nanobrontolo
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martedė 3 gennaio 2023
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esilarante
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Qualcuno ha scritto film mediocre!!! Ma come osa? Questo è un film cult visto rivisto e stravisto: semplicemente esilarante!!! Sordi e Verdone mitici.
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eugen
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domenica 14 agosto 2022
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sordi versus verdone
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Rimane la coloritura romanesca, di questo "In viaggio con papa'"(Alberto Sordi, soggetto di Sordi con Sonego e sceneggiatura a 6 mani, di Albertone con Sonego e con Carlo Verdone, 1982)che segna quasi l'esordio di Verdone come protagonista(qui co-protagonista, ovviamente, essendoci Sordi e co-autore),il che pero'non e'vero dato che Verdone aveva gia'realizzato"Un sacco bello", "Bianco, rosso e verdone"e"Borotalco", mentre Sordi, il grnade "Albertone" (non amavaa essere chiamato cosi', ma il soprannome e'rimasto e quindi si puo'usare)avrebbe realizzato , dopo questo film, altre 6 pellicole come regista e qualcosa in piu'come interprete.
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Rimane la coloritura romanesca, di questo "In viaggio con papa'"(Alberto Sordi, soggetto di Sordi con Sonego e sceneggiatura a 6 mani, di Albertone con Sonego e con Carlo Verdone, 1982)che segna quasi l'esordio di Verdone come protagonista(qui co-protagonista, ovviamente, essendoci Sordi e co-autore),il che pero'non e'vero dato che Verdone aveva gia'realizzato"Un sacco bello", "Bianco, rosso e verdone"e"Borotalco", mentre Sordi, il grnade "Albertone" (non amavaa essere chiamato cosi', ma il soprannome e'rimasto e quindi si puo'usare)avrebbe realizzato , dopo questo film, altre 6 pellicole come regista e qualcosa in piu'come interprete. Decisamente un film minore, con un padre libertino(che conclude affari anche proprio in virtu'del suo"dongiovannismo"e un figlio timido, legato a una"setta", teoricamente"per la protezione del gabbiano"e in realtta' come tutte le"sette"o molte di essere, un prodotto per lo sfruttamento umano ai fini dellarricchimento di chi detiene il potere in esse come"capo"o come occulto "controllore". Fracanemtente c'e'di meglio sia come riflessione sul costume che muta vorticosamente(e da quell'anno ne sono passati quaranta,ma sembrano centroventi...)sia nella produzione di Sordi, che, per es., avrebbe realizzato, due anni dopo"; Tutti dentro", riflessione geniale ma anche premonitrice di"Mani pulite"sulla giustizia e i suoi abusi.il suo uso/abuso a fini di mero potere. Da qui a demonizzare il film, pero', ce ne vuole:rimane il Sordi"moralista"che critica la decadenza totale di istituzioni come la famiglia, sempre ai fini dell'arricchimento(da Sordi, cattolico conservatore, non si poteva pretendere una critica del capitalismo tout court, semmai quella"smorzata"al consumismo o al suo eccesso), ma anche la verve straordinaria di due"animali da schermo"quali Sordi e Verdone(sempre tenendo conto del fatto che il primo e'incomparabilmente pi'ubravo del secondo)e, mentre per altri interpreti, a parte Ugo Bologna, Edy ANgelillo, Giuliana Calandra, fatalmente non rimane moltissimo spazio. IN conclusione, credo che il film possa essere riscoperto ultilmente anche nel senso di un"come eravamo"che puo'sembrare"ieri"o poco piu', ma, appunto , apprtiene ad altre "epoche", se non"ere". El Gato
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marshall
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giovedė 16 giugno 2022
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film non indispensabile.
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Avendolo mancato quando uscì, 40 fa, nelle sale, ho visto oggi questo film per la prima volta su prime. Non mi è sembrato all'altezza dell'accoppiata di mostri sacri che mette in campo e questo a causa di una sceneggiatura con troppe falle: trama incoerente, personaggi poco credibili e comicità stantia e troppo spesso volgarotta. Andava pur visto ma, a differenza dei migliori film di Sordi e di Verdone, dubito che mi verrà voglia di rivederlo.
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enzo70
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venerdė 14 maggio 2021
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quanti ricordi emergono con questo film
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Il giudizio di un cinquantenne che vide questo film al cinema da adolescente con il padre è condizionato dai ricordi di una vita. E le scene del film sovrapponendosi a quelle della propria vita rendono il giudizio quanto mai arbitrario. E non solo: Alberto Sordi e Carlo Verdone, la Roma del dopoguerra, della fame e della rinascita economica, delle ingiustizie giudiziarie, di borghesi piccoli piccoli e di marchesi del grillo che si sovrappone a quella di Alfio, degli hippy, dei coatti di periferia e dei ragazzi impacciati, un film non è solo un’ora e poco più al cinema ma i ricordi che lascia quel poco tempo passato al buio di una sala. E poi nonostante una critica decisamente ostile, occasione mancata giudizio quasi unanime, alla fine è un film nel quale si sorride sempre e spesso si ride.
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Il giudizio di un cinquantenne che vide questo film al cinema da adolescente con il padre è condizionato dai ricordi di una vita. E le scene del film sovrapponendosi a quelle della propria vita rendono il giudizio quanto mai arbitrario. E non solo: Alberto Sordi e Carlo Verdone, la Roma del dopoguerra, della fame e della rinascita economica, delle ingiustizie giudiziarie, di borghesi piccoli piccoli e di marchesi del grillo che si sovrappone a quella di Alfio, degli hippy, dei coatti di periferia e dei ragazzi impacciati, un film non è solo un’ora e poco più al cinema ma i ricordi che lascia quel poco tempo passato al buio di una sala. E poi nonostante una critica decisamente ostile, occasione mancata giudizio quasi unanime, alla fine è un film nel quale si sorride sempre e spesso si ride. Il sessantenne rampante e il ragazzo impacciato, il praticone e il sognatore, due mondi che si contrappongono ma trovano una sintesi nel rapporto tra padre e figlio che sopravvive allo stress di una società inutilmente stressata. Insomma per me è un gran film, ma per fortuna posso lasciar parlare i sentimenti non facendo il critico cinematografico.
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elgatoloco
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martedė 25 agosto 2020
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nella filmografia sordiana...atipico
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"In viaggio con papà"(ALberto Sordi, anche co-autore con Rodolfo Sonego e Carlo Verdone, 1982)vede a confronto due comicità, entrambe romane e anzi fortemente impregnate di"romanità", ma al tempo stesso legate al fatto che uno è il"Padre"(nella storia congegnata da Sordi-Sonego, visto che Verdone co-firma solo la sceneggiatura)e l'altro"Il figlio"; ma non si può dire che sia il miglior film di Sordi regista o attore o il miglior film di Verdone(di Verdone lo è solo come attore e cosceneggiatore), anche se percorre quell'iter di ricerca del Sordi autore sulle generazioni e sui mutamente del costume. Sordi padre(nella "fiction")è un uomo navigato, un playboy machista, Verdone figlio è invece i figlio "mammone"(nonostante la separazione dei genitori)che non sa molto di sesso(anzi quasi nulla)e dunque il film si propone come un'operina sull'educazione sentimentale(come ti erudisco er pupo, credo si dica in romanesco e l'espressione è più attinente allo spirito un pocasereccio -de noiartri che caratterizza in realtà il film ), sulla"interazione" tra due persone che in realtà si conosco poco e si sono frequentate anche di meno.
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"In viaggio con papà"(ALberto Sordi, anche co-autore con Rodolfo Sonego e Carlo Verdone, 1982)vede a confronto due comicità, entrambe romane e anzi fortemente impregnate di"romanità", ma al tempo stesso legate al fatto che uno è il"Padre"(nella storia congegnata da Sordi-Sonego, visto che Verdone co-firma solo la sceneggiatura)e l'altro"Il figlio"; ma non si può dire che sia il miglior film di Sordi regista o attore o il miglior film di Verdone(di Verdone lo è solo come attore e cosceneggiatore), anche se percorre quell'iter di ricerca del Sordi autore sulle generazioni e sui mutamente del costume. Sordi padre(nella "fiction")è un uomo navigato, un playboy machista, Verdone figlio è invece i figlio "mammone"(nonostante la separazione dei genitori)che non sa molto di sesso(anzi quasi nulla)e dunque il film si propone come un'operina sull'educazione sentimentale(come ti erudisco er pupo, credo si dica in romanesco e l'espressione è più attinente allo spirito un pocasereccio -de noiartri che caratterizza in realtà il film ), sulla"interazione" tra due persone che in realtà si conosco poco e si sono frequentate anche di meno... Il risultato è a tratti piacevole, ma complessivamente non eccelso, tanto che anche le performances presenti nel film solo degli"a solo", non dei veri e propri"duo", anche quando si propongono di essere ciò, di risultare ad essere ciò. Da non buttare, anche come testimonianza umana e artistica, allo stesso tempo, dove probabilmente la voglia di"far ridere"ha giocato non sempre favorevolemente, dove si sarebbe voluto non certo un tipo di ricerca"bergmaniana",magari mediata dallo humor di Woody Allen, ma invece un qualcosa di maggiormente capace di fare emergere le individualità ma, appunto, in pura interazione, il che non riesce se non in parte(l'incontro alla comunità , quasi"setta", anche se l'espressione è opniabile)che Verdone frequenta... Non è un'opera magistale, anzi, è un ritrattino che entrambi gli artisti(diversissimi, dato che Verdone ha affrontato molti, forse anche troppi temi ma anche stili di comicità, a fronte della maggiore coerenza di"Albertone")hanno creato in un momento particolare della loro carriera(qiasi iniziale per Verdone, ancora lontana-rleativamente-dalla conclusione per Sordi)e che non a caso non è stato più iterato, neanche per tentativi di ripetizione o di un "ricalco"qualsiasi. C'è poi un altro aspetto: "l'altra metà del cielo"nel film gioca un ruolo scarso, per non dire accidentale, il che, anche e soprattutto parlando(criticando)"culture alternative"(o meglio tali all'epoca e"ritagliate"solo in un certo modo)non è precisamente il massimo... El Gato
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elgatoloco
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sabato 24 marzo 2018
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verdone e sordi-coppia notevoleo
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"In viaggio con papà"(regia, interpretazione, sceneggiatura di Alberto Sordi, con Carlo Verdone interprete coprotagonista, 1982), oltre a dimostrazione la"filiazione"filmica di Verdone da Sordi(anche da Sordi, ma certo si tratta di un'influenza determinante), pur se Verdone aveva già realizzato, in quell'anno già almeno due film("Un sacco bello", con l'aiuto, anche a costo di strepiti, da parte di un altro grande , Sergio Leone. lo raccontava lo stesso Verdone)e il film insegna non poco: il rapporto poco"didattico"e poco"pedagogico"(almeno in apparenza)tra un figlio timidissimo con le donne, riservato, che vive in una stana comunità(quasi post-hippy)e un padre iper-attivo, che non conosce inibizioni sentimentali di alcun tipo, un"estorverso"al massimo grado e come due caratteri così diversi possano in qualche modo dar luogo, non a una fusione(sarebbe impossibile quanto assurdo)ma a una sorta di sintesi, arricchente per entrambi, in realtà.
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"In viaggio con papà"(regia, interpretazione, sceneggiatura di Alberto Sordi, con Carlo Verdone interprete coprotagonista, 1982), oltre a dimostrazione la"filiazione"filmica di Verdone da Sordi(anche da Sordi, ma certo si tratta di un'influenza determinante), pur se Verdone aveva già realizzato, in quell'anno già almeno due film("Un sacco bello", con l'aiuto, anche a costo di strepiti, da parte di un altro grande , Sergio Leone. lo raccontava lo stesso Verdone)e il film insegna non poco: il rapporto poco"didattico"e poco"pedagogico"(almeno in apparenza)tra un figlio timidissimo con le donne, riservato, che vive in una stana comunità(quasi post-hippy)e un padre iper-attivo, che non conosce inibizioni sentimentali di alcun tipo, un"estorverso"al massimo grado e come due caratteri così diversi possano in qualche modo dar luogo, non a una fusione(sarebbe impossibile quanto assurdo)ma a una sorta di sintesi, arricchente per entrambi, in realtà. Un'esperienza filmica in cui si vede il rapporto maestro-allievo di regia e di recitazione e interpretazione, a ulteriore conferma di come il Sordi autore-regista, oltre che interprete, abbia ancora molto da dire/dirci anche oggi, versus la falsa convinzione di molti critici che disprezzavano o almeno ostracizzavano, appunto, il Sordi autore, volendo "restringerlo-costringerlo"al semplice ruolo di interprete. Al contrario Sordi è stato uno dei registi notevoli(se non grandissimi)del cinema italiano ed europeo. El Gato
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aristoteles
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venerdė 20 novembre 2015
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in viaggio con due miti
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6,5 che passo a 7 per la personale stima che nutro verso i due protagonisti.
Sicuramente si poteva fare di più a livello di qualita' dei dialoghi e di contenuti,ma non si scade mai nella banalità assoluta.
La faccenda della "comunità" è approssimativa,questo sì, ma la famiglia che oramai non si ritrova più è un tema a dir poco attuale.
Durante il viaggio alcuni confronti fanno sorridere e riflettere.
Buona atmosfera anni ottanta ,periodo in cui si viveva meglio di oggi.
Indubbiamente Sordi"acchiappa"troppo mentre il fischiettante Verdone sembra un missionario del WWF .
Il finale è surreale,ma per "chiudere il cerchio"va bene.
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6,5 che passo a 7 per la personale stima che nutro verso i due protagonisti.
Sicuramente si poteva fare di più a livello di qualita' dei dialoghi e di contenuti,ma non si scade mai nella banalità assoluta.
La faccenda della "comunità" è approssimativa,questo sì, ma la famiglia che oramai non si ritrova più è un tema a dir poco attuale.
Durante il viaggio alcuni confronti fanno sorridere e riflettere.
Buona atmosfera anni ottanta ,periodo in cui si viveva meglio di oggi.
Indubbiamente Sordi"acchiappa"troppo mentre il fischiettante Verdone sembra un missionario del WWF .
Il finale è surreale,ma per "chiudere il cerchio"va bene.
A distanza di anni è ancora un prodotto valido.
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fabio57
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mercoledė 2 settembre 2015
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simpatica accoppiata
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Per quanto ci si aspettase di più da un'accoppiata straordinaria come questa,peraltro Verdone l'ha voluta fortemente essendo lui stesso un grande ammiratore di Sordi,il film delude un pò le aspettative,anche se comunque supera ampiamente la sufficienza,consegnandoci una simpatica commedia, dove si contrappongono due figure antitetiche,un padre pragmatico,materialista,infingardo erotomane ed il proprio figlio,idealista,sognatore,ingenuo,spirituale,mistico.Il rapporto a volte conflittuale, altre volte affettoso, da luogo a situazioni esilaranti e grottesche.
Gradevole
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nico g.
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martedė 22 maggio 2012
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mediocre filmetto commerciale
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Apprezzo moltissimo Alberto Sordi e Carlo Verdone, anzi sono appassionatissimo delle migliori cose fatte da entrambi.
Proprio questa mia grande ammirazione verso i due protagonisti mi fece considerare allora e continua a farmi considerare "In viaggio con papà" una mediocre e palese operazione commerciale, nata sulla scia del grande successo di Carlo Verdone, messo accanto forzatamente a un Alberto Sordi che dopo la buona riuscita de "Il Marchese del Grillo" era andato in fase di stallo.
Concordo in pieno con la recensione negativa del Morandini, un filmetto di basso livello che Alberto Sordi e Carlo Verdone dovevano evitare, un passo falso per entrambi.
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Apprezzo moltissimo Alberto Sordi e Carlo Verdone, anzi sono appassionatissimo delle migliori cose fatte da entrambi.
Proprio questa mia grande ammirazione verso i due protagonisti mi fece considerare allora e continua a farmi considerare "In viaggio con papà" una mediocre e palese operazione commerciale, nata sulla scia del grande successo di Carlo Verdone, messo accanto forzatamente a un Alberto Sordi che dopo la buona riuscita de "Il Marchese del Grillo" era andato in fase di stallo.
Concordo in pieno con la recensione negativa del Morandini, un filmetto di basso livello che Alberto Sordi e Carlo Verdone dovevano evitare, un passo falso per entrambi.
Molto migliore fu la loro recitazione insieme in "Troppo forte", quella sì che dette lustro a loro e alle loro carriere.
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dandy
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mercoledė 16 maggio 2012
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sinceramente,un viaggio che non appassiona.
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Sordi,va detto,tanto era fenomenale davanti alla macchina da presa tanto dietro era,nel migliore dei casi,mediocre.Un'idea da cui poteva nascere un film indimenticabile o almeno corretto(l'incontro tra il"vecchio" e il "nuovo" leone della comicità romanesca)assolutamente sprecata.I temi sono usurati anche per l'epoca(scontro generazionale,confronto tra caratteri,viaggio come esplorazione di se stessi),la trama è poco più che un pretesto per varie volgarità poco tali e battute stiracchiate quasi mai divertenti.E dopo oltre 100 minuti di battibecchi e strepitii ovviamente trionfano melassa e buoni sentimenti:c'è anche il chiarimento di una presunta avventura omosessuale di Cristiano da giovane.
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Sordi,va detto,tanto era fenomenale davanti alla macchina da presa tanto dietro era,nel migliore dei casi,mediocre.Un'idea da cui poteva nascere un film indimenticabile o almeno corretto(l'incontro tra il"vecchio" e il "nuovo" leone della comicità romanesca)assolutamente sprecata.I temi sono usurati anche per l'epoca(scontro generazionale,confronto tra caratteri,viaggio come esplorazione di se stessi),la trama è poco più che un pretesto per varie volgarità poco tali e battute stiracchiate quasi mai divertenti.E dopo oltre 100 minuti di battibecchi e strepitii ovviamente trionfano melassa e buoni sentimenti:c'è anche il chiarimento di una presunta avventura omosessuale di Cristiano da giovane.Se proprio ci si vuole togliere il pensiero,va bene per una seratina senza altre cose da fare,giusto per vedere assieme i due protagonisti(anche sceneggiatori).
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