filippo catani
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giovedì 13 ottobre 2016
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un dramma più attuale che mai
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Due giovani palestinesi vengono scelti per farsi esplodere in Israele a un quarto d'ora di distanza l'uno dall'altro. Qualcosa però nel piano va storto e le cose prenderanno una piega inaspettata.
Uscito una decina di anni fa, questo film è di un'attualità davvero stringente. Il film è ambientato in quello che purtroppo è lo scenario e il crocevia di tantissimo odio. La storia è quella che purtroppo abbiamo tristemente imparato ad ascoltare negli ultimi tempi. Due ragazzi come tanti che, dopo un pesante indottrinamento, partono per una missione suicida. Certo hanno qualche tormento, un ultimo pensiero per la mamma eppure appaiono fieri e convinti perchè non riescono a intravedere un'altra soluzione per se stessi e per il futuro e come spesso ripetono: tanto siamo già morti.
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Due giovani palestinesi vengono scelti per farsi esplodere in Israele a un quarto d'ora di distanza l'uno dall'altro. Qualcosa però nel piano va storto e le cose prenderanno una piega inaspettata.
Uscito una decina di anni fa, questo film è di un'attualità davvero stringente. Il film è ambientato in quello che purtroppo è lo scenario e il crocevia di tantissimo odio. La storia è quella che purtroppo abbiamo tristemente imparato ad ascoltare negli ultimi tempi. Due ragazzi come tanti che, dopo un pesante indottrinamento, partono per una missione suicida. Certo hanno qualche tormento, un ultimo pensiero per la mamma eppure appaiono fieri e convinti perchè non riescono a intravedere un'altra soluzione per se stessi e per il futuro e come spesso ripetono: tanto siamo già morti. Un film tosto che oltre a farci riflettere sull'annoso conflitto mediorientale ci fa riflettere su quanto lavoro ci sia da fare per prevenire l'insorgere di queste situazioni togliendo frecce alla faretra dei reclutatori. E la seconda parte della vicenda vedrà i due personaggi su binari paralleli che non si incontrano fino alla svolta finale. Film premiato a Berlino e ai Golden Globes e che vede una bella sceneggiatura, ottimi attori ma specialmente una fotografia che lascia ben poco all'immaginazione.
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giulio dispenza
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lunedì 28 novembre 2011
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realistico, freddo e commovente. un capolavoro.
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Strisca di Gaza 2005. Due giovani ragazzi vengono scelti da un gruppo di terroristi palestinesi per compiere un attentato suicida contro il nemico Israeliano. Il film racconta la storia avvincente delle due giornate che anticipano l'attentato, sottolineando la paura,l'orgoglio, la freddezza e i ripensamenti che i due futuri kamikaze affronteranno. La straordinaria abilità del regista Abu-Hassad, che riesce pienamente a rappresentare quanto i giovani palestinesi siano disposti a rinunciare alla famiglia e anche a un amore nascente con una ragazza, per degli ideali politico-religiosi. Una rappresentazione fredda e strettamente realistica, e oserei anche dire psicologica, per quanto vengano sottolineati, i cambiamenti idealistici dei due kamikaze.
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Strisca di Gaza 2005. Due giovani ragazzi vengono scelti da un gruppo di terroristi palestinesi per compiere un attentato suicida contro il nemico Israeliano. Il film racconta la storia avvincente delle due giornate che anticipano l'attentato, sottolineando la paura,l'orgoglio, la freddezza e i ripensamenti che i due futuri kamikaze affronteranno. La straordinaria abilità del regista Abu-Hassad, che riesce pienamente a rappresentare quanto i giovani palestinesi siano disposti a rinunciare alla famiglia e anche a un amore nascente con una ragazza, per degli ideali politico-religiosi. Una rappresentazione fredda e strettamente realistica, e oserei anche dire psicologica, per quanto vengano sottolineati, i cambiamenti idealistici dei due kamikaze. Il film è come se volesse raccontare la divisione che è presente oggi in Palestina: una conservatrice (rappresentata prima da uno e poi dall'altro kamikaze), legata strettamente alla visione religiosa dei martiri combattenti che per liberare la loro terra sono e saranno costratti a combattre fino alla morte; e una più innovatrice ( interpratata dalla ragazza che riesce a convincere uno dei futuri kamikaze) portatrice degli ideali di pace e di una nuova filosofia di vita cercando di convincere che la morte e la guerra non portano da nessuna parte.
Giulio Dispenza
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paperino
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venerdì 8 aprile 2011
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un diverso punto di vista
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Un diverso punto di vista è quello che ci offre questo film mostrandoci due kamikaze in un modo molto differente dai cliché a cui siamo abituati. Per quel che mi riguarda,almeno, ho sempre immaginato questi " martiri" come appartenenti ad un'associazione molto chiusa, composta da fanatici religiosi che ne controllano la vita in ogni momento. Ci troviamo invece davanti a due ragazzi che conducono una vita abbastanza " normale" (se normale si può considerare l'esistenza in quella zona) con i problemi legati al lavoro, alla famiglia, all'attrazione per una ragazza bella e irraggiungibile. Significativa la scena della ripresa del " testamento" del giovane votato al sacrificio che deve essere ripetuta tre volte per problemi con la cinepresa : niente di solenne, non ci sono sguardi di sfida e di indignazione, coraggio ma la ripetizione di una " lezioncina" nemmeno imparata a memoria.
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Un diverso punto di vista è quello che ci offre questo film mostrandoci due kamikaze in un modo molto differente dai cliché a cui siamo abituati. Per quel che mi riguarda,almeno, ho sempre immaginato questi " martiri" come appartenenti ad un'associazione molto chiusa, composta da fanatici religiosi che ne controllano la vita in ogni momento. Ci troviamo invece davanti a due ragazzi che conducono una vita abbastanza " normale" (se normale si può considerare l'esistenza in quella zona) con i problemi legati al lavoro, alla famiglia, all'attrazione per una ragazza bella e irraggiungibile. Significativa la scena della ripresa del " testamento" del giovane votato al sacrificio che deve essere ripetuta tre volte per problemi con la cinepresa : niente di solenne, non ci sono sguardi di sfida e di indignazione, coraggio ma la ripetizione di una " lezioncina" nemmeno imparata a memoria. Naturalmente questo non giustifica quanto poi avverrà ma, insieme alla frase più volte ripetuta " tanto siamo morti lo stesso " ci fa capire come la morte sia così comune in quel contesto da rendere quasi " banale " un atto d'eroismo o scellerato a seconda del punto di vista da cui lo si considera. Gli unici rituali sono " la vestizione" con abiti portati talmente raramente che inducono chi li incontra a credere se stiano andando ad un matrimonio, e il taglio della barba e dei capelli per renderli meno riconoscibili.E' come se in quel momento avvenisse una trasformazione : i due si rendono conto veramente di quello che stanno per fare e di stare per vivere un punto di non-ritorno.Uno dei due sceglierà di proseguire lungo la sua strada anche per riscattare il personaggio "negativo" del padre bollato come collaborazionista.
Intensa la scena in cui , appiattito contro il muro della sua casa, il giovane ascolta per l'ultima volta la voce della madre.
Le scene finali sono cinema puro: solo gli sguardi in attesa degli amici, della madre , dell innamorata e i suoi occhi intensi che attendono la fine che arriva con un luce accecante.
In questo caso le pause e i silenzi sono veramente funzionali a creare momenti di riflessione e di grande emozione.
Paperino
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sinkro
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mercoledì 9 settembre 2009
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e tu, da che parte stai?
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Pellicola dura e attuale su quel che succede nella striscia di Gaza.
Due giovani vengono chiamati ad affrontare un martirio per la propria ideologia.
Giusto o non giusto (o meglio: condivisibile / non condivisibile) vediamo solo voci palestinesi con i dialoghi stupendi tra i protagonisti e la controparte.
Senza fronzoli o retorica o buonismo ci mostra una parte che spesso sfugge ai nostri occhi.
Crudo, diretto e sincero, cattura, commuove e si fa divorare. Abilissimo il regista nel cogliere gli sguardi a volte carichi, a volte dispersi dei protagonisti.
Un film utile che fa riflettere.
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buddha94
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domenica 19 aprile 2009
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un film interessante ed istruttivo
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Il film fa bene quello che deve fare: narrare da una nuova prospettiva il mondo dei kamikaze e quello della guera in Medio Oriente. L'aspetto psicologico dei personaggi è descritto molto bene. L'unica cosa del film che mi ha lasciato perplesso è che sia Khaled che Said abbiano cambiato idea e si siano invertiti le posizioni in così breve tempo. Ciononostante il film è decisamente interessante e merita un voto più che positivo.
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luhai
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domenica 27 aprile 2008
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film che approva gli atti terroristici
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Beh un film che però approva gli atti terroristici contro gli umani, allora si divrebbero anche approvare le azioni contro le torri gemelle, le azioni che si vogliono svolgere conotro il papa, contro l'occidente, l'estremismo che si vuole insediare nelle nostre vite.
questo film è bello, ma una cosa non dovrà mai essere vera: non ci possono essere soluzioni con i kamikaze, con i terrori che non portano a niente, e poi Israele non attacca mai un territorio palestinese senza motivo, a meno che questo non abbia a che fare con i gruppi TERRORISTICI, e invece il film fa vedere il contrario, ma quando si capirà che lo STATO DI ISRAELE è stato dato agli ebrei dall'ONU, non è l'OCCUPAZIONE, ma è lo stato LEGITTIMO che ha diritto di vivere in pace e vuole la PACE!
invece di mandare gli umani palestinesi a fare i kamikaze, dovrebbero trovare una strada alternativa(come dice la ragazza carina del film).
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Beh un film che però approva gli atti terroristici contro gli umani, allora si divrebbero anche approvare le azioni contro le torri gemelle, le azioni che si vogliono svolgere conotro il papa, contro l'occidente, l'estremismo che si vuole insediare nelle nostre vite.
questo film è bello, ma una cosa non dovrà mai essere vera: non ci possono essere soluzioni con i kamikaze, con i terrori che non portano a niente, e poi Israele non attacca mai un territorio palestinese senza motivo, a meno che questo non abbia a che fare con i gruppi TERRORISTICI, e invece il film fa vedere il contrario, ma quando si capirà che lo STATO DI ISRAELE è stato dato agli ebrei dall'ONU, non è l'OCCUPAZIONE, ma è lo stato LEGITTIMO che ha diritto di vivere in pace e vuole la PACE!
invece di mandare gli umani palestinesi a fare i kamikaze, dovrebbero trovare una strada alternativa(come dice la ragazza carina del film).Dovrebbero parlare e non sparare i razzi!
IO SONO PALESTINESE e grazie a Dio vedo con gli occhi com'è la situazione, e non approvo per niente i kamikaze, ma approvo il dialogo tra gli ebrei e i palestinesi.
Israele è un paese molto ricco ormai, e non penso che la palestina sarebbe stata così se non ci fossero gli ebrei!quindi al dialogo e tutti e due avranno i benefici, da una parte ci sarà il paese che ha la pace, e dall'altra il vantaggio di avere gli israeliani che daranno lavoro e la possibilità di costruire un paese meglio di adesso!
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[+] mi sa ke non hai capito nulla di questo film......
(di alice)
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dedoverde
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sabato 5 gennaio 2008
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commovente...
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incredibile quanto questo film riesca a non essere mai retorico nonostante tratti un tema difficile e pesante...la vita dei palestinesi e in partcicolare i kamikaze, in questo film non sono visti come degli estremisti votati al sacrificio solo per la religione..."gli israeliani fanno la parte della vittima e allo stesso tempo sono i carnefici, io non posso che essere una vittima e un assassino" "comunque è sempre meglio avere il paradiso nella testa che continuare a vivere in questo inferno...si sceglie di morire solo per sfuggire al peggio".
Un film lento....ma sicuramente da vedere.
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babi
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venerdì 23 novembre 2007
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le 48 ore dei due kamikaze kaled e said
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bellissimo film (visto a scuola)il finale xo mi ha lasciata un pò perplessa...cioè,e molto significativa ma bellissimo!
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reiver
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giovedì 27 settembre 2007
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occasione sprecata
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La visione di questo film mi fa essere particolarmente pessimista su quello che viene chiamato "processo di pace" del Medioriente e che invece da decenni è un cammino di guerra,morte e distruzione.Il regista mostra un indubbio talento nel catturare gli stati d'animo dei due kamikaze,nel dare ritmo alla narrazione (che infatti risulta tesa e coinvolgente),ma commette il peccato più grave:quello di non abbandonare neanche per un attimo il punto di vista del palestinese.Ciò che è normale in un qualsiasi prodotto di finzione diventa invece delicato quando si parla di una questione tanto spinosa.Configurare perennemente gli israeliani come "cattivi" ,oltre che essere un errore madornale perchè la verità non sta mai da una parte sola,è la conferma di quanto lontana sia la pace.
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La visione di questo film mi fa essere particolarmente pessimista su quello che viene chiamato "processo di pace" del Medioriente e che invece da decenni è un cammino di guerra,morte e distruzione.Il regista mostra un indubbio talento nel catturare gli stati d'animo dei due kamikaze,nel dare ritmo alla narrazione (che infatti risulta tesa e coinvolgente),ma commette il peccato più grave:quello di non abbandonare neanche per un attimo il punto di vista del palestinese.Ciò che è normale in un qualsiasi prodotto di finzione diventa invece delicato quando si parla di una questione tanto spinosa.Configurare perennemente gli israeliani come "cattivi" ,oltre che essere un errore madornale perchè la verità non sta mai da una parte sola,è la conferma di quanto lontana sia la pace.A differenza del protagonista di "Munich",devastato interiormente dalla sua tragica missione,i due kamikaze sembrano avere ripensamenti solo per non dare un addio precoce alla vita,noncuranti delle esistenze degli "infedeli" che andranno a spezzare.Se neppure l'arte riesce ad abbattere le barriere tra i popoli,è impensabile che ci riescano i governi.
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laura
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sabato 8 settembre 2007
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sconvolgente
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Film "disturbante" e crudo, difficile da dimenticare, così come gli occhi tristi del protagonista.
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