Il comune senso del pudore |
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Un film di Alberto Sordi.
Con Claudia Cardinale, Alberto Sordi, Florinda Bolkan, Philippe Noiret, Cochi Ponzoni.
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Commedia,
durata 130 min.
- Italia 1976.
MYMONETRO
Il comune senso del pudore
valutazione media:
3,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La pornografia è conservatrice?di Paolo 67Feedback: 9827 | altri commenti e recensioni di Paolo 67 |
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giovedì 3 novembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il cattolico Sordi distingue come sempre e secondo alcuni fin troppo la satira verso i comportamenti dalla comprensione verso le persone, quegli italiani che lui a dispetto di tutti i loro difetti ama. Ecco così il Veneto clericale, sul quale Pietro Germi poneva uno sguardo impietoso nel suo "Signore e signori", teatro di un episodio con momenti (la spesa all'edicola degli ipocriti benpensanti) esilaranti, al pari di quelli con gli inopinati spettacoli pornografici cui si trovano ad assistere la coppia di semplici (che viene dritta dall'episodio di Sordi "La camera" del film "Le coppie" di qualche anno prima) per i quali è evidente l'affetto del regista, che scambiano per film tradizionali i titoli e le locandine già autosatiriche nella loro smaccata volgarità e appena più forzate di quelle reali, delle quali qualcuna appare nel film. Dichiaratamente contro la pornografia, la denuncia nelle mani di Sordi si stempera in una commedia all'italiana secondo il suo stile sdrammatizzante, ritmata nella sua allegria conservatrice dalla musica del fedele Piero Piccioni, in cui si incontrano le situazioni canoniche della pornografia nel costume, come la perversione fino all'assurdo e al ridicolo, la stampa oscena frutto dell'iniziativa di una donna intraprendente e cinica (nella quale si riconosce una famosa editrice di riviste per soli uomini) che sfrutta ingenui intellettuali, l'ipocrisia appunto, di tutta una cittadina, a partire dai moralisti (che non sono del tutto insinceri, ma cedono, qui Sordi tratta del peccato originale, come, in maniera drammatica e tragica ne "Finchè c'è guerra c'è speranza" sui compromessi colla coscienza della società del benessere), il mondo del cinema colle scene di sesso per il botteghino "nobilitate" dalla reputazione artistica, nell'episodio più riuscito come satira di costume del film. Ma non c'è cattiveria, la pornografia può magari essere utile per rivitalizzare uno sbiadito rapporto coniugale. Sempre aggiornato sulle trasformazioni del costume, Sordi coglie il momento di una dilagante permissività in tutti gli ambiti dello spettacolo, di cui mostra gli aspetti paradossali.
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