villyfunk
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sabato 27 dicembre 2008
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padre e figlio
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Poche storie hanno saputo descrivere in maniera così poetica, profonda e universale il complesso e conflittuale rapporto che intercorre tra figli e padri.
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arkonnen
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martedì 18 novembre 2008
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il capolavoro di burton
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film di ineguagliabile bellezza capace di trasportarti in un mondo fantastico popolato da strani personaggi.Questo è il capolavoro di quel genio di burton che dirige un film visionario e commovente.Alcune sequenze sono da ricordare.Film che sicuramente merita minimo una seconda visione.
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andre
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martedì 4 novembre 2008
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ma sei impazzito morandini....
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questo film è un vcapolavoro come dice il sacro Mereghetti....3 stelle ma sei pazzo???!!!
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andrea
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domenica 26 ottobre 2008
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le storie di una vita incredibile
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William Bloom e la moglie francese Josephine, tornano in America per rivedere un'ultima volta il padre di lui, Edward, che sta per morire. Nel tentativo di rinstaurare un legame perso con il padre, William verrà a conoscienza della vita del padre tramite racconti tra realtà e finzione. Tim Burton, il regista visionario di Hollywood, firma un capolavoro di film che viaggia come una favola che alterna fantasy e ambientazioni fiabesche a momenti drammatici e sequenze reali. Ed proprio la componente 'finzione/realtà' che permette a Burton e allo sceneggiatore John August di giocare la carta vincente del film, ovvero di raccontare le vicessitudini di un personaggio 'grande' nel suo paesino ma 'piccolo' una volta partito insieme al gigante Carl.
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William Bloom e la moglie francese Josephine, tornano in America per rivedere un'ultima volta il padre di lui, Edward, che sta per morire. Nel tentativo di rinstaurare un legame perso con il padre, William verrà a conoscienza della vita del padre tramite racconti tra realtà e finzione. Tim Burton, il regista visionario di Hollywood, firma un capolavoro di film che viaggia come una favola che alterna fantasy e ambientazioni fiabesche a momenti drammatici e sequenze reali. Ed proprio la componente 'finzione/realtà' che permette a Burton e allo sceneggiatore John August di giocare la carta vincente del film, ovvero di raccontare le vicessitudini di un personaggio 'grande' nel suo paesino ma 'piccolo' una volta partito insieme al gigante Carl. Ma anche i personaggi sono una fonte per raccontare questa incantevole pellicola che punta diritto verso lo spettatore inondandolo di un racconto fantastico che serve come tema di crescita per tutti i personaggi del film. Il rapporto padre/figlio può sembrare di routine, ma il modo con cui viene raccontato e impeccabile e la maestria di Burton nella contrapposizione appunto tra 'finzione e realtà' è una componente vincente per tutta la pellicola. Scenografie splendide, colori che variano tra il saturo e 'l'acceso' e un cast molto bravo che concede al proprio personaggio un ritaglio nel film fondamentale anche nei ruoli più marginali. Un film di maturità e di crescita che vede il protagonista evolversi e appunto, maturare. Musiche di Danny Elfman, poi nomintato all'Oscar e al Golden Globe nel 2004 e cast ottimo che comprende Albert Finney, Billy Crudup, Ewan McGregor, Marion Cotillard, Danny DeVito, Steve Buscemi e Helena Bonham Carter, moglie del regista. In generale un'opera commovente, toccante, intelligente e, come il regista, molto visionaria nel raccontare una storia semplice ma allo stesso tempo complicata e drammatica. Da vedere assolutamente.
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bandy
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venerdì 24 ottobre 2008
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che incanto!
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Un assoluto capolavoro.
Dolce e inquietante, tenebroso e pieno di scintille.
Una favola che ti riesce ancora a incantare.
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brains!
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sabato 11 ottobre 2008
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unico!
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Non voglio discutere i gusti di nessuno ma..per quel che riguarda la mia esperienza, questo film è stato capace di farmi scoppiare in lacrime come nessun film aveva fatto prima, forse perchè mi sono un po' rivisto nell'infanzia del figlio che nonostante l'amore non è mai riuscito ad avere un rapporto molto unito con il proprio padre ovviamente per impegni di lavoro..non storie di giganti e steghe! Comunque ogni film insegna qualcosa..basta soltanto avere la forza di guardarsi dentro e provare a riflettere! Ad ogni modo questo film io lo vede come un capolavoro, una metafora di vita, un po' fiaba, un po' reale!
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cappa.89
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giovedì 9 ottobre 2008
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ottimo lavoro tim burton
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vi consiglio di vedere questo film... non è uno di quei film stupidi ma tutto il contrario, ha un bel messaggio ovvero che non sono le cose che danno gusto ma siamo noi che diamo gusto alle cose e sapore alla vita!
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kobayashi
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sabato 20 settembre 2008
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vita di edward bloom
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Certe vite sono belle anche da sentire raccontare. Alcune lo sono ancora di più, visto che il primo ad averle raccontate è il protagonista stesso. Edward Bloom, un uomo che ha fatto della sua vita una bellissima favola. Un uomo molto simpatico, gioviale, che parla di grandi pesci (Big Fish), città al centro della foresta, giganti, circhi, nani, giocolieri, donne, auto, finanza, wall street, poetica. Uno che da ragazzo era il migliore della sua città, campione di football, basketball, baseball e che a diciotto anni lascia la sua piccola Ashton, in provincia, in cerca della sua strada. Edward Bloom non è una persona comune e "nella sua vita non è sempre possibile distinguere la finzione dalla realtà".
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Certe vite sono belle anche da sentire raccontare. Alcune lo sono ancora di più, visto che il primo ad averle raccontate è il protagonista stesso. Edward Bloom, un uomo che ha fatto della sua vita una bellissima favola. Un uomo molto simpatico, gioviale, che parla di grandi pesci (Big Fish), città al centro della foresta, giganti, circhi, nani, giocolieri, donne, auto, finanza, wall street, poetica. Uno che da ragazzo era il migliore della sua città, campione di football, basketball, baseball e che a diciotto anni lascia la sua piccola Ashton, in provincia, in cerca della sua strada. Edward Bloom non è una persona comune e "nella sua vita non è sempre possibile distinguere la finzione dalla realtà". Tutto è metafora in Big Fish, tutto è trasfigurazione. Quando Edward se ne và dalla sua città in cerca della sua fortuna arriva a Spectre, il posto in cui tutti sono felici, un posto in cui tutto sembra avere il proprio posto naturale, ma nel quale tutto è immobile, fermo, morto. Spectre è il primo simbolo del film, il simbolo della fine della vita intesa come emozioni, come scoperta, come piacere quotidiano. Spectre è alienata dal mondo e per questo ferma: ospita un poeta, Norther Winslow, che da quando vi soggiorna non ha più trovato lo slancio per scrivere un bel nulla. Certo, prima di Spectre, cronologicamente rispetto allo scorrere del film c'è la Vecchia Strega, quella con "l'occhio in cui puoi vedere il futuro", nella quale Edward da bambino vede la sua fine, perchè "se sai già come và a finire è meglio, sai che in tutte le altre situazioni te la caverai". Bello, eh. Un favola. Sulla strada il cittadino più illustre di Ashton incontra un gigante, un nano direttore di circo, due gemelle che lo aiutano a tornare sano e salvo dalla guerra e lo stesso poeta Winslow, al quale Edward da una consulenza fondamentale che lo porterà a diventare un pezzo grosso di Wall Street. Insomma la vita che è narrata in questo film è spettacolare: vera o no che sia non importa. Che c'entra se le storie che Ed racconta sono state in gran parte gonfiate, cosa cambia? C'è da biasimare un uomo che ha tenuto la sua esistenza su di giri investendo nella scoperta, nell'avventura, nell'amore? Vi piacerebbe vedere Edward che muore in silenzio, oppure Edward che la racconta fino alla fine, la sua vita, cercando di non perdere il filo della sua allegria? C'è qualcosa di male nel raccontarla diversa da quella che è? Già, perchè Big Fish è incentrato sulla fine di questa vita, ed è tutto a flashback. Il figlio di Edward torna a trovare il padre morente e, nel tentativo di riallacciare un dialogo ormai interrotto da tre anni, capisce la grandezza del suo genitore, quelle storie che lo avevano annoiato e che, nel momento del funerale del padre, si riveleranno non essere così false (al funerale, in quanto a presenze, ci sono delle belle sorprese). Burton non delude mai lo spettatore, ha un senso di responsabilità nei confronti dei sogni che innesca nella gente, con le sue pellicole, e conduce con un genio inconfondibile a ragionamenti cristallini sull'esistenza, sulla morte, sulla fine e sull'inizio di tutto. Bloom, con questo nome da favola, ti fa pensare alla grandezza della vita, alla bellezza dei sogni e alla necessità di stare sempre e comunque allegri, senza farsi contagiare dalla malinconia, resistendo fino all'ultimo respiro. L'ho rivisto molte volte, e quando ero uscito dalla sala mi soffiavo il naso e mi asciugavo gli occhi. Bello. Veramente un bel lavoro.
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dorian gray
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venerdì 1 agosto 2008
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onore al genio
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semplicemente "fantastico"!!! grazie Tim, ancora una volta!
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justo
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lunedì 14 luglio 2008
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emozionante
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Una poesia,una fiaba serena senza le atmosfere dark dei precedenti film di Burton,un vero capolavoro che fa riflettere sulle persone e sul rapporto tra figli e genitori,ma anche sulla forza dell'immaginazione che,a chi lo permette(come Ed Bloom) entra nella vita reale.Una utopia bellissima e toccante,contagiosa nella sua assurdità e commovente(la scena in cui Will immagina per il padre una morte fiabesca nel fiume è indimenticabile).Mcgregor e Finney sono perfettamente in parte.Consigliato soprattutto a chi non ha amato i precedenti lavori del regista.
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