doctor love
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venerdì 19 gennaio 2007
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kamikaze per caso
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Commentando un film a basso budget si rischia sempre di essere eccessivamente generosi riguardo imperfezioni scenografiche o stilistiche, considerandole frutto di condizioni ambientali non ottimali o dell'impossibilità di girare nuovamente scene non riuscite; ancora di più se il film è stato girato in una location sostanzialmente inedita e ovviamente difficilissima, come l'autore non ha scordato di sottolineare. In realtà i meriti si fermano sostanzialmente qui, all'originalità degli interpreti e del tema trattato, che ci spingono a seguire ogni scena come un reportage girato in territori sconosciuti e ostili mostrandoci un punto di vista che finisce per farci compatire, se non addirittura comprendere, una scelta inumana come il martirio omicida.
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Commentando un film a basso budget si rischia sempre di essere eccessivamente generosi riguardo imperfezioni scenografiche o stilistiche, considerandole frutto di condizioni ambientali non ottimali o dell'impossibilità di girare nuovamente scene non riuscite; ancora di più se il film è stato girato in una location sostanzialmente inedita e ovviamente difficilissima, come l'autore non ha scordato di sottolineare. In realtà i meriti si fermano sostanzialmente qui, all'originalità degli interpreti e del tema trattato, che ci spingono a seguire ogni scena come un reportage girato in territori sconosciuti e ostili mostrandoci un punto di vista che finisce per farci compatire, se non addirittura comprendere, una scelta inumana come il martirio omicida. La vita a Nablus non offre alcuna speranza di emancipazione e non vi è alternativa all'educazione all'odio verso Israele, indicato come responsabile di ogni afflizione; giudicare con disprezzo le azioni terroristiche dalla nostra poltrona di casa è semplice e scontato, se si dimentica l'inferno da cui vengono gli inanimati "terroristi". Proprio a questi ultimi viene dato un volto e dei sentimenti; è emozionante immaginare i pensieri di un uomo senza futuro, mentre parla per l'ultima volta con la madre ignara o con la donna della quale forse si è innamorato. Il primo tempo, che ci presenta i personaggi, la "decisione" del suicidio, l'ultima notte e la preparazione dei due martiri rappresenta il cuore del messaggio; a questo punto resta poco altro da dire, e il film si dilunga senza motivo per un altro tempo mostrandosi in tutta la sua ingenuità e dilettantismo, con scene approssimative e personaggi sbiaditi, ma se non altro ci presenta altre immagini impressionanti della città palestinese, che rendono più aspro il confronto con i grattacieli di Tel Aviv nel finale. Proprio nel finale viene ripreso il filo abbandonato nel primo tempo, e gli occhi di Said tra i militari israeliani riescono a farci alzare dalla sedia con in testa qualche domanda in più.
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paperino
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venerdì 8 aprile 2011
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un diverso punto di vista
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Un diverso punto di vista è quello che ci offre questo film mostrandoci due kamikaze in un modo molto differente dai cliché a cui siamo abituati. Per quel che mi riguarda,almeno, ho sempre immaginato questi " martiri" come appartenenti ad un'associazione molto chiusa, composta da fanatici religiosi che ne controllano la vita in ogni momento. Ci troviamo invece davanti a due ragazzi che conducono una vita abbastanza " normale" (se normale si può considerare l'esistenza in quella zona) con i problemi legati al lavoro, alla famiglia, all'attrazione per una ragazza bella e irraggiungibile. Significativa la scena della ripresa del " testamento" del giovane votato al sacrificio che deve essere ripetuta tre volte per problemi con la cinepresa : niente di solenne, non ci sono sguardi di sfida e di indignazione, coraggio ma la ripetizione di una " lezioncina" nemmeno imparata a memoria.
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Un diverso punto di vista è quello che ci offre questo film mostrandoci due kamikaze in un modo molto differente dai cliché a cui siamo abituati. Per quel che mi riguarda,almeno, ho sempre immaginato questi " martiri" come appartenenti ad un'associazione molto chiusa, composta da fanatici religiosi che ne controllano la vita in ogni momento. Ci troviamo invece davanti a due ragazzi che conducono una vita abbastanza " normale" (se normale si può considerare l'esistenza in quella zona) con i problemi legati al lavoro, alla famiglia, all'attrazione per una ragazza bella e irraggiungibile. Significativa la scena della ripresa del " testamento" del giovane votato al sacrificio che deve essere ripetuta tre volte per problemi con la cinepresa : niente di solenne, non ci sono sguardi di sfida e di indignazione, coraggio ma la ripetizione di una " lezioncina" nemmeno imparata a memoria. Naturalmente questo non giustifica quanto poi avverrà ma, insieme alla frase più volte ripetuta " tanto siamo morti lo stesso " ci fa capire come la morte sia così comune in quel contesto da rendere quasi " banale " un atto d'eroismo o scellerato a seconda del punto di vista da cui lo si considera. Gli unici rituali sono " la vestizione" con abiti portati talmente raramente che inducono chi li incontra a credere se stiano andando ad un matrimonio, e il taglio della barba e dei capelli per renderli meno riconoscibili.E' come se in quel momento avvenisse una trasformazione : i due si rendono conto veramente di quello che stanno per fare e di stare per vivere un punto di non-ritorno.Uno dei due sceglierà di proseguire lungo la sua strada anche per riscattare il personaggio "negativo" del padre bollato come collaborazionista.
Intensa la scena in cui , appiattito contro il muro della sua casa, il giovane ascolta per l'ultima volta la voce della madre.
Le scene finali sono cinema puro: solo gli sguardi in attesa degli amici, della madre , dell innamorata e i suoi occhi intensi che attendono la fine che arriva con un luce accecante.
In questo caso le pause e i silenzi sono veramente funzionali a creare momenti di riflessione e di grande emozione.
Paperino
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giulio dispenza
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lunedì 28 novembre 2011
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realistico, freddo e commovente. un capolavoro.
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Strisca di Gaza 2005. Due giovani ragazzi vengono scelti da un gruppo di terroristi palestinesi per compiere un attentato suicida contro il nemico Israeliano. Il film racconta la storia avvincente delle due giornate che anticipano l'attentato, sottolineando la paura,l'orgoglio, la freddezza e i ripensamenti che i due futuri kamikaze affronteranno. La straordinaria abilità del regista Abu-Hassad, che riesce pienamente a rappresentare quanto i giovani palestinesi siano disposti a rinunciare alla famiglia e anche a un amore nascente con una ragazza, per degli ideali politico-religiosi. Una rappresentazione fredda e strettamente realistica, e oserei anche dire psicologica, per quanto vengano sottolineati, i cambiamenti idealistici dei due kamikaze.
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Strisca di Gaza 2005. Due giovani ragazzi vengono scelti da un gruppo di terroristi palestinesi per compiere un attentato suicida contro il nemico Israeliano. Il film racconta la storia avvincente delle due giornate che anticipano l'attentato, sottolineando la paura,l'orgoglio, la freddezza e i ripensamenti che i due futuri kamikaze affronteranno. La straordinaria abilità del regista Abu-Hassad, che riesce pienamente a rappresentare quanto i giovani palestinesi siano disposti a rinunciare alla famiglia e anche a un amore nascente con una ragazza, per degli ideali politico-religiosi. Una rappresentazione fredda e strettamente realistica, e oserei anche dire psicologica, per quanto vengano sottolineati, i cambiamenti idealistici dei due kamikaze. Il film è come se volesse raccontare la divisione che è presente oggi in Palestina: una conservatrice (rappresentata prima da uno e poi dall'altro kamikaze), legata strettamente alla visione religiosa dei martiri combattenti che per liberare la loro terra sono e saranno costratti a combattre fino alla morte; e una più innovatrice ( interpratata dalla ragazza che riesce a convincere uno dei futuri kamikaze) portatrice degli ideali di pace e di una nuova filosofia di vita cercando di convincere che la morte e la guerra non portano da nessuna parte.
Giulio Dispenza
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filippo catani
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giovedì 13 ottobre 2016
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un dramma più attuale che mai
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Due giovani palestinesi vengono scelti per farsi esplodere in Israele a un quarto d'ora di distanza l'uno dall'altro. Qualcosa però nel piano va storto e le cose prenderanno una piega inaspettata.
Uscito una decina di anni fa, questo film è di un'attualità davvero stringente. Il film è ambientato in quello che purtroppo è lo scenario e il crocevia di tantissimo odio. La storia è quella che purtroppo abbiamo tristemente imparato ad ascoltare negli ultimi tempi. Due ragazzi come tanti che, dopo un pesante indottrinamento, partono per una missione suicida. Certo hanno qualche tormento, un ultimo pensiero per la mamma eppure appaiono fieri e convinti perchè non riescono a intravedere un'altra soluzione per se stessi e per il futuro e come spesso ripetono: tanto siamo già morti.
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Due giovani palestinesi vengono scelti per farsi esplodere in Israele a un quarto d'ora di distanza l'uno dall'altro. Qualcosa però nel piano va storto e le cose prenderanno una piega inaspettata.
Uscito una decina di anni fa, questo film è di un'attualità davvero stringente. Il film è ambientato in quello che purtroppo è lo scenario e il crocevia di tantissimo odio. La storia è quella che purtroppo abbiamo tristemente imparato ad ascoltare negli ultimi tempi. Due ragazzi come tanti che, dopo un pesante indottrinamento, partono per una missione suicida. Certo hanno qualche tormento, un ultimo pensiero per la mamma eppure appaiono fieri e convinti perchè non riescono a intravedere un'altra soluzione per se stessi e per il futuro e come spesso ripetono: tanto siamo già morti. Un film tosto che oltre a farci riflettere sull'annoso conflitto mediorientale ci fa riflettere su quanto lavoro ci sia da fare per prevenire l'insorgere di queste situazioni togliendo frecce alla faretra dei reclutatori. E la seconda parte della vicenda vedrà i due personaggi su binari paralleli che non si incontrano fino alla svolta finale. Film premiato a Berlino e ai Golden Globes e che vede una bella sceneggiatura, ottimi attori ma specialmente una fotografia che lascia ben poco all'immaginazione.
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