Alberto Moravia
Alcune delle 56.000 bombe atomiche (tante sono) di cui dispone oggi l’umanità sono state gettate nella prima guerra termonucleare e le principali sedi della civiltà sono state distrutte. New York, Parigi, Londra, Roma bruciano. San Pietro è crollato. Il papa agonizza. Il fall-out (oppure sarà un’epidemia provocata dalla guerra batteriologica) fa vittime dovunque. Alla catastrofe scampano due ragazzi rifugiandosi in un solitario cascinale, in riva al mare. Dora e Gino appartengono alla generazione hippy, e così è naturale che la fine del mondo non gli ispiri né nostalgia né orrore. [...]
di Alberto Moravia, articolo completo (4167 caratteri spazi inclusi) su 1975