renato c.
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martedì 3 dicembre 2013
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quanti danni fa la testardaggine!
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Commedia abbastanza normale guidata dalla bellezza e simpatia di Jennifer Aniston, bellezza liceale che sa anche essere sexy. Il film fa vedere quanti guai questa coppia avrebbe potuto evitare se non fossero stati testardi entrambi! Lui testardissimo, ma anche lei che lo voleva riavere a patto che cambiasse, senza però dirgli esplicitamente come voleva che cambiasse! Alla fine, dopo aver perduto la casa e tutto si accorgono di volersi bene e che stanno male l'uno senza l'altra. Meglio tardi che mai! Ma quanti guai in meno se fossero stati meno testardi!!!
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alemrg
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lunedì 2 settembre 2013
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un grande film incompreso
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Questo film è stato distrutto dalle case di distribuzione cinematografiche che l'hanno presentato nei trailer come un film comico; e quando vai a guardare un film comico e c'è poco da ridere lo giudichi un flop.
Questo non è un film comico ma un film sulla nascita e soprattutto sulla fine di un amore; sulle banali, futili e inconsistenti motivazioni della sua fine.
Un film che ti fa riflettere: tutti ci potremo riconoscere negli sfortunati a volte ingenui e a volte testardi protagonisti del film. Che tentano di recuperare, che ascoltano i consigli degli amici, che sbagliano, che ritentano e sbagliano ancora di più. Ma soprattutto fa impressione la capacità del regista di evidenziare la fatuità che causa la fine di qualcosa di così importante e sacro come l'amore.
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Questo film è stato distrutto dalle case di distribuzione cinematografiche che l'hanno presentato nei trailer come un film comico; e quando vai a guardare un film comico e c'è poco da ridere lo giudichi un flop.
Questo non è un film comico ma un film sulla nascita e soprattutto sulla fine di un amore; sulle banali, futili e inconsistenti motivazioni della sua fine.
Un film che ti fa riflettere: tutti ci potremo riconoscere negli sfortunati a volte ingenui e a volte testardi protagonisti del film. Che tentano di recuperare, che ascoltano i consigli degli amici, che sbagliano, che ritentano e sbagliano ancora di più. Ma soprattutto fa impressione la capacità del regista di evidenziare la fatuità che causa la fine di qualcosa di così importante e sacro come l'amore... e il gelo che rimane quando ci si incontra dopo qualche anno.
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pjmix
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sabato 11 febbraio 2012
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la solita commedia americana.
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Niente di nuovo; praticamente è il classico ruolo di Jennifer Aniston, che proprio nella vita di coppia non riesce a cavarsela, sia nei film che nella vita reale. Una coppia scoppiata si ritrova a dover convivere forzatamente per un beve periodo, prima di vendere la casa; nascono così i classici dispetti tra i 2 che tenteranno in ogni modo di farsi odiare. Penso che se i protagonisti non fossero stati la Aniston ( che rimane sempre bellissima e brava ) e Vince Vaughn ( che è ormai affermatissimo nel campo comico) questo film non avrebbe incassato un centesimo; scontato quasi come un cinepanettone, fa sorridere qua e là.
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giofredo'
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lunedì 7 novembre 2011
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sorrentino devia dal suo percorso abituale e...
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mi ritrovo in uno scenario dove la fotografia, se pur con un colore freddo (chiaramente voluto), sembra essere l'unico baricentro indissolubile di tutta la struttura filmica.
Per il resto non mi sento di enumerare ne di dilungarmi di questo o di quello.
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sally
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mercoledì 19 ottobre 2011
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la migliore vendetta
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Come al solito Sorrentino è un grande UN film strepitoso, poche parole, tante emozioni soprattutto nella scena finale della VENDETTA
[+] sorrentino?!
(di renato c.)
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melania
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martedì 18 ottobre 2011
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film originale ma poco convincente
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Sono rimasta un po' delusa.Sicuramente originale ma poco comvincente.Non mi ha "presa",non mi ha dato emozioni.
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tumau
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martedì 29 marzo 2011
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non dare risposte è una risposta
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Un Film che affronta il mistero del aldilà. Credo però che s l’obiettivo era quello di suscitare dubbi e domande sulla vita dopo la morte ( se non risposte ) non abbi a ottenuto nessun cambiamento.
Invece Eastwood dimostra una grande capacità di indagare sui sentimenti meno conosciuti , sulle sofferenze a cui non si da conto , che si considerano minori.
E’ un film sulle assenze e su quel senso di abbandono che si prova a volte senza saper bene come e perché. I tre protagonisti si sentono tutti abbandonati. Il piccolo gemello, dal fratello da cui dipendeva , la giornalista dall'uomo della sua vita, il sensitivo dal fratello offuscato dal denaro.
In particolare Matt Demon ( il sensitivo ) è sfiancato dalla somma di attese , aspettative e dalla immensità di dolori che deve ascoltare e che deve condividere ( perché chi ha un dolore ha bisogno di partecipazione e chi ascolta DEVE partecipare ).
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Un Film che affronta il mistero del aldilà. Credo però che s l’obiettivo era quello di suscitare dubbi e domande sulla vita dopo la morte ( se non risposte ) non abbi a ottenuto nessun cambiamento.
Invece Eastwood dimostra una grande capacità di indagare sui sentimenti meno conosciuti , sulle sofferenze a cui non si da conto , che si considerano minori.
E’ un film sulle assenze e su quel senso di abbandono che si prova a volte senza saper bene come e perché. I tre protagonisti si sentono tutti abbandonati. Il piccolo gemello, dal fratello da cui dipendeva , la giornalista dall'uomo della sua vita, il sensitivo dal fratello offuscato dal denaro.
In particolare Matt Demon ( il sensitivo ) è sfiancato dalla somma di attese , aspettative e dalla immensità di dolori che deve ascoltare e che deve condividere ( perché chi ha un dolore ha bisogno di partecipazione e chi ascolta DEVE partecipare ). Ho pensato a chi per mestiere o vocazione ascolta le sofferenze di chi ha un decesso ( confessori , psicanalisti e anche se pur sembra profano dirlo , i titolari delle onoranze funebri ) chi si trovano a dover ascoltare e farsi carico perlomeno di una piccola parte di dolore di chi ha davanti .
Può spezzare deglutire continuamente il dolore degli altri.
Come avviene appunto a Matt Demon che rifiuta il suo “talento” ( riesce a contattare i morti ) , se ne sente incatenato e soffocato. Sa che conoscere segreti e intimità di chi ti sta vicino dcava un inesorabile fosso di pudori ed imbarazzi.
Un ottimo film sulla morte che insegna ad amare la vita
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[+] mmmmh..
(di pjmix)
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dony64
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martedì 2 giugno 2009
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film commedia americana
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Film commedia americana reale e adatta a coloro che non hanno problemi di cuore.Nel complesso film piu' che discreto.Voto 6+
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giulio brillarelli
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mercoledì 18 marzo 2009
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letto matrimoniale, anzi, doppio
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Vince Vaughn si fa in tre per questa commedia romantica agrodolce: non solo attore protagonista nei panni di Gary Grobowski, ma anche produttore e soggettista. Vaughn, che sta diventando un volto noto della commedia americana (“2 single a nozze”, “Mr. & Mrs. Smith”, “Be Cool” soltanto nel 2005), propone un film discreto, che non assurge a livelli sommi ma neanche sprofonda negli inferi del “visto, rivisto e previsto”. L’idea di base è semplice, come illustra la locandina: i due piccioncini non si amano più ma, per motivi logistici, anziché andare ognuno per la propria strada rimangono entrambi nella stessa casa, diventando così coinquilini-nemici. - - - L’elemento di forza della pellicola è la spirale ascendente di dispetti, controdispetti e vendette che i due si tirano addosso in un tentativo reciproco di riappropriazione degli spazi personali, ma anche di riconquista dell’altro: lui grufola in salotto e le impedisce l’accesso, lei lascia la camera da letto ai parenti chiassosi e incazzosi che lo svegliano nella maniera peggiore di sabato mattina, lui installa in casa un tavolo da biliardo come aveva sempre desiderato, lei prende a uscire con altri per farlo ingelosire… - - - Intorno ai due protagonisti orbita una popolazione di comprimari più o meno stereotipati: il receptionist della galleria d’arte in cui lavora Brooke, ostentatamente gay come il suo “avo” in “Beverly Hills Cop”; la padrona stessa della galleria, aristocratica ed eccentrica, a tratti cinica, tutta proiettata verso l’Europa; la famiglia di Brooke, strampalata e chiassosa come quella del professor Sherman Klump (ancora Eddie Murphy) in “Il professore matto”; il fratello di Gary, puttanomane famelico che tenta di reintrodurre il figliol prodigo nell’universo fica, istruendolo sulle nuove tendenze giovanili per ottimizzare la “caccia”… - - - A livello di sceneggiatura si colgono tracce di elementi tagliati o ridimensionati per questioni di lunghezza, che se sviluppati avrebbero tuttavia conferito una maggiore originalità alla pellicola.
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Vince Vaughn si fa in tre per questa commedia romantica agrodolce: non solo attore protagonista nei panni di Gary Grobowski, ma anche produttore e soggettista. Vaughn, che sta diventando un volto noto della commedia americana (“2 single a nozze”, “Mr. & Mrs. Smith”, “Be Cool” soltanto nel 2005), propone un film discreto, che non assurge a livelli sommi ma neanche sprofonda negli inferi del “visto, rivisto e previsto”. L’idea di base è semplice, come illustra la locandina: i due piccioncini non si amano più ma, per motivi logistici, anziché andare ognuno per la propria strada rimangono entrambi nella stessa casa, diventando così coinquilini-nemici. - - - L’elemento di forza della pellicola è la spirale ascendente di dispetti, controdispetti e vendette che i due si tirano addosso in un tentativo reciproco di riappropriazione degli spazi personali, ma anche di riconquista dell’altro: lui grufola in salotto e le impedisce l’accesso, lei lascia la camera da letto ai parenti chiassosi e incazzosi che lo svegliano nella maniera peggiore di sabato mattina, lui installa in casa un tavolo da biliardo come aveva sempre desiderato, lei prende a uscire con altri per farlo ingelosire… - - - Intorno ai due protagonisti orbita una popolazione di comprimari più o meno stereotipati: il receptionist della galleria d’arte in cui lavora Brooke, ostentatamente gay come il suo “avo” in “Beverly Hills Cop”; la padrona stessa della galleria, aristocratica ed eccentrica, a tratti cinica, tutta proiettata verso l’Europa; la famiglia di Brooke, strampalata e chiassosa come quella del professor Sherman Klump (ancora Eddie Murphy) in “Il professore matto”; il fratello di Gary, puttanomane famelico che tenta di reintrodurre il figliol prodigo nell’universo fica, istruendolo sulle nuove tendenze giovanili per ottimizzare la “caccia”… - - - A livello di sceneggiatura si colgono tracce di elementi tagliati o ridimensionati per questioni di lunghezza, che se sviluppati avrebbero tuttavia conferito una maggiore originalità alla pellicola. La vicenda, ad esempio, è ambientata a Chicago; ma per come è girata non risulta minimamente connotata dallo spazio geografico: avrebbe benissimo potuto svolgersi in qualsiasi altra metropoli o cittadina d’America, senza nulla togliere o aggiungere al risultato finale. Similmente, il protagonista viene da un quartiere polacco (di cognome fa Grobowski), e alla cosa si accenna più volte con l’amico barista; ma, a parte il conflitto fra le sue origini semiproletarie e quelle alto-borghesi di Brooke, tale background non gioca alcun ruolo. - - - Le occasioni di comicità, ilarità e demenzialità non mancano: Gary che gioca alla Play lanciando bombe molotov per le strade mentre Brooke gli chiede di aiutarla a lavare i piatti; “Ho un’idea per questa sera, ragazze: già vi immagino completamente avvolte di pellicola trasparente, a casa mia; poi basterà fare due buchi, uno per la bocca e l’altro…”, e le ragazze se ne vanno schifate. - - - La morale della favola è semplice: le donne devono sentirsi amate, rispettate, oggetto di attenzioni perché le cose funzionino. E non ci dovrebbe esser bisogno di chiedere: l’uomo dovrebbe saperlo già. Un ottimo audiovisivo propedeutico-pedagogico, insomma, per il rapporto di coppia. Se invece preferite rimanere single e continuare a giocare a strip-poker, passate oltre. Beh, c’è sempre il nudo integrale della Aniston da sgranocchiare, anche se solo di spalle. Sempre che non abbiano usato una controfigura...
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geme
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venerdì 23 maggio 2008
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noioso con un finale che lo conferma
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a me non è per niente piaciuto,l'ho trovato noioso e monotono e non credo che un finale imprevedibele possa salvare il film..la aniston sprecata in questo genere di film
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