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lunedì 29 giugno 2009
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sperimentale, intrigante e...
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Oleografico e affascinante, un'opera "matura" di Alain Robbe-Grillet, forse il suo miglior film. La protagonista (Catherine Jourdan) ruba la scena a tutti con il suo sguardo adorabilmente imbronciato e il fisico perfetto per i canoni dell'epoca. I co-protagonisti sono d'altronde convincenti (degno di nota il barman del Caffè, figura a tratti inquietante). Nel film si respira tutta la voglia di novità, di scoperte (il sesso al primo posto, con le relative variazioni erotiche) e sperimentazioni teatrali che animavano e tormentavano i giovani studenti intellettuali di fine anni '60. Già dai titoli di testa si capisce di essere all'inizio di una pellicola davvero speciale, da gustare senza distrazioni dall'inizio alla fine e da vedere più volte per capire ed apprezzare in ogni sua sfumatura.
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Oleografico e affascinante, un'opera "matura" di Alain Robbe-Grillet, forse il suo miglior film. La protagonista (Catherine Jourdan) ruba la scena a tutti con il suo sguardo adorabilmente imbronciato e il fisico perfetto per i canoni dell'epoca. I co-protagonisti sono d'altronde convincenti (degno di nota il barman del Caffè, figura a tratti inquietante). Nel film si respira tutta la voglia di novità, di scoperte (il sesso al primo posto, con le relative variazioni erotiche) e sperimentazioni teatrali che animavano e tormentavano i giovani studenti intellettuali di fine anni '60. Già dai titoli di testa si capisce di essere all'inizio di una pellicola davvero speciale, da gustare senza distrazioni dall'inizio alla fine e da vedere più volte per capire ed apprezzare in ogni sua sfumatura. La prima sequenza girata nel Caffè-labirinto, con la ragazza che vuole uscire ma rimane "bloccata" dai suoi amici-avventori è superba e prepara lo spettatore a ciò che si vedrà in seguito. Realtà, finzione, sogni e incubi si susseguono, affascinando e... disorientando (e questo forse è un pregio). La scelta di ambientare la storia in Francia e poi in Tunisia si rivela una carta vincente e crea un contrasto formidabile fra le luci al neon del "Caffè Eden" e la spiaggia bianca e lunare tunisina. L'immagine di Catherine Jourdan, bionda e bellissima in minigonna e stivali neri, che si aggira inquieta tra la case bianche e il sole accecante di Djerba rimarrà per molto tempo nella mente dello spettatore come uno splendido ricordo indelebile. - di "Joss" -
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fedeleto
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venerdì 16 dicembre 2011
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oltre l'occhio
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L'eden e' un caffe' dove alcuni studenti universitari passano il loro tempo a creare disordine tra violenze e giochi sadomaso.Non appena conoscono un uomo che entra nel caffe' la loro vita cambiera' radicalmente ,soprattutto quella di violette ,che avra' visioni e sensazioni alterate immergendosi in realta' allucinanti.Il film probabilmente e' il migliore in assoluto di ALAIN-ROBBE GRILLET,dove la tematica onirica e' al centro della pellicola.Violette e' la protagonista dle film ,e decisamente offre un'interpretazione ottima.La ragazza infatti incarna un senso di purezza che viene a profanarsi con i vizi e i desideri .L'unica cosa pura che le appartiene e' un quadro che simboleggia una casa in stile tunisino.
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L'eden e' un caffe' dove alcuni studenti universitari passano il loro tempo a creare disordine tra violenze e giochi sadomaso.Non appena conoscono un uomo che entra nel caffe' la loro vita cambiera' radicalmente ,soprattutto quella di violette ,che avra' visioni e sensazioni alterate immergendosi in realta' allucinanti.Il film probabilmente e' il migliore in assoluto di ALAIN-ROBBE GRILLET,dove la tematica onirica e' al centro della pellicola.Violette e' la protagonista dle film ,e decisamente offre un'interpretazione ottima.La ragazza infatti incarna un senso di purezza che viene a profanarsi con i vizi e i desideri .L'unica cosa pura che le appartiene e' un quadro che simboleggia una casa in stile tunisino.Il quadro diviene un elemento transitorio per entrare in quel mondo (come si dice nel film l'immagine della somma e' la somma delle immagini ),e la venuta dellì'uomo oltre che un caso e' una necessita' per uscire da questo eden della routine ,tra l'altro la meccanicita' e la staticita' delle ripetizioni inerenti alle azioni e' presente anche nella meraviogliosa e ambigua scena della fabbrica .Il film dunque e' diviso in due parti ,la prima riguarda l'eden ,quest'ultima pertanto e' forse la parte piu' allucinante .La ragazza infatti si ritrova in Tunisia dove i suoi amici universitari si trovano li e la perseguitano poiche' vogliono il quadro(probabilmente per tornare ad una realta').Tra violenze e visioni sadomaso(gia' presenti seppur diversamente in TRANS EUROPE EXPRESS),la sua avventura si conclude quando incontra il suo doppio (un riflesso esterno di coscienza),ma non potra' impedire la morte dell'uomo misterioso .La conclusione del film pertanto offre una ripetizione ,ovvero il film finisce dove iniziava e viceversa.Il significato viscerale di Grillet si trova appunto oltre l'eden (la vita monotona),dove possiamo trovare altri nostri riflessi esterni di coscienza ,seppur il nulla sia alla fine il raggiungimento.Un capolavoro indiscutibile ,dove la visione si unisce all'ambiguo creando un vortice di immagini disorientanti e allucinanti.Anche se il finale lascia porte aperte ,ovvero e' un delirio di droga?di coscienza?la vita che vuole iniziare e' solo l'immaginazione di chi spera di poter trovare qualcos'altro?oppure e' solo un film in cui gli attori recitano e sanno di recitare (i titoli di coda iniziali,l'uomo con la macchina fotografica che scatta quasi gli attori si mettessero in posa sapendolo).Ma una cosa e' certa ,l'inspirazione e' tratta dal 68,un periodo di ribellione,e crisi allo stesso tempo dove forse Oltre l'eden rimane un inevitabile manifesto del disfacimento e della ricreazione arrivando ad un buio che accende la luce di un nuovo eden.
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