a.l.
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lunedì 24 luglio 2006
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con dita di sangue
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Secondo Morris, antropologo ed etologo, autore di La scimmia nuda, l’uomo di genio sarebbe spinto alla creazione dall’aver conservato in sé dalle ere preistoriche la dote del maschio dominante cacciatore e guerriero: l’amore per il rischio. L’ipotesi parrebbe spiegare bene perché ne I battiti del mio cuore il giovane protagonista senta il bisogno di diventare pianista e prendere “lezioni d’ascolto” da una ragazza cinese appena sbarcata a Parigi: esistenze come quella di Thomas( un sensualmente sanguigno Antoine Duris) sono un residuo insopprimibile nelle realtà urbane delle epoche primordiali caratterizzate dalla sopraffazione del forte sul debole. Egli gira di notte per fabbricati dismessi e locali e la sua attività consiste essenzialmente nello sgombrare a suon di spranghe, in compagnia di bravacci pari suoi, dall’umanità derelitta che li occupa clandestinamente gli immobili al centro degli interessi di affaristi e speculatori.
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Secondo Morris, antropologo ed etologo, autore di La scimmia nuda, l’uomo di genio sarebbe spinto alla creazione dall’aver conservato in sé dalle ere preistoriche la dote del maschio dominante cacciatore e guerriero: l’amore per il rischio. L’ipotesi parrebbe spiegare bene perché ne I battiti del mio cuore il giovane protagonista senta il bisogno di diventare pianista e prendere “lezioni d’ascolto” da una ragazza cinese appena sbarcata a Parigi: esistenze come quella di Thomas( un sensualmente sanguigno Antoine Duris) sono un residuo insopprimibile nelle realtà urbane delle epoche primordiali caratterizzate dalla sopraffazione del forte sul debole. Egli gira di notte per fabbricati dismessi e locali e la sua attività consiste essenzialmente nello sgombrare a suon di spranghe, in compagnia di bravacci pari suoi, dall’umanità derelitta che li occupa clandestinamente gli immobili al centro degli interessi di affaristi e speculatori. Egli è “padrone” dell’ambiente di cui è parte se con questo termine intendiamo la forza della consapevolezza: la coscienza però non sconfina nell’elaborazione di un codice etico e nel conseguente rifiuto delle legge della giungla, bensì in una rabbiosa insofferenza derivata dall’avvertire in sé una dimensione inesprimibile altrimenti che con la musica. L’impossibile evoluzione da sgherro ad artista ha risvolti tragici, perché, il finale inquietante lo fa intuire, se c’è un’energia in esubero nel compromesso essa resterà angosciosamente inespressa. Il lurido e il sublime dunque si sfiorano, ma in che modo l’uno entra nell’orbita dell’altro? Teorie suggestive a parte, il talento resta un bel mistero: sentirsi scrittori o musicisti, significa esserlo per davvero? Basta nascere Mozart per diventarlo? Se a un boss di Cosa Nostra nascesse un Proust, questi scriverebbe poi la “Recherche”? Nel remake di Fingers, un noir di Toback del ’78, Audiard e Benacquista, sceneggiatori di Tutti i battiti del mio cuore, fanno della travagliata presenza demonica di suoni e note in Thomas il leit-motiv della pellicola: il ritratto della greve barbarie dei nostri tempi scaturisce plasticamente dal contrasto con l’emersione fisicamente percepibile di un universo immateriale appartato e lontano. Incompatibili sono gli idiomi usati nei due pianeti: la metropoli del sesso e del denaro facili, della cocaina a fiumi, del malaffare e dei night si esprime in frasi convenzionali o a gesti brutali o tace in un’afasia che occlude la memoria di una madre perduta e i sentimenti autentici quali l’amore per una donna da altri tradita e per un padre invecchiato, il pianoforte invece parla una lingua ostica e criptica come il cinese della maestra ma universale e oscuramente solidale con le increspature dell’anima. I legami familiari e sociali stimolano la creatività o la strozzano in culla, ma forse è così che qualcuno diventa Mozart: accarezzando i tasti con dite di sangue.
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achab50
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venerdì 26 giugno 2015
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bach come obiettivo
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Un ragazzo che vive in una terra di mezzo della legalità, risolvendo con la violenza il problema delle abitazioni occupate da abusivi, che evidentemente angoscia anche la Francia. La vicenda si disvela passo passo, e qui purtroppo c'è qualche difetto di doppiaggio talchè alcune parole, nella concitazione del discorso, risultano di difficile comprensione. In questo mondo notturno e spietato, il protagonista tenta di trovare un riscatto interiore dedicandosi alla musica, e che musica! Tutto il film è attraversato da fantasie e fughe a più voci di Bach, per altro faticosamente interpretate ed utilizzate come esercizio tecnico sotto la guida di una giovane cinese.
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Un ragazzo che vive in una terra di mezzo della legalità, risolvendo con la violenza il problema delle abitazioni occupate da abusivi, che evidentemente angoscia anche la Francia. La vicenda si disvela passo passo, e qui purtroppo c'è qualche difetto di doppiaggio talchè alcune parole, nella concitazione del discorso, risultano di difficile comprensione. In questo mondo notturno e spietato, il protagonista tenta di trovare un riscatto interiore dedicandosi alla musica, e che musica! Tutto il film è attraversato da fantasie e fughe a più voci di Bach, per altro faticosamente interpretate ed utilizzate come esercizio tecnico sotto la guida di una giovane cinese.
La colonna sonora è composta con grande finezza ed intelligenza utilizzando variazioni di lacerti d'arie originali bachiane, e di conseguenza su tutto il film, come fosse un dio corrucciato, aleggia la musica impossibile (per il protagonista) del grande di Eisenach.
Bellissima ed inquietante nel suo fascino lusitano Arure Atika che da sola, nonostante la parte marginale, giustifica la visione di questo buon film, che degrada solo nel maledetto finale dei "due anni dopo", che poteva essere tranquillamente espunto in sede di montaggio.
Le vie del riscatto sono infinite, la tomba di S Tommaso a Lipsia è sempre piena di fiori.
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omanoc_laod
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domenica 11 maggio 2014
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canali verbali e non verbali della comunicazione
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Mi ha fatto quasi paura vedere questo film. Si perché getta le basi di quello che potrebbe essere un qualsiasi ritratto biografico di un individuo, dove ogni cosa sembra perdere di senso, dove un uomo deve scontrarsi con ciò che rimane dell'incomunicabilità voluta e impostagli.
Thomas ha a che fare con tante persone e tante figure che nascondono sempre qualcosa, una storia, un fallimento un amore e una verità, come quella della musica, che gli potrebbe fare tutto di lui e offrirgli la possibilità di allontanarsi dal quel lavoro che mal sopporta, dal quale non riesce a trarre nulla di positivo; o da quelle persone che risultano sempre poco idonee a comunicare con lui, come la donna del suo collega che nasconde i propri sentimenti e che lui proclamerà solo quando sarà messo alle strette, quando, per la loro decontestualizzazione, risultano fasulli; o dal padre che è il diretto responsabile delle sue più ardue battaglie: da una parte quelle vertenti le idee taciute di abbandonarlo per via dei suoi traffici loschi, o per colpa della sua vita, priva di interesse verso il figlio orfano di madre, o per via delle varie ragazze che gli gironzolano e che sembrano sempre rattristarlo e metterlo a disagio ogni volta che gliele presenta; e dall'altra parte quelle di volerlo aiutare, di voler spendere parte delle sue forze per colui che resta, nonostante tutto, parte del proprio sangue, del proprio destino e della propria vita, nonostante l'incomprensibilità, quanto la diversità, tra i due.
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Mi ha fatto quasi paura vedere questo film. Si perché getta le basi di quello che potrebbe essere un qualsiasi ritratto biografico di un individuo, dove ogni cosa sembra perdere di senso, dove un uomo deve scontrarsi con ciò che rimane dell'incomunicabilità voluta e impostagli.
Thomas ha a che fare con tante persone e tante figure che nascondono sempre qualcosa, una storia, un fallimento un amore e una verità, come quella della musica, che gli potrebbe fare tutto di lui e offrirgli la possibilità di allontanarsi dal quel lavoro che mal sopporta, dal quale non riesce a trarre nulla di positivo; o da quelle persone che risultano sempre poco idonee a comunicare con lui, come la donna del suo collega che nasconde i propri sentimenti e che lui proclamerà solo quando sarà messo alle strette, quando, per la loro decontestualizzazione, risultano fasulli; o dal padre che è il diretto responsabile delle sue più ardue battaglie: da una parte quelle vertenti le idee taciute di abbandonarlo per via dei suoi traffici loschi, o per colpa della sua vita, priva di interesse verso il figlio orfano di madre, o per via delle varie ragazze che gli gironzolano e che sembrano sempre rattristarlo e metterlo a disagio ogni volta che gliele presenta; e dall'altra parte quelle di volerlo aiutare, di voler spendere parte delle sue forze per colui che resta, nonostante tutto, parte del proprio sangue, del proprio destino e della propria vita, nonostante l'incomprensibilità, quanto la diversità, tra i due.
Ma tutto sembra cambiare e assumere nuove prospettive, lavorative quanto private, quando incontra il vecchio maestro di pianoforte della madre, che nel piacere di ricordarlo come un ragazzo tanto in gamba lo invita a proporsi a dei provini di pianoforte. Tale evento, dalla portata rinfrescante e rigenerativa, sembra fargli bene in quanto riesce a contrastare con quella che è la volontà del padre, dei propri colleghi e con ciò che personalmente concepisce di se stesso. Con grande coraggio quindi, accetta qualche lezioni di pianoforte da un insegnate giapponese, senza farsi smuovere dai problemi di lingua, volenteroso di riprendere e riallacciare i legami interrotti con la musica, e più probabilmente tagliati con la madre per quel padre così dispotico, così poco attento alla sensibilita del figlio.
Suddetta sensibilità, dunque, riesce a nobilitare l'animo di Thomas e contemporaneamente a porlo sempre sul ciglio del baratro quando non riesce a controllare la sua aggressività nemmeno di fronte al pianoforte o quando rimprovera se stesso per le normali lacune accumulatesi negli anni e per i problemi aventi con l'insegnante giapponese che sembra, ancora una volta non capirlo, così come invece è riuscita la musica.
L'incomunicabilità, mi verrebbe da dire, è il piatto forte di questo film, dove ogni emozione è soppressa per via della mancanza d'un canale verbale e non verbale, dove emergono i propri interessi, i destini di chi ha preferito accettare la miseria della vita senza misurarsi con le altre parti di essa, quelle che comincia a valutare Thomas e che gli son servite per accettare il fallimento del provino e sopratutto per non uccidere l'aguzzino del padre, proprio quando era lì per sferrargli il colpo di grazia e avere la tanto vana vendetta.
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