venarte
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giovedì 5 luglio 2012
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il ritorno al cinema dei cani da rapina
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Sono passati ormai vent’anni da quando un ragazzo di nome Quentin, che trascorreva le sue giornate guardando film nella videoteca in cui lavorava, fece il suo prepotente esordio nel cinema. Era il 1992 quando nelle sale di tutto il mondo usciva Le iene, dettando quello che si sarebbe in seguito affermato come lo stile Tarantino.
Dialoghi improbabili, violenza portata all’estremo, nuova stilizzazione del sangue e citazioni a non finire, sono diventati i marchi di fabbrica del regista statunitense che, dopo la sua opera prima, ha avuto la strada spianata per il successo planetario, raggiungendo la vetta con Pulp fiction, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes.
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Sono passati ormai vent’anni da quando un ragazzo di nome Quentin, che trascorreva le sue giornate guardando film nella videoteca in cui lavorava, fece il suo prepotente esordio nel cinema. Era il 1992 quando nelle sale di tutto il mondo usciva Le iene, dettando quello che si sarebbe in seguito affermato come lo stile Tarantino.
Dialoghi improbabili, violenza portata all’estremo, nuova stilizzazione del sangue e citazioni a non finire, sono diventati i marchi di fabbrica del regista statunitense che, dopo la sua opera prima, ha avuto la strada spianata per il successo planetario, raggiungendo la vetta con Pulp fiction, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes.
In occasione del ventesimo anniversario dall’uscita di questo cult movie, il grande schermo omaggia il cineasta riproponendo in due unici eventi, il 26 e il 28 giugno, Reservoir dogs (questo il titolo originale!) in tutti i cinema del circuito The Space.
Un ritorno speciale, quindi, per i sei rapinatori professionisti che, per mantenere segreta la loro identità, celano i loro veri nomi usando ognuno l’appellativo di un colore. Assoldati dal malavitoso Joe Cabot per perpetrare il furto di un grosso bottino di diamanti, si ritrovano in un capannone a fronteggiarsi uno contro l’altro per scoprire chi fra di loro è il poliziotto infiltrato che ha mandato a monte il piano.
Con un cast di attori affiatati, tra cui Harvey Keitel e Tim Roth, una giustificata colonna sonora anni settanta, una narrazione cronologicamente frammentaria e una geniale tecnica registica divenuta riconoscibile e allo stesso tempo magistrale, Le iene non mancherà di tenere incollati alla poltrona gli spettatori del 2012, conducendoli in un crescendo di iperviolenza e humor tarantiniano, come nell’esilarante scena iniziale in cui i protagonisti si interrogano sul reale significato della canzone di Madonna Like a virgin.
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robert de nirog
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giovedì 5 novembre 2020
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l'entrata in scena del maestro tarantino
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Esordio alla regia di Tarantino diventato subito cult. Era il 1992 e questo film segnò fortemente il cinema. Per questo va considerato come un caposaldo della storia della cinematografia. In questa opera i tratti distintivi di Tarantino vengono subito alla luce e questi tratti saranno la sua firma anche nelle sue opere successive. Montaggio spietato. Colonna sonora colonna portante della pellicola. Trama avvicente. Cultura pop (perchè like a virgin si intitola cosi?). Dialoghi serrati, teatrali. Ovviamente sangue e pistole.
Sinossi: una banda di gangster mette a segno una rapina in banca. Nella fuga sanguinosa alcuni ci rimettono la pelle. Sviluppandosi la trama si intuisce che un membro del gruppo sia un infiltrato.
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Esordio alla regia di Tarantino diventato subito cult. Era il 1992 e questo film segnò fortemente il cinema. Per questo va considerato come un caposaldo della storia della cinematografia. In questa opera i tratti distintivi di Tarantino vengono subito alla luce e questi tratti saranno la sua firma anche nelle sue opere successive. Montaggio spietato. Colonna sonora colonna portante della pellicola. Trama avvicente. Cultura pop (perchè like a virgin si intitola cosi?). Dialoghi serrati, teatrali. Ovviamente sangue e pistole.
Sinossi: una banda di gangster mette a segno una rapina in banca. Nella fuga sanguinosa alcuni ci rimettono la pelle. Sviluppandosi la trama si intuisce che un membro del gruppo sia un infiltrato. Chi è il Giuda?
Giudizio: se la regia senza ombra di dubbio è maestosa, il montaggio incalzante e da manuale del cinema, la sceneggiatura lascia gli occhi incollati allo schermo e la bocca spalancata per tutto il film; la musica in una scala da 0 a 10 raggiunge 10 non per la bellezza dei brani che fino a prima del film erano anonimi quanto per la precisione con cui si inseriscono nella scena come fossero i brani stessi attori protagonisti anch'essi. Ma a parte questo che è noto a tutti non si può ri-sottolineare la prova corale di un cast stellare non stellare perchè fatto di stelle ma stellare per come hanno interpretato i loro ruoli in questa opera. Steve Buscemi che aveva già fatto alcuni film degni di nota con questo diventa una icona ed ogni volta che ricompare in qualsiasi altro film dal Grande Lebowski in poi sempre lo si ricorderà con amore per la sua performance da Mr.Pink. Tim Roth, tutti abbiamo voluto essere Tim Roth negli anni 90 con la sua giacchetta di pelle e la sua recitazione nella recitazione. La sua faccia che pare non capire è la faccia da infiltrato. Bellissimo il cameo di Edward Bunker, Mr. Blue, soprattutto per i fan di Bunker, ex pluri detenuto (il più giovane detenuto del carcere di San Quintino) ma soprattutto scrittore amato fra gli altri da De Niro e Tarantino che lo ha voluto appunto in questo film. Harvey Keitel non necessita di commenti, tranne il fatto che se la sceneggiatura non fosse arrivata a lui probabilmente non avremmo mai visto questo film, quindi grazie Harvey. Nota personale: il tanto acclamato Micheal Madsen è a mio parere l'unica nota stonata di questo cast. E' un John Wayne moderno. Impagliato nelle movenze e nelle espressioni. Accanto agli altri pare un attore di una compagnia teatrale amatoriale di periferia. Parere personale. Le iene è un film che si può rivedere all'infinito e rimane sempre nel cuore.
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shadow
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lunedì 13 dicembre 2010
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l'inizio del cinema di tarantino
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Otto uomini sono seduti a fare colazione, parlano di una canzone di Madonna, di un programma radio, delle mance delle cameriere. Non sappiamo nulla tranne il sopranome di uno di loro: Mr. Pink. Poche inquadrature dopo, due membri del gruppo sono in macchina, uno ha una profonda ferita alla pancia. Arrivano in un magazzino disabitato e lì, dopo essere stati raggiunti da Mr. Pink, cominciano a fare il punto su cosa è andato storto. Così inizia "Le iene", primo film e uno dei più riusciti del regista Quentin Tarantino. Assomiglia più quasi ad un opera teatrale, non ad un lungometraggio, poiché la storia pur essendo sempre interessante si svolge quasi totalmente nel magazzino abbandonato dove i membri della banda delle Iene discutono del perché la rapina che hanno fatto sia finita in quel modo.
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Otto uomini sono seduti a fare colazione, parlano di una canzone di Madonna, di un programma radio, delle mance delle cameriere. Non sappiamo nulla tranne il sopranome di uno di loro: Mr. Pink. Poche inquadrature dopo, due membri del gruppo sono in macchina, uno ha una profonda ferita alla pancia. Arrivano in un magazzino disabitato e lì, dopo essere stati raggiunti da Mr. Pink, cominciano a fare il punto su cosa è andato storto. Così inizia "Le iene", primo film e uno dei più riusciti del regista Quentin Tarantino. Assomiglia più quasi ad un opera teatrale, non ad un lungometraggio, poiché la storia pur essendo sempre interessante si svolge quasi totalmente nel magazzino abbandonato dove i membri della banda delle Iene discutono del perché la rapina che hanno fatto sia finita in quel modo. Si la rapina, l'unica scene del film non mostrata nei vari flashback che avvengono. Alcuni si lamenteranno di ciò ma è una delle tante particolarità che rendono celebre il film. Film che non si basa su scene d'azione quanto su dialoghi studiati infinitamente e su cosa è successo prima e dopo il colpo alla gioielleria. Tutti gli attori, soprattutto grazie alla sceneggiatura brillante, sviluppano la psicologia del proprio personaggio perfettamente, rendendone alcuni come Mr. Pink e Mr. Blonde sicuramente storici. Colpo di scena verso la fine che mette tutti i pezzi del puzzle in ordine creando un quadro perfetto a cui la scena della rapina non serve per raccontarci cos'è accaduto. Il ristretto budget impedisce al regista di girare anche le scene riguardanti Mr. Blue anche se le aveva in mente. Le iene rimane un film classico pilastro del cinema tarantiniano che ripropone una storia banale, una rapina andata male con un infiltrato nella banda, in maniera assolutamente innovativa. Questo è ciò che ha fatto il regista con budget ridicolo, cosa potrebbe fare con solo qualche milione in più? Pulp fiction...
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ultimoboyscout
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martedì 8 febbraio 2011
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semplicemente mostruoso!
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Il film che segna l'esordio del mito Tarantino.: e che esordio! Pellicola che non lascia troppo spazio a chiacchiere o a disquisizioni varie, almeno secondo me: è prossochè perfetto, magnifico, maestoso, bestiale, ad un passo piccolo piccolo dalla quinta stella! Un cast stellare, in cui le stelle non stanno a guardare: anzi agiscono e danno tutto quello che hanno trascinando anche grazie a una fantastica regia la storia in maniera fluida, scorrevole e senza intoppi, nonostante a qualcuno possa venir il mal di testa a furia di salti temporali continui. E tra le tante stelle quella che magari non ti aspetti o forse ti aspetti di meno è quelle che colpisce forte e brilla di più: Micheal Madsen! Tornando alla regia è tipicamente tarantiniana, ragionata ma psichedelica, con i già citati salti spazio-temporali che diventeranno un marchio di fabbrica del regista, crudeltà, sadismo e violenza in quantità ma mai gratuita o fine a se stessa.
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Il film che segna l'esordio del mito Tarantino.: e che esordio! Pellicola che non lascia troppo spazio a chiacchiere o a disquisizioni varie, almeno secondo me: è prossochè perfetto, magnifico, maestoso, bestiale, ad un passo piccolo piccolo dalla quinta stella! Un cast stellare, in cui le stelle non stanno a guardare: anzi agiscono e danno tutto quello che hanno trascinando anche grazie a una fantastica regia la storia in maniera fluida, scorrevole e senza intoppi, nonostante a qualcuno possa venir il mal di testa a furia di salti temporali continui. E tra le tante stelle quella che magari non ti aspetti o forse ti aspetti di meno è quelle che colpisce forte e brilla di più: Micheal Madsen! Tornando alla regia è tipicamente tarantiniana, ragionata ma psichedelica, con i già citati salti spazio-temporali che diventeranno un marchio di fabbrica del regista, crudeltà, sadismo e violenza in quantità ma mai gratuita o fine a se stessa. Una piccola curiosità: non ci sono donne.
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bella earl!
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mercoledì 16 marzo 2011
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in una parola: stellare!
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Non avrei mai pensato di poterlo dire. Ma ci sono alcuni passaggi, alcune atmosfere, alcune interpretazioni che mi fanno favorire questo film d'esordio (ci tengo a sottolineare quel termine) al seguente Pulp Fiction. Prendiamo, come esempio, l'interpretazione di Steve Buscemi. Alcuni passaggi facevano venire l'ansia. Provavo quello che provava lui. Nella scena del bagno (per intenderci il discorso con Harvey Keitel) il nostro Buscemi, o Mr. Pink che dir si voglia, mi ha trasmesso la voglia di scoprire e impallinare l'autore del tradimento. E' solo quando alla fine si scopre chi è questo traditore che la voglia m'è passata (ma per favoritismi in quanto sono un vero fan dell'attore che interpreta il traditore).
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Non avrei mai pensato di poterlo dire. Ma ci sono alcuni passaggi, alcune atmosfere, alcune interpretazioni che mi fanno favorire questo film d'esordio (ci tengo a sottolineare quel termine) al seguente Pulp Fiction. Prendiamo, come esempio, l'interpretazione di Steve Buscemi. Alcuni passaggi facevano venire l'ansia. Provavo quello che provava lui. Nella scena del bagno (per intenderci il discorso con Harvey Keitel) il nostro Buscemi, o Mr. Pink che dir si voglia, mi ha trasmesso la voglia di scoprire e impallinare l'autore del tradimento. E' solo quando alla fine si scopre chi è questo traditore che la voglia m'è passata (ma per favoritismi in quanto sono un vero fan dell'attore che interpreta il traditore). Tutti gli attori che hanno fornito la loro, splendida, partecipazione a questo primo progetto di colui che sarà universalmente riconosciuto come uno dei maestri del cinema, tali Tim Roth, Michael Madsen e i già citati Buscemi e Keitel, hanno sicuramente consolidato la loro posizione all'interno del mondo del cinema con questo Film con la F maiuscola.
Imperidibile per ogni amante del cinema che si rispetti.
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mario73
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domenica 24 aprile 2011
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il folgorante esordio
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Nell'anno 1992, all'età di 29 anni, Quentin Tarantino, ex commesso di un videonoleggio, onnivoro di cinema, sforna un autentico capolavoro, in Italia passato assolutamente inosservato finanche nella seconda distribuzione (avvenuta successivamente all'uscita di "Pulp Fiction", sull'onda del successo di quest'ultima pellicola).
"Le Iene" è diventato poi, direi per fortuna, con il passare del tempo, un cult-movie. Meritandoselo.
Dal folgorante incipit in cui i sei componenti della banda messa su dall'anziano boss -i sei non si conoscono tra di loro ed usano nomi fittizi- parlano in una tavola calda, prima della rapina, del significato di "Like a vergin" di Madonna e di mance alle cameriere, si passa al post-raipna, finita in un massacro, con due rapinatori uccisi, uno gravemente ferito e vittime anche tra poliziotti e passanti.
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Nell'anno 1992, all'età di 29 anni, Quentin Tarantino, ex commesso di un videonoleggio, onnivoro di cinema, sforna un autentico capolavoro, in Italia passato assolutamente inosservato finanche nella seconda distribuzione (avvenuta successivamente all'uscita di "Pulp Fiction", sull'onda del successo di quest'ultima pellicola).
"Le Iene" è diventato poi, direi per fortuna, con il passare del tempo, un cult-movie. Meritandoselo.
Dal folgorante incipit in cui i sei componenti della banda messa su dall'anziano boss -i sei non si conoscono tra di loro ed usano nomi fittizi- parlano in una tavola calda, prima della rapina, del significato di "Like a vergin" di Madonna e di mance alle cameriere, si passa al post-raipna, finita in un massacro, con due rapinatori uccisi, uno gravemente ferito e vittime anche tra poliziotti e passanti. Chi tra loro è l'infiltrato della Polizia?
La struttura composita del film, che già precorre quella "circolare" di "Pulp Fiction" è già una innovazione, ma ciò che colpisce in questo esordio è l'assoluta padronanza dell'autore il quale sembra scrivere e dirigere il film con un occhio a Scorsese e l'altro al Kubrick di "Rapina a mano armata". Contrappuntato da una colonna sonora anni '70 da urlo e segnato da scene in cui violenza ed ironia generano una miscela esplosiva ed esaltante (su tutte la quasi insostenibile scena della tortura del poliziotto da parte di Mr. Blonde). Impreziosito dalla presenza di Harvey Keitel -anche produttore- e infarcito di attori allora poco conosciuti (uno su tutti Tim Roth), il film, che al contrario dei successivi film di Tarantino, non vede la presenza di figure femminili, segna un modo nuovo di raccontare il gangster movie, concentrando l'azione all'interno di un luogo chiuso - il capannone dove era fissato l'appuntamento dopo la rapina -, facendo crescere la tensione riavvolgendo la storia su se stessa, instillando in chi guarda i dubbi dei protagonisti e facendo sopportare un'enorme carica di violenza in maniera naturale. Da applausi.
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killbillvol2
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domenica 6 maggio 2012
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reservoir dogs
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Il primo e grandioso film di Quentin Tarantino è un thriller violento, che mostra la violenza più che suggerirla, ed (strano a dirsi) è anche per questo che nel tempo è diventato un cult del cinema contemporaneo, dove anche nelle scene più crude non è mai morboso. A tratti divertente, riesce a coinvolgere lo spettatore catapultandolo in un garage per quasi un'ora e mezza.
Sei sconosciuti sono stati riuniti per realizzare il colpo perfetto, ma questo va parecchio male (due di loro muoiono e uno rimane ferito). I quattro superstiti vanno nel garage dove tutti si sarebbero dovuti incontrare dopo la rapina, e capiscono che tra di loro c'è un'infiltrato della polizia.
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Il primo e grandioso film di Quentin Tarantino è un thriller violento, che mostra la violenza più che suggerirla, ed (strano a dirsi) è anche per questo che nel tempo è diventato un cult del cinema contemporaneo, dove anche nelle scene più crude non è mai morboso. A tratti divertente, riesce a coinvolgere lo spettatore catapultandolo in un garage per quasi un'ora e mezza.
Sei sconosciuti sono stati riuniti per realizzare il colpo perfetto, ma questo va parecchio male (due di loro muoiono e uno rimane ferito). I quattro superstiti vanno nel garage dove tutti si sarebbero dovuti incontrare dopo la rapina, e capiscono che tra di loro c'è un'infiltrato della polizia.
Più della metà del cast non sopravvive fino ai titoli di coda, ma, in fondo, non si prova rimpianto quasi per nessuno, in quanto praticamente tutti i personaggi sono persone violente o sadiche(Mr. Blonde), oppure oportuniste e deboli(Mr. Pink) e così via... In più vanta una realistica scena di tortura girata tutta con un bellissimo piano sequenza, senza stacchi, e di dialoghi volgari e al limite del grottesco, come la conversazione iniziale al bar, in cui i vari protagonisti cogetturano sul vero significato della canzone "Like a Vergin" di Madonna. E' anche la dimostrazione che con un budget irrisorio si può realizzare un gran film...
VOTO REALE: 3 E MEZZO.
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andremovie
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mercoledì 27 giugno 2012
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ritorno in sala di un cult intramontabile
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In occasione del suo ventesimo anniversario, torna al cinema il film che ha lanciato un allora giovane Quentin Tarantino (siamo nel 1992) nell'olimpo dei registi più originali, apprezzati e, perchè no, anche odiati del grande schermo. Sceneggiatura, stile, dialoghi, personaggi, e riferimenti alla cultura di massa, hanno fatto di "Le Iene" una pellicola pionieristica e molto imitata, che non si sottrae ad un uso profondo delle citazioni, segno dell'immenso bagaglio culturale e cinematografico del regista.
La cosa interessante, però, non sono tanto la trama e l'importanza del film, ormai note ai più, quanto l'iniziativa stessa di riportarlo sullo schermo.
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In occasione del suo ventesimo anniversario, torna al cinema il film che ha lanciato un allora giovane Quentin Tarantino (siamo nel 1992) nell'olimpo dei registi più originali, apprezzati e, perchè no, anche odiati del grande schermo. Sceneggiatura, stile, dialoghi, personaggi, e riferimenti alla cultura di massa, hanno fatto di "Le Iene" una pellicola pionieristica e molto imitata, che non si sottrae ad un uso profondo delle citazioni, segno dell'immenso bagaglio culturale e cinematografico del regista.
La cosa interessante, però, non sono tanto la trama e l'importanza del film, ormai note ai più, quanto l'iniziativa stessa di riportarlo sullo schermo. Sarebbe riduttivo e superficiale giudicare questo tipo di operazione, già dedicata ad altri due film cult quali "Ritorno al futuro" e "The Blues Brothers", come un mero esercizio commerciale, poiché dietro vi è un obiettivo ben più alto: oltre al puro omaggio, infatti, c'è l'idea romantica di far rivivere ad appassionati e non l'esperienza cinematografica che ha accompagnato l'uscita in sala di film entrati di diritto nella storia del cinema. Tra la visione televisiva e quella consumata nel buio di una sala la differenza è notevole e permette a coloro che, per motivi anagrafici, non hanno potuto godersi le proiezioni originali, di recuperare almeno una parte di quelle emozioni. L'effetto è il ritorno ad un tempo, per certi versi nostalgico, in cui il cinema coinvolgeva lo spettatore oattraverso storie autentiche, emozionanti, controverse e di spessore, ancora lontano dall'uso spropositato e a volte gratuito della tecnologia (l'impiego del 3D continua a dividere non poco addetti ai lavori e pubblico).
Ben vengano, quindi, iniziative di questo genere, a ricordare una volta di più i motivi per cui vale davvero la pena andare al cinema e perdersi in un bel film.
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filippo catani
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lunedì 26 agosto 2013
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l'ottimo film d'esordio di tarantino
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Los Angeles. Un gruppo di malviventi progetta e porta a termine una rapina di diamanti. Il gruppo rimane però coinvolto in un pesante conflitto a fuoco con le forze dell'ordine. Arrivando alla spicciolata nel deposito eletto quale punto di ritrovo, si insinua subito nei rapinatori l'idea che tra di loro si nasconda una talpa.
Film d'esordio per un Tarantino che metteva già bene in mostra la sua bravura e il suo stile con l'omaggio a vecchi film (a partire dai titoli di testa) e a quelli d'azione in particolare. La trama si dipana accompagnata da una colonna sonora anni '70 e non risparmia allo spettatore violenza e volgarità. Oltre che sulla ricerca dell'infame, la trama vive dei numerosi flashback che ricostruiscono la vita dei personaggi e il motivo per cui si sono ritrovati a compiere questa rapina.
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Los Angeles. Un gruppo di malviventi progetta e porta a termine una rapina di diamanti. Il gruppo rimane però coinvolto in un pesante conflitto a fuoco con le forze dell'ordine. Arrivando alla spicciolata nel deposito eletto quale punto di ritrovo, si insinua subito nei rapinatori l'idea che tra di loro si nasconda una talpa.
Film d'esordio per un Tarantino che metteva già bene in mostra la sua bravura e il suo stile con l'omaggio a vecchi film (a partire dai titoli di testa) e a quelli d'azione in particolare. La trama si dipana accompagnata da una colonna sonora anni '70 e non risparmia allo spettatore violenza e volgarità. Oltre che sulla ricerca dell'infame, la trama vive dei numerosi flashback che ricostruiscono la vita dei personaggi e il motivo per cui si sono ritrovati a compiere questa rapina. Viene poi messa in scena un'altra peculiarità di Tarantino e cioè la famosa sparatoria alla messicana dove tutti sparano contro tutti e nessuno o quasi riesce a scampare alla morte. Nel film poi troviamo anche alcune divagazioni sul tema che si concentrano soprattutto sullo scambio di opinioni sulla musica recente e passata. Tarantino si ricava una piccola interpretazione anche per se stesso anche se la parte del leone la fanno Keitel (pure co produttore), Buscemi e Roth. Insomma come si sarebbe detto un tempo ci troviamo davanti ad un film che ha fatto epoca anche solo per il fatto che è servito a fare conoscere ai cinefili di tutto il mondo il talento di Tarantino frutto del suo lavoro in una videoteca e alla sua scorpacciata di bmovies. Piacevolissima anche la colonna sonora.
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kondor17
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martedì 21 luglio 2015
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un colpo ma(ld)estro!
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E così fu Tarantino, il mito. Un colpo maestro d'esordio di un signor nessuno. Un'opera omnia rosso sangue, con attori stratosferici e un intreccio geniale, su una storia in fondo banale. Un colpo ad un gioielliere finito male, con tanto di vittime e di agenti infiltrati.
In un arco temporale di poche ore, con qualche significativo flashback, Quentin disegna una storia cruda e cruenta, ma piena di suspense e colpi di scena. Mai banale, mai scontato, il grande regista del Tennessee semplicemente ti tiene incollato come il migliore degli scrittori. Come li disegna lui, i personaggi, sono in pochi a farlo, ricavando sempre il massimo dal cast a disposizione. Peculiarità di pochi, grandissimi registi.
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E così fu Tarantino, il mito. Un colpo maestro d'esordio di un signor nessuno. Un'opera omnia rosso sangue, con attori stratosferici e un intreccio geniale, su una storia in fondo banale. Un colpo ad un gioielliere finito male, con tanto di vittime e di agenti infiltrati.
In un arco temporale di poche ore, con qualche significativo flashback, Quentin disegna una storia cruda e cruenta, ma piena di suspense e colpi di scena. Mai banale, mai scontato, il grande regista del Tennessee semplicemente ti tiene incollato come il migliore degli scrittori. Come li disegna lui, i personaggi, sono in pochi a farlo, ricavando sempre il massimo dal cast a disposizione. Peculiarità di pochi, grandissimi registi.
E questo detto da uno che non ama il suo genere. Ma alla nascita di un filone, di una corrente cult, e di questo livello, va dato tutto il merito.
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