luca scialo
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mercoledì 16 febbraio 2022
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comicità amara su una pagina controversa della nostra storia
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Anni '70. Un imbranato benzinaio ritrova due gerarchi fascisti con i quali condise il periodo fascista alla corte del Duce. A differenza sua, però i due hanno fatto carriera nella polizia, riciclandosi nel partito di governo. Tra un ricordo e l' altro, però, sfrutteranno l'ingenuità del vecchio camerata. Nella sua lunga filmografia, Paolo Villaggio ha spesso riproposto l'imbranato e sfortunato personaggio originariamente televisivo Fracchia. Soprattutto nella lunga serie di film dedicati al mitico ragionier Ugo Fantozzi. Nella fattispecie, fa rivivere le sue disavventure nell'era fascista. In una commedia dalla comicità amara. Si ride, con gag però talvolta ripetitive del personaggio o banali, e si riflette sulla storia discutibile del nostro paese.
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scebola
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mercoledì 28 giugno 2017
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capolavoro!
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Film girato durante un periodo difficile della storia italiana. La storia si incentra sui ricordi nostalgici di un povero benzinaio (Beretta) che durante il fascismo era segretario particolare del Duce e che ora vive una mediocre esistenza. La Maschera del regime fascista rivissuto in chiave ironica e visionaria. Nostalgia risvegliata dall’incontro del suo ex collega ora questore e il vecchio antagonista anarchico ora senatore. La fine del film è drammatica per il povero Beretta che viene incastrato dai stessi ex gerarchi fascisti ancora uomini di potere e dal trasformismo di un anarchico ora senatore in cerca di capro espiatorio delle malefatte del fascismo. Pur ambientato e girato nei difficili anni 70 è ancora attuale nella critica del trasformismo e nell’arroganza del potere di oggi dove non c’è ne bianco ne nero ma solo tante tonalità di grigio.
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Film girato durante un periodo difficile della storia italiana. La storia si incentra sui ricordi nostalgici di un povero benzinaio (Beretta) che durante il fascismo era segretario particolare del Duce e che ora vive una mediocre esistenza. La Maschera del regime fascista rivissuto in chiave ironica e visionaria. Nostalgia risvegliata dall’incontro del suo ex collega ora questore e il vecchio antagonista anarchico ora senatore. La fine del film è drammatica per il povero Beretta che viene incastrato dai stessi ex gerarchi fascisti ancora uomini di potere e dal trasformismo di un anarchico ora senatore in cerca di capro espiatorio delle malefatte del fascismo. Pur ambientato e girato nei difficili anni 70 è ancora attuale nella critica del trasformismo e nell’arroganza del potere di oggi dove non c’è ne bianco ne nero ma solo tante tonalità di grigio. Unica nota negativa la scelta di cambiare il nome del film in “Fantozzi contro Fantozzi” forse per attirare il pubblico, ma di Fantozzi non c’è nulla è bello cosi come è!
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luca scialo
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mercoledì 24 agosto 2016
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lettura in chiave comica del terrorismo anni '70
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Secondo di soli tre film (ultimo del 2000), questa di Giancarlo Santi è un'operazione apprezzabile e sottovalutata. In chiave comica, o se preferite, da commedia leggera, denuncia quanto successo nel dopoguerra nel nostro Paese. Con militanti fascisti finiti per riciclarsi nelle istituzioni di comando, nei luoghi di potere. E finendo per trovare dei capi espiatori credibili al terrorismo che loro stessi alimentavano. Paolo Villaggio, ex fascista, ricorda i "bei tempi andati", indossando i panni di uno sfigato. Una sorta di Fantozzi ai tempi del Fascismo. Ambientazioni del Ventennio simil teatro e attori caratteristi fanno il resto.
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