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mercoledì 7 settembre 2016
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il "quarto potere" tarantiniano
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“Reservoir Dogs” è una composizione teatrale di circa 100 minuti dove tutti gli attori ben figurano, la violenza c’è ,come in ogni suo film, ma è minore rispetto ad altre pellicole, ciononostante “Le Iene” presenta in assoluto la scena più sadica mai realizzata dal regista, resa ancora più forte dalla canzone "dolce" degli Stealers Wheel . Violenza, comicità ,razzismo ,maschilismo ,sadismo ,dialoghi interminabili sono i tratti distintivi del Tarantino anni 90 ed in particolare di questa meravigliosa pellicola, Tarantino nel film riesce ad unire tutti questi elementi ed a realizzare una scenografia stratosferica avendo a disposizione un basso budget e girando buona parte del tutto all’interno di un magazzino.
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“Reservoir Dogs” è una composizione teatrale di circa 100 minuti dove tutti gli attori ben figurano, la violenza c’è ,come in ogni suo film, ma è minore rispetto ad altre pellicole, ciononostante “Le Iene” presenta in assoluto la scena più sadica mai realizzata dal regista, resa ancora più forte dalla canzone "dolce" degli Stealers Wheel . Violenza, comicità ,razzismo ,maschilismo ,sadismo ,dialoghi interminabili sono i tratti distintivi del Tarantino anni 90 ed in particolare di questa meravigliosa pellicola, Tarantino nel film riesce ad unire tutti questi elementi ed a realizzare una scenografia stratosferica avendo a disposizione un basso budget e girando buona parte del tutto all’interno di un magazzino. Personalmente è il film che più apprezzo del regista e spero vivamente che ritorni ben presto a realizzare tali meraviglie.
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francismetal
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giovedì 9 marzo 2017
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ed era solo l'esordio...
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Tarantino inizia alla grande, sembra davvero un "nato imparato" (lo so che grammaticalmente non è corretto), nato con la camicia se preferite, sapeva già cosa fare quando ha preso la macchina da presa la prima volta. E' un genio, sia come regista che come sceneggiatore.
Può essere difficile seguire il ritmo della narrazione perché non è lineare, ci sono delle digressioni narrative, e gli eventi vengono raccontati in ordine diverso da come sono avvenuti.
Pare che questo film sia molto citazionista (o forse in parte si tratta di plagio), è una scelta che non condivido, non lo fa perché è incapace, lo fa perché gli piace fare tributi ad altri, ma non ne ha bisogno.
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fabrizio friuli
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giovedì 30 marzo 2023
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una talpa tra le iene
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In un bar , degli individui tutti diversi tra loro , avviano una discussione inerente ad una canzone di Madonna ( Like a Virgin ) e quasi tutti dicono la loro opinione anche su Madonna, per poi soffermarsi sulle mance per le cameriere, perché uno di loro non ha interesse a lasciare la mancia alla cameriera che li ha serviti, fin quando , un anziano signore convince l' individuo a dare la mancia come tutti gli altri. Si scopre che gli individui sono tutti dei rapinatori che hanno rapinato una gioielleria e il loro colpo si è rivelato uno smacco : I poliziotti erano già presenti nel luogo dove i rapinatori avrebbero agito : due di loro sono deceduti ed uno di loro è stato ferito gravemente.
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In un bar , degli individui tutti diversi tra loro , avviano una discussione inerente ad una canzone di Madonna ( Like a Virgin ) e quasi tutti dicono la loro opinione anche su Madonna, per poi soffermarsi sulle mance per le cameriere, perché uno di loro non ha interesse a lasciare la mancia alla cameriera che li ha serviti, fin quando , un anziano signore convince l' individuo a dare la mancia come tutti gli altri. Si scopre che gli individui sono tutti dei rapinatori che hanno rapinato una gioielleria e il loro colpo si è rivelato uno smacco : I poliziotti erano già presenti nel luogo dove i rapinatori avrebbero agito : due di loro sono deceduti ed uno di loro è stato ferito gravemente. Quando Mr.Pink ( l' individuo restio alle mance ) raggiunge il covo segreto , dialoga con Mr.White ( un rapinatore dal cuore eccessivamente " tenero " ) ed entrambi comprendono che il colpo deve essere andato male a causa di un agente infiltrato che si trova nella banda formata da Joe Cabot ( il capo della banda dei rapinatori che nascondono i loro veri nomi usando nomi come Mr.Brown , Mr.Blonde, Mr.Blue e Mr.Orange ).
Il primo lungometraggio del regista Quentin Tarantino è formato da un notevole cast attoriale che comprende volti noti ed anche meno noti : Chris Penn ( fratello di Sean Penn ) che ha interpretato magistralmente Eddie il Bello ( il figlio di Joe Cabot ) , Lawrence Tierney che ha impersonato Joe Cabot , Edward Bunker che ha interpretato Mr.Blue. Gli altri attori ben più noti sono Tim Roth ( l' interprete del poliziotto infiltrato che viene chiamato Mr.Orange ) Harvey Keitel ( l' attore che ha interpretato Mr.White ) , Michael Madsen ( colui che è poi diventato uno degli attori feticcio di Quentin Tarantino , ha interpretato il sadico Mr.Blonde ) e infine Steve Buscemi ( l' attore che ha interpretato Mr.Pink ), ed oltre al cast, il film vanta dei dialoghi ben scritti ed anche una lieve dose di umorismo ( infatti , la scena nella quale viene compiuta la scelta dei nomi è piuttosto divertente, specialmente quando Mr.Brown , interpretato da Quentin Tarantino ammette che il suo none fittizio ricorda un po' il colore della mer**a ) e specialmente una storia ben realizzata : un gruppo di rapinatori mette in atto un colpo che tuttavia viene sabotato dall' intervento degli agenti di polizia, e durante una discussione, due membri capiscono di essere finiti in una trappola e che il responsabile deve essere un poliziotto infiltrato, e durante la loro discussione si verifica anche un battibecco che termina con l' arrivo di Mr.Blonde che viene considerato uno psicopatico da Mr.White ( in questa scena è possibile capire che i personaggi sono umani , e che ciascuno ha il proprio modo di ponderare e agire, sebbene siano dei criminali ).
In seguito, per scoprire chi è l' infiltrato, Mr. Blonde , Mr.Pink e Mr.White interrogano un poliziotto preso in ostaggio da Mr.Blonde , ma il poliziotto ammette di non sapere nulla, e quando due dei rapinatori escono dal magazzino con Eddie Il Bello , il poliziotto viene lasciato nelle grinfie di Mr.Blonde che sevizia l' agente per divertimento recidendogli un orecchio usando un rasoio mentre balla sentendo una canzone intitolata Stucks In The Middle With You , e prima che il sadico criminale uccida il poliziotto bruciandolo vivo, dopo averlo cosparso di benzina, viene ucciso dal membro della banda chiamato Mr.Orange ( colui che è stato ferito durante la fuga ), in realtà il suo nome è Freddie Newandyke ed è lui la talpa, e lo rivela ad un traumatizzato e furibondo agente Marvin Nash ( la vittima di Mr.Blonde ). Quando gli altri ritornano al magazzino vedono cosa è successo e il figlio di Joe Cabot esige che Mr.Orange vuoti il sacco ( dopo aver ucciso il poliziotto Marvin Nash ), il membro ferito dice che Mr.Blonde voleva uccidere tutti per avere i diamanti, ma Eddie il Bello gli dice che lui ha ucciso un suo amico fidato e vuole assolutamente sapere la verità , e quando arriva Joe Cabot dice a tutti che Mr.Orange lavora per la polizia di Los Angeles ed ha intenzione di ucciderlo prima che arrivino le autorità, tuttavia, Mr.White ( essendosi affezionato a Mr.Orange ) lo difende e si crea una situazione di stallo dove muoiono Joe Cabot ed Eddie il Bello, mentre Mr.White viene ferito e Mr.Pink , si allontanano con i diamanti ma viene arrestato dagli agenti che stanno per assalire il magazzino. In quel momento, Mr.Orange rivela a Mr.White di essere il poliziotto infiltrato ed egli , disperato, lo uccide e viene a sua volta ucciso dagli altri agenti. Nel corso del film appaiono anche delle scene dove vengono approfonditi alcuni dei personaggi, come Mr.Blonde , il cui vero nome è Vic Vega ed ha appena finito di scontare una lunga pena in prigione per non aver parlato di Joe Cabot, e per questo motivo, Eddie Cabot e suo padre gli propongono di partecipare al colpo, e Mr.Orange, un giovane poliziotto che, per diventare un membro della banda , viene aiutato da un suo amico che lo esorta ad imparare una parte come se dovesse recitare in una commedia teatrale, perché un agente di polizia infiltrato deve avere le stesse doti recitative di Marlon Brando , e allora, seguendo i suggerimenti di questo suo amico , il poliziotto riesce ad entrare nella banda di Joe Cabot ( nonostante lui stesso abbia detto che non fidava pienamente di lui, dopo essere arrivato nel magazzino ). Alcune parti del film sono state analizzate in maniera più approfondita perché quando i rapinatori iniziano a spremersi le meningi i rapporti di collaborazione vengono incrinati e verso la fine del film , la banda viene distrutta prima che i poliziotti ammanettino tutti i criminali, mentre le scene dove vengono mostrate le identità dei personaggi servono ad approfondire meglio alcuni personaggi, anche se soltanto alcuni di essi sono stati approfonditi, anche Mr.White appare in una scena simile a quelle di Mr.Orange e di Mr.Blonde , e si scopre che anche lui ha un rapporto di fiducia con Joe Cabot e con Eddie il Bello.
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steffa
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martedì 22 agosto 2023
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un bel film
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stilisticamente è un film magistralmente realizzato, ottima la fotografia e la colonna sonora, le riprese ed i tempi della narrazione, la storia di una rapina andata a finire male ... non è assolutament un film d'azione ma è molto più profondo, un low budget dove lo stile riempie tutto, non apprezzo i film violenti ma credo che si sia voluti nauseare i diretti interessati con un fine di deterrenza
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nicolò
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martedì 3 aprile 2007
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un esordio sorprendente
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Girato a basso costo, come ogni film indipendente che si rispetti - una categoria che va segnalata spesso per la presenza di nuovi autori che potrebbero diventare i cavalli di battaglia di Hollywood -, "Le Iene" segna il debutto da regista dell'italoamericano Quentin Tarantino, con all'attivo già due sceneggiature importanti, per "Una vita al massimo" di Tony Scott e "Natural Born Killers" di Oliver Stone, anche se quest'ultimo film utilizza il suo ottimo copione solo per il soggetto. Ambientato in un capannone e con un'idea di base che riprende il vecchio cinema noir - i protagonisti non si conoscono e, regolarmente, uno di loro è un infiltrato - è uno dei più crudi e surreali film degli anni '90, dove la violenza abbonda e spesso è esagerata, tendente all'accumulo, come nella lunga sequenza in cui Mr.
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Girato a basso costo, come ogni film indipendente che si rispetti - una categoria che va segnalata spesso per la presenza di nuovi autori che potrebbero diventare i cavalli di battaglia di Hollywood -, "Le Iene" segna il debutto da regista dell'italoamericano Quentin Tarantino, con all'attivo già due sceneggiature importanti, per "Una vita al massimo" di Tony Scott e "Natural Born Killers" di Oliver Stone, anche se quest'ultimo film utilizza il suo ottimo copione solo per il soggetto. Ambientato in un capannone e con un'idea di base che riprende il vecchio cinema noir - i protagonisti non si conoscono e, regolarmente, uno di loro è un infiltrato - è uno dei più crudi e surreali film degli anni '90, dove la violenza abbonda e spesso è esagerata, tendente all'accumulo, come nella lunga sequenza in cui Mr. Blonde (Michael Madsen), uno dei rapinatori, tortura atrocemente un poliziotto tagliandogli l'orecchio destro. Fortissima la colonna sonora, una compagnia di attori come non se ne vedeva una così da tantissimo tempo (sopra tutti Keitel, Roth, Buscemi e Madsen), un cameo importante come quello dello scrittore Edward Bunker e persino dello stesso Tarantino, come accadrà in "Pulp Fiction".
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alex41
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venerdì 11 febbraio 2011
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la rivoluzione del cinema
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Quentin Tarantino realizza il suo primo lungometraggio senza neanche accorgersi che ha già creato un cult, una vera e propria novità nel cinema: il regista infatti prende una classica storia dei ladri e di una spia nel gruppo (ispirata a "Rapina a mano armata" di Stanley Kubrick), e invece di annoiare lo spettatore con le solite sequenze della rapina andata male, mette gli attori su un unico palco, cioè il deposito. Viene fuori un film quasi teatrale con battute fenomenali, per di più la violenza in questo film è la ciliegina sulla torta: la tortura del poliziotto è già da antologia e Tarantino si merita di salire sul podio dei grandi registi degli ultimi anni. Grande film. Ottimi Keitel, Roth, Buscemi e Madsen.
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Quentin Tarantino realizza il suo primo lungometraggio senza neanche accorgersi che ha già creato un cult, una vera e propria novità nel cinema: il regista infatti prende una classica storia dei ladri e di una spia nel gruppo (ispirata a "Rapina a mano armata" di Stanley Kubrick), e invece di annoiare lo spettatore con le solite sequenze della rapina andata male, mette gli attori su un unico palco, cioè il deposito. Viene fuori un film quasi teatrale con battute fenomenali, per di più la violenza in questo film è la ciliegina sulla torta: la tortura del poliziotto è già da antologia e Tarantino si merita di salire sul podio dei grandi registi degli ultimi anni. Grande film. Ottimi Keitel, Roth, Buscemi e Madsen. W TARANTINO!!
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the reservoir dude
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martedì 21 giugno 2011
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il debutto alla regia dell'andy warhol del cinema.
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Il cinema è un'arte. I registi sono artisti. Questo film è arte. Che si riallaccia ad un filone ben preciso: Pop Art. Si sente il peso di Andy qui. Tarantino ormai è un marchio di fabbrica. Ne "Le Iene" descrive il suo punto di vista dell'America e dei suoi abitanti. Rappresenta l'americano medio, non molto lontano da Homer Simpson. Ricco di citazioni e rimandi, "Reservoir Dogs" mostra la violenza, anzi la analizza. Senza dichiararsi a favore o contro essa. La sequenza cult della tortura, quella del taglio dell'orecchio del povero Marvin (nome porta-sfortuna), è profonda, perché nasce da pulsioni insite nello stomaco. Il torturatore ne ha bisogno, ma non lo ammette. Ha fame di violenza. E Tarantino analizza questa pulsione, mostrando come nasce, come si sviluppa e le sue conseguenze.
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Il cinema è un'arte. I registi sono artisti. Questo film è arte. Che si riallaccia ad un filone ben preciso: Pop Art. Si sente il peso di Andy qui. Tarantino ormai è un marchio di fabbrica. Ne "Le Iene" descrive il suo punto di vista dell'America e dei suoi abitanti. Rappresenta l'americano medio, non molto lontano da Homer Simpson. Ricco di citazioni e rimandi, "Reservoir Dogs" mostra la violenza, anzi la analizza. Senza dichiararsi a favore o contro essa. La sequenza cult della tortura, quella del taglio dell'orecchio del povero Marvin (nome porta-sfortuna), è profonda, perché nasce da pulsioni insite nello stomaco. Il torturatore ne ha bisogno, ma non lo ammette. Ha fame di violenza. E Tarantino analizza questa pulsione, mostrando come nasce, come si sviluppa e le sue conseguenze. Come da Lui affermato, il suo vero interesse sta nello sciogliersi della vicenda violenta: egli, Tarantino, afferma che la violenza è insita nell'uomo e non la si può scacciare (al limite possiamo assopirla). Le citazioni sono nei film di Scorsese (Casinò, Mean Streets) e Kubrick (The Killing). Ha vinto un'Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale. Memorabile la colonna sonora, accuratamente scelta dallo stesso Quentin. Indimenticabile il Mexican Standoff finale. Non ci sono sopravvisuti. Apparte uno molto fortunato. Geniale e ricorrente in quasi tutti i suoi film l'intreccio a pezzi. Spezza il tempo. WOW. Un motivo per vederlo? E' arte.
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robert
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martedì 10 luglio 2007
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un capolavoro mai piu' eguagliato
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Splendido esordio alla regia del ventottenne Quentin Tarantino con un film che, esasperando i gangster-movie degli anni '60, ammiccando al filone a lui caro dei B-Movie anni '70 e reinventando i film di Scorsese dilatandone i tempi e la magniloquenza di certe scene, getta le basi per un nuovo filone indipendente che trovera' in Robert Rodriguez prima (C'era una volta in Mexico) e in Eli Roth poi (Hostel) i suoi piu' fedeli seguaci. Supportato da un cast di prim'ordine anche se all'epoca semi-sconosciuto ai piu' (Harvey Keitel su tutti anche co-produttore del film il quale, leggenda vuole, che avesse ascoltato l'intera storia via telefono mentre era intento a tagliarsi le unghie dei piedi sul letto di casa sua) e da un impianto narrativo a incastro di finissima fattura (che rimanda a "Rapina a mano armata" di Stanley Kubrick) Tarantino puo' far sfoggio di tutta la sua tecnica registica.
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Splendido esordio alla regia del ventottenne Quentin Tarantino con un film che, esasperando i gangster-movie degli anni '60, ammiccando al filone a lui caro dei B-Movie anni '70 e reinventando i film di Scorsese dilatandone i tempi e la magniloquenza di certe scene, getta le basi per un nuovo filone indipendente che trovera' in Robert Rodriguez prima (C'era una volta in Mexico) e in Eli Roth poi (Hostel) i suoi piu' fedeli seguaci. Supportato da un cast di prim'ordine anche se all'epoca semi-sconosciuto ai piu' (Harvey Keitel su tutti anche co-produttore del film il quale, leggenda vuole, che avesse ascoltato l'intera storia via telefono mentre era intento a tagliarsi le unghie dei piedi sul letto di casa sua) e da un impianto narrativo a incastro di finissima fattura (che rimanda a "Rapina a mano armata" di Stanley Kubrick) Tarantino puo' far sfoggio di tutta la sua tecnica registica. Tecnica che non gli deriva dall'esperienza accumulata direttamente sul campo bensi' dalla passione viscerale per il cinema culminata con il lavoro di commesso in un video-noleggio che gli dara' la possibilita' di divorare tutto cio' che e' cinema e di realizzare nel mentre un paio di belle sceneggiature: "Una Vita al Massimo" e "Natural Born Killers". La prima avrebbe dovuto essere nelle intenzioni dello stesso Tarantino il suo vero esordio alla regia ma, a causa di problemi economici ("Le Iene" deve ancora essere girato) verra' invece venduta ed utilizzata in seguito da Tony Scott per il suo rilancio dopo i disastrosi: l'inutile "Beverly Hills Cop II" (1987), l'irritante "Revenge" (1990) e l'impalpabile "Giorni di Tuono" (1990). La seconda sceneggiatura di Quentin e' quella che nel '94 portera' il regista maledetto per antonomasia Oliver Stone a fare i conti con John Grisham e le accuse di istigazione alla violenza con tanto di video chiarificatore nel quale lo stesso regista spiega in prima persona (quasi a volersi giustificare), le motivazioni che lo hanno indotto a realizzare una pellicola tanto forte quanto disturbate. Quest'ultima poi e' stata rinnegata dallo stesso Tarantino il quale non ha sopportato la versione di Stone che avrebbe a suo dire eliminato il cuore grottesco e divertito dell'intera faccenda. Ma torniamo a "Le Iene". Uscito in Italia due volte, con due titoli differenti ("Le Iene" prima, "Cani da Rapina" poi) e senza alcun successo in entrambi i casi (e solamente a posteriori rivalutato dal pubblico sulla scia del successo del seguente "Pulp Fiction"), "Le Iene" ha tra i suoi meriti quello di aver lanciato un manipolo di giovani attori di belle speranze (Steve Buscemi e Tim Roth su tutti) e di aver contribuito in maniera memorabile a rivoluzionare il modo di fare cinema. Con un unico rimpianto: come lo fu "Tubular Bells" per Mike Oldfield nemmeno Tarantino fu immune dalla maledizione dell'opera prima. E cosi', nonostante il successo planetario di "Pulp Fiction" cui hanno fatto seguito una manciata di pellicole di discreta fattura, Tarantino non e' mai piu' riuscito ad eguagliarsi perdendo nel tempo quell'incoscienza e quella voglia di fare che solo un ragazzino puo' catturare. E Tarantino, che ragazzino non e' piu', ha finito con il perdere irrimediabilmente quell'alone di immacolata incoscienza del tempo che fu, nascondendosi sempre di piu' dietro lo sberleffo dello stereotipo, o se volete, cullandosi dietro quel manierismo che si cela sotto le mentite spoglie dell'arte fine a se stessa e proprio per questo forse piu' effimera.
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[+] il suo miglio film
(di lino)
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(di arnaco)
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zema89
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domenica 19 luglio 2009
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il grande debutto di un grande regista
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Film k presenta un ottima sceneggiatura molto originale, infatti la trama è un intreccio d scene k non seguono un ordine cronologico preciso, x svelare al momento più opportuno gli aspetti più significativi dei personaggi k in questo modo vengono mostrati in tutte le loro sfacettature alternando scene violente o in cui si insultano a vicenda, con scene in cui cazzeggiano e ridono tra loro con dialoghi talmente paradossali k risultano essere molto comici. La scena della tortura al poliziotto è sicuramente la più cruenta e la più pesante dal punto d vista psicologico ma è anche la scena k caratterizza e simboleggia meglio l'intero film, unico nel suo genere, che tarantino riprende con il successivo e magistrale pulp fiction.
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Film k presenta un ottima sceneggiatura molto originale, infatti la trama è un intreccio d scene k non seguono un ordine cronologico preciso, x svelare al momento più opportuno gli aspetti più significativi dei personaggi k in questo modo vengono mostrati in tutte le loro sfacettature alternando scene violente o in cui si insultano a vicenda, con scene in cui cazzeggiano e ridono tra loro con dialoghi talmente paradossali k risultano essere molto comici. La scena della tortura al poliziotto è sicuramente la più cruenta e la più pesante dal punto d vista psicologico ma è anche la scena k caratterizza e simboleggia meglio l'intero film, unico nel suo genere, che tarantino riprende con il successivo e magistrale pulp fiction. Genere k sicuramente non può piacere a tutti ma resta il fatto k è un film k non può non essere visto da chi si definisce un vero intenditore d cinema. Finale esaltante e inaspettato con tanto d mexican standoff (omaggio al grande sergio leone!).
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dodo
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domenica 24 aprile 2005
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una preparazione per pulp fiction
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Le Iene é il primo film di Tarantino, il film che lo lancia nel mondo del cinema. Le iene è il film che precede Pulp Fiction, col quale poi Tarantino si presenterà a tutto il mondo come il regista “nuovo”, quello capace di stravolgere gli schemi, dando inedite connotazioni al genere pulp, troppo spesso legato a modelli commerciali e goliardici da esporre alla massa, composta per lo più da giovani. Tarantino inaugura con questo film una lunga e innovativa stagione pulp, tutt’ ora presente con “La vita senza filtro”, ultimo film di Rodriguez (l’ amico di Quentin) recentemente nelle sale. Seppure vi siano aspetti positivi nelle “Iene”, si può considerare questo film come un esercitazione, un auto – apprendistato, utile al raffinamento del regista americano, il quale, troverà a nostro avviso la sua reale consacrazione, (non solo in termini di successo ma anche di creatività artistica) solo con Pulp Fiction, autentica pietra miliare del suo cinema pulp – noir – pop.
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Le Iene é il primo film di Tarantino, il film che lo lancia nel mondo del cinema. Le iene è il film che precede Pulp Fiction, col quale poi Tarantino si presenterà a tutto il mondo come il regista “nuovo”, quello capace di stravolgere gli schemi, dando inedite connotazioni al genere pulp, troppo spesso legato a modelli commerciali e goliardici da esporre alla massa, composta per lo più da giovani. Tarantino inaugura con questo film una lunga e innovativa stagione pulp, tutt’ ora presente con “La vita senza filtro”, ultimo film di Rodriguez (l’ amico di Quentin) recentemente nelle sale. Seppure vi siano aspetti positivi nelle “Iene”, si può considerare questo film come un esercitazione, un auto – apprendistato, utile al raffinamento del regista americano, il quale, troverà a nostro avviso la sua reale consacrazione, (non solo in termini di successo ma anche di creatività artistica) solo con Pulp Fiction, autentica pietra miliare del suo cinema pulp – noir – pop. Le “Iene” infatti anticipa aspetti caratteristici del celeberrimo film, ma lo fa con un tocco ancora grezzo e poco incisivo, gli assurdi e lunghissimi dialoghi (tanto amati da Tarantino) risultano talvolta stonati e un po’ noiosi, sembra manchi qualcosa al film, e forse la causa è da addebitare allo scarso budget a disposizione (film realizzato con soli 10000 dollari). Quindi “Le iene”, come detto, è un’ anticipazione di “Pulp Fiction”. Infatti anche questo film si basa su una sceneggiatura molto semplice (meno articolata di Pullp Fiction) che esprime la sua forza narrativa attraverso l’ intreccio. Anche qui l’ attenzione del regista è mirata sui soggetti (ancora più che in “Pulp Fiction”) e anche qui si fa uso dei famosi “capitoli”, i quali stavolta servono a presentare i personaggi (come in Sergio Leone nel “Il buono, il brutto e il cattivo”) che, in modo anomalo, prendono i nomi da colori. Perciò la struttura narrativa risulta simile a quella del successivo film di Quentin, ma si evolve con un andamento un po’ monotono e farraginoso, forse perché la vicenda si svolge in due o tre stanze – luoghi. Manca in sintesi quell’ elettrizzante vitalità che contraddistingue “Pulp Fiction”, nel copione vi è poca traccia delle mordaci battute alla Tarantino e il panorama filmico rimane arido. Tuttavia “Le Iene” è da considerare comunque la prima opera innovativa messa a segno dal regista americano che ha stupito tutti e continuerà a stupire. Per quanto riguarda gli attori le prestazioni restano sopra le righe, è presente lo stesso Tarantino in un ruolo meno importante, nei panni di Mr. Brown!
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[+] se sei un critico cambia mestiere
(di loelle)
[ - ] se sei un critico cambia mestiere
[+] datti all'ippica
(di nicolò)
[ - ] datti all'ippica
[+] incredulo
(di max)
[ - ] incredulo
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