La promesse |
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Un film di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne.
Con Jérémie Renier, Olivier Gourmet, Assita Ouédraogo
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 93 min.
- Belgio 1996.
- Lucky Red
uscita venerdì 21 marzo 1997.
MYMONETRO
La promesse
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Figli senza padri
di Guidobaldo Maria RiccardelliFeedback: 6918 | altri commenti e recensioni di Guidobaldo Maria Riccardelli |
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domenica 8 maggio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pellicola dal valore sociale indiscutibile, al netto di una mise en scène non priva di difetti. Le tematiche affrontate abbondano: superficialmente si ragiona sull'immigrazione e suoi scogli, il lavoro minorile, il rapporto tra sfruttatori e sfruttati e tra stranieri ed autoctoni; ad un livello più sotteraneo, nonché di maggior interesse, viene indagata la relazione tra genitori e figli, nello specifico la reazione di un adolescente ad un tipo di rapporto genitoriale ambiguo, per molti aspetti riconducibile a dinamiche tra coetanei, prive di quegli aspetti educativi necessari ad una maturazione compiuta. Notiamo dunque come il padre, Roger, voglia essere chiamato per nome, come a volersi affrancare da quella figura probabilmente non desiderata nè interiorizzata, si serva senza remore alcune del figlio per i suoi traffici truffaldini, riconoscendolo come collaboratore a tutti gli effetti e lo porti assieme a lui ad un locale, con le rispettive compagne (?), come si farebbe in un rapporto tra "pari". Accanto a ciò, sembra voler confermare, solo per alcuni aspetti, del tutto negativi, una parvenza di relazione sbilanciata: vediamo come punisca, con la forza, il figlio, colpevole di un gesto di carità inutile. L'interesse per la vita sentimentale-sessuale del giovane si pone invece ad un livello di consapevolezza intermedia: se da un lato pare configurarsi un interesse sincero, dall'altro lo indaga con fare grossolano e volgare, ponendo il figlio in una posizione di ovvio imbarazzo. In tutto ciò, manca la figura femminile: intravista in un paio di sequenze, appare del tutto succuba del marito, inadatta e comunque poco interessata ad occuparsi di un figlio palesemente in gravi difficoltà ambientali. Igor dunque evolve senza riferimenti positivi, sviluppando rapporti privi di passione disinteressata, orientati al profitto; i momenti di svago, rarissimi, si limitano alla costruzione di un go kart con amici, in un'atmosfera cupa e dismessa. Nonostante questo, il ragazzo si dimostrerà capace di provare sentimenti a lui sconusciuti, con i quali mai è venuto a contatto, con fare comprensibilmente incerto; sperimenterà, ad ogni modo, il sentimento di carità della connazionale della vedova, riconoscendo, in queste figure, un simulacro di madre, o comunque di personaggio tramite il quale sapersi approciare correttamente alla realtà. Come detto in principio, la narrazione non risulta impeccabile, a causa di una seneggiatura fin troppo lineare. Escludendo l'ottimo Olivier Gourmet, non paiono convintissime le altre interpretazioni.
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