iuriv
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venerdì 8 settembre 2017
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senza infamia ne lode.
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Thriller fantapolitico pieno zeppo di grandi nomi, questo film ci racconta di come un'interprete dell'ONU si ritrovi ad ascoltare casualmente una conversazione per poi finire al centro di un intrigo internazionale. Pollack può contare su due calibri come Sean Penn e Nicole Kidman e decide di piazzarli al centro della scena, facendo girare loro intorno una vicenda piuttosto standard in grado di regalare qualche emozione, ma che per lo più se ne sta seduta senza offrire grossi scossoni. Il centro di gravità della storia sono i protagonisti, entrambi trovatisi soli al mondo dopo varie vicissitudini e capaci di costruire un'empatia forse basata proprio su tale condizione.
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Thriller fantapolitico pieno zeppo di grandi nomi, questo film ci racconta di come un'interprete dell'ONU si ritrovi ad ascoltare casualmente una conversazione per poi finire al centro di un intrigo internazionale. Pollack può contare su due calibri come Sean Penn e Nicole Kidman e decide di piazzarli al centro della scena, facendo girare loro intorno una vicenda piuttosto standard in grado di regalare qualche emozione, ma che per lo più se ne sta seduta senza offrire grossi scossoni. Il centro di gravità della storia sono i protagonisti, entrambi trovatisi soli al mondo dopo varie vicissitudini e capaci di costruire un'empatia forse basata proprio su tale condizione. In realtà la simbiosi non funziona gran che bene e il loro rapporto, prima professionale, poi di amicizia sempre più tendente verso qualcosa di tenero, appare un po' forzato nell'economia del tutto. A dire il vero il personaggio portato in scena da Kidman mi è parso manipolatore, capace cioè di sfruttare le debolezze dell'agente Penn a proprio vantaggio. La serie di eventi presenti nella parte finale, però, tendono a smentire questa mia teoria. Un peccato, perché i punti in cui l'interprete ha un comportamento ambiguo sono quelli che funzionano meglio. Tuttavia si sceglie un percorso per anime pulite, che finisce per rovinare l'aspetto torbido che avrebbe potuto garantire un filo di interesse alla vicenda. Esplosioni e alcune sparatorie non contribuiscono gran che a rendere frizzante la pellicola, che spesso si pianta in lunghi dialoghi poco originali e per nulla ispirati. Insomma un'opera che può anche risultare godibile, ma tutt'altro che memorabile.
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ernesto de maio
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giovedì 14 novembre 2013
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pollack decisamente sottotono
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Sydney Pollack in quarant'anni di attività ci ha regalato film stupendi, alcuni davvero indimenticabili, agli inizi sempre di denuncia sociale, poi ha toccato anche i toni del comico. Mi è sempre piaciuto tanto, in questo film però non convince, sembra assente.
Gli attori sembrano abbandonati a sè stessi, risultano monocordi.
Il sempre bravo (ma non stavolta) Penn è sempre ingrugnito e svagato. La Kidman indossa la stessa maschera dall'inzio alla fine.
Devo ammettere che non sono affatto invaghito della superstar australiana siliconata. Anzi, quanto più i registi la riprendono imbambolati e vorrebbero esaltare le sue doti di "grande bellezza", tanto più cede la sua bravura (Moulin Rouge!, Batman forever, Australia.
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Sydney Pollack in quarant'anni di attività ci ha regalato film stupendi, alcuni davvero indimenticabili, agli inizi sempre di denuncia sociale, poi ha toccato anche i toni del comico. Mi è sempre piaciuto tanto, in questo film però non convince, sembra assente.
Gli attori sembrano abbandonati a sè stessi, risultano monocordi.
Il sempre bravo (ma non stavolta) Penn è sempre ingrugnito e svagato. La Kidman indossa la stessa maschera dall'inzio alla fine.
Devo ammettere che non sono affatto invaghito della superstar australiana siliconata. Anzi, quanto più i registi la riprendono imbambolati e vorrebbero esaltare le sue doti di "grande bellezza", tanto più cede la sua bravura (Moulin Rouge!, Batman forever, Australia. . .). Quando le fanno fare davvero l'attrice, è certamente più artisticamente apprezzabile (The Hours, The Others, La macchia umana, Dogville).
L'unica cosa divertente del film è il modo in cui si sono evitate le inquadrature dei due protagonisti in piedi, l'una accanto all'altro. Per non far sfigurare Penn, accanto alla stangona, lo hanno appollaiato su balaustre alte due metri, oppure ecco che si parlano su una scalinata a quattro metri di distanza e lui ovviamente sta "al piano di sopra", e via così con altre ridicole soluzioni.
Ernesto
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denzel for ever
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lunedì 26 settembre 2011
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sopravvalutato
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ragzzi ma state scherzando...ho visto commenti che dicevano..Capolavoro...ia...ma lo avete mai visto un vero film...qst nn sara brutto. ma sinceramente mi aspettavo molto ma molto di piu...anche da Sean Penn..(grandissimo attore)....mentre mi è piaciuta di piu la Kidman...cmq storia ingarbugliata...che a tratti annoia..da guardare proprio se nn si a nnt da fare...ma consiglio altri film molto piu belli..cm Departed...Hurricane......Mystic river...ecc....qst sn capolavori
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paperino
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domenica 25 settembre 2011
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decisamente mi aspettavo di più...
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Da parte di Sidney Pollack mi aspettavo un film più teso , più definito e meno frammentario, più coerente: Coinvolgente nella prima scena con un'inaspettata esecuzione in piena regola da parte di due ragazzini armati di mitra delude poi le aspettative. A parte lasequenza dell'attentato nel bus , molto ben congeniata, perde di ritmo in certi momenti, diventa scontato in altri. Piuttosto confusa la situazione politica di questo paese inventato e poco credibile la rivelazione, dopo tre quarti di film, del passato di attivista armata della Kidman. Buona la sua interpretazione anche se l'ho trovato più esaltante in altri film ; lo stesso vale, a mio parere, per Sean Penn , un po' sottotono.
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Da parte di Sidney Pollack mi aspettavo un film più teso , più definito e meno frammentario, più coerente: Coinvolgente nella prima scena con un'inaspettata esecuzione in piena regola da parte di due ragazzini armati di mitra delude poi le aspettative. A parte lasequenza dell'attentato nel bus , molto ben congeniata, perde di ritmo in certi momenti, diventa scontato in altri. Piuttosto confusa la situazione politica di questo paese inventato e poco credibile la rivelazione, dopo tre quarti di film, del passato di attivista armata della Kidman. Buona la sua interpretazione anche se l'ho trovato più esaltante in altri film ; lo stesso vale, a mio parere, per Sean Penn , un po' sottotono.
Forse il regista ha voluto mischiare più di un genere col risultato di non portarne a compimentoo felicemente nemmeno uno.
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ultimoboyscout
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sabato 15 gennaio 2011
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inchioda alla poltrona.
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Un gran bel film, incalzante e convincente, ottimamente interpretato non solo da Sean Penn ma persina dalla Kidman! Una bella storia fluida e veloce ed un finale degno della qualità generale.
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nicole64
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venerdì 1 ottobre 2010
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i love nicole kidman
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Nicole Kidman è perfetta in ogni suo film... anche in questo!
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tremors_93
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venerdì 23 luglio 2010
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ottimo film
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A mio parere è un film molto ben fatto, anche se non lo classificherei tra il genere Thriller; per carità, ci sono delle scene molto adrenalitiche, ma penso che la cosa che mi sia piaciuta di più è la brutta verità di cui parla. A dirla tutta più che un thriller a me sembra un film drammatico, che rispecchia dettagliatamente la realtà di questo mondo, dove regna la dittatura e i bambini uccidono persone. Per finire, non posso non dire che Nicole Kidman è fantastica! Anche Sean Penn ha fatto del suo meglio, anche se mi è piaciuto di più in altri film. Voto 4+
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salazar
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venerdì 6 marzo 2009
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troppo alti
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Voti troppo alti per un film mediocre
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readcarpet
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giovedì 4 settembre 2008
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the interpreter
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Silvia, traduttrice che lavora presso il Palazzo del Congresso dell’ONU. Sente una conversazione che non doveva sentire. Riguarda l’uccisione del dittatore dello Stato africano di Matobo. Si rivolge ai servizi segreti.
Si aprano le danze.
Non sconvolge l’opera ultima di Pollack (è morto quest’anno per chi non lo sapesse): thriller spionistico ordinato, con qualche buon momento (la scena del bus) qualche tentativo poco riuscito di trasmettere la guerra come metafora della vita (e la sofferenza delle persone, e la vendetta, e la giustizia e via così).
Nonostante la luminosa presenza di Nicole Kidman, di una bravura esagerata anche quando ha a che fare con un personaggio “costretto”. Ammetto di aver guardato il film solo perché c’era lei.
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Silvia, traduttrice che lavora presso il Palazzo del Congresso dell’ONU. Sente una conversazione che non doveva sentire. Riguarda l’uccisione del dittatore dello Stato africano di Matobo. Si rivolge ai servizi segreti.
Si aprano le danze.
Non sconvolge l’opera ultima di Pollack (è morto quest’anno per chi non lo sapesse): thriller spionistico ordinato, con qualche buon momento (la scena del bus) qualche tentativo poco riuscito di trasmettere la guerra come metafora della vita (e la sofferenza delle persone, e la vendetta, e la giustizia e via così).
Nonostante la luminosa presenza di Nicole Kidman, di una bravura esagerata anche quando ha a che fare con un personaggio “costretto”. Ammetto di aver guardato il film solo perché c’era lei. Forse sono innamorato… bah…
Mi ha deluso un po’ Penn (da leggere tutto attaccato: popèn!), ma in generale, pur non conoscendo il mestiere dell’attore, potrei azzardarmi a dire che non credo che fossero le caratterizzazioni più semplici del mondo: una traduttrice anglo-matobana che parla di tradizioni africane nella scintillante Manhattan, e un detective scettico e girovago che ha perso la moglie da due settimane. E sti cazzi…
Intendiamoci, come film è anche godibile, ma non andrei mai in giro a dire: “sai qual è un bel film? The interpreter!”.
E’ un compitino, niente di più. Anche un po’ alla vecchia maniera: prima parte oddioddioddio nessuno mi crede, seconda parte opporcapporcapporca tutti mi credono ma mi vogliono accoppare.
E il finale è decisamente stucchevole. Senza anticipare niente.
Penso che il film passerà alla storia solo per essere stato il primo (e finora l’unico) ad aver mostrato gli interni del Palazzo del Congresso (tra parentesi molto suggestivo come possibile luogo del delitto).
E sembra che Pollack, girando le ultime scene, se ne sia accorto, regalando una generosa panoramica delle sale e dei dintorni come a dire: “male che vada, il primo a girare qui dentro sono stato io, ricordatevelo!”.
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