paolo1967
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martedì 2 maggio 2023
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probabilmente il miglior bond del dopo connery
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Dopo una introduzione al solito molto spettacolare che si concede - come nel film - citazioni da precedenti film di 007 e non solo e gli ultimi (stupendi, quanto mai audaci, guardare le donne) titoli di testa di Maurice Binder inizia un film assai godibile, vario, coloratissimo (splendida la fotografia, è un film molto bello da vedere sia in interni che in esterni) e personaggi molto centrati nella parte (nonchè il solito "bigger than life", ma non troppo come in altri della serie). Creato, costruito da un cast artistico e tecnico non solo di bravura tecnica ma di evidente buona cultura cinematografica, è uno spettacolo che coinvolge a vari livelli lo spettatore, con cambi d'atmosfera, momenti di crudo cinismo e freddo sadismo del resto propri dei romanzi originali di Fleming (cui il Bond del dignitoso Dalton ha cercato di mantenersi vicino).
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Dopo una introduzione al solito molto spettacolare che si concede - come nel film - citazioni da precedenti film di 007 e non solo e gli ultimi (stupendi, quanto mai audaci, guardare le donne) titoli di testa di Maurice Binder inizia un film assai godibile, vario, coloratissimo (splendida la fotografia, è un film molto bello da vedere sia in interni che in esterni) e personaggi molto centrati nella parte (nonchè il solito "bigger than life", ma non troppo come in altri della serie). Creato, costruito da un cast artistico e tecnico non solo di bravura tecnica ma di evidente buona cultura cinematografica, è uno spettacolo che coinvolge a vari livelli lo spettatore, con cambi d'atmosfera, momenti di crudo cinismo e freddo sadismo del resto propri dei romanzi originali di Fleming (cui il Bond del dignitoso Dalton ha cercato di mantenersi vicino). Il film, anche se diseguale, rispetta molto bene le regole fondamentali dei migliori film di 007, non manca di trovate e ha un buon ritmo, un suo respiro. Lo spettacolo c'è per tutti (anche se non lo consiglierei ai bambini piccoli) e affiora, si manifesta qua e là la vena ideologica conservatrice propria del regista John Glen ma importa poco: egli ha avuto il merito di riportare Bond alle origini dopo le esagerazioni dei film di fine anni '70, che erano seri solo nel budget, e qui usa tutta la su esperienza. In alcuni momenti pare di essere in un film di Bond di Connery (cosa rara dopo gli anni '60), in altri in uno di Moore (sempre nei momenti migliori), di Lazenby o magari in uno degli imitatori della serie che anche loro hanno avuto dei momenti buoni. Ma, a differenza di altri della serie, il film non mostra mai la corda: sembra sempre di vedere tutto per la prima volta e si crede a quello che si vede. Difficile per un Bond del 1989 fare di meglio. Carey Lowell col suo fascino e la sua eleganza (molto belli i costumi) dà un valido contributo alla sofisticazione del film: i set negli interni sono spesso ricchi, c'è un che di lussurioso (come proprio del carattere del Bond più leggendario e amato) che si rirpesenta più volte nel film: quando non ammazza o fa a cazzotti, Bond è un bon vivant. L'ottimo, lungo, pirotecnico finale d'azione che si conclude col lieto fine è nella tradizione di questi film (e di quelli che li hanno ispirati). Avvincente, coinvolgente, è l'ultimo Bond della vecchia era. Occorreva rifondarlo ma il regista John Glen può andarne fiero (non a caso è quello che ne ha diretti di più).
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fedeleto
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giovedì 15 ottobre 2020
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la vendetta di 007
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Il perfido spacciatore di droga Sanchez, uccide la moglie del povero agente felix, facendo infine anche amputare le gambe da uno squalo del medesimo.James Bond, legato da un sentimento di amicizia verso l'agente farà luce sulla situazione, e non esiterà a vendicarlo, anche se la sua licenza di uccidere verrà revocata, ma non la sua rabbia.007 sembra diventato più violento e le scene crude non mancano(la crudeltà di Sanchez nel far mangiare le gambe di felix,la moglie dell agente uccisa,ecc..) si fatica a riconoscere l avventura che caratterizzava l agente segreto inglese, e rimane un revenge movie ben fatto, ma troppo distante dalla vera vena di james bond.
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Il perfido spacciatore di droga Sanchez, uccide la moglie del povero agente felix, facendo infine anche amputare le gambe da uno squalo del medesimo.James Bond, legato da un sentimento di amicizia verso l'agente farà luce sulla situazione, e non esiterà a vendicarlo, anche se la sua licenza di uccidere verrà revocata, ma non la sua rabbia.007 sembra diventato più violento e le scene crude non mancano(la crudeltà di Sanchez nel far mangiare le gambe di felix,la moglie dell agente uccisa,ecc..) si fatica a riconoscere l avventura che caratterizzava l agente segreto inglese, e rimane un revenge movie ben fatto, ma troppo distante dalla vera vena di james bond.Pa sceneggiatura di Wilson e Maibaum non brilla, nonostante tutto il film si fa vedere, e scorre quanto basta. Niente di memorabile, Timothy Dalton e entrato nella parte, ma lo spettatore un po meno.Colonna sonora buona di Gladys Knight, nella media dei bond anni 80, ormai si fatica a trovare la novità.
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gepy7
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venerdì 16 settembre 2016
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il bond dark
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L'agente 007 rinnega la licenza di uccidere (si fa per dire) e si mette in proprio per dare la caccia a un trafficante di droga che, il giorno del matrimonio, ha fatto uccidere la moglie del suo amico Leiter, rimasto mutilato. I legami della nuova avventura di 007 col mondo di Fleming sono inesistenti: i nemici non sono più da operetta ma spietati killer (tra cui un giovanissimo Benicio del Toro), le donne hanno le palle (metaf.), l'ironia è scomparsa. Vendetta privata ebbe il difetto di uscire tardi, quando il cinema americano d'azione si era già preso tutto negli 80 e il muro di Berlino stava per cadere. Non restava che fare un Bond di mezzo. Ma il poubblico, si sa, è conservatore, così rifiutò la rappresentazione di uno 007 oscuro, con la barba, senza charme.
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L'agente 007 rinnega la licenza di uccidere (si fa per dire) e si mette in proprio per dare la caccia a un trafficante di droga che, il giorno del matrimonio, ha fatto uccidere la moglie del suo amico Leiter, rimasto mutilato. I legami della nuova avventura di 007 col mondo di Fleming sono inesistenti: i nemici non sono più da operetta ma spietati killer (tra cui un giovanissimo Benicio del Toro), le donne hanno le palle (metaf.), l'ironia è scomparsa. Vendetta privata ebbe il difetto di uscire tardi, quando il cinema americano d'azione si era già preso tutto negli 80 e il muro di Berlino stava per cadere. Non restava che fare un Bond di mezzo. Ma il poubblico, si sa, è conservatore, così rifiutò la rappresentazione di uno 007 oscuro, con la barba, senza charme. Forse l'americanizzazione dell'eroe danneggiò la pellicola, riducendo al minimo la già minima ironia di Dalton che, peccato, sarebbe stato un grande Bond se solo fosse stato chiamato prima. Così il regista puntò quasi esclusivamente sull'azione, ma con una regia priva di impennate visive, evitando le baracconate di un "Octopussy" ma aumentando la dose di violenza che non piacque ai fans, costruendo un film più simile agli action movie di Schwarzenegger che non a uno 007. Il film, quello di minor incasso della serie, è stato presto dimenticato nonostante le buone critiche. Gli anni 80 sono stati i più difficili per 007, incapace di rinnovarsi (il vecchio Moore), e, col nuovo attore, di costruire, limitandosi a distruggere i residui del passato comico del personaggio in film dimenticabilissimi. Comunque un ottimo episodio della serie.
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jekyll
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sabato 19 dicembre 2015
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bond contro il narcotraffico
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"Questa non è una vendetta personale, 007", ammoniva M in "Goldfinger". Una delle caratteristiche peculiari di Bond, che ha contribuito al suo successo, é quella di essere insieme uno spirito libero e un fedele servitore di Sua Maestà. In "Dr. No", il primo film della serie, che in italiano portava il titolo originale di questo, Bond uccide a sangue freddo uno degli scagnozzi del cattivo in una scena che appare come una vendetta verso chi aveva appena creduto di averlo ucciso. Il sadismo dei primi film della serie che ha avuto l'apice in "Goldfinger", un film molto cinico anche se corretto da una buona dose di umorismo quando non di fumetto, trova nell'ultima delle cinque regie di Glen una rinnovata dura manifestazione in quello che è il film più "nero" della serie.
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"Questa non è una vendetta personale, 007", ammoniva M in "Goldfinger". Una delle caratteristiche peculiari di Bond, che ha contribuito al suo successo, é quella di essere insieme uno spirito libero e un fedele servitore di Sua Maestà. In "Dr. No", il primo film della serie, che in italiano portava il titolo originale di questo, Bond uccide a sangue freddo uno degli scagnozzi del cattivo in una scena che appare come una vendetta verso chi aveva appena creduto di averlo ucciso. Il sadismo dei primi film della serie che ha avuto l'apice in "Goldfinger", un film molto cinico anche se corretto da una buona dose di umorismo quando non di fumetto, trova nell'ultima delle cinque regie di Glen una rinnovata dura manifestazione in quello che è il film più "nero" della serie. Quella che é diventata la serie più longeva del cinema ha atteso prima di partire proprio per i problemi nel rendere al cinema un personaggio che, nei libri originali di Fleming, é sadico e freddo (Kubrick ha fatto notare, a proposito degli attacchi contro il suo "Arancia meccanica", come la violenza sadica dei film di Bond venga presentata come divertimento puro, così come nei cartoni animati). Quello con Dalton è il Bond più vicino ai libri di Fleming, così' come John Glen, che ha lavorato nei film di 007 prima come montatore e poi come regista della seconda unità prima di firmare tutti i titoli degli anni '80, é chiaramente un conservatore, forse il regista più conservatore della serie. Non poteva essere altrimenti, perchè il segreto del Bond é la sua formula, praticamente inalterata nonostante gli aggiornamenti necessari. Tutto, più o meno in embrione, fin dal primo film. Quello che varia sono la quantità dei gadget, la dose di ironia, la fedeltà alle storie di Fleming, il carattere più o meno fantastico degli ambienti. Dove Glen eccelle più che in ogni altro, brillante aspetto delle sue regie è nelle sequenze d'azione, dove egli sa andare in accellerazione con grande efficacia spettacolare; il suo ritmo é formidabile. La formula: il protagonista (Dalton non ha il carisma di Connery o di Moore ma é un dignitoso 007, e qui è al suo meglio), i cattivi (Del Toro, Zerbe e soprattutto Davi sono meglio di Dalton, ma questo in 007 non é un difetto, anzi), le donne (Carey Lowell e Talisa Soto sono splendide), i caratteristi (il vecchio Desmond Llewelyn nei panni di Q che assume un ruolo più attivo nella missione), le scenografie sontuose (di Peter Lamont, degno erede del grande Ken Adam), gli sfondi esotici (Acapulco e Key West in Florida), l'azione di cui s'è detto. I titoli di testa sono, per l'ultima volta, del grande Maurice Binder così come il grande Richard Maibaum firma la sua ultima sceneggiatura bondiana, insieme a Michael G Wilson, produttore del film con il patrigno Albert R. Broccoli. Il personaggio di Franz Sanchez é ispirato al signore della droga Pablo Escobar ma anche al presidente di Panamà Noriega, inizialmente appoggiato dalla CIA e successivamente combattuto (l'Operazione Giusta Causa con cui il 20 dicembre 1989 gli USA invasero Panamá) per la sua complicità nel traffico di droga. Più violenza che sesso, ma Carey Lowell che esce dall'aereo schiantato verso il finale é uno dei momenti più sexy di tutta la serie, così come lei é particolarmente attraente quando incontra per la prima volta Bond, dove ricorda le donne più affascinanti, le bellezze iconiche del cinema hollywoodiano classico.
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jackpug
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venerdì 14 agosto 2015
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bond diventa un vendicatore
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Dopo il buon inizio con "Zona pericolo", Dalton arriva al suo secondo e ultimo film di James Bond ossia "Vendetta privata".
Poteva essere un film soddisfacente e perfino interessante se curato meglio nella trama ... invece, ecco un action movie continuamente violento e ben poco intrigante.
"Vendetta privata" presenta uno 007 più maturo ma sempre più ribelle e, quindi, abbastanza eccessivo nelle scene di violenza ( direi violenza più che azione ! ).
Dalla pellicola non escono grandissimi personaggi : nonostante la particolare e buona interpretazione da parte di Robert Davi, il villain Sanchez sembra più una copia di Kananga di "Vivi e lascia morire" e con piani abbastanza banali e, ovviamente, ricchi di pazzia !
La Bond Girl principale, stavolta, è l'agente Pam Bouvier ( Carey Lowell ) : personaggio forte ma che non è affatto ben delineato e, a tratti, risulta più noioso che mai; ci pensa la provocante e sexy Lupe Lamora ( Talisa Soto ) ad attirare di più gli spettatori.
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Dopo il buon inizio con "Zona pericolo", Dalton arriva al suo secondo e ultimo film di James Bond ossia "Vendetta privata".
Poteva essere un film soddisfacente e perfino interessante se curato meglio nella trama ... invece, ecco un action movie continuamente violento e ben poco intrigante.
"Vendetta privata" presenta uno 007 più maturo ma sempre più ribelle e, quindi, abbastanza eccessivo nelle scene di violenza ( direi violenza più che azione ! ).
Dalla pellicola non escono grandissimi personaggi : nonostante la particolare e buona interpretazione da parte di Robert Davi, il villain Sanchez sembra più una copia di Kananga di "Vivi e lascia morire" e con piani abbastanza banali e, ovviamente, ricchi di pazzia !
La Bond Girl principale, stavolta, è l'agente Pam Bouvier ( Carey Lowell ) : personaggio forte ma che non è affatto ben delineato e, a tratti, risulta più noioso che mai; ci pensa la provocante e sexy Lupe Lamora ( Talisa Soto ) ad attirare di più gli spettatori.
Per concludere : un film non eccellente che cerca di arrivare più in cima che può con l'uso eccessivo di violenza scontata e fastidiosa ma che, invece, sembra sprofondare nella banalità e che chiuderà bruscamente la parentesi di Dalton nei panni dell'agente 007.
3 stelle solo perchè è Bond.
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onufrio
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venerdì 1 marzo 2013
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la vendetta di bond
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Sicuramente migliore del precedente Zona pericolo, ma ciò non basta per rendere questo Bond all'altezza dei migliori, o quantomeno dei più discreti. Dalton si dimostra non all'altezza del ruolo che ricopre, è un fardello troppo pesante quello di James Bond; a rimanere sempre impeccabile è Desmond Llewelyn lo storico Q della saga. La storia è comunque interessante: Sanchez,un grosso narcotrafficante sudamericano uccide due cari amici di james, freschi sposi,( o per meglio dire: uccide la donna, ma il marito rimane gravemente mutilato) e allora Bond prepara una vendetta privata, senza il consenso dei servizi segreti.
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dragonia
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mercoledì 29 giugno 2011
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forse il più violento dopo casino royale
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Per certi versi è anche meglio del precedente, grazie all'aumento di scene d'azione, spesso anche comiche, a un cattivo più presente e incisivo, alla presenza di bond-girl davvero "toste", alle atmosfere cupe e al maggiore realismo: secondo me questo è uno 007 insolitamente violento, che comunque vale la pena vedere. Certo, manca di una colonna sonora trascinante come in Zona pericolo, e a tratti le sequenze d'azione sembrano afflosciarsi, ma si può sorvolare su queste pecche lievissime. Bel lavoro, Glen.
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lorenzomnt
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sabato 17 luglio 2010
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veramente bello
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Migliore del precedente,con più donne e pù spettacolare.
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nicolòmatta
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venerdì 21 maggio 2010
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007 vendetta privata
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Anche il cinema di James Bond ha i suoi personaggi ricorrenti, pronti a dar man forte all'agente segreto al servizio di Sua Maestà. Tra questi il più sfortunato è sicuramente l'agente della CIA Felix Leiter: fin dalla sua prima apparizione in Licenza di uccidere (1962), è stato destinato a cambiare volto per ognuno dei film in cui appare e cambiando persino colore di pelle in Casino Royale e Quantum of Solace, dove lo interpreta Jeffrey Wright. In Vendetta privata la sorte gli è fatale: dopo aver catturato il pericoloso narcotrafficante Franz Sanchez (Robert Davi) con l'aiuto di 007 (Timothy Dalton), Leiter si sposa.
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Anche il cinema di James Bond ha i suoi personaggi ricorrenti, pronti a dar man forte all'agente segreto al servizio di Sua Maestà. Tra questi il più sfortunato è sicuramente l'agente della CIA Felix Leiter: fin dalla sua prima apparizione in Licenza di uccidere (1962), è stato destinato a cambiare volto per ognuno dei film in cui appare e cambiando persino colore di pelle in Casino Royale e Quantum of Solace, dove lo interpreta Jeffrey Wright. In Vendetta privata la sorte gli è fatale: dopo aver catturato il pericoloso narcotrafficante Franz Sanchez (Robert Davi) con l'aiuto di 007 (Timothy Dalton), Leiter si sposa. Ma Sanchez per due milioni di collari corrompe un agente della DEA e riesce a scappare dal cellulare che lo sta portando in galera, e si vendica uccidendo la neo signora Leiter e facendo mutilare Felix dai suoi feroci squali. Bond, che nel corso degli anni ha stabilito un'amicizia con l'agente della CIA proficua per entrambi, non può restare con le mani in mano, nonostante "M" gli abbia affidato un nuovo caso a Istanbul e debba lasciare la Florida immediatamente. Ed è qui che si sviluppa la novità di Vendetta privata: a 007 viene revocata la licenza di uccidere ed è costretto a scappare dagli uomini del servizio segreto britannico che gli danno la caccia. Il suo obiettivo è quello di eliminare Sanchez e vendicare Felix, nel frattempo ricoverato in ospedale. Un po' come il guerriero giapponese di La sfida del samurai e il Clint Eastwood di Per un pugno di dollari, James Bond si infiltra nella banda dello spietato Sanchez mettendolo contro il suo socio in affari Milton Krest, accusato dal narcotrafficante di aver rubato i suoi soldi. Nel frattempo mette gli occhi su Lupe, la donna di Sanchez, e sulla bella informatrice della CIA Pam Bouvier (che ricalca il modello di Anya Amasova in La spia che mi amava: una bondgirl in azione non solo in camera da letto), e fa doppia conquista. Lo aiuta perfino il vecchio "Q" che anche in ferie si porta dietro il letale bagaglio di marchingegni micidiali (tra cui un dentifricio esplosivo e una macchina fotografica con il flash al laser). Eppure per eliminare il cattivo basterà un accendino, dono dei coniugi Leiter al testimone di nozze James Bond... Ultimo dei due passaggi di Timothy Dalton, il più sottovalutato James Bond dello schermo: troppo diverso da Roger Moore, "colpevole" di aver trascinato 007 fin troppo lontano dall'agente segreto che aveva descritto Ian Fleming (e che nelle sue ultime prove stava sprofondando nell'autoparodia), e distante anni luce dal mito Sean Connery. Eppure, anche l'attore gallese i suoi meriti li ha avuti; primo fra tutti, ha saputo mescolare con efficienza il Bond dei libri di Ian Fleming con quello tutto gadget, donne e ironia della serie di Albert R. Broccoli.
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spalla
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mercoledì 10 febbraio 2010
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vendetta privata, ma storia poco diversa
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Secondo e ultimo film di Dalton-007, prima di cedere il posto a Pierce Brosnan e di una pausa di ben 6 anni. Questo film aveva forse l'obbiettivo di essere innovativo, proponendo uno 007 che una volta tanto deve agire per fini privati e non per il governo britannico. Però, anche se qui la vicenda prende spunto dal desiderio di 007 di vendicare l'amico Felix (certo, bisogna dire che il matrimonio porta veramente sfiga in questa saga), la storia non sembra poi molto diversa da altre già viste. E, almeno nella prima parte, è anche piuttosto ripetitiva. Le spettacolari riprese subacquee ed i massacri con gli squali li avevamo già visti più e più volte, tanto per fare un esempio.
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Secondo e ultimo film di Dalton-007, prima di cedere il posto a Pierce Brosnan e di una pausa di ben 6 anni. Questo film aveva forse l'obbiettivo di essere innovativo, proponendo uno 007 che una volta tanto deve agire per fini privati e non per il governo britannico. Però, anche se qui la vicenda prende spunto dal desiderio di 007 di vendicare l'amico Felix (certo, bisogna dire che il matrimonio porta veramente sfiga in questa saga), la storia non sembra poi molto diversa da altre già viste. E, almeno nella prima parte, è anche piuttosto ripetitiva. Le spettacolari riprese subacquee ed i massacri con gli squali li avevamo già visti più e più volte, tanto per fare un esempio. Possiamo dire piuttosto che in questo film 007 compie un grande passo nella sua trasformazione dall'agente segreto impeccabile e fedelissimo verso i suoi superiori tipico dei primi film della saga a quello più umano e che agisce spesso per fini personali che si è visto invece nei film più recenti. E che è anche a mio parere meno godibile, ma questa è più una questione di gusti. Premesso questo, il film è comunque nel complesso gradevole. Per quanto poco innovativa la storia è ben congegnata e riesce a garantire un discreto livello di tensione. L'ironia e le acrobazie che in genere contraddistinguono questa saga forse tardano un po' ad arrivare, ma tutto sommato l'azione e l'adrenalina non mancano. Molto bello in particolare il duello finale con le autocisterne. Bene anche gli interpreti: Timothy Dalton, per quanto la sua performance sia forse qui un pochino inferiore a quella del film precedente si conferma uno 007 discreto e Robert Davi è sicuramente a suo agio nei panni del cattivo, ruolo che aveva già aveva svolto bene in "I Goonies" e "Codice Magnum". E 'inoltre divertente vedere qui il simpatico Q anche in azione e non solo come equipaggiatore. Questo vecchietto geniale si conferma come un elemento fondamentale e molto gradito di questa saga. Non mancano nemmeno i suoi soliti fantastici gadget, che tantissime volte hanno salvato la vita a 007. Inutile dire infine che le ambientazioni sono belle ed esotiche come sempre e che 007 è anche stavolta aiutato da ben due splendide pupe. Il film in conclusione non riesce quindi ad essere davvero innovativo, ma resta sempre ben realizzato e gradevole, almeno per i fan del genere.
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