aristoteles
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venerdė 20 novembre 2015
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in viaggio con due miti
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6,5 che passo a 7 per la personale stima che nutro verso i due protagonisti.
Sicuramente si poteva fare di più a livello di qualita' dei dialoghi e di contenuti,ma non si scade mai nella banalità assoluta.
La faccenda della "comunità" è approssimativa,questo sì, ma la famiglia che oramai non si ritrova più è un tema a dir poco attuale.
Durante il viaggio alcuni confronti fanno sorridere e riflettere.
Buona atmosfera anni ottanta ,periodo in cui si viveva meglio di oggi.
Indubbiamente Sordi"acchiappa"troppo mentre il fischiettante Verdone sembra un missionario del WWF .
Il finale è surreale,ma per "chiudere il cerchio"va bene.
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6,5 che passo a 7 per la personale stima che nutro verso i due protagonisti.
Sicuramente si poteva fare di più a livello di qualita' dei dialoghi e di contenuti,ma non si scade mai nella banalità assoluta.
La faccenda della "comunità" è approssimativa,questo sì, ma la famiglia che oramai non si ritrova più è un tema a dir poco attuale.
Durante il viaggio alcuni confronti fanno sorridere e riflettere.
Buona atmosfera anni ottanta ,periodo in cui si viveva meglio di oggi.
Indubbiamente Sordi"acchiappa"troppo mentre il fischiettante Verdone sembra un missionario del WWF .
Il finale è surreale,ma per "chiudere il cerchio"va bene.
A distanza di anni è ancora un prodotto valido.
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fabio57
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mercoledė 2 settembre 2015
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simpatica accoppiata
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Per quanto ci si aspettase di più da un'accoppiata straordinaria come questa,peraltro Verdone l'ha voluta fortemente essendo lui stesso un grande ammiratore di Sordi,il film delude un pò le aspettative,anche se comunque supera ampiamente la sufficienza,consegnandoci una simpatica commedia, dove si contrappongono due figure antitetiche,un padre pragmatico,materialista,infingardo erotomane ed il proprio figlio,idealista,sognatore,ingenuo,spirituale,mistico.Il rapporto a volte conflittuale, altre volte affettoso, da luogo a situazioni esilaranti e grottesche.
Gradevole
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elgatoloco
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sabato 24 marzo 2018
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verdone e sordi-coppia notevoleo
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"In viaggio con papà"(regia, interpretazione, sceneggiatura di Alberto Sordi, con Carlo Verdone interprete coprotagonista, 1982), oltre a dimostrazione la"filiazione"filmica di Verdone da Sordi(anche da Sordi, ma certo si tratta di un'influenza determinante), pur se Verdone aveva già realizzato, in quell'anno già almeno due film("Un sacco bello", con l'aiuto, anche a costo di strepiti, da parte di un altro grande , Sergio Leone. lo raccontava lo stesso Verdone)e il film insegna non poco: il rapporto poco"didattico"e poco"pedagogico"(almeno in apparenza)tra un figlio timidissimo con le donne, riservato, che vive in una stana comunità(quasi post-hippy)e un padre iper-attivo, che non conosce inibizioni sentimentali di alcun tipo, un"estorverso"al massimo grado e come due caratteri così diversi possano in qualche modo dar luogo, non a una fusione(sarebbe impossibile quanto assurdo)ma a una sorta di sintesi, arricchente per entrambi, in realtà.
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"In viaggio con papà"(regia, interpretazione, sceneggiatura di Alberto Sordi, con Carlo Verdone interprete coprotagonista, 1982), oltre a dimostrazione la"filiazione"filmica di Verdone da Sordi(anche da Sordi, ma certo si tratta di un'influenza determinante), pur se Verdone aveva già realizzato, in quell'anno già almeno due film("Un sacco bello", con l'aiuto, anche a costo di strepiti, da parte di un altro grande , Sergio Leone. lo raccontava lo stesso Verdone)e il film insegna non poco: il rapporto poco"didattico"e poco"pedagogico"(almeno in apparenza)tra un figlio timidissimo con le donne, riservato, che vive in una stana comunità(quasi post-hippy)e un padre iper-attivo, che non conosce inibizioni sentimentali di alcun tipo, un"estorverso"al massimo grado e come due caratteri così diversi possano in qualche modo dar luogo, non a una fusione(sarebbe impossibile quanto assurdo)ma a una sorta di sintesi, arricchente per entrambi, in realtà. Un'esperienza filmica in cui si vede il rapporto maestro-allievo di regia e di recitazione e interpretazione, a ulteriore conferma di come il Sordi autore-regista, oltre che interprete, abbia ancora molto da dire/dirci anche oggi, versus la falsa convinzione di molti critici che disprezzavano o almeno ostracizzavano, appunto, il Sordi autore, volendo "restringerlo-costringerlo"al semplice ruolo di interprete. Al contrario Sordi è stato uno dei registi notevoli(se non grandissimi)del cinema italiano ed europeo. El Gato
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elgatoloco
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martedė 25 agosto 2020
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nella filmografia sordiana...atipico
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"In viaggio con papà"(ALberto Sordi, anche co-autore con Rodolfo Sonego e Carlo Verdone, 1982)vede a confronto due comicità, entrambe romane e anzi fortemente impregnate di"romanità", ma al tempo stesso legate al fatto che uno è il"Padre"(nella storia congegnata da Sordi-Sonego, visto che Verdone co-firma solo la sceneggiatura)e l'altro"Il figlio"; ma non si può dire che sia il miglior film di Sordi regista o attore o il miglior film di Verdone(di Verdone lo è solo come attore e cosceneggiatore), anche se percorre quell'iter di ricerca del Sordi autore sulle generazioni e sui mutamente del costume. Sordi padre(nella "fiction")è un uomo navigato, un playboy machista, Verdone figlio è invece i figlio "mammone"(nonostante la separazione dei genitori)che non sa molto di sesso(anzi quasi nulla)e dunque il film si propone come un'operina sull'educazione sentimentale(come ti erudisco er pupo, credo si dica in romanesco e l'espressione è più attinente allo spirito un pocasereccio -de noiartri che caratterizza in realtà il film ), sulla"interazione" tra due persone che in realtà si conosco poco e si sono frequentate anche di meno.
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"In viaggio con papà"(ALberto Sordi, anche co-autore con Rodolfo Sonego e Carlo Verdone, 1982)vede a confronto due comicità, entrambe romane e anzi fortemente impregnate di"romanità", ma al tempo stesso legate al fatto che uno è il"Padre"(nella storia congegnata da Sordi-Sonego, visto che Verdone co-firma solo la sceneggiatura)e l'altro"Il figlio"; ma non si può dire che sia il miglior film di Sordi regista o attore o il miglior film di Verdone(di Verdone lo è solo come attore e cosceneggiatore), anche se percorre quell'iter di ricerca del Sordi autore sulle generazioni e sui mutamente del costume. Sordi padre(nella "fiction")è un uomo navigato, un playboy machista, Verdone figlio è invece i figlio "mammone"(nonostante la separazione dei genitori)che non sa molto di sesso(anzi quasi nulla)e dunque il film si propone come un'operina sull'educazione sentimentale(come ti erudisco er pupo, credo si dica in romanesco e l'espressione è più attinente allo spirito un pocasereccio -de noiartri che caratterizza in realtà il film ), sulla"interazione" tra due persone che in realtà si conosco poco e si sono frequentate anche di meno... Il risultato è a tratti piacevole, ma complessivamente non eccelso, tanto che anche le performances presenti nel film solo degli"a solo", non dei veri e propri"duo", anche quando si propongono di essere ciò, di risultare ad essere ciò. Da non buttare, anche come testimonianza umana e artistica, allo stesso tempo, dove probabilmente la voglia di"far ridere"ha giocato non sempre favorevolemente, dove si sarebbe voluto non certo un tipo di ricerca"bergmaniana",magari mediata dallo humor di Woody Allen, ma invece un qualcosa di maggiormente capace di fare emergere le individualità ma, appunto, in pura interazione, il che non riesce se non in parte(l'incontro alla comunità , quasi"setta", anche se l'espressione è opniabile)che Verdone frequenta... Non è un'opera magistale, anzi, è un ritrattino che entrambi gli artisti(diversissimi, dato che Verdone ha affrontato molti, forse anche troppi temi ma anche stili di comicità, a fronte della maggiore coerenza di"Albertone")hanno creato in un momento particolare della loro carriera(qiasi iniziale per Verdone, ancora lontana-rleativamente-dalla conclusione per Sordi)e che non a caso non è stato più iterato, neanche per tentativi di ripetizione o di un "ricalco"qualsiasi. C'è poi un altro aspetto: "l'altra metà del cielo"nel film gioca un ruolo scarso, per non dire accidentale, il che, anche e soprattutto parlando(criticando)"culture alternative"(o meglio tali all'epoca e"ritagliate"solo in un certo modo)non è precisamente il massimo... El Gato
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pisciulino
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sabato 22 ottobre 2011
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chi se ne importa della critica...
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Se per quanto mi riguarda c'è un film che rappresenta la considerazione kubrickiana che la vera reputazione di un opera sta nell'affetto che la gente le porta, e non nelle letteratura critica, è questo qui. Sordi, a parte qualche eccezione filmica o episodica e giornalistica, non gode presso la nostra critica in generale (a differenza, per esempio, che in America) di stima come regista, eppure come tale tutti gli attori, anche hollywoodiani serbano per lui un ricordo egregio. Questo, a mio parere per motivi ideologici. Nei film diretti da lui, infatti, è evidente, anche a livello di immagini come di stato d'animo, un'espressione di appartenenza, in senso allegramente conservatore, all'essere italiano e un'amore, se non una stima, per il popolo italiano, una comprensione anche per i personaggi più mediocri che non direi proprio condivisa dalle nostra teste della critica, anche per quanto riguarda il suo essere profondamente cattolico.
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Se per quanto mi riguarda c'è un film che rappresenta la considerazione kubrickiana che la vera reputazione di un opera sta nell'affetto che la gente le porta, e non nelle letteratura critica, è questo qui. Sordi, a parte qualche eccezione filmica o episodica e giornalistica, non gode presso la nostra critica in generale (a differenza, per esempio, che in America) di stima come regista, eppure come tale tutti gli attori, anche hollywoodiani serbano per lui un ricordo egregio. Questo, a mio parere per motivi ideologici. Nei film diretti da lui, infatti, è evidente, anche a livello di immagini come di stato d'animo, un'espressione di appartenenza, in senso allegramente conservatore, all'essere italiano e un'amore, se non una stima, per il popolo italiano, una comprensione anche per i personaggi più mediocri che non direi proprio condivisa dalle nostra teste della critica, anche per quanto riguarda il suo essere profondamente cattolico. Essi parlano di qualunquismo, di riproposizione di situazioni stravecchie, aggiornate con la volgarità, magari riconoscendogli una sanguigna vitalità ma stimandolo quasi esclusivamente come attore. Qualche persona intelligente ha scritto che quando c'è qualcosa di veramente importante in un film, la regia non conta. Non dò un giudizio in voto a questo film. Sarebbe come dare un voto a me stesso.
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nico g.
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martedė 22 maggio 2012
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mediocre filmetto commerciale
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Apprezzo moltissimo Alberto Sordi e Carlo Verdone, anzi sono appassionatissimo delle migliori cose fatte da entrambi.
Proprio questa mia grande ammirazione verso i due protagonisti mi fece considerare allora e continua a farmi considerare "In viaggio con papà" una mediocre e palese operazione commerciale, nata sulla scia del grande successo di Carlo Verdone, messo accanto forzatamente a un Alberto Sordi che dopo la buona riuscita de "Il Marchese del Grillo" era andato in fase di stallo.
Concordo in pieno con la recensione negativa del Morandini, un filmetto di basso livello che Alberto Sordi e Carlo Verdone dovevano evitare, un passo falso per entrambi.
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Apprezzo moltissimo Alberto Sordi e Carlo Verdone, anzi sono appassionatissimo delle migliori cose fatte da entrambi.
Proprio questa mia grande ammirazione verso i due protagonisti mi fece considerare allora e continua a farmi considerare "In viaggio con papà" una mediocre e palese operazione commerciale, nata sulla scia del grande successo di Carlo Verdone, messo accanto forzatamente a un Alberto Sordi che dopo la buona riuscita de "Il Marchese del Grillo" era andato in fase di stallo.
Concordo in pieno con la recensione negativa del Morandini, un filmetto di basso livello che Alberto Sordi e Carlo Verdone dovevano evitare, un passo falso per entrambi.
Molto migliore fu la loro recitazione insieme in "Troppo forte", quella sì che dette lustro a loro e alle loro carriere.
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