john doe
|
giovedì 4 marzo 2021
|
oltre il tempo della vita
|
|
|
|
Il film gemello di “In the Mood for Love” il cui progetto nacque in concomitanza con quest’ultimo è “2046” dello stesso regista. Anche in questa pellicola Wong Kar-wai tratta i temi già proposti nel film precedente, ma in maniera e con una struttura narrativa completamente differenti. Il film presenta più piani narrativi temporali e spaziali. La trama narra della vita del protagonista Chow, uno scrittore, che ricerca assiduamente in relazioni di una notte con donne sempre diverse frammenti del ricordo dell’unica donna che abbia mai amato. La vicenda si snoda tra passato e presente ed inoltre subentra un mondo fantascientifico rappresentato nel romanzo scritto dal signor Chow.
[+]
Il film gemello di “In the Mood for Love” il cui progetto nacque in concomitanza con quest’ultimo è “2046” dello stesso regista. Anche in questa pellicola Wong Kar-wai tratta i temi già proposti nel film precedente, ma in maniera e con una struttura narrativa completamente differenti. Il film presenta più piani narrativi temporali e spaziali. La trama narra della vita del protagonista Chow, uno scrittore, che ricerca assiduamente in relazioni di una notte con donne sempre diverse frammenti del ricordo dell’unica donna che abbia mai amato. La vicenda si snoda tra passato e presente ed inoltre subentra un mondo fantascientifico rappresentato nel romanzo scritto dal signor Chow. Il 2046 indica il numero della stanza dove si incontravano i due amanti, ma è anche un luogo e un tempo nel romanzo del protagonista. Questo numero indica il sito della memoria passata, dove la mente fugge alla ricerca dei ricordi perduti. Un luogo nel quale rifugiarsi, ma dal quale è difficile riemergere. In “2046” la passione e il sentimento esplodono in un’esasperazione dell’amore, del desiderio e dell’eros. E’ interessante il parallelismo tra il signor Chow del film “In the Mood for Love”, amorevole e giudizioso, e quello di “2046”, impulsivo e passionale. Ogni elemento di “2046” sembra portare alla massima espressione visiva e rappresentativa il tema del desiderio e della memoria, del peso del ricordo e della passione incontrollata. Anche qui la fotografia di Christopher Doyle struttura e domina le scene e la narrazione con le scenografie e con il cromatismo dei colori. L’immagine si scalda e la scena condivide diverse realtà dove i colori diventano protagonisti e si adattano al tempo e al luogo. Le tonalità del rosso e i contrasti dominano le sequenze fantascientifiche e in una sequenza particolare subentra perfino l’utilizzo del bianco e del nero a sottolineare il ricordo flebile quanto profondamente radicato nel cuore e nella memoria. Ricorrono anche in questa pellicola la simbologia delle mani, gli oggetti che attraversano il tempo e i rapporti umani, il ricordo come fuga dalla realtà e come peso da sopportare. Perfino nel romanzo del protagonista vengono trattati i temi dell’amore impossibile e del desiderio incontrollabile. Anche qui il peso del ricordo dell’amore diviene un segreto inconfessabile, un desiderio inesprimibile, un passato insopportabile da poter sussurrare a qualcosa di inanimato ed eterno come la cavità di un albero.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a john doe »
[ - ] lascia un commento a john doe »
|
|
d'accordo? |
|
theophilus
|
sabato 28 dicembre 2013
|
algido ermetismo
|
|
|
|
2046
Molti sono andati nel 2046, ma nessuno è tornato, tranne me, afferma Chow Mo Wan (Tony Leung), il protagonista, nelle battute iniziali del film, mentre scorrono delle immagini che suggeriscono un rapido percorso attraverso il tempo e lo spazio.
Con 2046 il regista Kar Wai Wong conferma la sua propensione ad una forma di ermetismo di cui aveva già fatto mostra nel precedente In the Mood for Love, da lui girato nel 2000. 2046 è il titolo del libro che Chow Mo Wan sta scrivendo e questa cifra identifica un’ambientazione futura del romanzo, ma è derivata dal numero della camera d’albergo, proprio quella accanto alla sua, dove, nel 1966, ad Hong Kong, stava una delle donne - l’unica che abbia veramente amato – che hanno animato la sua vita.
[+]
2046
Molti sono andati nel 2046, ma nessuno è tornato, tranne me, afferma Chow Mo Wan (Tony Leung), il protagonista, nelle battute iniziali del film, mentre scorrono delle immagini che suggeriscono un rapido percorso attraverso il tempo e lo spazio.
Con 2046 il regista Kar Wai Wong conferma la sua propensione ad una forma di ermetismo di cui aveva già fatto mostra nel precedente In the Mood for Love, da lui girato nel 2000. 2046 è il titolo del libro che Chow Mo Wan sta scrivendo e questa cifra identifica un’ambientazione futura del romanzo, ma è derivata dal numero della camera d’albergo, proprio quella accanto alla sua, dove, nel 1966, ad Hong Kong, stava una delle donne - l’unica che abbia veramente amato – che hanno animato la sua vita. È una storia sospesa fra la realtà e la fantasia, in cui entrambe le dimensioni sono la materia viva in cui è scolpito il libro. Quell’anno futuro – per inciso è l’anno in cui Hong Kong passerà definitivamente alla Cina Popolare - sembrerebbe stare ad indicare il luogo temporale in cui riaffiorino e si fissino con precisione i ricordi di quel passato: ma il fatto che nessuno sia mai tornato indietro da quel tempo, se non l’autore, è la prova dell’imperscrutabilità e della insindacabilità delle cose che egli asserisce, che non possono avere alcuna controprova. Il romanzo, per Chow Mo Wan, sembra essere il rifugio in cui va a ricercare e, in effetti, ritrova le sue amanti che descrive come androidi. Esse consumano rapidamente la loro forza vitale e la capacità di reazione alle sollecitazioni esterne e ciò a causa dei faticosi viaggi a cui la mente dell’autore le sottopone: sembrano, in tale frangente, rispecchiare la difficoltà dello scrittore che deve andare a rivisitarle nella realtà, per ritrovare quegli stimoli che gli consentano di proseguire la gestazione del suo libro.
C’è, poi, ancora più oscura, un’ulteriore dimensione nel film, in cui il protagonista del romanzo, all’interno di 2046, scrive un altro romanzo, 2047, quasi che l’io narrante si voglia riservare un’ulteriore piccolo spazio, una sorta di dissociazione che lo porti a scoprire una realtà più elevata, più completa, che forse ingloba tutte le precedenti.
I toni del film sono estremamente pacati; lo pervade inoltre un estetismo raffinato e anche sotto tali aspetti il film può essere accostato al già precedentemente citato In the Mood for Love.
Tony Leung, nell’interpretare il suo personaggio, potrebbe essersi rifatto in parte - a noi, per lo meno, così è sembrato - al mito di Humphrey Bogart: la stessa allure da abile seduttore accomuna i due attori, lo stesso distacco che consente di fare breccia nel cuore delle donne e di mantenere, nel contempo, quell’autonoma indipendenza che li rende ancora più affascinanti agli occhi delle loro amanti.
Le donne che vediamo nel film sono quattro, ma solo una, Su Li Zhien – quella che vive nella camera 2046 (Maggie Cheung) e, come tale, rappresenta il vero desiderio del protagonista, che si dilata e si perpetua, quindi, verso il futuro (Gong Li) – sembra dar luogo ad un amore appagante per Chow Mo Wan, che, infatti, la scinde in due. Le altre appaiono più balbettii, quasi proiezioni di sogni adolescenziali non realizzati; esse rimangono solo delle immagini non modificate, non sviluppate dalla fantasia dello scrittore e, pertanto, non hanno un vero spazio nel futuro, cioè nel suo romanzo: solo esse sono le androidi. Esse ci ricordano le replicanti di Blade Runner, nella loro algida impalpabilità, nella loro limitata capacità di provare, esprimere e suscitare sentimenti, emblema di un tempo rallentato, dove tutto scorre ancora più lentamente sotto la guida consapevole della volontà dell’io narrante, alias il protagonista, alias il regista.
Enzo Vignoli,
9 novembre 2004.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a theophilus »
[ - ] lascia un commento a theophilus »
|
|
d'accordo? |
|
marmotta71
|
venerdì 13 aprile 2012
|
un emozione da custodire
|
|
|
|
Considerato il film gemello di " In the mood for Love", meno lineare del primo ma più intenso nel racconto dei sentimenti.
Andare nel 2046 a ritrovare un sentimento, un emozione o quell'amore mancato perchè troppo presto o troppo tardi, per "imprigionarlo" in un istante eterno,
vorremmo farlo tutti, o tutti quelli che credono che in un tempo passato "un qualcosa" di profondo ci ha sfiorato.
Trovare un "luogo dentro di se" dove nascondere ciò che vorremmo ci consolasse nei momenti di solitudine.
|
|
[+] lascia un commento a marmotta71 »
[ - ] lascia un commento a marmotta71 »
|
|
d'accordo? |
|
giovj
|
lunedì 26 marzo 2012
|
una raffinata sofferenza interiore
|
|
|
|
I segni della vita vissuta sorreggono lo spettatore nella visione del film 2046 del regista Wong Kar Wai.
Lo stile rigorosamente e piacevolmente discontinuo, si veste di di immagini, colore,suoni e si fonde alle
asimmetrie delle inquadrature attente al dettaglio, al contrasto di luce, agli ambienti che emanano una
raffinata sofferenza interiore.
Tutto ci investe e ci turba drammaticamente e al contempo ci lega poeticamente ai ricordi forse perduti
e ai segreti sigillati per l'eternita'.
|
|
[+] lascia un commento a giovj »
[ - ] lascia un commento a giovj »
|
|
d'accordo? |
|
claudiorec
|
mercoledì 19 gennaio 2011
|
noioso
|
|
|
|
A me non ha lasciato niente, e mi ha annoiato per larghi tratti!
|
|
[+] lascia un commento a claudiorec »
[ - ] lascia un commento a claudiorec »
|
|
d'accordo? |
|
the deer hunter
|
mercoledì 1 settembre 2010
|
un'opera d'arte a tutto campo
|
|
|
|
Si può dire, a mio avviso a ragione, che 2046 costituisca un'opera d'arte: e attenzione, non si tratta di un luogo comune o di una banalità -tanto che la maggior parte dei film non può fregiarsi di questo vanto-, ma di una qualifica assolutamente peculiare e piacevolmente inaspettata. Opera d'arte a tutto campo, se si riconosce che compito precipuo dell'artista è comunicare emozioni, sentimenti e riflessioni senza spiattellarle esplicitamenre ma lasciandole trasparire attraverso pennellate, immagini, metafore, inquadrature, sguardi ecc. Ed è quello che Wong Kar-Wai riesce a fare magistralmente in questa pellicola: alludere, attraverso spettacolari soluzioni visive, movimenti di macchina, dialoghi e considerazioni fuori campo.
[+]
Si può dire, a mio avviso a ragione, che 2046 costituisca un'opera d'arte: e attenzione, non si tratta di un luogo comune o di una banalità -tanto che la maggior parte dei film non può fregiarsi di questo vanto-, ma di una qualifica assolutamente peculiare e piacevolmente inaspettata. Opera d'arte a tutto campo, se si riconosce che compito precipuo dell'artista è comunicare emozioni, sentimenti e riflessioni senza spiattellarle esplicitamenre ma lasciandole trasparire attraverso pennellate, immagini, metafore, inquadrature, sguardi ecc. Ed è quello che Wong Kar-Wai riesce a fare magistralmente in questa pellicola: alludere, attraverso spettacolari soluzioni visive, movimenti di macchina, dialoghi e considerazioni fuori campo. Benchè non sembri, si tratta di un film che si sustanzia di una robustissima base filosofica: il percorso del protagonista non può non richiamare un paragone con l'itinerario etico tracciato dal filosofo Soren Kierkegaard, quel passaggio cioè dell'uomo "estetico"- l'uomo che cioè passa la sua vita tra un'avventura galante e un'altra, che non trova nella propria esistenza un punto di riferimento unitario ma la frammenta in una serie atemporale di azioni scollegate tra loro e volte unicamente alla conquista dell'animo femminile e al soddisfacimento conseguente ed effimero del piacere sessuale- all'uomo "etico", l'uomo che prende coscienza della disperazione cui conduce la dissipatezza dell'esperienza estetica e riesce a dire basta, a "non tornare più indietro", per usare le emblematiche parole pronunciate dal protagonista nell'ultima scena. Non è un caso che questi, infatti, alla fine della pellicola non accetti la proposta della sua antica "compagna di sventure": si tratta cioè della piena affermazione della consapevolezza di uno scarto, di una svolta nella propria vita, consistente nell'aver compiuto quel "salto" verso una vita più matura e consapevole, che implica un ravvedimento e un'evoluzione -altrettanto paradigmatica la sequenza conclusiva col protagonista da solo (per la prima volta) in macchina-. Anche da un punto di vista squisitamente cinematografico, le scelte stilistiche lasciano a bocca aperta: nella prima parte del film, la macchina da presa indugia spesso- se non sempre- dietro a nascondigli: porte semiaperte, fessure, muri, tende... In questo modo lo spettatore ha la sensazione di compartecipare alla vita dissoluta e subdola del protagonista, riducendosi ad un voyeur che constata la vuotezza di un'esistenza spesa ad appagare il desiderio sessuale senza mai legarsi a niente e a nessuno, rifuggendo anzi la monotonia e perseguendo l'eccezionalità come esperienza suprema. Al contrario, nella seconda parte, le inquadrature si fanno più aperte e dirette, senza mascheramenti o mistificazioni, a sottolineare la nuova maturità etica del protagonista (da segnalare la scena finale in cui egli dialoga con la donna: quando è lei a parlare, la telecamera si cela dietro ad un muro, quando parla lui esce allo scoperto). Di qui una possibile interpretazione della metafora del 2046: il posto verso cui tutti tendono e da cui nessuno riesce a tornare non è forse il regno del piacere materico, sensuale, del godimento in cui la donna è ridotta a mero strumento di ispirazione destinato all'abbandono non appena si esaurisca questa funzione? E, d'altra parte, come è difficile abbandonare questa vita- che pure mostra alla fine la sua insensatezza- per un essere debole quale l'uomo? Interpretazioni parziali? Beh, adoro questo film perchè è uno dei pochi del nuovo millennio che ti dà la possibilità di pensare, riflettere, che apre scenari e suggerisce chiavi di volta per l'interpretazione del reale (stupenda, e liberamente interpretabile, la metafora di Honk-Kong, perchè c'è anche il messaggio politico, di cui non c'è spazio per trattare). Allusioni, metafore, spettacolo. Proprio come un'opera d'arte.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a the deer hunter »
[ - ] lascia un commento a the deer hunter »
|
|
d'accordo? |
|
paride86
|
domenica 25 aprile 2010
|
magnifico
|
|
|
|
Partendo dalla trama e dal protagonista di "In the mood for love", Kar-Wai continua il discorso sui sentimenti ampliando e calcando i temi e i modi del film precedente. Il suo è uno stile inconfondibile, fatto di inquadrature attentamente costruite, giochi di luci, seduzione calcolata e mai volgare. Ma 2046 è molto di più: si pone come ritratto psicologico di un personaggio sfortunato e sconsolato, o forse cinico, chissà, e cerca di declinare l'amore in tanti modi diversi.
Complesso e labirintico, è un film che sicuramente affascina, e molto.
Ottima la scelta delle musiche.
|
|
[+] lascia un commento a paride86 »
[ - ] lascia un commento a paride86 »
|
|
d'accordo? |
|
torakiki
|
giovedì 18 marzo 2010
|
bello e possibile
|
|
|
|
Un ottimo film stile bei tempi...tutto sta in piedi senza bisogno di colpi ad effetto o effetti speciali, regia impeccabile per maniaci della perfezione.. buoni gli attori...nn bisogna farsi spaventare dall'introduzione "psico", seguono coinvolgenti strofe contornate da ritornelli femminili di cui impossibile nn innamorarsi...istruzioni per l'uso: bene la visione serale da lunedi al giovedi..ottimo il venerdi, vivamente sconsigliato il sabato o la domenica, visionare preferibilmente soli.
|
|
[+] lascia un commento a torakiki »
[ - ] lascia un commento a torakiki »
|
|
d'accordo? |
|
joeblack
|
martedì 27 gennaio 2009
|
vale la pena scoprire questo genere di cinema !
|
|
|
|
Secondo me , è un gran film !
Difficile da seguire e che lascia alllo spettatore più di una chiave interpretativa .
Un film che mi ha fatto pensare e che mi ha coinvolto moltissimo !
Lo consiglio a chi considera il cinema un arte mentre lo sconsiglio vivamente a chi lo considera un passatempo !
Un opera che per essere gustata necessita di concentrazione!
|
|
[+] lascia un commento a joeblack »
[ - ] lascia un commento a joeblack »
|
|
d'accordo? |
|
alberto s
|
venerdì 9 gennaio 2009
|
meraviglia senza tempo
|
|
|
|
Dopo 'In the mood for love',capolavoro inarrivabile e fisso nel tempo come qualcosa di impossibile da cancellare, tentare di fare una sorta di sequel (perchè tratta di questo '2046') sarebbe stato difficile, o quasi proibitivo, per chiunque.
Non per Wong Kar-wai, uno dei cineasti più straordinari della contemporaneità, uno di quelli che credono ancora nella forza espressiva, anche violenta, del cinema.
Uno che crede nei silenzi, nelle nostalgie di una vita e nei piccoli drammi quotidiani che poi diventano malesseri eterni.
2046 è un anno, è un Pianeta sconosciuto e lontano, è un numero di una stanza d'albergo, è persino il titolo di un libro; 2046 è tutto e, paradossalmente, non è nulla.
E'il vuoto di un uomo che adora essere amato ma sa amare solo una persona, che continua a cercare in ogni incontro che la vita gli riserva.
[+]
Dopo 'In the mood for love',capolavoro inarrivabile e fisso nel tempo come qualcosa di impossibile da cancellare, tentare di fare una sorta di sequel (perchè tratta di questo '2046') sarebbe stato difficile, o quasi proibitivo, per chiunque.
Non per Wong Kar-wai, uno dei cineasti più straordinari della contemporaneità, uno di quelli che credono ancora nella forza espressiva, anche violenta, del cinema.
Uno che crede nei silenzi, nelle nostalgie di una vita e nei piccoli drammi quotidiani che poi diventano malesseri eterni.
2046 è un anno, è un Pianeta sconosciuto e lontano, è un numero di una stanza d'albergo, è persino il titolo di un libro; 2046 è tutto e, paradossalmente, non è nulla.
E'il vuoto di un uomo che adora essere amato ma sa amare solo una persona, che continua a cercare in ogni incontro che la vita gli riserva.
Per lui le donne sono un passatempo, lo dice lui stesso, forse si diverte a vederle innamorate di lui, di lui che ama solo lei; ma poi, lui, non è così insensibile come sembra e sorride amaramente se la sua amata è felice con un altro uomo.
Continuerà a vivere i piaceri effimeri e repentini che le occasioni della vita gli offriranno, farà l'amore con donne di cui non ricorderà il nome e vedrà il tempo scorrere inesorabile e la sua malinconia crescere a dismisura.
Penserà solo a lei, quando, andato e tronato dal 2046, si renderà conto ancora una volta che lei, e solo lei, poteva dare un senso alla sua esistenza.
penserà comunque sempre a lei.
Così lontana, eppure così vicina.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alberto s »
[ - ] lascia un commento a alberto s »
|
|
d'accordo? |
|
|