Un ottimo film degli anni '70, con un paio di attori più belli che bravi ed alcuni caratteristi secondari davvero degni di nota.
Scene di alta scuola per quanto riguarda gli inseguimenti, anche se montate e rimontate, accompagnano una trama che appare falsamente scontata e ripetitiva, peccato che la mafia, il terrorismo, rosso e nero, la droga e gli intrighi di manine e manone in quegli anni ci fossero tutti.
Scimmiottare il golpe borghese, o ipotizzare che Gladio esistesse era un mantra in quegli anni, eppure i fatti hanno dimostrato che quello che manca alla storia non erano gli intrighi ma il Luc Merenda della situazione, ma per fare un film ci vogliono gli eroi anche adesso.
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Un ottimo film degli anni '70, con un paio di attori più belli che bravi ed alcuni caratteristi secondari davvero degni di nota.
Scene di alta scuola per quanto riguarda gli inseguimenti, anche se montate e rimontate, accompagnano una trama che appare falsamente scontata e ripetitiva, peccato che la mafia, il terrorismo, rosso e nero, la droga e gli intrighi di manine e manone in quegli anni ci fossero tutti.
Scimmiottare il golpe borghese, o ipotizzare che Gladio esistesse era un mantra in quegli anni, eppure i fatti hanno dimostrato che quello che manca alla storia non erano gli intrighi ma il Luc Merenda della situazione, ma per fare un film ci vogliono gli eroi anche adesso.
A parte qualche ingenuità e qualche eccesso di violenza, un film che ho rivisto volentieri.
Per approfondire manine e manone ci vogliono sceneggiati a più ampio respiro, necessariamente in un film si deve semplificare qualcosa, e lo spettacolare autoscontro finale, bellissimo da vedere su una montagnetta di Milano non ancora verde, non rende giustiza ad un film che poteva ambire a risultati ancora migliori..
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paolo 67
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venerdì 11 maggio 2012
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film che riflette la cronaca di quegli anni
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Un commissario che indaga su una serie di rapine e delitti di stampo eversivo seguendo una pista anarchica rivoluzionaria, infiltratosi nella banda scopre non solo che il capo è uno stimato professionista, ma che che anche un suo collega è tra i capi dell'organizzazione. Questi lo invita a unirsi a lui, ma il commissario lo uccide. Amaro film influenzato dai fatti di cronaca del tempo, con vaghi riferimenti all'omicidio del commissario Calabresi ed altri fatti. Qualche scena erotica. Pone allo spettatore gli inquietanti interrogativi: è possibile combattere la violenza con altra violenza (non è così che fanno i cospiratori?)
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mauri 67
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martedì 25 novembre 2008
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esaltante
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Milano trema... non è il seguito di Milano odia... anche se Sergio Marti
no ruba una scena dal film cult di U.Lenzi.
Una Milano cupa e malinconica fà da sfondo a un film difficile da dimenticare ,sicuramente tra i migliori 5 del genere con un Luc Merenda nella sua miglior interpretazione della sua carriera.
Una pellicola esaltante e incisiva,assolutamente da vedere
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max61°
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giovedì 17 gennaio 2008
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la fiction di allora
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Fiction serial degli anni 70. Molto più realistico dei vari Carabinieri da 1 a 7-PIOVRE-PADRINI- RIS ecc.ecc. Film a basso costo, senza pretese ma capaci di appassionare ancora oggi dopo quasi 40 anni. E poi, chi è cresciuto in quel periodo vede un'Italia (una Milano) che se n'è andata. Film popolari snobbati ma sottovalutati. Sicuramente meglio di tutte le porcherie AmericanEuropee che passa la TV.
LAMAX61°
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butch
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mercoledì 17 maggio 2006
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adesso capisco l'ammirazione di tarantino!
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Adesso capisco l'ammirazione di Quentin Tarantino per il nostro cinema di genere anni 70. Erano molti ma molti anni che non guardavo un poliziottesco....non ricordavo neanche le emozioni che ti dava un poliziesco all'italiana.Passano diversi anni e mi ritrovo in mano questa pellicola.Dai miei ricordi di bambino questi film erano molto spettacolari, ai livelli dei western italici, (ma si sa allora li guardavi in modo non critico) in effetti i registi del filone erano gli stessi; ebbene mi appresto a guardare questo film e alla fine rimango a bocca aperta tanto è meraviglioso questo film!!! Ragazzi, che film!! Bellissimo, grandissimo, questo film supera di gran lunga moltissimi polizieschi americani e davvero è un grandissimo poliziesco, quando finisci di vederlo ti rimangono impresse le scene audaci e la storia, tanto che ho rimesso in video più volte il DVD per rivederea alcune scene.
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Adesso capisco l'ammirazione di Quentin Tarantino per il nostro cinema di genere anni 70. Erano molti ma molti anni che non guardavo un poliziottesco....non ricordavo neanche le emozioni che ti dava un poliziesco all'italiana.Passano diversi anni e mi ritrovo in mano questa pellicola.Dai miei ricordi di bambino questi film erano molto spettacolari, ai livelli dei western italici, (ma si sa allora li guardavi in modo non critico) in effetti i registi del filone erano gli stessi; ebbene mi appresto a guardare questo film e alla fine rimango a bocca aperta tanto è meraviglioso questo film!!! Ragazzi, che film!! Bellissimo, grandissimo, questo film supera di gran lunga moltissimi polizieschi americani e davvero è un grandissimo poliziesco, quando finisci di vederlo ti rimangono impresse le scene audaci e la storia, tanto che ho rimesso in video più volte il DVD per rivederea alcune scene. Per gli amanti del genere e non un film che non deve assolutamente mancare!!!!!!!!!!!!!!!
Sergio Martino sei un grande!!!!!!
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diacono
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martedì 28 febbraio 2006
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capolavoro assoluto
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Film precursore della storia d'Italia, sembra scritto da un profeta.
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anonimo
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venerdì 18 febbraio 2005
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la trama è sbagliata...
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Forse chi scrive non ha guardato il film, poichè la trama è ben diversa (il che è grave...). Il protagonista, il commisarrio Giorgio Caneparo (Luc Merenda), non muore nel film. A morire, assieme ad un numero elevato di altri personaggi, è semmai il Commissario Del Buono (che è il capo di Giorgio) ucciso da un killer a Milano. Per il resto, un capolavoro nel suo genere!
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andy
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martedì 11 maggio 2004
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malinconia e ambiguità
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Sicuramente uno dei migliori polizieschi all’italiana, girato con sapienza da Sergio Martino, il film è da vedere per il ritmo che tiene desta l’attenzione fino all’ultimo grazie anche a scene d’azione molto tese e inseguimenti tecnicamente magistrali. Evoca, grazie anche a una colonna sonora da urlo, le grigie atmosfere d’una Milano anni ’70 triste e malinconica. Un film ben girato, con bravi attori, ma meno consigliabile per il pericoloso messaggio che porta avanti: dal punto di vista ideologico il film, che si colloca in un ambito vagamente reazionario, sembra alla fine rimanere volutamente ambiguo, non prendere posizione, inducendo la tesi degli opposti estremismi da sopprimere se necessario con mezzi altrettanto brutali di quelli utilizzati da chi vuol sovvertire l’ordine costituito.
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Sicuramente uno dei migliori polizieschi all’italiana, girato con sapienza da Sergio Martino, il film è da vedere per il ritmo che tiene desta l’attenzione fino all’ultimo grazie anche a scene d’azione molto tese e inseguimenti tecnicamente magistrali. Evoca, grazie anche a una colonna sonora da urlo, le grigie atmosfere d’una Milano anni ’70 triste e malinconica. Un film ben girato, con bravi attori, ma meno consigliabile per il pericoloso messaggio che porta avanti: dal punto di vista ideologico il film, che si colloca in un ambito vagamente reazionario, sembra alla fine rimanere volutamente ambiguo, non prendere posizione, inducendo la tesi degli opposti estremismi da sopprimere se necessario con mezzi altrettanto brutali di quelli utilizzati da chi vuol sovvertire l’ordine costituito. La trama è infatti incentrata su una serie di sanguinose rapine organizzate da una regia occulta che voleva ristabilire l’ordine provocando panico e terrore nella gente, che viene sgominata dal protagonista, il commissario Caneparo, lo stesso che però soffre l’imposizione di leggi troppo garantiste che finiscono per agevolare il crimine e per questo risponde alla violenza con una violenza ancora maggiore.
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andy
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venerdì 23 aprile 2004
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malinconia e ambiguità
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Sicuramente uno dei migliori polizieschi all’italiana, girato con sapienza da Sergio Martino, il film è da vedere per il ritmo che tiene desta l’attenzione fino all’ultimo grazie anche a scene d’azione molto tese e inseguimenti tecnicamente magistrali. Evoca, grazie anche a una colonna sonora da urlo, le grigie atmosfere d’una Milano anni ’70 triste e malinconica. Un film ben girato, con bravi attori, ma meno consigliabile per il pericoloso messaggio che porta avanti: dal punto di vista ideologico il film, che si colloca in un ambito vagamente reazionario, sembra alla fine rimanere volutamente ambiguo, non prendere posizione, inducendo la tesi degli opposti estremismi da sopprimere se necessario con mezzi altrettanto brutali di quelli utilizzati da chi vuol sovvertire l’ordine costituito.
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Sicuramente uno dei migliori polizieschi all’italiana, girato con sapienza da Sergio Martino, il film è da vedere per il ritmo che tiene desta l’attenzione fino all’ultimo grazie anche a scene d’azione molto tese e inseguimenti tecnicamente magistrali. Evoca, grazie anche a una colonna sonora da urlo, le grigie atmosfere d’una Milano anni ’70 triste e malinconica. Un film ben girato, con bravi attori, ma meno consigliabile per il pericoloso messaggio che porta avanti: dal punto di vista ideologico il film, che si colloca in un ambito vagamente reazionario, sembra alla fine rimanere volutamente ambiguo, non prendere posizione, inducendo la tesi degli opposti estremismi da sopprimere se necessario con mezzi altrettanto brutali di quelli utilizzati da chi vuol sovvertire l’ordine costituito. La trama è infatti incentrata su una serie di sanguinose rapine organizzate da una regia occulta che voleva ristabilire l’ordine provocando panico e terrore nella gente, che viene sgominata dal protagonista, il commissario Caneparo, lo stesso che però soffre l’imposizione di leggi troppo garantiste che finiscono per agevolare il crimine e per questo agisce senza troppi complimenti, se possibile rispondendo alla violenza con una violenza ancora maggiore.
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cantiso
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sabato 6 marzo 2004
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malinconia e ambiguità
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Sicuramente uno dei migliori polizieschi all’italiana, girato con sapienza da Sergio Martino, il film è da vedere per il ritmo che tiene desta l’attenzione fino all’ultimo grazie anche a scene d’azione molto tese e inseguimenti tecnicamente magistrali. Evoca, grazie anche a una colonna sonora da urlo, le grigie atmosfere d’una Milano anni ’70 triste e malinconica. Un film ben girato, con bravi attori, ma meno consigliabile per il pericoloso messaggio che porta avanti: dal punto di vista ideologico il film, che si colloca in un ambito vagamente reazionario, sembra alla fine rimanere volutamente ambiguo, non prendere posizione, inducendo la tesi degli opposti estremismi da sopprimere se necessario con mezzi altrettanto brutali di quelli utilizzati da chi vuol sovvertire l’ordine costituito.
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Sicuramente uno dei migliori polizieschi all’italiana, girato con sapienza da Sergio Martino, il film è da vedere per il ritmo che tiene desta l’attenzione fino all’ultimo grazie anche a scene d’azione molto tese e inseguimenti tecnicamente magistrali. Evoca, grazie anche a una colonna sonora da urlo, le grigie atmosfere d’una Milano anni ’70 triste e malinconica. Un film ben girato, con bravi attori, ma meno consigliabile per il pericoloso messaggio che porta avanti: dal punto di vista ideologico il film, che si colloca in un ambito vagamente reazionario, sembra alla fine rimanere volutamente ambiguo, non prendere posizione, inducendo la tesi degli opposti estremismi da sopprimere se necessario con mezzi altrettanto brutali di quelli utilizzati da chi vuol sovvertire l’ordine costituito. La trama è infatti incentrata su una serie di sanguinose rapine organizzate da una regia occulta che voleva ristabilire l’ordine provocando panico e terrore nella gente, che viene sgominata dal protagonista, il commissario Caneparo, lo stesso che però soffre l’imposizione di leggi troppo garantiste che finiscono per agevolare il crimine e per questo non esita a utilizzare metodi estremamente violenti.
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