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stefano capasso
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giovedì 23 giugno 2016
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la capacità di sognare come manifestazione d'amore
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Will Bloom è da anni arrabbiato col padre Ed, per la sua inarrestabile mania di raccontare sempre storie fantasiose. E’ cresciuto ascoltando sempre racconti incredibili e sente di non aver mai potuto conoscere la vera identità del padre.
Dopo 3 anni di rottura, Will, torna con la moglie, dal padre anziano che sta vivendo la fase terminale di una malattia. E’ l’occasione per tornare in contatto con quei racconti che fanno parte del loro mito familiare.
Un racconto grottesco con momenti commoventi questo di Tim Burton che lavora sul rapporto padre figlio, e più in generale sul rapporto figlio genitore, visto questa volta dalla parte del padre.
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Will Bloom è da anni arrabbiato col padre Ed, per la sua inarrestabile mania di raccontare sempre storie fantasiose. E’ cresciuto ascoltando sempre racconti incredibili e sente di non aver mai potuto conoscere la vera identità del padre.
Dopo 3 anni di rottura, Will, torna con la moglie, dal padre anziano che sta vivendo la fase terminale di una malattia. E’ l’occasione per tornare in contatto con quei racconti che fanno parte del loro mito familiare.
Un racconto grottesco con momenti commoventi questo di Tim Burton che lavora sul rapporto padre figlio, e più in generale sul rapporto figlio genitore, visto questa volta dalla parte del padre. E’ il figlio che fatica ad accettare il padre, che le sue aspettative vorrebbero diverso e che compirà il suo percorso di crescita. E il tema della fantasia, della capacità di sognare e creare è il filo conduttore di tutto il film. Una capacità che altro non è che una grande manifestazione di amore. Sognare e fantasticare e inventare per se e per gli altri è un grande frutto di quell’amore che aiuta a far vivere tutti una vita migliore
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elgatoloco
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mercoledì 3 ottobre 2018
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big fish-una vida/the life
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"Big Fish"(2003, di Tim Burton, da un bel romanzo di Daniel Wallace)è un'esperienza esistenziale, creativa, altra... UNa vera esperienza artistica e di ricerca di sé e del Sé, dove la fiaba incontra continuamente la"realtà"o ciò che prendiamo per tale, dove "la vida es sueno", dove, come in"The Tempest"di Shakespeare l'illusione incontra, neppure conflittualmente la"realtà", dove i confini tra i due ambiti-domini sono così stretti da divenire tout court assolutamente inconoscibili-irrintracciabili. Il protagonista Edward Bloom(una scelta forse non casuale, quella del nome, pur se probabilmente attinta dall'inconscio), la cui vita viene rievocata da un figlio a suo modo più"realista"quando il padre è ormai"in exitu", vive la sua vita in maniera particolare, soprattutto"raccontandola", dove la sua biografia viene a comporsi di pezzi attinti da quanto è"realmente"(?)accaduto e da quanto invece ha immaginato-sognato-agognato di fare ed essere.
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"Big Fish"(2003, di Tim Burton, da un bel romanzo di Daniel Wallace)è un'esperienza esistenziale, creativa, altra... UNa vera esperienza artistica e di ricerca di sé e del Sé, dove la fiaba incontra continuamente la"realtà"o ciò che prendiamo per tale, dove "la vida es sueno", dove, come in"The Tempest"di Shakespeare l'illusione incontra, neppure conflittualmente la"realtà", dove i confini tra i due ambiti-domini sono così stretti da divenire tout court assolutamente inconoscibili-irrintracciabili. Il protagonista Edward Bloom(una scelta forse non casuale, quella del nome, pur se probabilmente attinta dall'inconscio), la cui vita viene rievocata da un figlio a suo modo più"realista"quando il padre è ormai"in exitu", vive la sua vita in maniera particolare, soprattutto"raccontandola", dove la sua biografia viene a comporsi di pezzi attinti da quanto è"realmente"(?)accaduto e da quanto invece ha immaginato-sognato-agognato di fare ed essere. Indimenticabile la parte nella quale arriva in una città"incredibile", dove tutti ballano e che la seconda volta in cui ci arriva(anche qui forse ci vorrebbe un punto di domanda o anche vari punti interrogativi...) si prodiga per salvarla, impegnando le proprie finanze. Sempre soluzioni sospese, ma non sospesa è la conclusione, per cui tutto è degno di venire raccontato, certo con le capacità inventive di Tim Burton, che non è un novellino in questa linea di ricerca. "Felliniano"in certe soluzioni sceniche , eppure diversissimo da Fellini(gli States sono distanti non solo geograficamente, nonostante l'apporto anche italiano non sia stato indifferente, pur se"fuso-confuso"con tanti altri apporti culturali), "Big Fish"è un"unicum"e all'epoca era certamente un novum assoluto, nella produzione burtoniano e in quella filmica in generale. Dal protagonista MC Ewan(Finney da anziano)a Marion Cotillard a Jessica Lang a"comparsate"nobilissime come quella di Dennis De Vito, siamo al top della cinematografia, in assoluto. El Gato
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ivano gentile
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sabato 29 dicembre 2018
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l'immaginazione sovrasta la realtà' regalando emozioni vere
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Questo è' uno di quei film ricamati a mano, di pregevolissima fattura. Tim Burton e' amato e odiato per la sua visione molto tetra,che hanno contraddistinto le sue creazioni cinematografiche. Bene il colore risparmiato in tutte le sue pellicole compare come magia in un solo film, un'esperienza visiva senza precedenti. Il valore di questo film si percepisce quando la grandezza delle emozioni provocate e' indirettamente proporzionale alla credibilità' della trama!!! Ci s'innamora di un film quando questo ci dona emozioni, ci trasporta direttamente nello schermo, e ci fa credere di essere i protagonisti del film in questione. In questo film è' impossibile medesimarsi nei protagonisti,Burton ha voluto dimostrare che l'immaginazione può' essere più' potente della realtà'.
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peppe97
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domenica 26 giugno 2011
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una pellicola "banalmente fantastica"
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La pellicola, diretta da Burton, utilizza pochi aspetti fantastici e durante il film, personalmente, non mi sono poi così sorpreso delle scene che si susseguivano. Pero' c'è da dire anche che la storia non è male: la vicenda del padre che racconta storie fantastiche al figlio è da considerare una novità; inoltre alcuni personaggi fantastici non si sono mai visti sul grande schermo. Forse ci sarebbe anche qualcosa da dire sul titolo che riguarda un elemento presente solo in alcune, poche, parti del film.
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