Alessandra Levantesi
La Stampa
Jean-Pierre Léaud, attore che immancabilmente si ricorda nei panni di Antoine Doinel, alter ego di Francois Truffaut in ben cinque film a cominciare dal lontano I quattrocento colpi (1959), con il tempo (ormai ha 57 anni) si è trasformato in una specie di icona o di disegno vivente: con la sua aria da eterno scapigliato emblematizza tuttora il mitico cinema della nouvelle vague, però i capelli lunghi e disordinati incorniciano un volto stanco e segnato e la sagoma si è appesantita. Affidare un personaggio a Léaud significa consegnarglielo, sapere che ne assumerà le caratteristiche, l'ironia e la malinconia; ed è un fattore di cui, delineando la figura protagonista di Le pornographe, sua opera seconda, il giovane cineasta Bertrand Bonello deve aver senz'altro tenuto conto. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (1994 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 15 Settembre 2001