperpatinata, grazie anche ad una fotografia che usa/abusa controluce e chiaroscuri, ma il regista azzecca con precisione spaventosa i tempi (che poi è l'insegnamento dello zio al giovane nipote), quelli che fanno funzionare una commedia, in questo caso romantico-esistenzialista che mixa con gusto e raffinatezza risate, commozione e riflessioni. Ottimo il saggio alla regia di Scott, gira impeccabilmente un film esemplare, senza eccedere ma con virtuosismi eccellenti (specie nei minuti iniziali), passando agilmente tra presente e passato e riuscendo a far si che i ricordi più dolci bussassero anche ad un cuore indurito.
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antonello villani
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mercoledì 10 gennaio 2007
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vino andato a male per scott e compagni
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Commedia romantica tra i vigneti della Provenza. “A good year” è un panegirico sul vino e sulle sue proprietà “terapeutiche”: fa buon sangue, scalda i cuori e talvolta scocca la freccia di Cupido. Tanti onori per il magico nettare che ha conquistato i mercati di tutto il mondo, eppure intenerire un trader di Londra troppo occupato a far soldi risulta impresa ardua. Max Skinner, uomo senza scrupoli che ha sacrificato gli affetti pur di conquistare fama e ricchezza, apprende per lettera la scomparsa dello zio: un casolare fatiscente e pochi ettari di terreno sembrano una buona ragione per tornare tra i luoghi dell’infanzia, ma le questioni ereditarie sono cose delicate e non possono sistemarsi in quattro e quattrotto.
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Commedia romantica tra i vigneti della Provenza. “A good year” è un panegirico sul vino e sulle sue proprietà “terapeutiche”: fa buon sangue, scalda i cuori e talvolta scocca la freccia di Cupido. Tanti onori per il magico nettare che ha conquistato i mercati di tutto il mondo, eppure intenerire un trader di Londra troppo occupato a far soldi risulta impresa ardua. Max Skinner, uomo senza scrupoli che ha sacrificato gli affetti pur di conquistare fama e ricchezza, apprende per lettera la scomparsa dello zio: un casolare fatiscente e pochi ettari di terreno sembrano una buona ragione per tornare tra i luoghi dell’infanzia, ma le questioni ereditarie sono cose delicate e non possono sistemarsi in quattro e quattrotto. Così il protagonista viene trattenuto oltre il previsto, un’occasione per fare i conti con il passato e magari incontrare l’anima gemella…Favoletta melensa con un happy end prevedibile, “A good year” ha la pretesa romantica senza avere nulla delle commedie sentimentali: le immagini frenetiche della vita londinese sembrano montate per un videoclip, i telefonini squillano senza sosta tra la city e la tranquilla Provenza, la musica ridondante soffoca le emozioni mentre Russell Crowe non fa altro che gigioneggiare per buona parte del film. Certo Ridley Scott è un maestro, ma la commedia non è adatta al suo modo di fare cinema; d’altra parte l’attore australiano si lascia andare a smorfie da pagliaccio che sviliscono la sua interpretazione. Più guida turistica –la Provenza mai fotografata e pubblicizzata in maniera migliore- che film sentimentale, “A good year” non convince nemmeno i romanticoni che desiderano sognare ad occhi aperti, perché Scott inspiegabilmente imbriglia gli attori in cliché stereotipati restando invischiato nelle disquisizioni filosofiche all’ombra dei vigneti. In tanta confusione la bevanda cara agli Dei è ancora protagonista assoluta –l’avevamo già vista in “Sideways”: di certo più divertente e riuscito-, l’amore fa capolino nel cuore di un avido riccone che si farà sciogliere dai ricordi e da una francesina tutto pepe. Il vino fa miracoli, ma per essere buono ha bisogno di cura e di tempo; qui il tempo è veloce e le bottiglie sono andate a male. Gli ingredienti ci sono tutti, solo che il regista de “Il Gladiatore” fa un errore di valutazione: è convinto che Crowe stia ancora nel Colosseo con il gladio sfoderato.
Antonello Villani
(Salerno)
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weach
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domenica 22 agosto 2010
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fra i vigneti della provenza
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Max il protagonista (alias Russel Crowe) è uomo d'affari e ,durante questo viaggio ,dovrà decidere della casa avuta in eredità dalla zio scomparso : con un poco di fatica riesce ad estraniarsi dalla vita frenetica del busenes man .
Una storia sui flussi della vita e sulle onde del desiderio che riscaldano i cuori che non sentono più; compaiono ricordi dello zio , della bambina che gli regalò il primo bacio.
Qui intreviene la manovella del grande regista Scott che pennella un perfetto ambiente di campagna della Provenza solare , semplice; il tempo sembra fermarsi come pure il palato ed i sensi di Max sono proiettati verso questo " un antico sentire dei tempi passati.
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Max il protagonista (alias Russel Crowe) è uomo d'affari e ,durante questo viaggio ,dovrà decidere della casa avuta in eredità dalla zio scomparso : con un poco di fatica riesce ad estraniarsi dalla vita frenetica del busenes man .
Una storia sui flussi della vita e sulle onde del desiderio che riscaldano i cuori che non sentono più; compaiono ricordi dello zio , della bambina che gli regalò il primo bacio.
Qui intreviene la manovella del grande regista Scott che pennella un perfetto ambiente di campagna della Provenza solare , semplice; il tempo sembra fermarsi come pure il palato ed i sensi di Max sono proiettati verso questo " un antico sentire dei tempi passati."
I ricordi riemergono dolcemente ; la luminosità di quei momenti prevale ; radici del passato si radicano nella mente mentre e la vita nella City comincia ad essere messa in dubbio.
Oramai Max è combattuto : vorrebbe ritornare al lavoro ma c'è anche qualcoso che lo tiene qui.
Prende tempo ,deve capire cosa vuole fare della sua vita,
Come al solito sarà l'amore per chi gli donò il primo bacio che stregherà Max in questa terra di Provenza.
Ridley Scott con grande maestria ci fa riassaporare la natura , il vigneto, la vita semplice ,la musica ,un certo gusto di una vita che fu ma che potrebbe ancora essere .
La cinepresa si sofferma sull'allegria che scaturisce dalla semplicità,che se vuoi, si puo ancora riconquistare da queste parti.
Tutto intorno è pace ed in equilibrio e le radici di Max ora son ben salde qui dove ha ritrovato se stesso.
Bel film, sereno ,raccontato con freschezza e ed allegia e senso di gioia .
Potrebbe essere uno spunto anche per nostre decisioni mai prese,
weach
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blogger
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lunedì 18 dicembre 2006
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vacanza d'autore
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Sembra quasi che Ridley Scott abbia previsto l’accoglienza di critica generalmente poco lusinghiera per la sua incursione nei territori lievi della commedia sentimentale, infatti il suo alter ego in Un’ottima annata, interpretato dal sodale Russel Crowe, è consapevole che causa la breve sospensione della routine lavorativa sarà scalzato dal ruolo di primo della classe fra i Pescecani della City Londinese: difficilmente si perdona chi non sa essere costantemente fedele agli incasellamenti imposti anche dall’industria culturale, a cui si fa un riferimento abbastanza esplicito nell’attribuire al finanziere protagonista della pellicola celebrità mediatica. Tuttavia a rendere il lungometraggio un’esperienza non esaltante, ma, tutto sommato, non spiacevole per lo spettatore è precisamente l’atmosfera rilassata e svagata della vacanza nel verdeggiante e solare paradiso campagnolo in Provenza: l’autore, dopo aver raffigurato epoche lontane nel tempo cupe e apocalittiche, nelle quali gli onesti e i coraggiosi come il maniscalco Balliano ne Le crociate o il generale Massimo ne Il gladiatore sono costretti a imbracciare le armi per preservare da corruzione e degrado un eden individuale in cui è loro consentito essere fedele alla propria anima, si riposa facendo convivere nella stessa persona male e bene e rendendo in tal modo meno drammatico il conflitto fra sentimenti autentici e sete di potere.
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Sembra quasi che Ridley Scott abbia previsto l’accoglienza di critica generalmente poco lusinghiera per la sua incursione nei territori lievi della commedia sentimentale, infatti il suo alter ego in Un’ottima annata, interpretato dal sodale Russel Crowe, è consapevole che causa la breve sospensione della routine lavorativa sarà scalzato dal ruolo di primo della classe fra i Pescecani della City Londinese: difficilmente si perdona chi non sa essere costantemente fedele agli incasellamenti imposti anche dall’industria culturale, a cui si fa un riferimento abbastanza esplicito nell’attribuire al finanziere protagonista della pellicola celebrità mediatica. Tuttavia a rendere il lungometraggio un’esperienza non esaltante, ma, tutto sommato, non spiacevole per lo spettatore è precisamente l’atmosfera rilassata e svagata della vacanza nel verdeggiante e solare paradiso campagnolo in Provenza: l’autore, dopo aver raffigurato epoche lontane nel tempo cupe e apocalittiche, nelle quali gli onesti e i coraggiosi come il maniscalco Balliano ne Le crociate o il generale Massimo ne Il gladiatore sono costretti a imbracciare le armi per preservare da corruzione e degrado un eden individuale in cui è loro consentito essere fedele alla propria anima, si riposa facendo convivere nella stessa persona male e bene e rendendo in tal modo meno drammatico il conflitto fra sentimenti autentici e sete di potere. L’epopea tragica pretende dai suoi campioni titaniche lotte contro invincibili giganti, la commedia si rallegra di recuperi memoriali e agnizioni, indotti e facilitati da amore o amicizia o solidarietà: ottimismo versus pessimismo? Se lo domandava Woody Allen in Melinda&Melinda senza arrivare a una risposta: è la vita a seconda di come la si voglia guardare..E forse Un’ottima annata rappresenta una pausa di riflessione nella filmografia di Ridley Scott: nella tregua della guerra fra eserciti di demoni e angeli solitari al centro del quadro sta la normalità dell’oggi, in cui la copia falsa sovrasta gli ambienti e la tela autentica è invisibile, sepolta in un caveau; una realtà sbiadita, dove la verità dei colori, dei sapori e del gusto della terra è inavvertibile sommersa dall’odore anestetizzante dei soldi e l’algido anglosassone ha reso obsoleta la dolcezza della lingua francese, idioma di eros e poesia. Però nella storia della conversione/rinascita del banchiere cannibale l’estro baluginante dell’autore si affievolisce di fronte ai mali oscuri della psiche contemporanea: la coabitazione fra aureo e pampineo passato e grigio e uggioso presente fermenta idillicamente nella tonificante sosta al centro benessere dell’agriturismo, salvo a insinuare il dubbio su quanto durerà e se basterà per tornare ritemprati a giocare fra bari. http://sllilluzicando.splinder.com
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