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sabato 18 ottobre 2025
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proviamo a non parlare tutti di tutto
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la disperazione umana segue una rigida gerarchia. questa consapevolezza ? dell'arte e degli artisti. grazie marzia gandolfi
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giuseppe d''''orsi
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venerdì 22 agosto 2025
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film patetico
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Uno dei film più patetici che abbia mai visto. Sceneggiatura irrealistica, che punta a tutti i costi alla drammaticità (urla, pianti, frasi ad effetto ecc) in una atmosfera da sopa opera. Personaggi strampalati e banali (però tutti bellissimi esteticamente). Regia da principiante. Unica nota positiva è l'interpretazione degli attori principali (su quelli secondari no comment, livello recita di terza media). Voto 1/10
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giuseppe d''orsi
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venerdì 22 agosto 2025
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film patetico
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Uno dei film pi? patetici che abbia mai visto. Storia irrealistica che non si regge in piedi e che fa perno sulla ricerca della drammaticit? (pianti, urla ecc). Regia da principiante. Atmosfera da soap opera. Unica nota positiva sono gli attori principali (attori secondari da recita di terza media). Voto 1/10.
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francesco izzo
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sabato 16 agosto 2025
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misandr?a allo stato puro
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Dispiace constatare come una regista così brava abbia idee e sentimenti talemente misandrici da arrivare al parossismo.
Già la storia cardine- l'antefatto voglio dire- che non svelo per non spoilerare (anche se la si intuisce quasi dal titolo stesso) per me è molto artefatta e molto poco realistica (quale madre si comporterebbe così?). Vuole essere una denuncia della "famiglia borghese" tutta immagine e niente sostanza? Ma per favore!!!
Poi, e questo è un dato reale: se è vero che avviene spesso che un uomo di una certa età si possa sentir attratto da una giovane più che da una moglie pressochè coetanea, è altrettanto vero che generalmente queste storie durano poco per ovvii motivi (a meno che l'uomo non sia un personaggio famoso o in ogni caso molto benestante perchè a quel punto possono subentrare tra l'altro interessi di altra natura da parte della donzella).
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Dispiace constatare come una regista così brava abbia idee e sentimenti talemente misandrici da arrivare al parossismo.
Già la storia cardine- l'antefatto voglio dire- che non svelo per non spoilerare (anche se la si intuisce quasi dal titolo stesso) per me è molto artefatta e molto poco realistica (quale madre si comporterebbe così?). Vuole essere una denuncia della "famiglia borghese" tutta immagine e niente sostanza? Ma per favore!!!
Poi, e questo è un dato reale: se è vero che avviene spesso che un uomo di una certa età si possa sentir attratto da una giovane più che da una moglie pressochè coetanea, è altrettanto vero che generalmente queste storie durano poco per ovvii motivi (a meno che l'uomo non sia un personaggio famoso o in ogni caso molto benestante perchè a quel punto possono subentrare tra l'altro interessi di altra natura da parte della donzella). Io non mi sentirei mai di condannare una donna giovane perchè si sente più attratta sessualmente da un suo quasi coetaneo o in ogni caso da un uomo mediamente giovane che da un uomo maturo, perchè è giusto e naturale così.
E non capisco quindi perchè venga visto dalla regista con orrore il reciproco opposto, ossìa il fatto che una donna giovane susciti - stiamo rimanendo sempre solo sul piano sessuale- attrazione in un uomo maturo.
Insomma il messaggio che passa (allucinante e pesantemente offensivo è il linguaggio che usa la Finocchiaro rivolgendosi a Battiston verso la fine del film, non so in quanti siano d'accordo con me....) è che il genere maschile fa piuttosto schifo, è basso e meschino e che le donne dovranno tipo salvarsi da sole fino ad accettare l'omosessualità come una forma di solidarietà di genere (!!!).Quando invece credo proprio che omosessualità e solidarietà siano due cose nettamente diverse.
Peccato per questa tendenza ferocemente misandrica che in Italia (e forse anche altrove) trova tante esponenti a propinarla (penso a Margaret Mazzantini in "Non ti muovere" o a tanti altri esempi).
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il marchese stucchi
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martedì 12 agosto 2025
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pensavo peggio
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Una buona produzione per un film di qualit? e con un ottimo cast (Finocchiaro e Battiston su tutti). La pecca principale di questo titolo ? che dopo pochi minuti gi? si capisce dove il racconto vuole andare a parare, il resto sono delle variazioni sui rapporti umani in pieno stile muccianiano nella solita ambientazione borghese. Il pregio principale ? che tutti gli interpreti si fanno capire con voce chiara. La regista Comencini non esce dal suo habitat e prende spunto da un suo stesso romanzo. Il risultato ? gradevole perch? questa volta ? meno smaccatamente e pesantemente pedagogico. Alla fine il film non risulta affatto memorabile e va a inserirsi in un filone meglio rappresentato da altri titoli.
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Una buona produzione per un film di qualit? e con un ottimo cast (Finocchiaro e Battiston su tutti). La pecca principale di questo titolo ? che dopo pochi minuti gi? si capisce dove il racconto vuole andare a parare, il resto sono delle variazioni sui rapporti umani in pieno stile muccianiano nella solita ambientazione borghese. Il pregio principale ? che tutti gli interpreti si fanno capire con voce chiara. La regista Comencini non esce dal suo habitat e prende spunto da un suo stesso romanzo. Il risultato ? gradevole perch? questa volta ? meno smaccatamente e pesantemente pedagogico. Alla fine il film non risulta affatto memorabile e va a inserirsi in un filone meglio rappresentato da altri titoli.
Il finto pancione...poteva essere realizzato meglio
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domenica 10 agosto 2025
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stupidlove
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mercoledì 13 maggio 2020
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dramma della società
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Contando il fatto che, a mio parere, non c'è paragone tra il cinema americano e quello italiano, ho trovato tutto sommato questo film niente male. L'argomento è un dramma della società quindi tocca nel vivo. Giovanna Mezzogiorno una delle poche attrici italiane che trovo davvero credibili. Il personaggio del fratello Daniele molto complesso e interessante e fa meditare su quello che passano a livello psicologico le persone che sono state vittime di abusi da piccoli.
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strogog
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mercoledì 10 settembre 2014
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semplice e profondo
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Il film mi è piaciuto molto. Mentre sono parecchio contrariato per la recensione ridicola che gli è stata fatta in questo sito. Mi dispiace utilizzare le frasi di una recensione come spunto di riflessione per commentare il film ma non posso farne a meno visto quello che leggo. Non fa mai una reale critica cinematografica ma si limita a contestare le emozioni espresse dall'autrice barricandosi nel proprio integralismo, e non dice mai (ad esempio) che Luigi Lo Cascio nei panni del figlio abusato risulta poco credibile (come attore). In un film interessante e ben raccontato (come questo) sono elementi che hanno discreta importanza. Prevedibilmente invece spiccano per bravura Angela Finocchiaro e Giuseppe Battiston.
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Il film mi è piaciuto molto. Mentre sono parecchio contrariato per la recensione ridicola che gli è stata fatta in questo sito. Mi dispiace utilizzare le frasi di una recensione come spunto di riflessione per commentare il film ma non posso farne a meno visto quello che leggo. Non fa mai una reale critica cinematografica ma si limita a contestare le emozioni espresse dall'autrice barricandosi nel proprio integralismo, e non dice mai (ad esempio) che Luigi Lo Cascio nei panni del figlio abusato risulta poco credibile (come attore). In un film interessante e ben raccontato (come questo) sono elementi che hanno discreta importanza. Prevedibilmente invece spiccano per bravura Angela Finocchiaro e Giuseppe Battiston.
Il problema grosso di questa recensione è proprio relativo al significato profondo del film, che in un certo senso è da manuale di psicologia, e che l'autrice della recensione non coglie. Nelle emozioni umane non ci sono gerarchie. Qui nessuno mette a confronto niente. Il mescolamento narrativo di emozioni con natura e profondità diverse è molto significativo...e umano. La vita è così, che ci piaccia o meno. E per riprenere a spunto proprio la scena dell'epilogo citata da chi recensisce, la chiave di comprensione è proprio lì. Non si tratta di nessun chiarimento, nessun perdono, nessuno senso di colpa messo a confronto. Ci sono solo due compagni che si accorgono di quanto la stupidità umana li abbia indotti ad allontanarsi. Non importa quanto sia grave o profono il dolore che hanno vissuto. La cosa importante è che quel dolore si possa risolvere all'interno della coppia, invece di farla scoppiare isolandosi.
Questo concetto l'aveva raccontato molto bene Arthur Schnitzler nel libro "Doppio Sogno" da cui poi è stato tratto il film "Eyes Wide Shut". In quel libro il tradimento effettuato dal marito nei confronti della coniuge veniva messo a confronto con quello solo immaginato da parte di lei e i loro problemi venivano risolti uno nell'altro. Questa idea (oserei quasi dire terapeutica) Schnitzler l'aveva capita e raccontata già nel 1926, quasi contemporaneamente a Sigmund Freud.
Forse è chi scrive che dovrebbe pensare un po' meno alle gerarchie e un po' di più a lasciarsi andare alle emozioni della vita. Gli integralismi lasciamoli ai politicanti da strapazzo, è meglio.
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ralphscott
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domenica 17 marzo 2013
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coinvolgimento parziale
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Che sia una co-produzione si percepisce anche nell'assenza di un impronta caratterizzante nella scelta di locations e scenografie:tutto bello,ma dal sapore di finto. Sembra che la casa di Sabina e compagno non sia davvero abitata. In realtà,già il primo lungo piano sequenza sulla dimora della famiglia di lei ci viene offerto con tutto coperto da una spessa coltre di polvere. Questo espediente,forse,é coerente con l'affacciarsi continuo,durante il film,di sogni,incubi. Sebbene questi siano molto apprezzabili dal punto di vista filmico,tuttavia,non aiutano lo spettatore ad entrare nella dimensione del dramma. Ci sono momenti di sicura presa,ma la narrazione é sussultuosa.
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Che sia una co-produzione si percepisce anche nell'assenza di un impronta caratterizzante nella scelta di locations e scenografie:tutto bello,ma dal sapore di finto. Sembra che la casa di Sabina e compagno non sia davvero abitata. In realtà,già il primo lungo piano sequenza sulla dimora della famiglia di lei ci viene offerto con tutto coperto da una spessa coltre di polvere. Questo espediente,forse,é coerente con l'affacciarsi continuo,durante il film,di sogni,incubi. Sebbene questi siano molto apprezzabili dal punto di vista filmico,tuttavia,non aiutano lo spettatore ad entrare nella dimensione del dramma. Ci sono momenti di sicura presa,ma la narrazione é sussultuosa. Una bravissima Stefania Rocca ruba la scena a tutti,e la sua vicenda risulta molto più interessante di quella degli incesti. L'anaffettività di Daniele verso i figli ha bisogno di essere chiarita dai dialoghi,proprio perché la sceneggiatura non é di forte impatto:le carezze mancate ai figlioli non incidono. E che dire poi del pianto dei due fratelli "oscurato" dai fuochi di artificio?
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artemis847
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mercoledì 26 dicembre 2012
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film banale e mal recitato dalla protagonista
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Ho visto il film solo ieri sera (vivo all'estero e non l'avevo visto all'uscita) e sono rimasta molto delusa.
Al solito Giovanna Mezzogiorno (che avevo visto anche a teatro anni fa) mi pare una delle attrici italiane piu' sopravvalutate. E' monocorde, parte di quella che una commentatrice del New York Times ha definito "generazione cryface", ovvero quelle attrici che hanno perennemente un'espressione sull'orlo del pianto. Senza pero' esprimere alcune vera profondita' di sentimenti. Piu' che una donna che ha scoperto un abuso incestuoso, pare una bambina a cui abbiano rubato la Barbie.
Tutto il resto della trama e' prevedibile e, da donna, ho trovato particolarmente insoppportabile il fatto che sia considerato accettabile che un uomo che se ne va di casa quando la figlia e' ventenne debba perdere l'affetto della stessa.
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Ho visto il film solo ieri sera (vivo all'estero e non l'avevo visto all'uscita) e sono rimasta molto delusa.
Al solito Giovanna Mezzogiorno (che avevo visto anche a teatro anni fa) mi pare una delle attrici italiane piu' sopravvalutate. E' monocorde, parte di quella che una commentatrice del New York Times ha definito "generazione cryface", ovvero quelle attrici che hanno perennemente un'espressione sull'orlo del pianto. Senza pero' esprimere alcune vera profondita' di sentimenti. Piu' che una donna che ha scoperto un abuso incestuoso, pare una bambina a cui abbiano rubato la Barbie.
Tutto il resto della trama e' prevedibile e, da donna, ho trovato particolarmente insoppportabile il fatto che sia considerato accettabile che un uomo che se ne va di casa quando la figlia e' ventenne debba perdere l'affetto della stessa. Come punizione per essersi innamorato di un'altra donna. Medioevo.
L'unica luce nel buio e' la bella storia tra il personaggio della Rocca e quello della Finocchiaro. Due attrici emozionanti e credibili in un mare di mediocrita'.
E Alessio Boni e' molto, ma molto meglio come attore di quanto non lo sia stato qui.
Un film da evitare.
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