fabio piozzi
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domenica 8 ottobre 2006
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ancora applausi
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Ebbene si, Michael Mann ci ha regalato l’ennesimo capolavoro. Niente titoli di testa, niente preamboli: siamo da subito catapultati nell’azione con l’iniziale scena in discoteca che coinvolge i due protagonisti S. Rocket (C. Farrell) e R. Tubbs (J. Foxx). In questo modo inizia Miami Vice (stessa scelta il regista operava nel precedente Collateral), che con la serie tv ha ben poco in comune, eccezion fatta per i nomi dei protagonisti e la città che dà il titolo.
Anche all’occhio meno esperto non sfugge l’impatto visivo di quest’opera: girato interamente in digitale questo film è tecnicamente un’evoluzione dei precedenti Alì e Collateral, dove la pellicola ha man mano ceduto il posto. L’uso di questa tecnica unito alla presenza di Dion Beebe come direttore della fotografia permettono al regista di restituire un’immagine della città in toni cupi, disincantati, crudamente realistici.
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Ebbene si, Michael Mann ci ha regalato l’ennesimo capolavoro. Niente titoli di testa, niente preamboli: siamo da subito catapultati nell’azione con l’iniziale scena in discoteca che coinvolge i due protagonisti S. Rocket (C. Farrell) e R. Tubbs (J. Foxx). In questo modo inizia Miami Vice (stessa scelta il regista operava nel precedente Collateral), che con la serie tv ha ben poco in comune, eccezion fatta per i nomi dei protagonisti e la città che dà il titolo.
Anche all’occhio meno esperto non sfugge l’impatto visivo di quest’opera: girato interamente in digitale questo film è tecnicamente un’evoluzione dei precedenti Alì e Collateral, dove la pellicola ha man mano ceduto il posto. L’uso di questa tecnica unito alla presenza di Dion Beebe come direttore della fotografia permettono al regista di restituire un’immagine della città in toni cupi, disincantati, crudamente realistici. Mann è il solo a saper filmare la città notturna in questo modo, si ricordino ad esempio le scene in taxi dell’opera precendente, riuscendo a creare un’atmosfera unica: ogni scena, ogni inquadratura meriterebbe un capitolo a sé, per la maestria con cui è girata. Il paesaggio, diurno o notturno che sia, è onnipresente: i lampi di un temporale, il cielo cosparso di nuvole, il verde in cui sono immerse le narco-ville, il mare che circonda i fuoribordo; l’uso della pellicola sicuramente avrebbe messo in secondo piano tutto questo.
Lo spettatore medio si aspetterebbe una buona dose d’azione in questo film, ma non è questa la componente principale. Le poche scene d’azione sono comunque di ottimo impatto, per la loro freddezza e schiettezza, aiutate da un ottimo sonoro che amplifica notevolmente il grado di coinvolgimento.
Da ogni scena capiamo che è un film fatto di espressioni, di sguardi più che da dialoghi e in questo il cast dimostra grandi doti recitative, menzione particolare per Colin Farrell. L’attore irlandese si dimostra incredibilmente capace di rendere pensieri ed emozioni con lo sguardo, dote già emersa in The new world di T. Malick. Michael Mann gira campi e controcampi privi di dialogo, ma pregnanti di intesa, vedi quello finale con C. Farrell e G. Li. Per poi approdare ad un finale che lascia aperte le strade, che non illude ma dà speranza.
Il tutto amalgamato da un’ottima colonna sonora da ascoltare e riascoltare, dove brani come Autorock dei Mogwai si insediano di prepotenza nella mente degli spettatori.
Nei suoi più di 130 minuti di durata (che sarebbero potuti essere tranquillamente il doppio) è un film che incanta, coinvolge, esalta, emoziona e lascia a bocca aperta. Si lascia apprezzare con la vista, con l’udito e col cuore.
Michael Mann, caso più unico che raro di regista vivente a non aver sbagliato un colpo nella sua filmografia, ci dimostra che il cinema non è morto, ma ha ancora tanto da dare. Onnipotente.
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(di linuz)
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(di fabio piozzi)
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(di joseph van orton)
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miami vice - ("palmera")
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lunedì 18 settembre 2006
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un nuovo e indedito "vice style".
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Michael Mann. Un nome, tutto un genere. Il suo nome già indica qualità, di azione si intende, che promette il massimo sopratutto per gli appasionati del genere "noir". Molti appassionati della serie da lui stesso prodotta, rimpiangeranno i vecchi tempi dove Miami era al massimo del suo splendore, come gli stessi anni '80. Probabilmente si associano l'una agli altri e viceversa. Basta ricordare gli occhiali Ray-Ban di Don Johnson nei panni di "James Sonny Crockett", le Ferrari (prima nera poi bianca), le feste, gli yatch, il mare, il sole, le spiagge, quello stile particolarissimo di Miami, il denominato "Art Deco". Le canzoni degli anni '80, Phil Collins, Peter Gabriel, e tanti altri che non hanno fatto altro che arricchire il sottofondo musicale già perfetto con le basi e composizioni di Jan Hammer.
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Michael Mann. Un nome, tutto un genere. Il suo nome già indica qualità, di azione si intende, che promette il massimo sopratutto per gli appasionati del genere "noir". Molti appassionati della serie da lui stesso prodotta, rimpiangeranno i vecchi tempi dove Miami era al massimo del suo splendore, come gli stessi anni '80. Probabilmente si associano l'una agli altri e viceversa. Basta ricordare gli occhiali Ray-Ban di Don Johnson nei panni di "James Sonny Crockett", le Ferrari (prima nera poi bianca), le feste, gli yatch, il mare, il sole, le spiagge, quello stile particolarissimo di Miami, il denominato "Art Deco". Le canzoni degli anni '80, Phil Collins, Peter Gabriel, e tanti altri che non hanno fatto altro che arricchire il sottofondo musicale già perfetto con le basi e composizioni di Jan Hammer. E poi i personaggi: "Rico" Tubbs, Gina, Trudy, il Tenente Castillo, i confidenti, i trafficanti. Chi non vorrebbe per un po' tornare il quei anni ottanta.
Ma adesso le cose sono cambiate, e Michael Mann dopo capolavori come Heat e Collateral, è pronto a sfidare chiunque, con la sua tecnica, con i suoi scenari spesso cupi e notturni, con il suo grande contenuto e la sua grande forma. Persino i più scettici per principio si renderanno conto della grande qualità di questo ultimo capolavoro anticommerciale tipico nello stile Mann. Chi ovviamente per ragioni personal-sentimentali sentirà la mancanza della serie, si rendera conto che in realtà ha ben poco a che fare con il film in questione. Naturale è invece il dubbio del perchè il titolo, l'ambientazione e la lista dei personaggi sono rimasti integri. La risposta è altrettanto naturale: questo film non farà altro che avere un identità propria cercando di portare ai nostri giorni quello stile, quel modo di fare così unico, il mitico "Vice Style".
Appuntamento: 6 ottobre. Buona visione.
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(di andre3000)
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lorenzo folini
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martedì 15 agosto 2006
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miami vice nel terzo millennio
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Un consiglio: dimenticatevi Don Johnson, dimenticatevi gli abiti armani sempre perfetti e puliti, le ferrari e la musica anni 80.. Micheal Mann con questo nuovo Miami Vice si è preso la libertà di stravolgere (o per meglio dire, aggiornare) la serie tv che lui stesso aveva creato nel lontano 1984.
negli anni 2000 inserisce molta più violenza, abbandona l'immaginario di puro edonismo reganiano del telefilm, gira in digitale con uno stile più "Sporco", realistico e drammatico.
Colin Farrel e Jamie Foxx offrono una prova da grandi attori, e Mann pone molte volte l'accento sul loro rapporto, più che sulle mirabolanti scene d'azione.
Quindi dimenticatevi anche il solito action-movie adrenalinico, parliamo più di un western, per l'atmosfera e i "cowboy" che si aggirano sulla scena.
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Un consiglio: dimenticatevi Don Johnson, dimenticatevi gli abiti armani sempre perfetti e puliti, le ferrari e la musica anni 80.. Micheal Mann con questo nuovo Miami Vice si è preso la libertà di stravolgere (o per meglio dire, aggiornare) la serie tv che lui stesso aveva creato nel lontano 1984.
negli anni 2000 inserisce molta più violenza, abbandona l'immaginario di puro edonismo reganiano del telefilm, gira in digitale con uno stile più "Sporco", realistico e drammatico.
Colin Farrel e Jamie Foxx offrono una prova da grandi attori, e Mann pone molte volte l'accento sul loro rapporto, più che sulle mirabolanti scene d'azione.
Quindi dimenticatevi anche il solito action-movie adrenalinico, parliamo più di un western, per l'atmosfera e i "cowboy" che si aggirano sulla scena.
Amicizia virile, romanticismo, tensione sempre alle stelle, grande ritmo nel girare gli scontri a fuoco.
Questo è Micheal Mann.
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[+] non dispiace
(di r.selavy)
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[+] ...non esattamente.
(di paolo chiarini)
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(di lorenzo folini)
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tore
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lunedì 7 agosto 2006
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ennesimo capolavoro di mann
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Ebbene sì...Micheal Mann non sbaglia un colpo. Dopo capolavori come Heat, Insider e Collateral ci ha regalato questo film anomalo, visivamente il migliore della sua filmografia. Anomalo perchè è un film poliziesco dove l'azione (che comunque è presente) è in secondo piano dando spazio ai sentimenti dei personaggi espressi con sguardi e gesti (menzione speciale per gli attori tutti bravissimi). Quindi dimenticatevi i vestiti Armani e la colonna sonora di Phil Collins e lasciatevi trasportare in una Miami cupa e sporca.
p.s.
Alla critica presente sul sito...perchè il finale è aperto a un sequel?
[+] esagerato
(di anonimo)
[ - ] esagerato
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elia diodati
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mercoledì 11 ottobre 2006
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il tocco di mann
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Michael Mann è un regista che pur aggirandosi sempre su temi simili, riesce ogni volta a fare un film diverso, comunque caratterizzato da alcuni punti fermi che fanno capire che si tratta di uno dei suoi prodotti.
Velocità delle scene, alternate a pause lente di riflessione, personaggi, sia i protagonisti ma anche i non protagonisti, ben definiti (pensiamo a Jon Voight di Heat o Havier Bardem di Collateral), sarcasmo sottile e dosato giustamente e la donna che scombussola l’andamento della vicenda e che influenza sempre il finale.
Questa volta sfrutta anche in maniera sensata, il senso di cult che ha lasciato nelle generazioni anni 80 la serie Miami Vice. Infatti non rifa un episodio ricopiando dialoghi o scene, ma pesca ciò che rimane più impresso nelle menti: i personaggi ed i loro nomi, macchine sportive, motoscafi veloci e locali da aperitivi.
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Michael Mann è un regista che pur aggirandosi sempre su temi simili, riesce ogni volta a fare un film diverso, comunque caratterizzato da alcuni punti fermi che fanno capire che si tratta di uno dei suoi prodotti.
Velocità delle scene, alternate a pause lente di riflessione, personaggi, sia i protagonisti ma anche i non protagonisti, ben definiti (pensiamo a Jon Voight di Heat o Havier Bardem di Collateral), sarcasmo sottile e dosato giustamente e la donna che scombussola l’andamento della vicenda e che influenza sempre il finale.
Questa volta sfrutta anche in maniera sensata, il senso di cult che ha lasciato nelle generazioni anni 80 la serie Miami Vice. Infatti non rifa un episodio ricopiando dialoghi o scene, ma pesca ciò che rimane più impresso nelle menti: i personaggi ed i loro nomi, macchine sportive, motoscafi veloci e locali da aperitivi.
Intorno a questo ha costruito un poliziesco adrenalinico ambientato all’attualità, avvincente che a tratti non lascia neanche il tempo di riflettere. Sfrutta la notte, inquadrature di una città cupa e lontana da spiagge e bikini e una colonna sonora decisamente azzeccata per creare sequenze dall’impatto sicuramente spettacolare.
Fanno sorridere, a ripensarci, questi poliziotti che sanno fare di tutto: sparare, guidare aerei e barche. Ma sanno stare nella parte, soprattutto Foxx e quindi coinvolgono e non stonano come altri sparatutto-scansapallottole che si vedono in alcuni film. Si è mai visto dosare le raffiche di mitra come avviene nella guerra reale? Da qui si capisce che Mann è anche attento ai dettagli.
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fulvio
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mercoledì 18 ottobre 2006
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flusso notturno
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La Miami Vice che non conoscevamo, ambientata ai nostri giorni, turbata ed inquinata da una realtà priva di fronzoli. Due sbirri intrepidi, un implacabile traffico di droga, qualche relazione amorosa improvvisa, notti che sembrano non vedere mai la breve ma tranquillizzante luce del sole. Attesa, piccole strategie, istinto, ricatto, sospetti, finzioni e la forte sensazione di una morte improvvisa, violenta, sempre in agguato. Stati d’animo cupi, mai tranquilli, ma la volontà ferrea di svolgere comunque il proprio ruolo, quello già deciso dalla sorte. Qualche critico ha parlato di staticità, di implosione, di mancanza del ritmo, di dilatazione dei tempi. La descrizione di una notte maledetta senza fine, dello scorrere oscuro delle cose è impressionante.
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La Miami Vice che non conoscevamo, ambientata ai nostri giorni, turbata ed inquinata da una realtà priva di fronzoli. Due sbirri intrepidi, un implacabile traffico di droga, qualche relazione amorosa improvvisa, notti che sembrano non vedere mai la breve ma tranquillizzante luce del sole. Attesa, piccole strategie, istinto, ricatto, sospetti, finzioni e la forte sensazione di una morte improvvisa, violenta, sempre in agguato. Stati d’animo cupi, mai tranquilli, ma la volontà ferrea di svolgere comunque il proprio ruolo, quello già deciso dalla sorte. Qualche critico ha parlato di staticità, di implosione, di mancanza del ritmo, di dilatazione dei tempi. La descrizione di una notte maledetta senza fine, dello scorrere oscuro delle cose è impressionante. Le splendide immagini noir e la costruzione adrenalinica degli eventi sono magistrali. L’assieme è superbo. Qualche altro ha ritenuto nocivo il fatto che Mann possa sentirsi cantore dei poemi urbani. Perché? Chi sa farlo meglio? Se si cerca l’azione alla “James Bond”, si prega di virare immediatamente verso opere più grezze. Se andiamo a vedere Michael Mann, desideriamo emozionarci per davvero.
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terra
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venerdì 12 ottobre 2007
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rifacimento inevitabile?
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In parole povere la storia tratta dei soliti due detective(sonny e rico)che si infiltarno in un giro di narcotrafficanti,rischiano la loro vita,e uno dei due si innamora della moglie del boss...
Michael Mann produttore e ideatore della famigerata serie televisiva più idolatrata di tutti i tempi,tenta appunto di portare Miami Vice sul grande schermo,abusando del suo stile e delle sue tecniche dietro la telecamera creando un film,a mio parere,dal grande impatto visivo che però non convince del tutto.Buoni gli effetti speciali,tesa e avvolgente la scena della sparatoria,bellissima Gong Li....buona anche la colonna sonora che era anche la base del telefilm,e sembra essere appunto questa l'unica cosa che Mann ha rispettato del telefilm,che vantava dell'autore Jan Hammer e "In The Air Tonight" di Phil Collins che contribuì a creare probabilmente una delle scene più famose della televisione,e infatti ne troviamo una cover eseguita dai Nonpoint.
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In parole povere la storia tratta dei soliti due detective(sonny e rico)che si infiltarno in un giro di narcotrafficanti,rischiano la loro vita,e uno dei due si innamora della moglie del boss...
Michael Mann produttore e ideatore della famigerata serie televisiva più idolatrata di tutti i tempi,tenta appunto di portare Miami Vice sul grande schermo,abusando del suo stile e delle sue tecniche dietro la telecamera creando un film,a mio parere,dal grande impatto visivo che però non convince del tutto.Buoni gli effetti speciali,tesa e avvolgente la scena della sparatoria,bellissima Gong Li....buona anche la colonna sonora che era anche la base del telefilm,e sembra essere appunto questa l'unica cosa che Mann ha rispettato del telefilm,che vantava dell'autore Jan Hammer e "In The Air Tonight" di Phil Collins che contribuì a creare probabilmente una delle scene più famose della televisione,e infatti ne troviamo una cover eseguita dai Nonpoint.E' un film poliziesco immerso in una atmosfera piuttosto cupa e drammatica,seppur godibile e ben interpretato(escluso Colin Farrel)manca quell'ironia,quell'adrenalina,quelle macchine e i vestiti sgargianti che caratterizzavano la serie televisiva e che probabilmente molti fan avrebbero preferito.me compreso.
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dandy
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lunedì 18 aprile 2011
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sempre grande michael mann.
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Produttore dell'omonima serie televisiva negli anni '80(ispirato per la precisione all'episodio 15 della serie "Smuggler's Blues"),il regista ne recupera i personaggi ma il non gira un semplice remake e non è interessato all'aggiornamento contemporaneo.Procede invece con quello che aveva iniziato in "Collateral",e lo perfeziona.Sperimentando il digitale HD si attacca ai volti e ai corpi dei protagonisti,scrutandone le reazioni e i sentimenti che li legano o che nascono tra loro(destinati naturalmente a una durata breve)evitando i luoghi comuni sui poliziotti infiltrati senza identità.Malgrado il minimo ricorso all'azione,lo stile è frenetico,nervosissimo.
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Produttore dell'omonima serie televisiva negli anni '80(ispirato per la precisione all'episodio 15 della serie "Smuggler's Blues"),il regista ne recupera i personaggi ma il non gira un semplice remake e non è interessato all'aggiornamento contemporaneo.Procede invece con quello che aveva iniziato in "Collateral",e lo perfeziona.Sperimentando il digitale HD si attacca ai volti e ai corpi dei protagonisti,scrutandone le reazioni e i sentimenti che li legano o che nascono tra loro(destinati naturalmente a una durata breve)evitando i luoghi comuni sui poliziotti infiltrati senza identità.Malgrado il minimo ricorso all'azione,lo stile è frenetico,nervosissimo.Le parentesi sentimentali non appesantiscono la storia,e le sparatorie impressionano per realismo e concitazione.Il pessimismo però,in questo caso non è senza speranza,come dimostra il finale(Sonny e Isabella si dividono,mentre Ricardo e Trudy si ritrovano).Cinema maturo insomma,fatto col cuore e agli antipodi dei film fracassoni americani.Un cinema che non può ovviamente avere molto successo in sala.In effetti Farrel è espressivo come un estintore,ma ci si può passar sopra.E' il primo film prodotto interamente da Mann dai tempi di "Heat-La sfida".Eccezionale fotografia di Dion Beebe,che crea magistralmente profondità di campo anche nelle scene notture.Musica di John Murphy.Potrebbe essere considerato come un banco di prova per il successivo"Nemico pubblico".
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nicolò
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mercoledì 4 aprile 2007
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thriller di classe per michael mann
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Nel panorama dei rifacimenti ispirati a serie Tv - la lista, ormai quasi interminabile, comprende titoli deludenti come "Starsky & Hutch", "Charlie's Angels", "Hazzard", "Vita da strega" e qualche sorpresa come la serie di "Mission: Impossible", ben 3 film - i registi di Hollywood sanno che tentando di bissare un successo televisivo, sfruttando la cosiddetta "operazione nostalgia", ci si assume un grosso rischio. Ma Mann, geniale autore di "Heat - La sfida" e "Collateral", è un amante dell'azzardo che sa come prendersi le sue responsabilità. Già produttore esecutivo di quello che può essere considerato il primo serial a rifarsi direttamente dal cinema, ovvero "Miami Vice", dopo vent'anni ha deciso di farne un rifacimento filmico, appunto, rimpiazzando gli ormai imbolsiti Don Johnson e Philip Michael Thomas con Colin Farrell e l'ottimo Jamie Foxx, premio Oscar per "Ray".
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Nel panorama dei rifacimenti ispirati a serie Tv - la lista, ormai quasi interminabile, comprende titoli deludenti come "Starsky & Hutch", "Charlie's Angels", "Hazzard", "Vita da strega" e qualche sorpresa come la serie di "Mission: Impossible", ben 3 film - i registi di Hollywood sanno che tentando di bissare un successo televisivo, sfruttando la cosiddetta "operazione nostalgia", ci si assume un grosso rischio. Ma Mann, geniale autore di "Heat - La sfida" e "Collateral", è un amante dell'azzardo che sa come prendersi le sue responsabilità. Già produttore esecutivo di quello che può essere considerato il primo serial a rifarsi direttamente dal cinema, ovvero "Miami Vice", dopo vent'anni ha deciso di farne un rifacimento filmico, appunto, rimpiazzando gli ormai imbolsiti Don Johnson e Philip Michael Thomas con Colin Farrell e l'ottimo Jamie Foxx, premio Oscar per "Ray". Ne è uscito un buon thriller poliziesco, che inchioda lo spettatore sulla poltrona per le bellissime ambientazioni, donne, macchine da urlo, sequenze spettacoli, una colonna sonora azzeccata che comprende anche la cover dell'ormai celebre "In The Air Tonight" di Phil Collins che apriva appunto la serie omonima. Da vedere, quindi, per gli appassionati di Mann, ma va consigliato anche a quelli che pensano che la Tv non possa ispirare il cinema o viceversa.
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themaster
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domenica 31 maggio 2015
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mann non si smentisce
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Che Michael Mann sia uno degli autori più importanti viventi è risaputo,conosciuto per il suo occhio clinico nei confronti del mondo in cui viviamo,per le sue profonde analisi della nostra società e del progresso tecnologico,unito ad uno stile visivo assolutamente particolare e a dei personaggi quasi sempre caratterizzati come gli autori romantici di una volta sapevano fare. Questo Miami Vice non è da meno,Mann infatti decide di dare una svecchiata alla serie da lui stesso creata e realizza nel 2008 un noir poliziesco intenso e che non lascia spazio ad alcun tipo di ironia,se non in certi momenti in cui si sorride certo,ma non perchè vi sia una battuta ma per la crudeltà quasi campanellistica della situazione in cui sono coinvolti i personaggi e per le loro reazioni,Colin Farrell e Jamie Foxx che interpretano rispettivamente Sonny Crocket e Ricardo Tubbs recitano in maniera molto sopra le righe andando a creare un'evoluzione moderna dei tipici personaggi da buddy movie,si percepisce infatti il rapporto di fratellanza tra i due che non è espresso esplicitamente ma che si intuisce prima di tutto dalla bravura immensa dei due attori che giocano di pochi sguardi e qualche frasetta messa lì di tanto in tanto che permettono di percepire allo spettatore la profonda stima che nutrono l'uno nei confronti dell'altro,quando uno dei due inizia una frase,l'altro la completa,quando un cattivone attacca alle spalle uno dei due,l'altro interviene,su questo lo script riesce perfettamente,abbiamo poi numerosi altri characters secondari come Gong Li bellissima e graziosa che interpreta un personaggio atipico per il genere noir,una figura femminile forte e cazzuta che ovviamente andrà ad invaghirsi di Sonny,il donnaiolo tra i due.
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Che Michael Mann sia uno degli autori più importanti viventi è risaputo,conosciuto per il suo occhio clinico nei confronti del mondo in cui viviamo,per le sue profonde analisi della nostra società e del progresso tecnologico,unito ad uno stile visivo assolutamente particolare e a dei personaggi quasi sempre caratterizzati come gli autori romantici di una volta sapevano fare. Questo Miami Vice non è da meno,Mann infatti decide di dare una svecchiata alla serie da lui stesso creata e realizza nel 2008 un noir poliziesco intenso e che non lascia spazio ad alcun tipo di ironia,se non in certi momenti in cui si sorride certo,ma non perchè vi sia una battuta ma per la crudeltà quasi campanellistica della situazione in cui sono coinvolti i personaggi e per le loro reazioni,Colin Farrell e Jamie Foxx che interpretano rispettivamente Sonny Crocket e Ricardo Tubbs recitano in maniera molto sopra le righe andando a creare un'evoluzione moderna dei tipici personaggi da buddy movie,si percepisce infatti il rapporto di fratellanza tra i due che non è espresso esplicitamente ma che si intuisce prima di tutto dalla bravura immensa dei due attori che giocano di pochi sguardi e qualche frasetta messa lì di tanto in tanto che permettono di percepire allo spettatore la profonda stima che nutrono l'uno nei confronti dell'altro,quando uno dei due inizia una frase,l'altro la completa,quando un cattivone attacca alle spalle uno dei due,l'altro interviene,su questo lo script riesce perfettamente,abbiamo poi numerosi altri characters secondari come Gong Li bellissima e graziosa che interpreta un personaggio atipico per il genere noir,una figura femminile forte e cazzuta che ovviamente andrà ad invaghirsi di Sonny,il donnaiolo tra i due.
è fantastico come Mann sviluppi i rapporti umani tra i personaggi,visti come,per l'appunto esseri umani invischiati in cose più grandi di loro,per questo motivo considero Michael Mann come l'ultimo autore romantico,in quanto ad una analisi profonda,accurata e distaccata della società unisce dei personaggi molto carismatici visti nelle loro fragilità e debolezze,che come ogni essere umano sbagliano,vanno a mettersi nei guai e ne escono quasi sempre in grande stile.
La fotografia è un qualcosa di eccezionale,leggermente diversa da quella messa in gioco in Collateral ha un che di poetico e dona,grazie alla regia,al commento musicale,al montaggio video e audio un'epicità particolarissima al tutto e quella sensazione di spaesamento e disconnessione che fa tanto parte del cinema di Mann,portandolo però ad un livello superiore in quanto in Collateral tutto ciò non lasciava spazio alla speranza se non nella sequenza finale,in Miami Vice si capisce che il regista concede una via d'uscita a quasi tutti i personaggi.
Tra i difetti di questa pellicola si possono citare una narrazione a volte non eccellente e delle piccolissime cadute di tono in qualche dialogo qua e la e una prima parte un pò troppo lenta,tutti nei che non minano assolutamente questa esperienza audio visiva straordinaria.
Da sequenze memorabili da citare ci sono la sequenza di apertura nella discoteca con Numb dei Linkin Park,una scena ricca di stile in cui,come dice giustamente il critico di mymovies nella sua recensione più che appropriata,divertimento e violenza si mescolano andando a rendere l'idea di giungla urbana in cui a nessuno interessa di nessuno,puoi morire sparato in testa,ma tanto chi se ne accorgerebbe?
Un'altra sequenza fantastica è la scena d'amore tra Colin Farrell e Gong Li,in cui la fotografia la fa da padrone insieme al commento musicale,e quell'unica lacrima di piacere che scende sulla guancia di lei,una scena che sprizza sesso da tutti i pori ma non in maniera volgare,ma anzi in maniera artistica,cosa difficilissima da fare al giorno d'ggi. Miami Vice è in sintesi un poliziesco che segue in maniera clinica e rispettosa tutti gli stilemi del noir,un film che si mangia per merenda tutti i thrillerini di merda usciti negli ultimi anni,una pellicola ricca di stile e carisma che gode di un'intensità rara,che è rispecchiata sia dai protagonisti e dai relativi interpreti perfetti nei ruoli e da tutti gli altri comprimari che con poche battute si fanno ricordare. Una pellicola che non sarà un capolavoro ma che rappresenta un ottimo esempio di settima arte. Voto 8 e 1/2
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