gianleo67
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venerdì 12 settembre 2014
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'effetto notte' ...in trasferta transilvanica
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Il geniale e dispotico regista tedesco di Friedrich Wilhelm Murnau ottiene i finanziamenti per un originale adattamento del 'Dracula' di Bram Stoker di cui però gli vengono negati i diritti dalla famiglia dello scrittore irlandese. Decide di sopperire alla mancanza stravolgendo il copione, modificando i nomi dei personaggi e scegliendo di girare, piuttosto che nelle originali location transilvaniche del libro, in altre della vicina Polonia. Ma il vero asso nella manica del regista è l'attore principale, un misconosciuto e oscuro attore teatrale tedesco di nome Max Schreck che si presenta nel set sempre in costume, è disposto a girare solo di notte e si vocifera sia esso stesso un vero e proprio.
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Il geniale e dispotico regista tedesco di Friedrich Wilhelm Murnau ottiene i finanziamenti per un originale adattamento del 'Dracula' di Bram Stoker di cui però gli vengono negati i diritti dalla famiglia dello scrittore irlandese. Decide di sopperire alla mancanza stravolgendo il copione, modificando i nomi dei personaggi e scegliendo di girare, piuttosto che nelle originali location transilvaniche del libro, in altre della vicina Polonia. Ma il vero asso nella manica del regista è l'attore principale, un misconosciuto e oscuro attore teatrale tedesco di nome Max Schreck che si presenta nel set sempre in costume, è disposto a girare solo di notte e si vocifera sia esso stesso un vero e proprio... vampiro.
Curioso ed affascinante omaggio al capolavoro espressionista di Murnau del 1922, il film di E. Elias Merhige (autore del visionario ed allegorico 'Begotten' - 1991) è in realtà un omaggio tout court alla magia del cinema ed ai suoi miti immortali, una sorta di ironico ed avvincente 'effetto notte' in trasferta transilvanica dove le 'liaison' tra gli attori ed il dietro le quinte della lavorazione di un film con molte pretese (Murnau che viene pomposamente accostato a Griffith e, anacronisticamente, al successivo Ėjzenštejn) vengono sostituiti da una 'primadonna' calva e ridanciana che vampirizza il cast e da un oscuro contratto mefistofelico che lega regista e attore principale in un indissolubile patto di sangue. Ripercorrendo le tappe di una messa in scena più attenta ai risvolti di un gustoso 'divertissement' meta-cinematografico che al diletto per le citazioni filologiche sul cinema muto (e sull'espressionismo in particolare), Merhige sembra condurre il cast del film di Murnau lungo lo stesso percorso iniziatico verso l'eclissi del dominio della ragione dei personaggi del libro di Stoker e sostituendo alle ossessioni romantiche di quei personaggi (il mito dell'amore eterno, il rapporto con Dio, l'oscura natura del male, la rivincita della razionalità sull'inganno, etc.) quelle artistiche e divistiche del suo allucinato protagonista, disposto finanche a sacrificare tutti i suoi collaboratori pur di completare il suo orrido capolavoro, quale un folle scienziato della 'Rue Lumiere' alle prese con una malintesa e imprescindibile missione positivista ("Noi siamo gli scienziati ingaggiati per la creazione della memoria. Ma la nostra memoria non avrà sfocature...o dissolvenze"). Il cinema dunque come metafora di una vampirizzazione dell'autore suglia attori ma anche come grande illusione sulla natura della realtà, manipolata a piacimento per assecondare le ossessioni di un 'Deus ex Machina' in grado di ingannare, con le finte prospettive di un artificioso e vacuo processo demiurgico, persino la morte. Cast di ottimo livello e scontro fra titani tra Malcovich-Murnau e Schreck-Defoe, da cui inevitabilemente sembra quest'ultimo ad uscire vincitore, non ostante la scena finale di una pellicola che si incendia, come il mito del vampiro, sotto i raggi infuocati di un sole nascente. Due nomination agli Oscar 2001 (tra cui quello a Defoe come miglior attore non protagonista) e presentazione alla Quinzaine des Réalisateurs del 53º Festival di Cannes.
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toty bottalla
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martedì 1 luglio 2014
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il film nel film!
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E' un film per amatori cinefili a cui piace spulciare i misteri leggendari, in questo caso del vecchio film del 22, al di là di una buona fotografia, il film annoia l'altro tipo di spettatore che non viene coinvolto dalla proposta impegnativa, credo tuttavia che riproporre oggi (storia del film a parte) un vampiro con lunghe unghia, canini affilati e letto di bara sia un'idea ridicola, i vampiri oggi vestono bene, si nutrono di noi senza mordere e riposano in una banca! Saluti.
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gre
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domenica 10 agosto 2008
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genesi della follia
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Senza dubbio questo film non è adatto a tutti coloro che cercano horror e terrore, in quanto "l'ombra del vampiro" analizza in modo approfondito la mente umana.
Esso infatti pone in primo piano non tanto la figura del vampiro, che pure Defoe riesce a ricostruire con una perfezione eccezzionale, ma si sofferma maggiormente sulla forza della conoscenza.
Cosa non si fa per il sapere...
Marnau rischia la sua stessa vita e non si pone il minimo scrupolo nel condannare a morte la bella Greta e tutto questo per la Scienza, tutto questo per ottenere il "vero" da un film.
Her doctor dona tutta la sua vita e la sua dignità di uomo all'unica cosa che realmente ama, all'unica cosa che lo fa sentire vivo: il cinema.
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Senza dubbio questo film non è adatto a tutti coloro che cercano horror e terrore, in quanto "l'ombra del vampiro" analizza in modo approfondito la mente umana.
Esso infatti pone in primo piano non tanto la figura del vampiro, che pure Defoe riesce a ricostruire con una perfezione eccezzionale, ma si sofferma maggiormente sulla forza della conoscenza.
Cosa non si fa per il sapere...
Marnau rischia la sua stessa vita e non si pone il minimo scrupolo nel condannare a morte la bella Greta e tutto questo per la Scienza, tutto questo per ottenere il "vero" da un film.
Her doctor dona tutta la sua vita e la sua dignità di uomo all'unica cosa che realmente ama, all'unica cosa che lo fa sentire vivo: il cinema.
Accortosi del fatale errore, egli però è cosciente del fatto che non può più tornare indietro e decide di filmare la fine del vampiro, per fare ciò molte vite verranno spezzate,vite considerate senza valore, rispetto alla sicurezza di affermarsi nell'albo dei più grandi registi di tutti i tempi.
John Malkovich, trovandosi probabilmente in uno dei ruoli più congeniali alla sua figura, riesce a far rivivere l'ossessione di Marnau con quel suo eccezionale equilibrio tra follia, passione e fredda razionalità.
Per amore del Cinema. Per amore della scienza. Per l'immortalità.
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asile_86
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lunedì 5 maggio 2008
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bruttino
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Niente di speciale davvero. Abbastanza brutto...Non mi ha convinta per niente, non mi è affatto piaciuto: trama leggera leggera...
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felice turturiello
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lunedì 13 marzo 2006
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dalla prefazione del libro, dracula, mio fratello,
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Per scrivere una recensione su questo film bisognerebbe non avere alcuna conoscen - za dei vampiri tradizionali. Murnau, come il vecchio Bram Stoker, ci ha infatti depista -ti per far si che la storia non corresse il rischio della banalità.
Ci si é chiesto, come fece il grigio scrittore irlandese a tirar fuori in due anni la storia più venduta di ogni tempo? Per chi non lo sapesse la parola nosferatu vuol dire ombra. E dracula ci segue ovunque perchè nessuno di noi potrà mai separarsi dalla sua.
Nel film è Murnau il vero vampiro, perché permette alla sua ombra, fuori dalla ogni finzione, di compiere il male che lui ha progettato per celebrare se stesso.
Ancora una volta il doppio tenebroso è animato dalla volontà che, partendo dalla luce del sole, gli comanda ogni genere di turpitudini.
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Per scrivere una recensione su questo film bisognerebbe non avere alcuna conoscen - za dei vampiri tradizionali. Murnau, come il vecchio Bram Stoker, ci ha infatti depista -ti per far si che la storia non corresse il rischio della banalità.
Ci si é chiesto, come fece il grigio scrittore irlandese a tirar fuori in due anni la storia più venduta di ogni tempo? Per chi non lo sapesse la parola nosferatu vuol dire ombra. E dracula ci segue ovunque perchè nessuno di noi potrà mai separarsi dalla sua.
Nel film è Murnau il vero vampiro, perché permette alla sua ombra, fuori dalla ogni finzione, di compiere il male che lui ha progettato per celebrare se stesso.
Ancora una volta il doppio tenebroso è animato dalla volontà che, partendo dalla luce del sole, gli comanda ogni genere di turpitudini.
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sixx
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giovedì 8 dicembre 2005
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i risvonti di un mito
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Film che riesce nell'intento di rafforzare l'alone di mistero che sta dietro Nosferatu. Non è fatto per fare paura, ma analizza in modo efficace i risvolti del mestiere dell'attore. Bravi Malkovich e Defoe.
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retro
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sabato 3 dicembre 2005
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si può vedere
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da consigliare a cinefili,coglie aspetti della biografia di murnau e delle sue ossessioni
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lorenzo
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martedì 6 gennaio 2004
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l'ombra di un film
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Del bel film che avrebbe potuto essere sulla pellicola non rimane che l’ ombra sbiadita, insipida, priva del bulinismo immaginativo al quale si anelava sin dalla lunga seguenza art nouveau che accompagna i titoli di testa. Su un piatto d’argento ci sono stati presentati, stuzzicanti: Friedrich Wilhelm Murnau, Bram Stoker, Nosferatu, William Dafoe, John Malkovich, il mito e la leggenda ,il principe delle tenebre…Ma del ricco piatto ben poco s’è visto: la regia, priva di un’atmosfera caratterizzante che ci avvolga suadentemente, non riesce a compensare la sceneggiatura frammentaria e in più punti irrisolta. Tutta la vicenda più che irreale risulta semmai improbabile e ci viene, poco elegantemente, servita a “tozzi e bocconi”; i personaggi non hanno spessore psicologico, le loro motivazioni e le reazioni appaiono completamente sconclusionate.
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Del bel film che avrebbe potuto essere sulla pellicola non rimane che l’ ombra sbiadita, insipida, priva del bulinismo immaginativo al quale si anelava sin dalla lunga seguenza art nouveau che accompagna i titoli di testa. Su un piatto d’argento ci sono stati presentati, stuzzicanti: Friedrich Wilhelm Murnau, Bram Stoker, Nosferatu, William Dafoe, John Malkovich, il mito e la leggenda ,il principe delle tenebre…Ma del ricco piatto ben poco s’è visto: la regia, priva di un’atmosfera caratterizzante che ci avvolga suadentemente, non riesce a compensare la sceneggiatura frammentaria e in più punti irrisolta. Tutta la vicenda più che irreale risulta semmai improbabile e ci viene, poco elegantemente, servita a “tozzi e bocconi”; i personaggi non hanno spessore psicologico, le loro motivazioni e le reazioni appaiono completamente sconclusionate.
Quest’atipica portata risulta dolce quando non guasterebbe amara, e scipita quando vorrebbe essere forte. Non ci si aspettava sicuramente un film del terrore nel senso classico del termine, ma un’opera fornita di un più ampio ed efficace bagaglio d’immagini e suggestioni; completamente assenti. L’unica immagine degna del mito vampiresco è l’elegante polverizzazione di Nosferatu vista attraverso l’incenerimento della pellicola cinematografica .
Speravamo nella nouvelle cuisine, ma ci siamo dovuti accontentare di una porzione di surgelato.
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