adriano lotito
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domenica 20 maggio 2007
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hitler raccontato nei suoi lati più oscuri
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Ottimo film , che ripercorre l’ultima fase della vita di Adolf Hitler e del suo Terzo Reich . Bruno Ganz s’immedesima totalmente nella parte del pazzo dittatore . A vederlo non sembra che dura quasi tre ore , perché ha un andatura per niente noiosa .
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trita
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mercoledì 7 febbraio 2007
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arrogante e spocchioso
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Con una realizzazione mediocre, arriva un film che vuole porsi un po' sopra le sue righe. Perché tentare di dipingere l'atmosfera nel lager? Così, a instinto; secondo me non era così. Instinti anche i miei, ben s'intende. Difatti non ci faccio un film.
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(di giogi)
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leonardo
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giovedì 18 gennaio 2007
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grazie!!!
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Vi ringrazio caldamente per non avermi lasciato l opportunità di esprimere la mia opinione,la quale non è frutto di un pensiero perverso ma solamente di un pensiero articolato dopo lunghe riflessioni....Vi ringrazio caldamente.....
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milena
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giovedì 18 gennaio 2007
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nessun eroe, la morte e la guerrà
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Il film mi ha stupito. Mi aspettavo qualcosa capace di raccontare più profondamente le vicessitudini interiori dell'umano hitler. Mi è sembrato alquanto superficiale da questo punto di vista. In compenso descrive con trasporto gli atteggiamenti di tutti coloro che sono stati vicino al dittatore negli ultimi giorni della sua vita. In particolare l'atteggiamento di suicidio volontario dei suoi sostenitori.
I bambini sono i personaggi che guidano la scena, si dividono in due gruppi: coloro che hanno ricevuto il lavaggio del cervello dall'educazione del regime e decidono di partecipare al conflitto, inseguendo il sogno di gloria, o che cantano fieri l'inno nazista. D'altra parte coloro che vagano per le rovine di Berlino (personaggi, di cui non ho capito la natura) e guidano, come angeli, i cittadini per scappatoie o salvano la segretaria, punto di vista di tutte le vicende.
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Il film mi ha stupito. Mi aspettavo qualcosa capace di raccontare più profondamente le vicessitudini interiori dell'umano hitler. Mi è sembrato alquanto superficiale da questo punto di vista. In compenso descrive con trasporto gli atteggiamenti di tutti coloro che sono stati vicino al dittatore negli ultimi giorni della sua vita. In particolare l'atteggiamento di suicidio volontario dei suoi sostenitori.
I bambini sono i personaggi che guidano la scena, si dividono in due gruppi: coloro che hanno ricevuto il lavaggio del cervello dall'educazione del regime e decidono di partecipare al conflitto, inseguendo il sogno di gloria, o che cantano fieri l'inno nazista. D'altra parte coloro che vagano per le rovine di Berlino (personaggi, di cui non ho capito la natura) e guidano, come angeli, i cittadini per scappatoie o salvano la segretaria, punto di vista di tutte le vicende.
Infine ci sono gli adulti: davvero coscienti di ciò che li circonda, e che pur di poter scappare dalla realtà trascorrono i loro ultimi giorni affogando i pensieri nell'alcool. Nessun eroe: la realtà.
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cult movie
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mercoledì 17 gennaio 2007
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capolavoro assoluto o bufala ben confezionata?
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Non saprei dire se Hitler è stato veramente il più grande assassino della storia del Novecento, e perseguo il dubbio che anche Stalin non sia stato uno stinco di santo. Ma Hitler è Hitler, nel bene e nel male: è il personaggio più ignobilmente cattivo della storia dell'umanità. E' stato un cattivo veramente cattivo: ignobile, cinico, folle. E la sua follia lo ha cresciuto e lo ha distrutto. Detto questo, la storia del cinema è piena di ritratti hitleriani ("Maloch" è il migliore, se vi interessa), e di una nuova puntata della vicenda Hitler francamente non se ne sentiva il bisogno. Ne sentiva forse il bisogno Oliver Hirschbiegel, tanto da girarne addirittura un film (lungo, troppo lungo) e di farne una sorta di ritrattino post moderno.
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Non saprei dire se Hitler è stato veramente il più grande assassino della storia del Novecento, e perseguo il dubbio che anche Stalin non sia stato uno stinco di santo. Ma Hitler è Hitler, nel bene e nel male: è il personaggio più ignobilmente cattivo della storia dell'umanità. E' stato un cattivo veramente cattivo: ignobile, cinico, folle. E la sua follia lo ha cresciuto e lo ha distrutto. Detto questo, la storia del cinema è piena di ritratti hitleriani ("Maloch" è il migliore, se vi interessa), e di una nuova puntata della vicenda Hitler francamente non se ne sentiva il bisogno. Ne sentiva forse il bisogno Oliver Hirschbiegel, tanto da girarne addirittura un film (lungo, troppo lungo) e di farne una sorta di ritrattino post moderno. Gli ultimi 12 giorni di Hitler racchiusi tra follia e demenza: il Fuhrer appare nel film come un vecchio pazzo in preda alle proprie manie ed alle proprie ossessioni, convinto che "se muoio io moriranno tutti", schizzato come solo i matti sanno essere, con la faccia stizzita e perfetta di Bruno Ganz. In Germania le reazioni sono state diverse: Wim Winders ha bocciato il film, mentre il pubblico è accorso in massa. Ma è un caso tutto nazionale: fuori dai confini tedeschi nessuno alzerebbe più di tanto la voce. Anche perchè, a ben vedere, questo schizzatissimo Hitler è solamente una piccolissima figurina nel grande affresco storico che appartiene ormai al mito. C'è poco da dire sulle vicende hitleriane, libri e cinema hanno già fatto la loro parte. In più, a ben vedere, il film in questione più che al filone storico appartiene al filone ritrattistico: l'umanizzazione del Fuhrer è dietro l'angolo, ma non è fondamentale, ma il rischio di ergere a mito questa oscura figura è dietro l'angolo. Due ore e trenta di pellicola poi è un'esagerazione: la prima parte transeat, in fondo è bella tosta e piena di ritmo, ma la seconda (con tanto di "morte in diretta") è più banale e scontata. Inutile scomodare l'Apocalisse, al massimo un pò di polvere e qualche soldato ferito. Perchè la storia non passa da queste parti: qui c'è solo il contorno e la rappresentazione popolare. Ripassare i classici, please. Possibilmente a memoria. Di questa pellicola restano due cose: 1) la straordinaria interpretazione di Bruno Ganz (più vero del vero); 2) la grandezza di una fine che poteva anche non essere così monumentale. Il resto è solo contorno: magari esaltante, ma pur sempre contorno. A metà tra l'elogio dei critici più corrivi e lo sdegno di Wim Wenders. Come dire: la virtù sta nel mezzo.
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athos
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venerdì 5 gennaio 2007
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capolavoro
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Ancora questa storia di Hitler quale incarnazione del demonio..smettiamola con le stupidate. Leggiamoci qualche libro in più di Storia (che non fa mai male), e in particolare di Giorgio Galli e di George L.Mosse. Poi si potrà giudicare il film La Caduta. Hitler era un uomo, cattivo quanto si vuole, ma sempre un uomo; se fosse un demonio non sarebbe certo morto. Ed è l'uomo che traspare in questo film. Il film è un capolavoro. Racconta i fatti senza riserve e senza pregiudizi. Il contrario di tutti i film di Spielberg! Dobbiamo renderci conto che il nazismo è stata un'estremizzazione di una parte della cultura occidentale..non è provenuto dallo spazio. Siamo noi che dobbiamo interpretarlo, studiarlo, comprenderlo e Mai accantonarlo.
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Ancora questa storia di Hitler quale incarnazione del demonio..smettiamola con le stupidate. Leggiamoci qualche libro in più di Storia (che non fa mai male), e in particolare di Giorgio Galli e di George L.Mosse. Poi si potrà giudicare il film La Caduta. Hitler era un uomo, cattivo quanto si vuole, ma sempre un uomo; se fosse un demonio non sarebbe certo morto. Ed è l'uomo che traspare in questo film. Il film è un capolavoro. Racconta i fatti senza riserve e senza pregiudizi. Il contrario di tutti i film di Spielberg! Dobbiamo renderci conto che il nazismo è stata un'estremizzazione di una parte della cultura occidentale..non è provenuto dallo spazio. Siamo noi che dobbiamo interpretarlo, studiarlo, comprenderlo e Mai accantonarlo..per non rischiare di commettere gli stessi errori.
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(di jangomango)
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angelo
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martedì 10 ottobre 2006
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diavolo
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Hitler era un indemoniato. E' stato uno degl uomini che hanno conosciuto meglio il diavolo nella storia della umanità.
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(di anonimo681308)
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(di fabio)
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lupo
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venerdì 24 febbraio 2006
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film splendido
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nonostante il tentativo di "sputtanare" il fuhrer ne esce l'immagine più veritiera degli ultimi 60 anni.Lo si può giudicare come si vuole, ma la sua incredibile intelligenza, lungimiranza, equilibrio mentale(io avrei perso la testa molto prima della caduta)risultano indubbie. Sembra inoltre che fosse ferratissimo in problemi di meccanica, chimica, ingegneria e specialista in armamenti(testimonianza di Hans Rudel). Aspetto un prossimo film completamente veritiero. Complimenti al primo attore.
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i difensori della vera via
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sabato 21 gennaio 2006
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hitler era un genio, del male ma pur sempre un gen
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davvero impressionante, anche se è un pò stupidotta l'idea di questa segretaria, un personaggio a cui si da troppo spessore inutilmente, cmq finalmente un film originalr che non fa vedere quella carogna di Hitler come il demonio in terra, ma come un povero piccolo essere umano che della vita non ha capito nulla e che perde la sua lucidità man mano che gli alleati gli si avvicinano, perdendo la "genialità" che lo ha contraddistinti nei primi anni 30. infatti anche se fu un mostro non si può negare che sia stato geniale, pensate, un povero imbianchino austriaco che da solo diventa il signore supremo d'europa... peccato che la sua genialità sia stata violentata dalla sua brama di potere e dal desiderio di sterminare.
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davvero impressionante, anche se è un pò stupidotta l'idea di questa segretaria, un personaggio a cui si da troppo spessore inutilmente, cmq finalmente un film originalr che non fa vedere quella carogna di Hitler come il demonio in terra, ma come un povero piccolo essere umano che della vita non ha capito nulla e che perde la sua lucidità man mano che gli alleati gli si avvicinano, perdendo la "genialità" che lo ha contraddistinti nei primi anni 30. infatti anche se fu un mostro non si può negare che sia stato geniale, pensate, un povero imbianchino austriaco che da solo diventa il signore supremo d'europa... peccato che la sua genialità sia stata violentata dalla sua brama di potere e dal desiderio di sterminare...
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lorenzo
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mercoledì 16 novembre 2005
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rimane un filmetto di regime...
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Ha diversi aspetti interessanti, ma rimane un filmetto di propaganza antinazista, per quanto meno dozzinale della media. Aspetti positivi: l'ottima recitazione (soprattutto di Ganz), l'atmosfera claustrofobica del bunker, gli effetti speciali. Aspetti negativi: pur mostrando alcuni aspetti umani del Fuehrer e del suo entourage il film ripropone innumerevoli stereotipi della vulgata di regime: 1) La condanna della guerra: tutti i personaggi che desiderano proseguire il combattimento sono presentati o come soldati-automi o come ragazzini inebetiti dalla propaganda; tutti coloro che vogliono deporre le armi come individui pieni di senno e di calore umano; 2) Hitler pazzo: il Fuehrer non è rappresentato come un genio politico ed un profeta religioso, per quanto snervato dalla malattia e dalla disfatta, ma come un maniaco che ha ormai perso ogni contatto colla realtà esterna.
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Ha diversi aspetti interessanti, ma rimane un filmetto di propaganza antinazista, per quanto meno dozzinale della media. Aspetti positivi: l'ottima recitazione (soprattutto di Ganz), l'atmosfera claustrofobica del bunker, gli effetti speciali. Aspetti negativi: pur mostrando alcuni aspetti umani del Fuehrer e del suo entourage il film ripropone innumerevoli stereotipi della vulgata di regime: 1) La condanna della guerra: tutti i personaggi che desiderano proseguire il combattimento sono presentati o come soldati-automi o come ragazzini inebetiti dalla propaganda; tutti coloro che vogliono deporre le armi come individui pieni di senno e di calore umano; 2) Hitler pazzo: il Fuehrer non è rappresentato come un genio politico ed un profeta religioso, per quanto snervato dalla malattia e dalla disfatta, ma come un maniaco che ha ormai perso ogni contatto colla realtà esterna. Anziché riprodurre la dialettica di calma glaciale ed esplosioni di collera, rigorosa lucidità e fuga nelle fantasticherie che ne caratterizzarono gli ultimi giorni, il film mostra solo le seconde, deformando pesantemente il proprio oggetto. La cosa si rende evidente nella scelta di tagliare la scena in cui Hitler detta il suo "testamento politico": siccome sarebbe stato impossibile stravolgere il testo per dare allo spettatore l'impressione di trovarsi dinanzi ad una mente degenerata, si è semplicemente evitato di farglielo ascoltare. Ogni volta che Ganz enunzia una delle più famigerate (agli occhi dei credenti nella religione dei diritti umani e dell'eguaglianza razziale) massime hitleriane, l'attore accentua sempre e il volume della voce e l'intensità del suo gesticolare; e tali massime sono estrapolate dal loro contesto, in modo da trasmettere un'impressione di demenza ed anormalità. 3) In alcuni punti il film non si perita di falsificare la realtà storica, soprattutto quando mette in scena i festini degenerati che sarebbero stati celebrati dall'entourage hitleriano. Sfido i sostenitori del film (sempre che abbiano qualche cognizione del periodo in esame) a citarmi *UNA SOLA* pagina tratta dalle più qualificate opere in materia (da Fest a Kershaw, da Maser a Toland a Fuchs) dove sia dato rintracciare un accenno a festini del genere. 4) Qui taccio di tutto il contorno coreografico finalizzato a condizionare lo spettatore a livello subliminale, dalla sequenza finale (inventata di sana pianta) con Frau Junge che si allontana in bicicletta e le nuvole che si schiudono in cielo in poi...
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(di mak)
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