Prova a prendermi |
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Un film di Steven Spielberg.
Con Leonardo DiCaprio, Tom Hanks, Christopher Walken, Martin Sheen, Nathalie Baye.
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Titolo originale Catch Me If You Can.
Commedia,
durata 141 min.
- USA 2001.
MYMONETRO
Prova a prendermi
valutazione media:
3,97
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Nepoti
La Repubblica
Steven Spielberg ha un'idea fissa: dimostrare che, al cinema, è in grado di fare qualsiasi cosa. Dopo fantascienza e dramma storico, war-movie e film d'avventure, ora tocca alla commedia; meglio ancora, alla commedia d'epoca (con tanto di titoli di testa in stile anni '60, musiche alla Henry Mancini, scelta dei colori e tutto il resto). Ed è una buona commedia Prova a prendermi, storia di un grande truffatore ispirata al libro autobiografico di Frank W.Abagnale jr. Ancora adolescente, Frank riesce a gabbare il mondo spacciandosi prima per pilota, poi per chirurgo e avvocato senza mai guidare un aereo, praticare un'operazione o partecipare a un vero dibattimento in tribunale. Incredibilmente la dà da bere a tutti, anche se la sua facoltà di medicina sono i telefilm del Dr. Kildare, quella di giurisprudenza le imprese forensi a puntate di Perry Mason. Il fregolismo permette all'ingegnoso giovanotto di incassare cospicui assegni falsi, sfruttando il prestigio dei vari ruoli che interpreta per mettere da parte una fortuna. Sulla sua pista, però, c'è l'agente dell'Fbi Carl Hanratty, per il quale la cattura dell'imbroglione è diventata un'ossessione. Abagnale riesce sempre a seminarlo in extremis; il che rende Carl lo zimbello dei colleghi. Poco a poco, tuttavia, si stabilisce una strana complicità, fatta di ammirazione reciproca, proiezioni padre-figlio e soprattutto di profonde, complementari solitudini (come rivela la scena, bella e malinconica, della telefonata natalizia tra i due nemici-amici). Completamente rilassato, con Prova a prendermi Spielberg mette in scena uno dei film minori della sua filmografia; ma lo fa in maniera ineccepibile, centrando in pieno il ritmo giusto per una commedia e mantenendolo dall'inizio alla fine. Ottimo anche il lavoro di casting: un Leonardo DiCaprio charmeur e palesemente a proprio agio (molto più che in Gangs of New York); Tom Hanks che, vestito alla Blues Brother, presta la sua faccia qualsiasi a un personaggio più sfaccettato e complesso delle apparenze; Christopher Walken nei panni del padre di Frank, un perdente sintetico che offre all'attore il primo buon ruolo dopo una serie di piccole disavventure. Decisamente in ombra, invece, l'altro sesso; anche perché le donne del film sono tutte, quale più quale meno, orribili. E se Steven è mai stato un regista di grandi personaggi femminili, questa volta rasenta la misoginia.
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