kurtz_89
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venerdì 24 febbraio 2012
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ipocrita, troia, ipocrita, troia..
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Brillante commedia che racconta la travagliata storia d'amore tra Renzo e Margherita. Dal tribunale l'avvocato Moschin ricostruisce i passi salienti di una vita insieme, dopo che lei lo denuncia per averla rapita, obbligandola ad una convivenza. Ma questo non è che "l'ennesimo episodio della loro storia". Sono totalmente contrario con il Morandini: ironico, folle, idealista e mai misogino (solo innamorato, lui e il film), e se ne ha la conferma proprio nel finale. Alcune scene da ricordare.
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luca scialò
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mercoledì 27 ottobre 2010
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cambiamenti sociologici dell'universo femminile
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Renzo Calabrese è un dentista toscano sotto processo per sequestro della sua ex moglie. L'avvocato, per dimostrare la sua innocenza alla corte, ricostruisce la sua vita e in particolare il rapporto con la moglie, Margherita. Dalle origini della loro storia fino all'epilogo attuale. Si scopre così che Renzo l'ha conosciuta quando lei era Hippy ma dopo un'intensa notte di passione il giorno seguente è stato già costretto a salutarla in nome dell'amore libero. Passa qualche anno durante i quali si immerge nello studio e si specializza in odontoiatria proprio per dimenticarla e la ritrova per caso in un bar nei panni di terrorista. Sono costretti a lasciarsi di nuovo per poi ritrovarsi e iniziare una difficoltosa convivenza.
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Renzo Calabrese è un dentista toscano sotto processo per sequestro della sua ex moglie. L'avvocato, per dimostrare la sua innocenza alla corte, ricostruisce la sua vita e in particolare il rapporto con la moglie, Margherita. Dalle origini della loro storia fino all'epilogo attuale. Si scopre così che Renzo l'ha conosciuta quando lei era Hippy ma dopo un'intensa notte di passione il giorno seguente è stato già costretto a salutarla in nome dell'amore libero. Passa qualche anno durante i quali si immerge nello studio e si specializza in odontoiatria proprio per dimenticarla e la ritrova per caso in un bar nei panni di terrorista. Sono costretti a lasciarsi di nuovo per poi ritrovarsi e iniziare una difficoltosa convivenza...
Con un film apparentemente leggero ed etichettabile come classica commedia italiana, Nuti si confronta ancora una volta con l'universo femminile, in particolare con la sua evoluzione tra gli anni '70 e gli anni '80: l'amore libero, l'attivismo politico, la crisi del matrimonio. Una vera e propria analisi sociologica del genere femminile. Si perde un pò nel finale, in cui il film frena e diventa inverosimile. La donna viene ancora rappresentata senza idealizzazioni, ma nel suo aspetto più umano e "carnale"; e lui appare come una sua vittima, rispecchiando la sua vera indole che ha, per sua stessa ammissione, nella vita privata.
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daniela
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sabato 17 novembre 2007
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francesco per il cinema!
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Francesco torna tra di noi!!
il cinema italiano ha bisogno di te.
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faber
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domenica 13 maggio 2007
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critica e vissuto
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Che mondo è quello che uccide un geniale giullare di malinconie e un poeta analfabeta come Nuti? A nome del popolo italiano, quello più poetico e melodrammatico degli anni '80, sarebbe gradita, ora che avete vinto, la spiegazione di tanto biasimo nei confronti dell'artista che meglio ha saputo interpretare le angoscie dell'uomo comune(perchè, sì, a questo punto conveniamo alla deduzione che voi, austeri e severi critici,come vi infetta ilmiglior veleno gucciniano, non siete,in senso disforico,gente comune)!Avete sempre accusato il miglior Cirano del nostro secolo di un narcisimo che vedete solo voi,di una debolezza di comicità(che non chiamate col vero suo nome di melanconica ironia,che inoltre connota società e storia,solo perchè si tratta di un italiano e soprattutto non di un morto)e di una pretesa frivolezza nelle modalità di argomentazione che è solo scarno parlare del più autentico e genuino vissuto.
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Che mondo è quello che uccide un geniale giullare di malinconie e un poeta analfabeta come Nuti? A nome del popolo italiano, quello più poetico e melodrammatico degli anni '80, sarebbe gradita, ora che avete vinto, la spiegazione di tanto biasimo nei confronti dell'artista che meglio ha saputo interpretare le angoscie dell'uomo comune(perchè, sì, a questo punto conveniamo alla deduzione che voi, austeri e severi critici,come vi infetta ilmiglior veleno gucciniano, non siete,in senso disforico,gente comune)!Avete sempre accusato il miglior Cirano del nostro secolo di un narcisimo che vedete solo voi,di una debolezza di comicità(che non chiamate col vero suo nome di melanconica ironia,che inoltre connota società e storia,solo perchè si tratta di un italiano e soprattutto non di un morto)e di una pretesa frivolezza nelle modalità di argomentazione che è solo scarno parlare del più autentico e genuino vissuto.E non è un caso che l'italia iè per lungo tempo specchiata in Nuti, che è uno dei pochi specchi che non speculi.Un invito:quando siete in casa,nel silenzio della vostra stanzetta a scrivere su di un film, ricordate che è lecito criticare in base al vissuto.Quel vissuto che voi non avete per Totò come non avete per Nuti.
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[+] caro faber..
(di il cinefilo moderno)
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(di guccio)
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laura
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giovedì 24 agosto 2006
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nuti un grande del cinema
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sto cercando disperatamentequesto film. lo vorrei acquistare... chi mi può aiutare può scivere a laurina.arch@libero.it
grazie
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anonimo
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lunedì 13 giugno 2005
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un gran bel film
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Molto comico e divertente!!!
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