Il gladiatore |
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Un film di Ridley Scott.
Con Russell Crowe, Joaquin Phoenix, Connie Nielsen, Richard Harris, Oliver Reed.
continua»
Titolo originale Gladiator.
Storico,
durata 155 min.
- USA 2000.
MYMONETRO
Il gladiatore
valutazione media:
3,96
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Complessità inimmaginabiledi Alex4lpFeedback: 0 |
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giovedì 3 novembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questo film va ben oltre gli effetti speciali e l'epicità. Questo film è l'espressione massima dell'arte e della poetica. Non a caso, un certo Luciano Pavarotti, ha fatto chiudere un cinema per vederselo e ha cantato una canzone (fatta scrivere appositamente) in suo onore. E stiamo parlando del massimo esponente mondiale dei cantanti di Lirica. La complessità di questo film è davvero inimmaginabie: i dialoghi sono ciò che mi colpisce di più: la ricercatezza maniacale della forma finalizzata alla massima resa dei concetti, partono dalla bocca e arrivano direttamente al cuore, non dando tempo al cervello di comprenderli subito a pieno. Ci vuole tempo per apprezzare le innumerevoli sfaccettature, come la Musica e il Montaggio, per esempio. Hans Zimmer e Lisa Gerrard insieme a Ridley Scott, danno vita ad un qualcosa che non si era mai visto (né sentito) prima: non si può infatti scindere la musica dal montaggio, come fossero categorie a sé stanti, in quanto è la loro continua dialetticità a rendere unico questo film. 19 Temi accompagnato la lunga scalata dei personaggi verso la libertà, e tutti in costante crescendo. Notate ad esempio la melodia che troviamo quando Commodo si rivolge al padre nella sua disperazione di figlio abbandonato e incompreso: appena accennata da qualche arco, come un pianto di un'anima che non riesce a sfogare la tragicità che ha in potenza. Lo stesso identico tema, lo ritroviamo quando Massimo si rivela nella grande arena allo stesso Commodo, ma ora è più forte e più carico, si sentono le trombe, i toni sono più alti e minacciosi, giusto per richiamare alla memoria quella stessa tragedia che ora si è trasformata in rabbia. E poi, nel gran finale, dopo essersi spezzati interiormente alla scena in cui Commodo si sfoga con la sorella, sotto le struggenti note inventate da Hans Zimmer, ritroviamo ancora una volta questo tema; eppure ora è mostruosamente più forte, più drammatico, più carico, i tamburi, gli archi, le trombe, e il coro subentrano all'improvviso con una prepotenza dirompente e allo stesso tempo straziante. Sappiamo che la fine è vicina, siamo alla resa dei conti, in cui tutte le storie si intrecciano: quella di Commodo e suo padre, il sacrificio di Proximo e di Cicero, Massimo e la sua Famiglia, Lucilla e suo figlio Lucio. L'epica conclusione è nelle rose rosse sparse per il Colosseo e in questa musica celestiale che pervade l'ambiente a noi circostante, lasciando solo il giusto spazio per percepire lo schermo. Quello è il momento più alto del film, in cui tutto, le paure, le gioie, i dolori, le sofferenze, gli entusiasmi che abbiamo vissuto fino a lì, si concentrano dentro un unico punto a densità infinità in una regione dell'universo senza coordinate e senza tempo. Ecco perché ancora quel tema, quel motivo musicale: per richiamarci alla memoria tutto ciò che è avvenuto, che ha portato a ciò. Quella scena è portatrice di un significato talmente profondo, che è necessario vedere il film più volte per intuirlo, sentirlo dentro di sè ed infine comprenderlo. E così è per tutte, e dico tutte i temi musicali presenti in questo film. Sinceramente, in tutti i film che ho visto, che cominciano a non essere pochi, non ho mai trovato una cosa del genere, perché questo è valdio anche per tutti gli altri temi musicali presenti nel film, a partire da quelli più famosi. Poi va beh, gli attori, le interpretazioni di Massimo, Commodo, Proximo, Gracco, Marco Aurelio, Lucilla sono incredibili. In particolare e Joaquin Phoenix che conferisce al film quella tonalità scura, come un'ombra cupa e minacciosa che si avverte con l'istinto, spezzata dal coraggio impavido di Massimo che al contrario ci trasmette fiducia, speranza e forza. Come uno scontro eterno tra il bene ed il male, la psicologia intrinseca alle regole del mondo umano. Questo è Gladiator, per me.
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