luca scialò
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sabato 2 gennaio 2010
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agonia di un delirio durato dieci anni
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Primo ed unico film che tratta degli ultimi giorni di vita di Adolf Hitler. Ecco che vengono messi in risalto, con abile maestria, tanti aspetti del Fuhrer e del Nazismo che forse fino ad allora non erano stati presi in considerazione dal Cinema (unico precedente "L'ultimo atto" del 1955): la gentilezza di Hitler con la sua segretaria; il suo disegnare strategie militari ambiziose su una cartina dell'Europa muovendo eserciti ormai non più esistenti o vistosamente decimati (sotto gli occhi attoniti dei suoi gerarchi); l'arrabbiarsi con i tedeschi rei a suo dire di averlo tradito; il parlare con disumana freddezza delle modalità di suicidio per sè, il fedele pastore tedesco ed Eva Braun con il medico di fiducia; il suo premiare ragazzini già degni di essere insigniti di alti riconoscimenti militari.
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Primo ed unico film che tratta degli ultimi giorni di vita di Adolf Hitler. Ecco che vengono messi in risalto, con abile maestria, tanti aspetti del Fuhrer e del Nazismo che forse fino ad allora non erano stati presi in considerazione dal Cinema (unico precedente "L'ultimo atto" del 1955): la gentilezza di Hitler con la sua segretaria; il suo disegnare strategie militari ambiziose su una cartina dell'Europa muovendo eserciti ormai non più esistenti o vistosamente decimati (sotto gli occhi attoniti dei suoi gerarchi); l'arrabbiarsi con i tedeschi rei a suo dire di averlo tradito; il parlare con disumana freddezza delle modalità di suicidio per sè, il fedele pastore tedesco ed Eva Braun con il medico di fiducia; il suo premiare ragazzini già degni di essere insigniti di alti riconoscimenti militari.
Attorno ad Hitler si muovono altri personaggi, i loro deliri, le loro paure, il loro coraggio: dalla segretaria Traudl Junge, ai coniugi Goebbels, fino ad Eva Braun.
A fare da sfondo a tanto delirio, un Bunker cupo e soffocante, dove il Nazismo e i suoi fautori vissero i loro ultimi istanti.
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marco.g
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mercoledì 30 dicembre 2009
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quando la regia spreca un patrimonio
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Ci sono tante buone cose in questo film, ma nel complesso risulta piatto perchè la regia è inesistente. Come risultato, sembra di assistere a un documentario che soddisfa la curiosità di vedere "cosa è successo veramente" in quel bunker negli ultimi giorni, e poco più. Per tutta la seconda parte del film, infatti, pesa la mancanza di un qualsiasi movimento di camera, inquadratura particolare, ritmo, pathos, ecc., e si ha sempre più l'impressione che il regista stia allineando i fatti, uno dopo l'altro, senza troppa convinzione. Un altro difetto è costituito dalla raffigurazione di Schenkel, il medico buono, eroe senza macchia e senza paura... sulla cui veridicità storica, però, esistono fortissimi dubbi, e allora si ha l'impressione che la produzione volesse necessariamente inserire un personaggio puro, per dare al pubblico la sua patetica immedesimazione.
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Ci sono tante buone cose in questo film, ma nel complesso risulta piatto perchè la regia è inesistente. Come risultato, sembra di assistere a un documentario che soddisfa la curiosità di vedere "cosa è successo veramente" in quel bunker negli ultimi giorni, e poco più. Per tutta la seconda parte del film, infatti, pesa la mancanza di un qualsiasi movimento di camera, inquadratura particolare, ritmo, pathos, ecc., e si ha sempre più l'impressione che il regista stia allineando i fatti, uno dopo l'altro, senza troppa convinzione. Un altro difetto è costituito dalla raffigurazione di Schenkel, il medico buono, eroe senza macchia e senza paura... sulla cui veridicità storica, però, esistono fortissimi dubbi, e allora si ha l'impressione che la produzione volesse necessariamente inserire un personaggio puro, per dare al pubblico la sua patetica immedesimazione. Anche altri personaggi secondari sembrano affetti da questa interpretazione discutibile.
Ma a parte queste piccole deviazioni, la ricostruzione storica è rigorosissima, fin nei minimi dettagli, e questo è un punto di forza. Grazie ad essa, si riesce a intuire quale fosse la vera atmosfera in quegli ambienti nazisti, e in mano ad un altro regista questa ricchezza avrebbe dato vita a un capolavoro. Su tutto, spicca la figura di Hitler, molto ben interpretato, e storicamente ineccepibile. Le follie che pronuncia sono un perfetto ritratto di come giustificava con sè stesso il suo odio cieco. Ci sono state molte polemiche su questo ritratto "umano" di hitler, sulla moralità o meno di proporlo. Mi sembra che il risultato finale sia un'opera assolutamente morale, perchè proprio il taglio acritico dà il massimo risalto ai fatti e alle parole dei personaggi, i quali si commentano da sè. L'Hitler "umano" raccontato è un mostro, non perchè viene dipinto come tale, ma perchè lo è. L'abissale tristezza dei rapporti umani nel bunker è l'agghiacciante conseguenza dell'impostazione del nazismo, e non credo ci sia nulla di male nel proporla sul grande schermo. Anzi. Se poi qualcuno è talmente sprovveduto da vederci un'apologia... non so che dire, mi dispiace per lui.
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(di tomsoyer75)
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fulvieri
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mercoledì 16 settembre 2009
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l'epopea del nazismo dal punto di vista tedesco
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Il film del regista tedesco Hirschbiegel, con la straordinaria interpretazione di Bruno Ganz (attore secondo me ingiustamente poco premiato), descrive attraverso una fonte attendibile, quale è quella dei resoconti scritti sotto dettatura dalla segretaria del fuhrer, l'ultima fase della storia del nazionalsocialismo.
La fedeltà alla fonte tuttavia non impedisce di dare delle risposte a questioni di grande momento: come un paese civile possa imbarbarire fino a quel punto, come poi possa trovare il coraggio di cancellare il senso di colpa, come possa riuscire a riscattarsi davanti alla propria coscienza e al mondo intero.
Questo film parla del male assoluto dal suo interno. Per una volta i nazisti non sono visti come altro da noi, come la personificazione di un male che ci è estraneo.
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Il film del regista tedesco Hirschbiegel, con la straordinaria interpretazione di Bruno Ganz (attore secondo me ingiustamente poco premiato), descrive attraverso una fonte attendibile, quale è quella dei resoconti scritti sotto dettatura dalla segretaria del fuhrer, l'ultima fase della storia del nazionalsocialismo.
La fedeltà alla fonte tuttavia non impedisce di dare delle risposte a questioni di grande momento: come un paese civile possa imbarbarire fino a quel punto, come poi possa trovare il coraggio di cancellare il senso di colpa, come possa riuscire a riscattarsi davanti alla propria coscienza e al mondo intero.
Questo film parla del male assoluto dal suo interno. Per una volta i nazisti non sono visti come altro da noi, come la personificazione di un male che ci è estraneo. Hitler è presentato nel suo sincero (purtroppo !) idealismo, coerente fino alla fine con i suoi principi, intransigente nella difesa del suo progetto di cambiare il mondo, refrattario per questo ad ogni compromesso, a costo della vita stessa. E tuttavia non è l'unico; della società in cui vive è solo il principale interprete. Il suo folle distacco dalla realtà, che si rispecchia nelle feste della corte sotto i bombardamenti sovietici, non è più inquietante dell'uccisione dei suoi figli da parte della signora Goebels, o dei suicidi a catena che seguono quello del fuhrer. Lascia sgomenti il desiderio di sacrificio eroico per un presunto bene supremo, che alligna anche nei bambini, smaniosi di veder riconosciuto il proprio valore dal fuhrer in persona. Il timido dissenso di quelli meno esaltati tra i gerarchi, prontamente soffocato dal senso di dovere e di lealtà di tutti gli altri, crea un senso di partecipazione e insieme di frustrazione.
Questo film ci sa dire come il disperato bisogno di credere in qualcosa possa tramutarsi nella più grossa brutalità collettiva che la storia abbia mai conosciuto, e questo narrando solo gli ultimi giorni del regime.
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igor70
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mercoledì 1 luglio 2009
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un capolavoro che meritava ben altri riconosciment
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Il fatto che non si tratti di una produzione ultramilionaria americana non vuol dire che siamo di fronte ad un autentico capolavoro cinematografico. Politicamente corretto e il più possibile fedele alla realtà storica, miscela sapientemente la crudeltà della guerra all'umanità delle persone coinvolte, compreso il Fuhrer, che in tali momenti non mancano mai. Agghiacciante, soprattutto per chi è genitore, la scena della madre che uccide i figli nel sonno, l'emblema della pazzia di chi credeva in un ideale utopistico.
Film assolutamente da vedere per tutti gli amanti della Storia, della verità, per tutti i curiosi, per tutti.
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(di dandy)
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paride86
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martedì 3 febbraio 2009
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no!
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"La caduta" di Oliver Hirschbiegel ripropone lo stesso errore di Mel Gibson ne "La passione": a che serve prendere un piccolo frammento di una complessa storia e riportarlo sullo schermo? Quale valore interpretativo gli si può dare?
Di nazista ne "La caduta" ci sono solo le divise e i baffetti di Ganz, per il resto il vuoto totale: della mentalità nazionalsocialista nessuna traccia, dell'odio razziale contro i non appartenenti alla razza ariana solo qualche blando riferimento. In questo film si vede soltanto l'"eroica", disperata e sofferta resistenza di un regime nei suoi ultimi giorni. Ma per come è raccontato poteva essere un regime qualsiasi, allo stesso modo in cui il Cristo di Gibson poteva essere un qualunque prigioniero romano crocifisso.
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"La caduta" di Oliver Hirschbiegel ripropone lo stesso errore di Mel Gibson ne "La passione": a che serve prendere un piccolo frammento di una complessa storia e riportarlo sullo schermo? Quale valore interpretativo gli si può dare?
Di nazista ne "La caduta" ci sono solo le divise e i baffetti di Ganz, per il resto il vuoto totale: della mentalità nazionalsocialista nessuna traccia, dell'odio razziale contro i non appartenenti alla razza ariana solo qualche blando riferimento. In questo film si vede soltanto l'"eroica", disperata e sofferta resistenza di un regime nei suoi ultimi giorni. Ma per come è raccontato poteva essere un regime qualsiasi, allo stesso modo in cui il Cristo di Gibson poteva essere un qualunque prigioniero romano crocifisso.
Quando si vanno a raccontare storie che hanno molteplici significati (morali, sociologici, storici, politici ecc) non si può prenderne una piccola parte (per esempio "la caduta", ma poteva anche essere "la nascita" o "i campi di concentramento") e raccontarla interamente con piglio verista, rimandando allo spettatore tutto il background storico-culturale.
Infatti per lo spettatore che non sapesse nulla del nazismo e di Hitler questo film sarebbe soltanto il racconto di un'eroica resistenza, popolata di convinti sostenitori pronti a togliersi la vita piuttosto che finire in mano nemica. Racconto molto televisivo che, a dir la verità, dura troppo e finisce per risultare pesante.
Ammirevoli, comunque, le interpretazioni di tutti gli attori, ma soprattutto quella di Gaunz, che restituisce finalmente a Hitler un volto privato e umano.
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(di asdrubale)
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(di tomsoyer75)
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bandy
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lunedì 15 dicembre 2008
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la caduta
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bellissimo film bruno ganz è stato stupendo nel rappresentare hitler notate bene che il principale protagonista del film non è hitler ma bensi la sua segretaria quindi la figura di hitler è vista non come il furher ma come un datore di lavoro visto dai suoi piu stretti collaboratori a cominciare dalla segretaria
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compagno soviet01
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mercoledì 27 agosto 2008
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di ottima fattura
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secondo me si tratta di un film straordinario, che basato sui libri della junge e di fest descrive la battaglia di berlino dal punto di vista tedesco, con tutte le sofferenze militari e civili che ha comportato.Detto questo bisogna precisare che Hitler era un uomo esattamente come churchill o il compagno stalin, aveva dei propri sentimenti e per quanto possibile credo fosse anche in grado di amare, come eva braun.Fa davvero pena vedere tutti i vigliacchi come himmler e goring che facendosela sotto per l'arrivo dei gloriosi compagni dell' armata rossa( primo fronte bielorusso-Zukov; secondo fronte bielorusso-Rokossovsky;primo fronte ucraino Koniev) fuggono lasciando l' uomo a cui avevano giurato fedeltà solo; fanno ugualmnte riflettere le sene in cui i generali persa ogni speranza si ubriacano o continuano impererriti a prendere il giro se stessi e Hitler.
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alekse
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sabato 19 luglio 2008
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il subconscio del fuhrer
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Film che coinvolge... Forse l'unico che permette allo spettatore di entrare nel subconscio del Fuhrer... E analizzare le sue debolezze, al di là dell'apparente freddezza del mostro...
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davide
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lunedì 14 luglio 2008
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soltanto un film storico
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un film curioso...vedere cosa fece hitler nei suoi ultimi giorni di vita. ma anche diretto magistralmente, nn per niente è stato scritto e girato da quanto detto realmente dalla segretaria di hitler. sfigati i neonazi che ritengono questo film ottimo solo perchè come protagonista c'è hitler.
ottimo film,da nn perdere.
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roby23
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venerdì 11 luglio 2008
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non ho visto il film
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Scusate se scrivo in questo forum(non ho visto il film),volevo kiedere un'informazione(una conferma) ke non c'entra niente col film, m sembra d aver sentito ke ai discendenti di hitler non è stato permesso di fare figli e portare avanti la generazione, è vera questa cosa?
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(di paolo)
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