Still Life

Cina alle prese col passato

Bella sorpresa il «film sorpresa» del concorso. «Nessuno dovrebbe dimenticare il proprio passato» dice un personaggio di Still life del cinese Jia Zhang-Ke, offrendo la chiave del film. Ambientato in una zona della Cina dalla quale passa anche il film di Amelio La stella che non c'è, le «tre gole» sul Fiume Azzurro dove la modernizzazione sta prendendo la forma di una colossale diga («il sogno di generazioni di dirigenti del partito») che annega — o «dismette». Sradica e deporta altrove —villaggi, case, vite, passato, il cinese denuncia più di un'assonanza con l'italiano. Due vicende umane corrono parallele. Un uomo arriva per cercare la moglie persa di vista ma soprattutto la figlia che non vede da sedici anni. Una donna arriva per cercare il marito direttore dei lavori di demolizione perché da due anni non le dà notizie e perché vuole chiedere il divorzio. Sullo sfondo mille annotazioni e accenni (del resto come anche in La stella che non c'è) che di certo uno spettatore cinese coglie molto meglio di noi. Il primo personaggio, l'uomo, ha a suo tempo «comprato» illegalmente la moglie in questa regione lontanissima dalla sua ma poi l'illecito è stato scoperto e lei è stata rimandata indietro. Sui cantieri, dove la totale insicurezza semina vittime, si svolgono oscuri regolamenti di conti, prepotenti spedizioni punitive. E mille altri piccoli traffici. Ma attraverso la delicata metafora dei piccoli doni che i due protagonisti danno o ricevono — una sigaretta, una caramella, un goccio del liquore tipico del proprio paese — capiamo che anche laddove il progresso sembra in tutto e per tutto un inferno la vita continua a pulsare. In definitiva questo viaggio senza speranza—. o della speranza? — darà qualcosa a ciascuno dei due. Sembra davvero di rivedere qualcosa dell'Italia tra dopoguerra e ricostruzione, qualcosa del cinema italiano tra neorealismo e commedia del boom. Un mondo crolla ma tutto è possibile, nella corsa all'avidità e al cinismo ma anche nella costruzione di nuovi valori.
da La Repubblica, 7 settembre 2006


di Paolo D'Agostini, 7 settembre 2006