Alessandra Levantesi
La Stampa
Salvo l'aggiunta del numero civico, «36 Quai des Orfèvres» ripete il titolo del classico di Henri-Georges Clouzot che da noi si chiamò «Legittima difesa» (1947). L'indirizzo è quello della centrale di pubblica sicurezza a Parigi, il regista e sceneggiatore Olivier Marchal (che fa una breve apparizione nei panni di un gangster tatuato) è un ex poliziotto svelante con rabbia i poco edificanti altarini della corporazione. A suo tempo il film di Clouzot fu giudicato cinico e disperato, ma era niente a paragone di ciò che si vede qui: violenti e corrotti, i tutori dell'ordine vivono in mezzo alla mala fino a sposarne i metodi e pensano soprattutto a farsi le scarpe fra loro. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2301 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 24 gennaio 2005