mars.attack
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mercoledì 31 gennaio 2007
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..talvolta un nostcapriccio a volte costa una vita
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Quando un film come questo ti fa riflettere lasciandoti avvolto da una sensazione di impotenza, tristezza, rabbia e amarezza..per me ha colpito nel segno...
Ieri sera, tornando dal cinema, facevo davvero fatica a non pensare allo strazio dei villaggi devastati, alla cattiveria inculcata nelle labili menti dei bambini-soldato, alla rabbia che alcune scene avevano suscitato in una persone che, come me, ha vissuto tutta la vita nel benessere che la nostra società, nel bene o nel male, ci regala...
Forse non mi sono commossa come avevo fatto per Hotel Rwanda,
forse alcune scene sono davvero troppo da action movie made in USA,
forse il finale non si addice completamente ad un film del genere.
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Quando un film come questo ti fa riflettere lasciandoti avvolto da una sensazione di impotenza, tristezza, rabbia e amarezza..per me ha colpito nel segno...
Ieri sera, tornando dal cinema, facevo davvero fatica a non pensare allo strazio dei villaggi devastati, alla cattiveria inculcata nelle labili menti dei bambini-soldato, alla rabbia che alcune scene avevano suscitato in una persone che, come me, ha vissuto tutta la vita nel benessere che la nostra società, nel bene o nel male, ci regala...
Forse non mi sono commossa come avevo fatto per Hotel Rwanda,
forse alcune scene sono davvero troppo da action movie made in USA,
forse il finale non si addice completamente ad un film del genere...
ma nel complesso per me merita davvero di essere visto
per le straordinarie interpretazioni dei due protagonisti (adoro Leo di Caprio alla follia...ma qui Dijmon/Solomon è davvero da togliere il fiato!!),
per l'andamento secondo me mai scontato e per le riflessioni che ci fa fare:
avvolti nella nostra bambagia, possiamo forse renderci conto di quante vite vengano distrutte per i nostri capricci...e magari sentirci anche un po' in colpa..
in tutto questo da notare assolutamente la straordinaria bellezza dei paesaggi che mi ha fatto domandare: può una natura così splendida e incontaminata essere teatro di tanta perfidia scaturita dall'animo umano?
Non perdetevelo, quindi, ne vale davvero la pena!
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guido20
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giovedì 1 febbraio 2007
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io sono il cameramen
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il figlio di salomon bendato spara contro il muro.il figlio di salomon si toglie la benda e si accorge di aver ucciso un uomo.noi siamo così..bendati da mille avvenimenti che accadono più vicini al nostro io compiamo azioni di cui non ci immaginiamo le possibili conseguenze,questo film si prende il compito di toglierci la benda, o forse la benda non l'abbiamo mai avuta ma dovevamo solo aprire gli occhi.il problema di questo film forse però risiede proprio qui, nel toglierci la benda solo da un occhio e lasciare coperto l'altro facendo scorrere davanti ad esso storie d'amore e qualche scena d'inseguimento superflua.Come dice la giornalista "magari si vedrà questo tra un servizio sulla partia e il meteo", anche i + grandi orrori nel film potevano venire meglio descritti, anche solo dandogli + minutaggio,repetita juvant(si scrive così?? e chi l'ha fatto latino al liceo).
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il figlio di salomon bendato spara contro il muro.il figlio di salomon si toglie la benda e si accorge di aver ucciso un uomo.noi siamo così..bendati da mille avvenimenti che accadono più vicini al nostro io compiamo azioni di cui non ci immaginiamo le possibili conseguenze,questo film si prende il compito di toglierci la benda, o forse la benda non l'abbiamo mai avuta ma dovevamo solo aprire gli occhi.il problema di questo film forse però risiede proprio qui, nel toglierci la benda solo da un occhio e lasciare coperto l'altro facendo scorrere davanti ad esso storie d'amore e qualche scena d'inseguimento superflua.Come dice la giornalista "magari si vedrà questo tra un servizio sulla partia e il meteo", anche i + grandi orrori nel film potevano venire meglio descritti, anche solo dandogli + minutaggio,repetita juvant(si scrive così?? e chi l'ha fatto latino al liceo).Passando ad altre analisi è magistrale la descrizione della violenza che mette in atto Zwick, non si sofferma su nessuna uccisione, nn la enfatizza,scuotendo così ancor di più lo spettatore.Qualche caduta di stile qua e là c'è..(come la battuta quando il professore viene sparato, e la scena del ritrovamento del diamante, troppo da film d'azione banalotto e sempliciotto)ma nel complesso non infastidiscono.L'interpretazione di Di caprio è buona ma secondo me era meglio quella di The departed, qui è un po' troppo monoespressione,anche se quando dice "beh si ci avevo pensato(a rubarti il diamante"non so ma mi ha trasmesso qualcosa fuori dal comune.merita sicuramente la nomination invece Djimon hounsou.c'è altro da dire??la scena in cui il ragazzino si fà d'eroina o simili è terribile, e anche qui il regista senza enfatizzare fa in modo che venga recepita come "normale amministrazione" e suscita + fastidio di vedere un ago ficcato nel braccio e un primo piano soffocante del viso del bambino.un saluto a tutta la combriccola/compagnia.una stretta di mano ai ragazzi e un bacio alle ragazze..ps..totale 3 stelle e mezzo..metto quattro che fa media + alta così chi è indeciso magari se lo va a vedere
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mirko
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venerdì 2 febbraio 2007
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un film unico e straordinariamente anticonformista
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Quando pensavamo ad un attore come Leonardo di Caprio prima di questo film, subito ci venivano in mente i classici film romantici, un po' mielosi e sicuramente hollywoodiani tipo "Titanic" o "The Beach".
Bene, da oggi in poi ricrediamoci tutti. Perchè con "Blood Diamond" Di Caprio si è consacrato tra i più grandi attori drammatici ed espressivi del momento. è unico, mai banale e attento ad ogni piccolo particolare del suo personaggio.
Leo, supportato da un grande regista (Edward Zwick) si impone per le sue capacità di attore, andando a creare nel film un "mostro" di egoismo e, al contempo, di grande umanità.
Ma non'è solo il grande attore che fa il gran film.
Zwick, che avevamo già potuto apprezzare per aver diretto magistralmente il bellissimo "L'ultimo samurai", crea un film denuncia, mai mieloso, mai scontato, ma anzi, crudo, freddo e spaventosamente reale.
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Quando pensavamo ad un attore come Leonardo di Caprio prima di questo film, subito ci venivano in mente i classici film romantici, un po' mielosi e sicuramente hollywoodiani tipo "Titanic" o "The Beach".
Bene, da oggi in poi ricrediamoci tutti. Perchè con "Blood Diamond" Di Caprio si è consacrato tra i più grandi attori drammatici ed espressivi del momento. è unico, mai banale e attento ad ogni piccolo particolare del suo personaggio.
Leo, supportato da un grande regista (Edward Zwick) si impone per le sue capacità di attore, andando a creare nel film un "mostro" di egoismo e, al contempo, di grande umanità.
Ma non'è solo il grande attore che fa il gran film.
Zwick, che avevamo già potuto apprezzare per aver diretto magistralmente il bellissimo "L'ultimo samurai", crea un film denuncia, mai mieloso, mai scontato, ma anzi, crudo, freddo e spaventosamente reale. Questo è il primo film in cui Hollywood ci mostra la barbarie dell'addestramento dei bambini soldato e l'ipocrisia di noi occidentali che tanto ci disperiamo per la fame del mondo e non capiamo che, in fondo, siamo noi gli assassini, siamo noi i carnefici.
La fotografia è spettacolare, pittoresca e il regista, con eleganza e rispetto, ci mostra un africa dai due volti e dalla bellezza strepitosa.
Ma del film non posso che ricordare le scene di quei bambini che, spaventati, premono il grilletto del mitra che gli è stato consegnato da chi un cuore l'ha perso tanto tempo fa.
Grande Zwick, grande Leo. Continuate così.
Mk
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[+] ma nessunoha visto altri film di di caprio?
(di carla)
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elisa
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martedì 6 febbraio 2007
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di caprio: l'anti-eroe che ci fa innamorare
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Sullo sfondo una magnifica terra africana, Sierra Leone,villaggi di pescatori abitati da uomini longilinei e nobili nell'aspetto, una vita semplice e dignitosa nell'alternarsi di tramonti infuocati e albe d'incanto. L'armonia è rotta dall'irrompere violento di bande armate, esecuzioni sommarie, bambini sottratti alle proprie madri per essere arruolati contro il governo di Freetown, uomini selezionati per lavorare nelle miniere di diamanti. Una
guerra violenta che non risparmia civili, che vede bambini strappati all'innocenza ed indottrinati alla violenza ed alla crudeltà. Protagonisti un pescatore di Mende e un ex-mercenario dello Zimbabwe (Leonardo Di Caprio), uniti nel ritrovare un raro diamante rosa, ma divisi dal motivo della ricerca.
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Sullo sfondo una magnifica terra africana, Sierra Leone,villaggi di pescatori abitati da uomini longilinei e nobili nell'aspetto, una vita semplice e dignitosa nell'alternarsi di tramonti infuocati e albe d'incanto. L'armonia è rotta dall'irrompere violento di bande armate, esecuzioni sommarie, bambini sottratti alle proprie madri per essere arruolati contro il governo di Freetown, uomini selezionati per lavorare nelle miniere di diamanti. Una
guerra violenta che non risparmia civili, che vede bambini strappati all'innocenza ed indottrinati alla violenza ed alla crudeltà. Protagonisti un pescatore di Mende e un ex-mercenario dello Zimbabwe (Leonardo Di Caprio), uniti nel ritrovare un raro diamante rosa, ma divisi dal motivo della ricerca. Un film complesso e ben articolato, che non indugia troppo nell'esasperazione del dolore e che vede un Di Caprio anti-eroe ma in fondo personaggio positivo. Un'Africa favolosa dilaniata da una guerra alimentata dai leader delle industrie di diamanti...e il frequente riferimento alla vanità delle ragazze americane che desiderano un anello da sogno per suggellare il proprio fidanzamento.
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daneel969
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venerdì 9 febbraio 2007
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coinvolgente
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Un bel film che merita di essere visto al cinemae non in dvd,specialmente per i panorami e i tramonti che regala.Chi li critica vuol dire che ha avuto la possibilità di vederli di persona(beato lui), ma per altri come me che non ha avuto la possibilità di vedere l'africa, è un bel regalo (come anche in "la sottile linea rossa")
Di caprio ha un bel ruolo ed è bravissimo come in "the departed".
Emozioni ne dà tante; forse non è un film denuncia, forse non è un film impegnato(e come tale noioso),ma al cinema si và anche per distrarsi dai nostri problemi e forse il film ce li fa sembrare un bel pò più piccoli. . . . anche se solo per un giorno.Bel film
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brigante81
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domenica 11 febbraio 2007
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per un pugno di diamanti....
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Usiamo il film per chiederci se il mondo in cui viviamo è giusto, se questa società volta esclusivamente al consumismo può renderci felice o portarci alla distruzione.Consumismo non più di cose ma di persone, di sentimenti, sembra ormai che la vita umana non conti più niente , ma sembra sempre di più che tutto giri intorno agli interessi economici, e non importa se vengo eretti su cumoli di cadaveri, l'importante è che ci sia sempre qualcuno sopra pronto a danzare per il dio denaro.Ormai mi rendo conto che per capire il mondo in cui viviamo devo mettermi a testa in giù, così riesco a guardare meglio le cose, però dopo un pò il sangue mi sale alla testa , mi incazzo e decido di tornare allora con i piedi per terra e cercare di affrontare e contestare tutto ciò che non mi piace.
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Usiamo il film per chiederci se il mondo in cui viviamo è giusto, se questa società volta esclusivamente al consumismo può renderci felice o portarci alla distruzione.Consumismo non più di cose ma di persone, di sentimenti, sembra ormai che la vita umana non conti più niente , ma sembra sempre di più che tutto giri intorno agli interessi economici, e non importa se vengo eretti su cumoli di cadaveri, l'importante è che ci sia sempre qualcuno sopra pronto a danzare per il dio denaro.Ormai mi rendo conto che per capire il mondo in cui viviamo devo mettermi a testa in giù, così riesco a guardare meglio le cose, però dopo un pò il sangue mi sale alla testa , mi incazzo e decido di tornare allora con i piedi per terra e cercare di affrontare e contestare tutto ciò che non mi piace...THE END....ANDATE AL CINEMA A VEDERE BLOOD DIAMOND
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g. napoli
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lunedì 12 febbraio 2007
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giudizio...merito o metodo?
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Esistono film in cui quella che è critica nel senso più tecnico del termine, non può esser fatta. Bene,Blood Diamond è uno di quei film,di quelle pellicole hollywoodiane in cui quello che è per i cinefili europei il buon stile passa in secondo piano in quanto hollywoodiano puro e semplice. E' uno di quei film, pero', che grazie alla maestria di E.Zwick e alla immensa bravura di Djimon Hounsou e scontatamente (oserei dire) di Di Caprio riesce a trasmettere delle emozioni ed un suspence che ha pochi eguali. Se ARTE è trasmettere il sentimento dell'Artista allo spettatore allora questo film adempie al cento per cento la sua funzione.L'arte è questo! Vorrei invitare i critici a fare il loro lavoro centrando l'Oggetto dell'opera invece di livellare i contenuti del loro operato a mero giudizio di metodo.
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Esistono film in cui quella che è critica nel senso più tecnico del termine, non può esser fatta. Bene,Blood Diamond è uno di quei film,di quelle pellicole hollywoodiane in cui quello che è per i cinefili europei il buon stile passa in secondo piano in quanto hollywoodiano puro e semplice. E' uno di quei film, pero', che grazie alla maestria di E.Zwick e alla immensa bravura di Djimon Hounsou e scontatamente (oserei dire) di Di Caprio riesce a trasmettere delle emozioni ed un suspence che ha pochi eguali. Se ARTE è trasmettere il sentimento dell'Artista allo spettatore allora questo film adempie al cento per cento la sua funzione.L'arte è questo! Vorrei invitare i critici a fare il loro lavoro centrando l'Oggetto dell'opera invece di livellare i contenuti del loro operato a mero giudizio di metodo.
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antonello villani
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lunedì 12 febbraio 2007
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dramma di un popolo dietro le pietre preziose
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Diamanti insanguinati nella Sierra Leone con la complicità dei governi occidentali. Edward Zwick dirige un film che mostra senza falsi pudori le tragedie nascoste dietro la pietra più ammirata dalle donne. Si parte con la resistenza armata in un Paese dilaniato dalla guerra civile, sino ad arrivare alla denuncia delle case di produzioni che gestiscono affari per miliardi di dollari. Non ci vuole molta fantasia per leggere dietro la Van De Kaap l’azienda diamantifera più famosa al mondo, la Conferenza del G-8 porta alla ribalta un fenomeno allarmante mentre il traffico illegale finanzia società offshore controllate dalle multinazionali. Il regista americano ci regala un affresco straordinario –i paesaggi del Continente Nero sono da mozzare il fiato- gettando uno sguardo sulle atrocità commesse alla fine degli anni ’90: eserciti paramilitari, sfruttamento delle risorse minerarie, traffico di armi, tangenti e corruzione delle autorità locali.
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Diamanti insanguinati nella Sierra Leone con la complicità dei governi occidentali. Edward Zwick dirige un film che mostra senza falsi pudori le tragedie nascoste dietro la pietra più ammirata dalle donne. Si parte con la resistenza armata in un Paese dilaniato dalla guerra civile, sino ad arrivare alla denuncia delle case di produzioni che gestiscono affari per miliardi di dollari. Non ci vuole molta fantasia per leggere dietro la Van De Kaap l’azienda diamantifera più famosa al mondo, la Conferenza del G-8 porta alla ribalta un fenomeno allarmante mentre il traffico illegale finanzia società offshore controllate dalle multinazionali. Il regista americano ci regala un affresco straordinario –i paesaggi del Continente Nero sono da mozzare il fiato- gettando uno sguardo sulle atrocità commesse alla fine degli anni ’90: eserciti paramilitari, sfruttamento delle risorse minerarie, traffico di armi, tangenti e corruzione delle autorità locali. Milioni di rifugiati nei campi profughi disseminati nel continente africano, il dramma dei bambini rapiti dal Fronte Rivoluzionario Unito per farne autentiche macchine da guerra; assoldati da persone senza scrupoli, vanno al macello dopo aver subito il lavaggio del cervello ed assunto sostanze stupefacenti. Fatti confermati dalle autorità locali e per certi versi noti all’opinione pubblica, eppure “Blood Diamond” cerca la denuncia ad oltranza là dove le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie assistono impotenti all’immane tragedia. In questo mondo di disperati si muovono un giovane trafficante (Leonardo Di Caprio), una giornalista d’assalto (Jennifer Connelly) che vuole a tutti i costi mandare i cattivi in galera ed un indigeno (Djimon Hounsou) a cui hanno strappato la famiglia: Danny Archer ha un passato da dimenticare, genitori trucidati e qualche guerra alle spalle come mercenario; Maddy Bowen lavora per un giornale importante ed è sempre in prima linea quando si tratta di denunciare le atrocità di alcuni governi. Incontro fortuito tra i due, scocca la scintilla ma c’è troppa confusione per innamorarsi perché Danny vuole solo mettere le mani su quel grosso diamante; tra attentati e fughe nella foresta, la giornalista troverà la strada del ritorno e l’avventuriero avrà un’ultima occasione per riscattare i suoi peccati. Teso ed avvincente, “Blood Diamond” ricostruisce con estremo realismo città in fiamme ed edifici martoriati dalle granate, mentre la popolazione fugge tra i fischi delle pallottole ed i corpi insanguinati lasciati sull’asfalto. La storia scorre nonostante le due ore e mezza, i protagonisti (Di Caprio superstar è diventato un attore artisticamente maturo; Djimon Hounsou e Jennifer Connelly molto nel ruolo) si muovono disinvoltamente in un’ambientazione infernale. Regia impeccabile eppure Zwick non evita la trappola della retorica e si lascia andare a giudizi morali che culminano in un finale annacquato. Un’occasione sprecata con i pistolotti dell’ultima ora che gli costano, ahimè, il capolavoro assoluto.
Antonello Villani
(Salerno)
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giov@mix
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venerdì 11 settembre 2009
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sierra leone hollywoodiana
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Il film si apre subito in uno scenario che mira a farci conoscere le realtà della Sierra Leone nel 1999.
Una famiglia di umili pescatori destinata a soccombere(assieme a molti altri), alla tirannia dei gruppi rivoluzionari.
Djimon Hounsoun dimostra di essere all'altezza del film, incorniciando un interpretazione e delle espressioni facciali degne di vecchi attori "pilastri" di Hollywood.
Un DiCaprio straordinario (negli ultimi anni sta dimostrando di essere tra i migliori attori) nella parte di un Contrabbandiere cinico e arrivista.
I due destini si incrociano quando Salomon trova un diamante rosa presumibilmente di immenso valore mentre è costretto a vivere da schiavo sotto i gruppi rivoluzionari.
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Il film si apre subito in uno scenario che mira a farci conoscere le realtà della Sierra Leone nel 1999.
Una famiglia di umili pescatori destinata a soccombere(assieme a molti altri), alla tirannia dei gruppi rivoluzionari.
Djimon Hounsoun dimostra di essere all'altezza del film, incorniciando un interpretazione e delle espressioni facciali degne di vecchi attori "pilastri" di Hollywood.
Un DiCaprio straordinario (negli ultimi anni sta dimostrando di essere tra i migliori attori) nella parte di un Contrabbandiere cinico e arrivista.
I due destini si incrociano quando Salomon trova un diamante rosa presumibilmente di immenso valore mentre è costretto a vivere da schiavo sotto i gruppi rivoluzionari. Quel diamante, forse, sarà il biglietto di libertà per lui e per la sua famiglia.
In uno scenario suggestivo di una terra selvaggia e maestosa, questo film non solo vuole denunciare una parte del Capitalismo occidentale, ma integra anche delle scene adrenaliniche e potenti come solo Hollywood sa fare.
Inutile parlare della ridicola storia d'amore tra DiCaprio e la giornalista (Jennifer Connelly).
Il film è da vedere assolutamente, apre gli occhi e fa capire davvero molto sulla situazione africana.
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giorpost
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mercoledì 21 maggio 2014
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un grezzo diamante che genera riflessioni
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Prima di ogni valutazione inerente quest’ opera, vorrei sottolineare la coraggiosa scelta di Edward Zwick di inoltrarsi nelle impervie vicende interne ai paesi del centro Africa, tra pulizie etniche, genocidi e campi profughi, valida premessa per spingere un appassionato a scegliere di guardare questo film. Affrontare tali argomenti è segno di grande sensibilità culturale ed efficace connotazione morale e se aggiungiamo che la storia narra delle esportazioni illegali di diamanti e del coinvolgimento diretto di governi e multinazionali occidentali, tale prova registica assume un risalto ancor più ampio.
Ambientato in Sierra Leone, Blood Diamond (USA, 2006) racconta due storie solo inizialmente parallele: quella degli ultimi mesi di vita di Danny Archer (DiCaprio), giovane mercenario bianco dello Zimbawe, sprovvisto di scrupoli costantemente in cerca di pietre preziose da far sdoganare attraverso la Liberia, e quella di Solomon Vandy (Djimon Hounsou), onesto pescatore del luogo col sogno di vedere il figlio Dia diventare dottore ma che verrà invece rapito dal Fronte Rivoluzionario Unito e costretto ad imbracciare un fucile ad appena 8 anni.
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Prima di ogni valutazione inerente quest’ opera, vorrei sottolineare la coraggiosa scelta di Edward Zwick di inoltrarsi nelle impervie vicende interne ai paesi del centro Africa, tra pulizie etniche, genocidi e campi profughi, valida premessa per spingere un appassionato a scegliere di guardare questo film. Affrontare tali argomenti è segno di grande sensibilità culturale ed efficace connotazione morale e se aggiungiamo che la storia narra delle esportazioni illegali di diamanti e del coinvolgimento diretto di governi e multinazionali occidentali, tale prova registica assume un risalto ancor più ampio.
Ambientato in Sierra Leone, Blood Diamond (USA, 2006) racconta due storie solo inizialmente parallele: quella degli ultimi mesi di vita di Danny Archer (DiCaprio), giovane mercenario bianco dello Zimbawe, sprovvisto di scrupoli costantemente in cerca di pietre preziose da far sdoganare attraverso la Liberia, e quella di Solomon Vandy (Djimon Hounsou), onesto pescatore del luogo col sogno di vedere il figlio Dia diventare dottore ma che verrà invece rapito dal Fronte Rivoluzionario Unito e costretto ad imbracciare un fucile ad appena 8 anni. Le vicende si svolgono nell’ anno 1999, nel pieno della guerra civile sierraleonese, caratterizzata da stermini ed insensate mutilazioni ai danni di bambini, il tutto eseguito dal citato RUF, un gruppo di esaltati senza cervello autoproclamatisi “ribelli” e che cercano di salire al potere a cavallo tra gli anni novanta ed i duemila, finanziando il loro intento con la vendita del prezioso minerale. Solomon, a sua volta fatto schiavo in uno dei tanti giacimenti diamantiferi, ne trova e sotterra uno di colore rosa e grosse dimensioni, poco prima che le forze governative attacchino la miniera imprigionando indiscriminatamente ribelli e schiavi. Il capo del giacimento si ritroverà nella stessa cella di Solomon e pubblicamente lo accusa di aver rubato la pietra; ma in quelle gabbie è presente casualmente anche Archer il quale, una volta usciti entrambi di prigione, si avvicina al pescatore per convincerlo, in cambio di aiuto nella ricerca della famiglia dalla quale è stato costretto a separarsi, a portarlo direttamente al frammento.
Inizia così un’ avventura drammatica colma d’ azione e ricca di elementi che farà conoscere allo spettatore il lato cinico di Danny (ma anche la sua propensione ad una redenzione fino ad allora mai cercata) oltre che la determinazione e l’ equilibrio di Solomon. Entrerà in scena anche la giornalista americana Maddy Bowen (Jennifer Connelly) la quale farà aprire gli occhi a Danny sul marciume del quale egli stesso è protagonista, ed il cammino intrapreso insieme porterà i 3 personaggi, tra l’ altro, anche in un luogo ove sono accampati 1 milione di profughi, una scena che da sola fa capire, anche solo in parte, lo scempio che quotidianamente avviene nel continente nero. Trovata la moglie e i 2 figli più piccoli nello stesso accampamento, Solomon capisce che aiutare Archer significa arrivare al piccolo Dia. Comincia la marcia verso Kono (situato tra montagne e giungle) che costringerà Danny a chiedere sostegno logistico all’ altro personaggio chiave, il Colonnello, capo dell’ esercito privato a difesa del governo, vecchio conoscente del giovane mercenario. Le tappe di avvicinamento sono varie e tra queste c’è l’ incontro con una piccola comunità gestita da un professore il quale ha tolto dalle grinfie del RUF un bel numero di bambini; questi si offrirà di aiutare i tre, ma rimarrà gravemente ferito sulla strada proprio da un bambino soldato. Il viaggio prosegue fino alla separazione da Maddy, visibilmente infatuata di Archer che pare, invece, non ricambiare (almeno all’ apparenza). Il finale sa di speranza mista ad amarezza, laddove Solomon (intensa la prova dell’ attore del Benin) riesce rocambolescamente a recuperare fisicamente e mentalmente il figlio mentre Archer si sacrifica per lo scopo, rinunciando all’ultimo secondo a quella vita amorale ed insignificante che aveva scelto. In punto si accorge di ritrovarsi dinnanzi ad un “panorama bellissimo”, uno di quelli che solo l’ Africa sa offrire, nello stesso momento in cui si evince che l’ amore di Maddy è contraccambiato. Il finale concede anche la ribalta alla giornalista americana che fa lo scoop della vita incastrando la multinazionale londinese regina delle importazioni illegali.
Ora le note dolenti, perché deve passare il concetto che un film ben architettato può non essere perfetto. Blood Diamond è senz’ altro diretto con eleganza (sulla falsa riga de L’ ultimo Samurai), ha una discreta fotografia che in alcune sequenze (soprattutto quelle panoramiche) raggiunge ottimi livelli, ha un plot sviluppato in modo classico ma comunque avvincente. Allora qual’ è il punto debole? Senza per questo voler distruggere nessuna reputazione, per il sottoscritto è Leonardo DiCaprio. Premetto che la sua prova è buona dal punto di vista tecnico, senza sbavature di sorta e non cerca mai di travalicare i coprotagonisti (l’ umiltà gli appartiene), ma ancora una volta non posso esimermi dal far notare che quel pregiudizio di fondo nei suoi confronti trova linfa sul fatto che in certi ruoli pare poco indicato. Inoltre non può passare inosservata la sua propensione nel richiamare e rimodulare lo stile del suo mito dichiarato (De Niro), specie in alcune espressioni di sofferenza o quando cerca di passare per l’ uomo vissuto. Ovviamente senza riuscirci.
Inutile girarci, è l’ eterna lotta tra sostenitori e bastioni contrari, ma nel mio caso non si tratta di una stroncatura, anzi. Riesco facilmente ad associarlo a ruoli stile Jack Dawson, e mi sta bene anche il personaggio di Inception (anche se in quel caso i meriti sono specialmente di Nolan), ma questa personalità a cavallo tra il bene e il male riproposta spesso in pellicole come Nessuna verità o The departed (peraltro grandissimi film) non si addice a quel viso angelico e da belloccio americano. Non me ne voglia il buon Leo, ma l’ opera sarebbe stata ulteriormente impreziosita se nel ruolo di Archer ci fossero stati Edward Norton piuttosto che Christian Bale. Con i se e con i ma non si fa la storia, recita il detto e, dunque, ci teniamo DiCaprio e un film dalla forte impronta e dalle mille riflessioni, compresa la frase sui titoli di coda indirizzata a coloro che decidono di regalare un diamante.
Voto: 7-
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d'accordo? |
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