barmario
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martedì 29 dicembre 2009
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ti sbatte in faccia cos'è l'eroina
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Film cult degli anni '90, ti sbatte in faccia cos'è davvero l'eroina attraverso la storia di alcuni amici in una Scozzia degradata, che quasi sembra non ti offra grosse alternative. Ognuno ha il suo carattere e con il medesimo si pone nei confronti della droga in modo diverso: dall'eroinomane più convinto, a quello consapevole e che si colpevolizza, a quello sportivo che finisce anch'egli per cadere nel giro per emulare i compagni, fino al recidivo che però alla fine ce l'ha fa ad uscirne.
Memorabili alcune scene, come la nuotata all'interno del wc, la visione del neonato appeso al soffitto che gira la testa all'interno, le lensuola piene di feci scagliate contro i suoceri. Crudezza ed ironia condite da una colonna sonora tipicamente anni '90, veloce e dura.
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Film cult degli anni '90, ti sbatte in faccia cos'è davvero l'eroina attraverso la storia di alcuni amici in una Scozzia degradata, che quasi sembra non ti offra grosse alternative. Ognuno ha il suo carattere e con il medesimo si pone nei confronti della droga in modo diverso: dall'eroinomane più convinto, a quello consapevole e che si colpevolizza, a quello sportivo che finisce anch'egli per cadere nel giro per emulare i compagni, fino al recidivo che però alla fine ce l'ha fa ad uscirne.
Memorabili alcune scene, come la nuotata all'interno del wc, la visione del neonato appeso al soffitto che gira la testa all'interno, le lensuola piene di feci scagliate contro i suoceri. Crudezza ed ironia condite da una colonna sonora tipicamente anni '90, veloce e dura.
Visto in età adolescenziale ti resta impresso anzichennò e forse ti fa passare anche la voglia di drogarti...
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giorpost
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domenica 25 aprile 2010
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il treno giusto, guidato dal duo boyle-mcgregor
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Edimburgo, Scozia, anni ‘90. Siamo nell’ epoca della noia, il benessere è quasi ovunque, il lavoro ce n’è in abbondanza e nell’ Occidente americanizzato ci sono pochi hobby e poche cose per cui vale la pena spendere del tempo.
Tutto questo sembra il preludio ad una vita tranquilla, fatta di 8 ore di lavoro, la sera a casa in famiglia, il venerdì fuori con gli amici per una sana sbronza e il week-end speso in un hotel fuori città a base di sesso con il proprio partner, visite guidate e una capatina dai nonni in montagna. E invece la cricca di Mark Renton sceglie tutta un’altra strada, fatta (è proprio il caso di dire) di giornate dedicate interamente all’ eroina, oppure al modo per procurarsela.
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Edimburgo, Scozia, anni ‘90. Siamo nell’ epoca della noia, il benessere è quasi ovunque, il lavoro ce n’è in abbondanza e nell’ Occidente americanizzato ci sono pochi hobby e poche cose per cui vale la pena spendere del tempo.
Tutto questo sembra il preludio ad una vita tranquilla, fatta di 8 ore di lavoro, la sera a casa in famiglia, il venerdì fuori con gli amici per una sana sbronza e il week-end speso in un hotel fuori città a base di sesso con il proprio partner, visite guidate e una capatina dai nonni in montagna. E invece la cricca di Mark Renton sceglie tutta un’altra strada, fatta (è proprio il caso di dire) di giornate dedicate interamente all’ eroina, oppure al modo per procurarsela.
Renton è costantemente fuori, gli amici anche, e a nessuno sembra importare veramente di cercare una svolta, una vita normale. Neanche il sesso fa breccia nel protagonista creato da Welsh. Lo pratica, infatti, per la prima volta passati i 18 anni con una minorenne conosciuta in discoteca e, seppure estasiato per quella esperienza, non avrà modo di impegnarsi seriamente con nessuna.
Il resto del branco non ne azzecca una, tentativi di disintossicazione a go-go, per cui l’ unica strada è quella di cambiare aria e Mark ci prova andandosene a Londra a vender case.
L’amicizia, si sa, a volte è dura a morire e allora Begbie, il più anziano del gruppo (un ottimo Carlyle), lo raggiunge nella capitale, ma solo per trascinarlo di nuovo nei guai. E così tra un funerale e l’ altro (muoiono la neonata figlia di Sick Boy per indigenza e Tommy per l’ AIDS) e tra un furto e una rapina i nostri si ritrovano con un discreto bottino tra le mani…E’ dura, a questo punto, non avere strane tentazioni, ma il comportamento irresponsabile di Begbie che attira poliziotti come pochi al mondo, spinge Renton a prendere la borsa e scappare coi soldi, lasciandone una parte per l’ unico vero amico rimastogli, Spud.
E qui si assiste ad uno dei monologhi più famosi della storia del Cinema, un pensiero raccontato in prima persona (come lungo tutto il film) da quel Ewan McGregor che ha indissolubilmente legato la sua carriera a questo personaggio, duro ma dolce, svogliato e al contempo determinato, con una faccia da schiaffi ma terribilmente attraente che, alla fine, “sceglie” il treno giusto, ci sale sopra, e si appresta a vivere quella vita normale alla quale tutti dovrebbero ambire, con una maledetta lavatrice, uno stupido divano, il mega-televisore col gioco a quiz, giorni che passano sempre uguali, e ti ritrovi a 60 anni in una casa di riposo a guardarti indietro a rimpiangere quello che non hai mai fatto e a ricordare quello che di buono sei riuscito a fare. Una morale banale ma efficace: a volte è più saggio scegliere la noia che una vita sparata al massimo senza esserne coscienti.
Ottima regia per Boyle e bella prova per il suo pupiilo McGregor che non si ripeterà più a questi livelli.
Voto: 7+
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springpark
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sabato 5 novembre 2011
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un film "fatto" per i giovani
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A suo modo. Trainspotting riesce a darti un forte messaggio per quanto riguarda l'eroina e le droghe pesanti, anche se penso che il film si concentri su due moralità: uno è la violenza esagerata e gratuita di Bagbie che esprime il paradosso di un uomo che pur essendo in un contesto di drogati decide di non farsi ma comunque rappresenta un vero pericolo per la società mentre gli amici "fattoni" no.La seconda è la partenza di Mark, lui inizialmente disprezza la societa gallese perchè la trova ingiusta e immorale, e di conseguenza si droga, la sua partenza fisica da quella società è il puro distacco dalla droga ,quindi Mark è riuscito a trovare ad evadere dal sistema dicendo appunto "si alla vita".
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A suo modo. Trainspotting riesce a darti un forte messaggio per quanto riguarda l'eroina e le droghe pesanti, anche se penso che il film si concentri su due moralità: uno è la violenza esagerata e gratuita di Bagbie che esprime il paradosso di un uomo che pur essendo in un contesto di drogati decide di non farsi ma comunque rappresenta un vero pericolo per la società mentre gli amici "fattoni" no.La seconda è la partenza di Mark, lui inizialmente disprezza la societa gallese perchè la trova ingiusta e immorale, e di conseguenza si droga, la sua partenza fisica da quella società è il puro distacco dalla droga ,quindi Mark è riuscito a trovare ad evadere dal sistema dicendo appunto "si alla vita".Il film tecnicamente non ha una regia sempliciotta con dei veri colpi di genio di Boyle come per esempio la scena del bagno, per quanto riguarda la fotografia è molto curata ,la scrittura è molto espressiva ed implicita al tempo stesso,guardando un po più da lontano la pellicola riusciamo a distinguere un film di intrattentimento e con un forte messaggio. CONSIGLIATO FORTEMENTE a tutti i ragazzi al di sotto dei 30 ma può essere visto da chiunque ovviamente lasciando da parte i bambini.
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antonykal
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lunedì 5 luglio 2010
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la cura anestetica alla realtà
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Esiste un'alternativa alla vita?Un qualcosa che esuli dalla vita normale?La risposta è nella droga,forse. Avere una famiglia,un lavoro,degli hobby sani,una cazzo di tv, così Renton definisce tutto quello a cui rinuncia.Perchè?Perchè ha scelto una non-vita. La realtà è troppo dura, ogni giorno passa solo per distribuire dell'insensatezza e così Renton e i suoi amici decidono di fuggire da tutto questo. Per compiere tale fuga non basta semplicemente non fare nulla o divertirsi e basta. Ci vuole infatti qualcosa che ti faccia completamente dimenticare la nullità che sei, che ti faccia sentir di meno, in pratica che ti anestetizzi. La droga,la siringa,il laccio emostatico e intanto il cucchiaio che surriscalda il preparato,quel liquido che si va a miscelare col tuo sangue,entrando così come un intruso nel tuo corpo fino a prenderne il sopravvento.
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Esiste un'alternativa alla vita?Un qualcosa che esuli dalla vita normale?La risposta è nella droga,forse. Avere una famiglia,un lavoro,degli hobby sani,una cazzo di tv, così Renton definisce tutto quello a cui rinuncia.Perchè?Perchè ha scelto una non-vita. La realtà è troppo dura, ogni giorno passa solo per distribuire dell'insensatezza e così Renton e i suoi amici decidono di fuggire da tutto questo. Per compiere tale fuga non basta semplicemente non fare nulla o divertirsi e basta. Ci vuole infatti qualcosa che ti faccia completamente dimenticare la nullità che sei, che ti faccia sentir di meno, in pratica che ti anestetizzi. La droga,la siringa,il laccio emostatico e intanto il cucchiaio che surriscalda il preparato,quel liquido che si va a miscelare col tuo sangue,entrando così come un intruso nel tuo corpo fino a prenderne il sopravvento.Questa è la risposta,nella quale il mondo non fa più paura perchè non vi partecipi più,ma sei traportato in un trip accogliente, dove non provi dolore, ridi, saltelli per i prati vivendo come in un paese dei balocchi o un luna park.
Purtoppo per ogni giostra c'è da pagare un prezzo e tale prezzo è molto alto. Renton e i suoi amici vengono risucchiati da questo potere anestetizzante della droga e non sempre trovano i soldi per permetterselo. Così quando ritornano alla realtà si trovano spaesati,alienati,non più autosufficienti, sino ad arrivare a eipisodi come quello del neonate lasciato morire di fame o di Tommy, l'amico morto annegato nel proprio vomito.
Per uscirne non servono solo tenacia e convinzione, ma vera e propria astinenza, ottenuta soltanto rimanendo chiusi come in una prigione, o in camera come succede a Renton.
Questo film ritengo che sia un capolavoro proprio perchè illustra, seppur con dettagli molto impressionanti ciò che può portare alla droga e i suoi effetti e come alla fine dipenda solo ed esclusivamente da te la condotta della tua vita. Renton così pian piano scopre che si può vivere in questo mondo,che c'è posto anche per lui e che in definitiva ha compreso, scappando con i soldi, chesi può star bene anche in questo modo, senza per forza allontanarsi con la droga.
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bella earl!
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lunedì 5 marzo 2012
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un film vero.
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- Questi sono tutti problemi a cui non devi pensare (riferendosi al discorsone prima) quando hai una sana e onesta tossicodipendenza -
Mark Renton è un tossicodipendente assuefatto dall'eroina e il suo gruppo di amici non è da meno. Nonostante i suoi sforzi per disintossicarsi in qualche modo ricade sempre in quel dannato tunnel. Fino a quando un avvenimento non sconvolge la sua vita e non decide di chiudere definitivamente con l'ero anche grazie ai suoi genitori...
I personaggi e le avventure scritte e delineate da Irvine Welsh prendono vita per noi spettatori cinematografici in questo grande adattamento di Danny Boyle con protagonista un Ewan McGregor che, dopo "Piccoli Omicidi Tra Amici", torna a lavorare con lo stesso regista che lo ha lanciato e che, con questo film, lo consacrerà.
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- Questi sono tutti problemi a cui non devi pensare (riferendosi al discorsone prima) quando hai una sana e onesta tossicodipendenza -
Mark Renton è un tossicodipendente assuefatto dall'eroina e il suo gruppo di amici non è da meno. Nonostante i suoi sforzi per disintossicarsi in qualche modo ricade sempre in quel dannato tunnel. Fino a quando un avvenimento non sconvolge la sua vita e non decide di chiudere definitivamente con l'ero anche grazie ai suoi genitori...
I personaggi e le avventure scritte e delineate da Irvine Welsh prendono vita per noi spettatori cinematografici in questo grande adattamento di Danny Boyle con protagonista un Ewan McGregor che, dopo "Piccoli Omicidi Tra Amici", torna a lavorare con lo stesso regista che lo ha lanciato e che, con questo film, lo consacrerà. Al suo fianco Jonny Lee Miller e Robert Carlyle che recitano benissimo la loro parte. Un grande apprezzamento va anche a Kevin McKidd che, con il personaggio di Tommy, si fa veramente valere. Un grande film.
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noia1
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martedì 2 settembre 2014
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fuori da tutto
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Le vicende di un gruppo di drogati.
Un film fuori, prendete quest’affermazione come volete ma l’unico modo che ho per descriverlo è questo:UN FILM FUORI. Fuori di testa, fuori dagli schemi, fuori da tutto, una storia estrema che sarebbe potuta essere una noiosa cronaca di denuncia ma che invece sfrutta la via del grottesco, del folle , dell’esagerato. Tanti espedienti surreali per rendere più intense le varie peripezie al limite della decenza che si trovano ad affrontare i protagonisti.
Mi hanno colpito moltissimo i dialoghi e gli ingegni ideati dal regista, un tema scabroso messo sul piano parodico senza perdere di verosimiglianza grazie anche a personaggi ben costruiti e sufficientemente approfonditi appoggiati a loro volta da attori perfetti nelle loro parti.
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Le vicende di un gruppo di drogati.
Un film fuori, prendete quest’affermazione come volete ma l’unico modo che ho per descriverlo è questo:UN FILM FUORI. Fuori di testa, fuori dagli schemi, fuori da tutto, una storia estrema che sarebbe potuta essere una noiosa cronaca di denuncia ma che invece sfrutta la via del grottesco, del folle , dell’esagerato. Tanti espedienti surreali per rendere più intense le varie peripezie al limite della decenza che si trovano ad affrontare i protagonisti.
Mi hanno colpito moltissimo i dialoghi e gli ingegni ideati dal regista, un tema scabroso messo sul piano parodico senza perdere di verosimiglianza grazie anche a personaggi ben costruiti e sufficientemente approfonditi appoggiati a loro volta da attori perfetti nelle loro parti.
Meno esistenziale e crudo del libro, evidentemente cinematografico e costruito apposta per il pubblico, più che una trasposizione la definirei una personale visione del regista.
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chriss
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martedì 6 luglio 2010
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io scelto la vita...
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" Io ho scelto di non scegliera la vita...Ho scelto qualcosaltro. Le ragioni? Non cisono ragioni! Chi ha bisogno di ragioni quando hai l' eroina? E ancora: " Sono nel limbo dei tossici...Ho bisogno di un altro schizzo! " "Trainspotting", di Danny Boyle, è un film presentato fuori concorso nel 1996 al Festival di Cannes. Il film narra le vicende di quattro ragazzi scozzesi alle prese con la droga: Renton, il protagonista, Spud, Sick Boy e Tommy. Un discorso a parte va fatto per Begbie: è un altro bel tipetto che ama menare le mani, ma non si droga per sua fortuna. Per sua sfortuna sarà costretto a rubare e a spacciare per vivere, proprio come Sick Boy! A chi non avesse visto Trainspotting, dico di prepararsi a tutto, perché questo è un film molto forte, che ti rimane dentro proprio come una droga! Ma qui non si parla soltanto di eroina.
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" Io ho scelto di non scegliera la vita...Ho scelto qualcosaltro. Le ragioni? Non cisono ragioni! Chi ha bisogno di ragioni quando hai l' eroina? E ancora: " Sono nel limbo dei tossici...Ho bisogno di un altro schizzo! " "Trainspotting", di Danny Boyle, è un film presentato fuori concorso nel 1996 al Festival di Cannes. Il film narra le vicende di quattro ragazzi scozzesi alle prese con la droga: Renton, il protagonista, Spud, Sick Boy e Tommy. Un discorso a parte va fatto per Begbie: è un altro bel tipetto che ama menare le mani, ma non si droga per sua fortuna. Per sua sfortuna sarà costretto a rubare e a spacciare per vivere, proprio come Sick Boy! A chi non avesse visto Trainspotting, dico di prepararsi a tutto, perché questo è un film molto forte, che ti rimane dentro proprio come una droga! Ma qui non si parla soltanto di eroina. In questo film vengono trattati altri argomenti derivanti dal forte uso di droghe pesanti: solitudine, emarginazione, a volte violenza gratuita, incapacità di reazione da parte dei genitori e della società, malattie e chi più ne ha, più ne metta! Insomma, a mio parere,
Trainspotting è un film completo e per tutti e, nonostante il tema della droga, molto educativo( contrariamente a quanto si potrebbe pensare ). Perché se la società è malata, allora avvelena anche i più giovani, i più derelitti, i più annoiati, i più deboli e fragili! Reagire, rialzarsi e riprendersi la vita dopo è ancora peggio. Ci sono almeno due scene molto forti in questo film: Quella del bagno, quando Renton si immerge per riprendersi le supposte e quella del bambino morto, forse per essersi punto con un ago pieno di droga. L' unica scena veramente divertente è quella in cui si vede Spud che, in un tira e molla con la madre della sua ragazza, rovescia le lenzuola su cui aveva precedentemente defecato.Bellissima la colonna sonora. Bravissimo Ewan McGregor nella parte di Marc Renton. Molto ben riusciti gli altri personaggi, spece Spud e Begbie. La frase finale è anche molto incoraggiante per il nostro narratore-protagonista: " Io scelgo la vita...Tirando avanti, lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai..."
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marco bellani
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venerdì 26 luglio 2013
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trainspotting: la droga sotto processo
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“Non riuscirai mai a capire una persona finchè non provi a metterti nei suoi panni”: muove da questo concetto, tradizionale cliché della storia del cinema drammatico (basti ricordare “To kill a Mockingbird”, 1962), la ricerca di Boyle nella presentazione dei 4 personaggi di Trainspotting. Film coraggioso che segue le disavventure di un gruppo di amici tossicodipendenti in una decadente Scozia di fine anni ’80. Il coraggio sta nel metodo: perché il regista non condanna subito e non denigra a priori la vita “senza vita” di Mark e la sua banda, ma come un giudice davanti a due imputati, mostra prima le ragioni delle parti, chi si droga e chi no, le ascolta, ci riflette con pazienza e solo alla fine esprime il giudizio, non meno inflessibile pur se a lungo meditato.
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“Non riuscirai mai a capire una persona finchè non provi a metterti nei suoi panni”: muove da questo concetto, tradizionale cliché della storia del cinema drammatico (basti ricordare “To kill a Mockingbird”, 1962), la ricerca di Boyle nella presentazione dei 4 personaggi di Trainspotting. Film coraggioso che segue le disavventure di un gruppo di amici tossicodipendenti in una decadente Scozia di fine anni ’80. Il coraggio sta nel metodo: perché il regista non condanna subito e non denigra a priori la vita “senza vita” di Mark e la sua banda, ma come un giudice davanti a due imputati, mostra prima le ragioni delle parti, chi si droga e chi no, le ascolta, ci riflette con pazienza e solo alla fine esprime il giudizio, non meno inflessibile pur se a lungo meditato. E così la sua giuria (noi spettatori del film), si ritrova in quel processo con tutti gli strumenti necessari per adottare il punto di vista INTERNO dei protagonisti – l’unico valido per capirli e poterli giudicare davvero. Si parte allora da Edimburgo, con la voce narrante del giovane Renton, che difende la causa della droga, perché lavoro, carriera, famiglia, buona salute e colesterolo basso comportano affanni, stress e problemi che non esistono quando una sola (falsa) risposta può risolverli tutti, cancellandone il pensiero: l’eroina. Si arriverà a Londra con lo stesso monologo, svuotato di ironia, e riflesso di un Renton ora maturo e conscio che quei valori che prima derideva sono in fondo gli stessi per cui vale la pena di battersi. Proprio qui Trainspotting diventa anche film di crescita, iniziazione, riscatto e insegnamento: nella vita non c’è didattica migliore di quella derivante da un errore. Ecco perché un ragazzo di oggi incastrato nella droga vedrebbe il proprio sbaglio sull' esempio di Mark Renton: perché a mostrarglielo è chi, da quella trappola, ebbe la forza di saltar fuori.
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gianpaolo
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giovedì 27 dicembre 2007
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a ciascuno il suo
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Non siamo molto distanti dalle tematiche di 'The Beach': tolta la religione, cosa ne facciamo di questa nostra vita? Con Di Caprio sembrava essersi trovato il paradiso nella natura incontaminata, nel ritorno alle regole primitive, all'essenza 'animale' dell'uomo. Tutte le deformazioni e costrizioni, prodotte da secoli di civilizzazione e educazione morale ereditata, vengono rimosse, ma ciò nonostante, alla fine, la lezione che se ne ricava è molto semplice: il mondo in cui viviamo non è altro che l'espressione di ciò che siamo. Forse non sarà l'unico dei mondi possibili, ma in fondo è ciò che ci meritiamo.
Trainspotting invece non cerca vie d'uscita, si ferma sul posto e il peso delle domande senza risposte viene sopportato con robuste iniezioni di oblio sintetico.
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Non siamo molto distanti dalle tematiche di 'The Beach': tolta la religione, cosa ne facciamo di questa nostra vita? Con Di Caprio sembrava essersi trovato il paradiso nella natura incontaminata, nel ritorno alle regole primitive, all'essenza 'animale' dell'uomo. Tutte le deformazioni e costrizioni, prodotte da secoli di civilizzazione e educazione morale ereditata, vengono rimosse, ma ciò nonostante, alla fine, la lezione che se ne ricava è molto semplice: il mondo in cui viviamo non è altro che l'espressione di ciò che siamo. Forse non sarà l'unico dei mondi possibili, ma in fondo è ciò che ci meritiamo.
Trainspotting invece non cerca vie d'uscita, si ferma sul posto e il peso delle domande senza risposte viene sopportato con robuste iniezioni di oblio sintetico. Il perchè si droghino viene urlato dal protagonista nel suo discorso della montagna, quando giustifica la sua nullità come normale conseguenza di una società malata e senza senso. E per questo risulterà smaccatamente ironico il finale.
Il film parte forte, disturbante ma divertente nello stesso tempo. Notevole davvero. Grande merito va agli attori caratteristi, i cui eccessi danno luogo a siparietti esileranti. Avrei però calcato meno la mano sulla parodia della 'gente per bene', che gira intorno alla banda di scalcinati: la famiglia, ebete quando non addirittura rimbambita, la studentessa, ipocrita e mignotta, i 'normali', troppo stupidi anche solo per rendersene conto. E grave, secondo me, in questa commedia della vita, l'assenza della religione, della Chiesa. Perchè Boyle rinuncia a completare il suo schema di denuncia?
Insomma, il messaggio è chiaro: chi sono i veri drogati? Le vittime dell'eroina o le vittime del consumismo? I drogati dalla siringa o i drogati dalla televisione? Ma soprattutto, Danny Boyle, perchè non ci hai aggiunto le vittime delle religioni e i drogati dalle promesse di vita eterna?
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[+] a ognuno il suo oppio
(di luc)
[ - ] a ognuno il suo oppio
[+] welsh, il maggior scrittore britannico...
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[ - ] welsh, il maggior scrittore britannico...
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(di gianpaolo)
[ - ] veramente preoccupante...
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sergio
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martedì 7 agosto 2007
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carino, mai capolavori sono ben altra cosa!
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ragazzi non esageriamo,non è certo un capolavoro, tratta il tema della tossicodipendenza dal punto di vista del tossicomane, con note ironiche veramente notevoli, e che sono quello che più ho apprezzato nel film, per il resto la storia non è molto verosimile, decisamente " onirica " in alcune sequenze, e in altri frangenti un pò scontata e adolescenziale ( gli incubi del malato di aids sono un pò da spot pubblicità e progresso ). Decisamente azzeccato e adeguato ai tempi odierni trovo sia il profilo psicologico e morale dei personaggi, ovvero vuoto quasi totale, degli " indigeni urbani " come purtroppo sono una parte dei govani che si vedono in giro, radunati in branchi ai bordi delle piazze.
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ragazzi non esageriamo,non è certo un capolavoro, tratta il tema della tossicodipendenza dal punto di vista del tossicomane, con note ironiche veramente notevoli, e che sono quello che più ho apprezzato nel film, per il resto la storia non è molto verosimile, decisamente " onirica " in alcune sequenze, e in altri frangenti un pò scontata e adolescenziale ( gli incubi del malato di aids sono un pò da spot pubblicità e progresso ). Decisamente azzeccato e adeguato ai tempi odierni trovo sia il profilo psicologico e morale dei personaggi, ovvero vuoto quasi totale, degli " indigeni urbani " come purtroppo sono una parte dei govani che si vedono in giro, radunati in branchi ai bordi delle piazze. Se uno vuole vedere un film molto più reale consiglierei " amore tossico " e, nei film rivolti agli adolescenti " noi i ragazzi dello zoo di berlino "
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