La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler

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Un film di Oliver Hirschbiegel. Con Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Corinna Harfouch, Ulrich Matthes, Juliane Köhler.
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Titolo originale Der Untergang. Drammatico, durata 150 min. - Germania 2004. - 01 Distribution uscita venerdì 29 aprile 2005. MYMONETRO La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler * * * - - valutazione media: 3,26 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
marcobrenni venerdì 1 maggio 2015
un film-documentario che tutti dovrebbero vedere Valutazione 5 stelle su cinque
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No
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Fosse solo per la recitazione straordinaria di BRUNO GANZ questo film meriterebbe l'Oscar. Ma c'è molto di più: è un film-documentario basato pure su scritti autentici e su testimonianze che hanno vissuto in diretta le ultime scene ( ad es. la  dattilografa personale di Hitler  , scampata per miracolo al crepuscolo degli dei) . Il fim è fatto con teutonico rigore e serietà,  non lasciando proprio  nulla al caso. Definisco stupido il commento di Davide Morena,  laddove definisce questo film come "inutile" ! Ma DOVE inutile ??!  Solo fino a poco tempo fa,  sulla vera fine di Hitler nel Bunker si sapeva poco o nulla:  illazioni,  complottismi e dicerie. [+]

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il befe martedì 10 marzo 2015
che cult Valutazione 5 stelle su cinque
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ottimo

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il befe martedì 10 marzo 2015
ce ne fossero Valutazione 5 stelle su cinque
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ok

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il befe martedì 10 marzo 2015
capolavoro Valutazione 5 stelle su cinque
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bello

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voxpopuli giovedì 4 aprile 2013
il ritratto di un mostro... o di un uomo? Valutazione 4 stelle su cinque
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Vorrei cominciare con un'informazione che spesso viene dimenticata e che tendo a ribadire durante le conversazioni: Adolf Hitler era nientemeno che un uomo, così come lo erano i più "onorevoli" membri del terzo Reich, così come lo era ogni singolo soldato. E loro credevano nel nazionalsocialismo. Erano fermamente convinti che un mondo privo degli ideali del nazionalsocialismo sarebbe stato un mondo debole e decadente( niente di più sbagliato dal momento che noi stiamo vivendo in un mondo non più popolato dai "visionari" princìpi della dottrina di Hitler). Ci credevano veramente, e a testimonianza di ciò vi sono i numerosissimi suicidi dei più alti uomini del Reich all'interno del Fuhrer-bunker negli ultimi giorni di vita dell'uomo che, più nel male che nel bene, ha scritto la storia della prima metà del secolo scorso; non è dunque vero che la storia la scrivono i vincitori, basta tenersi informati per venire a conoscenza anche della versione del vinto; e sta proprio qui la bellezza de "La Caduta": il film offre una visione del Fuhrer del tutto nuova e umana, ma senza minimamente intaccarne gli ideali e i princìpi, una figura credibile, una figura vera estratta direttamente dal diario di Traudl Junge( ultima segretaria di Hitler) scritto post bellum, e quindi del tutto obbiettivo e affidabile nonostante la stessa Junge si sia dichiarata anti nazionalsocialista. [+]

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voxpopuli mercoledì 3 aprile 2013
il ritratto di un mostro... o di un uomo? Valutazione 4 stelle su cinque
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Vorrei cominciare con un'informazione che spesso viene dimenticata e che tendo a ribadire durante le conversazioni: Adolf Hitler era nientemeno che un uomo, così come lo erano i più "onorevoli" membri del terzo Reich, così come lo era ogni singolo soldato. E loro credevano nel nazionalsocialismo. Erano fermamente convinti che un mondo privo degli ideali del nazionalsocialismo sarebbe stato un mondo debole e decadente( niente di più sbagliato dal momento che noi stiamo vivendo in un mondo non più popolato dai "visionari" princìpi della dottrina di Hitler). Ci credevano veramente, e a testimonianza di ciò vi sono i numerosissimi suicidi dei più alti uomini del Reich all'interno del Fuhrer-bunker negli ultimi giorni di vita dell'uomo che, più nel male che nel bene, ha scritto la storia della prima metà del secolo scorso; non è dunque vero che la storia la scrivono i vincitori, basta tenersi informati per venire a conoscenza anche della versione del vinto; e sta proprio qui la bellezza de "La Caduta": il film offre una visione del Fuhrer del tutto nuova e umana, ma senza minimamente intaccarne gli ideali e i princìpi, una figura credibile, una figura vera estratta direttamente dal diario di Traudl Junge( ultima segretaria di Hitler) scritto post bellum, e quindi del tutto obbiettivo e affidabile nonostante la stessa Junge si sia dichiarata anti nazionalsocialista. [+]

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vannysax domenica 3 febbraio 2013
spettacolare Valutazione 5 stelle su cinque
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Ovviamente un capolavoro, racconta con dettaglio gli utlimi giorni del dittatore ed è affidabile in quanto il regista si è avvalso del migliore storico di Hitler (Joachim Fest), che è l'unico vero storico affidabile al contrario di molti altri che hanno solo avanzato mille supposizioni basate su poche vere testimonianze, inoltre Fest era un ragazzo all'epoca di Hitler quindi è il più credibile.
Poi interpretazione ottima di Bruno Ganz che si è inoltrato nel ruolo perfettamente direi.

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alessanvan giovedì 20 settembre 2012
la normalità della pazzia Valutazione 4 stelle su cinque
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“La caduta” si poteva anche intitolare “la normalità della pazzia” “ Il film ha il pregio di essere un film e allo stesso tempo anche un documentario, non solo perché basato sulle testimonianze della segretaria di Hitler, ma anche perché girato come se noi fossimo presenti nel bunker. "La caduta" è un film sconcertante perché oltre mostrare i noti crimini del nazismo sugli altri popoli, ci mostra come nessuno osasse contraddire Hitler nemmeno quando pensava di vincere ancora la guerra spostando intere divisioni ormai inesistenti perché decimate dagli alleati o dai sovietici o ordinava di fucilare qualsiasi tedesco (compresi i civili) che osasse arrendersi (“affogheranno nel loro sangue” disse Hilter) e di distruggere ciò che restava della Germania per non lasciare nulla di utile al nemico. [+]

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filippo catani domenica 5 febbraio 2012
gli ultimi giorni del terribile tiranno Valutazione 4 stelle su cinque
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Il film narra gli eventi legati agli ultimi giorni di Hitler e della sua Germania nazista e lancia uno sguardo anche agli ultimi giorni dei suoi più intimi gerarchi.
Il film è sicuramente molto forte ma decisamente bello e interessante. Logicamente c'è sempre tanta apprensione quando si realizza film su eventi del genere. Fatto sta che questo sviluppa un'idea davvero originale e ci offre un tragico spaccato della gerarchia nazista. Intanto il terribile Hitler interpretato dallo straordinario Ganz; un uomo sempre più delirante che ormai ha perso ogni contatto con la realtà e farnetica fino all'ultimo cercando di dare ordini per difendere Berlino (lascia senza fiato la scena in cui Hitler si inventa addirittura di aver permesso lui stesso ai russi di arrivare fino a Berlino per poi annientarli). [+]

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chiarialessandro martedì 31 gennaio 2012
caduta senza resurrezione Valutazione 4 stelle su cinque
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Ieri ho visto “Shame”, oggi “La caduta” e, come direbbe qualcuno, “una domanda sorge spontanea”: perché Venezia ha attribuito la Coppa Volpi a Fassbender quale miglior attore ma nessuno ha scolpito una statua (non statuetta) d’oro per Bruno Ganz, che riesce ad offrire addirittura dei tratti di umanità ad un personaggio che di umanità ne aveva veramente ben poca (al punto tale da essere arrivato non solo allo sterminio degli ebrei -  dei quali poteva forse non fregargli niente in quanto tali – ma anche ad ordinare a cuor leggero alle proprie truppe di fare tabula rasa dietro alla loro ritirata, nonostante che ciò significasse distruggere il suo popolo, non quello ebreo)? Consigliato ad un pubblico provvisto di stomaco abbastanza forte, la pellicola può essere considerata un campionario abbastanza rappresentativo delle atrocità indotte da ogni guerra: i bambini soldati, ai quali dovrebbe essere affidato l’onere (l’onore?) di difendere la patria dal nemico; i figli uccisi dalle madri per un altrettanto ingiustificabile senso di onore; i suicidi di coloro i quali, pur sconfitti dal nemico e dalla storia, rifiutano di arrendersi all’evidenza dei fatti e preferiscono immolarsi sull’altare di una falsa onnipotenza; le rappresaglie contro chi si era rifiutato di obbedire agli ordini tanto perentori quanto privi di senso; le giustificazioni di chi c’era ma poi afferma di non aver capito quello che stava accadendo; la cecità (vera o voluta) di chi ballava e brindava dentro al bunker quando fuori andava a ferro e fuoco tutta quella pietra travagliata chiamata mondo. [+]

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