Frasi celebri dal film Persona

Acquista su Ibs.it   Dvd Persona   Blu-Ray Persona  
Un film di Ingmar Bergman. Con Bibi Andersson, Liv Ullmann, Gunnar Björnstrand, Margaretha Krook.
continua»
Drammatico, b/n durata 85 min. - Svezia 1966. MYMONETRO Persona * * * * - valutazione media: 4,08 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
La dottoressa (Margaretha Krook) e Elisabeth Vogler, l'attrice (Liv Ullmann)
primo piano
Credi che non ti capisca? Tu insegui un sogno disperato, questo è il tuo tormento. Tu vuoi essere, non sembrare di essere. Essere in ogni istante cosciente di te, e vigile. nello stesso tempo ti rendi conto dell'abisso che separa ciò che sei per gli altri da ciò che sei per te stessa e provoca quasi un senso di vertigine, un timore di essere scoperta, di vederti messa a nudo, smascherata, riportata ai tuoi giusti limiti. Perché ogni parola è menzogna, ogni gesto falsità, ogni sorriso una smorfia. Qual è il ruolo più difficile? Togliersi la vita? Ma no, sarebbe poco dignitoso. Meglio rifugiarsi nell'immobilità, nel mutismo, così si evita di dover mentire, oppure mettersi al riparo dalla vita, così non c'è bisogno di recitare, di mostrare un volto finto o fare gesti non voluti. Non ti pare? Questo è ciò che si crede ma non basta celarsi perché, vedi, la vita si manifesta in mille modi diversi ed è impossibile non reagire. A nessuno importa sapere se le tue reazioni siano vere o false. Solo a teatro il problema si rivela importante e forse neanche lì. Io ti capisco, Elisabeth... e quasi ti ammiro. Secondo me devi continuare a recitare la tua parte fino in fondo finché essa non perda interesse, e abbandonarla così come sei abituata a fare passando da un ruolo all'altro.
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
 Altre citazioni dal film Persona 
Alma, l'infeermiera (Bibi Andersson)
lo provo una grande ammirazione per gli artisti, credo che l'arte di recitare abbia grande importanza, specialmente per chi non sa superare da solo le proprie difficoltà.
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
Alma, l'infeermiera (Bibi Andersson)
Carl e io avevamo preso in affitto una casa al mare. Era di giugno e lì eravamo noi due soli. Un giorno Carl dovette recarsi in città e io andai alla spiaggia da sola. Faceva caldo ma si stava bene. Sulla spiaggia c'era un'altra ragazza. Abitava su un'isola vicina ed era arrivata in canotto sulla nostra spiaggia che era meglio esposta e molto più tranquilla. Ce ne stavano così, distese, l'una vicina all'altra, completamente nude per prendere meglio il sole. Avevamo in testa due cappelli. Sai, quelli di paglia... a larghe tese. Il mio aveva un nastro blu e arancione. Ogni tanto scrutavo fra l'intreccio di paglia la distesa deserta e il mare calmo e il sole... c'era un silenzio assoluto. A un tratto vidi due sagome che saltellavano sulla scogliera sopra di noi. Ogni tanto si fermavano per spiarci. "Ci sono due giovani che ci guardano" dissi alla ragazza. Si chiamava Catarina. "Lasciali guardare" rispose e si voltò sulla schiena. Provavo una strana sensazione: volevo alzarmi e fuggire, mettermi l'accappatoio e invece restavo lì inchiodata, distesa bocconi sulla sabbia, immobile, tranquilla, come se nulla fosse. E... Catarina stava lì vicino... e... quasi fosse compiaciuta del suo corpo nudo se la rideva sommessamente fra se stessa. I due giovani si erano avvicinati a noi nel frattempo. Li vidi che se ne stavano in piedi a fissarci. Potevano avere sì e no vent'anni. Uno dei due giovani, certo il più sfrontato, fece qualche passo avanti e si accovacciò accanto a Catarina. Cercava di darsi un contegno e cominciò a togliersi la sabbia fra le dita dei piedi. Io, io mi sentivo rimescolare... A un tratto sentii Catarina dire: "Ehi, cosa aspetti? Vieni qui". Lo tirò a sé e sbottonandogli la camicia lo invitò a spogliarsi. E poi tutto successe così in fretta e... e io li vidi uniti in un abbraccio spasmodico. L'altro giovane era rimasto più discosto. Catarina e il suo ragazzo ora parlottavano e ridevano fra loro. Era facile capire che ridessero di me... e un senso di disagio mi invase. Come un automa sentii la mia voce: "Non vuoi stare un po' con me adesso?". E Catarina disse: "Su, va da lei". Contro il sole rovente era... era come un'ombra confusa quella... quella che si abbatteva sopra di me... ma era tutto così assurdo... non mi era mai successo di lasciarmi andare a quel modo, così, all'improvviso. Sentivo qualcosa che dentro di me si ribellava, ma non riuscii a dire una parola. Era come un incubo feroce che mi costringeva a subire senza reagire i bestiali istinti di quello sconosciuto. E più crudele di tutto era... era il piacere fisico che ne provavo.
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
Alma, l'infeermiera (Bibi Andersson)
Cosa nascondi con quella mano? Fammi vedere. È la fotografia del tuo bambino, quella che hai fatto a pezzi. Dobbiamo parlarne ora. (Le si mette davanti, si siede) Raccontami allora. (Elisabeth rimane muta) Va bene, allora lo farò io. Accadde una sera a una festa, vero? Vi era frastuono e confusione... verso le prime ore del mattino qualcuno disse: "Elizabeth, ora il tuo campionario è quasi completo, come artista e come donna, ma ti manca la maternità". Tu ridesti perché la cosa ti sembrò ridicola ma poi ti accorgesti che quelle parole ti ossessionavano, l'inquietudine aumentò finché ti decidesti ad avere un figlio. Volevi essere madre, però quando rimanesti incinta ne avesti paura. Paura delle responsabilità, paura di legarti a qualcuno, paura di morire, paura del dolore, paura di abbandonare il teatro, paura del tuo corpo deformato. Eppure continuasti la parte... la parte della madre felice in attesa di un figlio. Tutti dicevano: "Com'è bella ora, non è mai stata così bella". Di nascosto cercasti d'interrompere la tua maternità... ma senza riuscirci. Quando capisti che era inevitabile, cominciasti a odiare il bambino e a desiderare che egli nascesse morto. Tu desiderasti avere un figlio morto. Volevi un figlio morto, capisci? (Pausa)
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
Alma, l'infeermiera (Bibi Andersson)
Il parto fu difficile e assai lungo, soffristi per molti giorni. Infine dovettero usare il forcipe. Guardasti con disgusto e terrore quel tuo figlio rattrappito che strillava e sussurrasti: perché non muori subito? Perché non muori? Ma sopravvisse e strillava notte e giorno e tu lo odiavi sempre. Avevi paura perché avevi la coscienza sporca. Alla fine i parenti e un'infermiera si presero cura di tuo figlio e tu potesti lasciare la clinica e ritornare al teatro... ma le sofferenze non erano terminate: tuo figlio fu preso da un immenso quanto incomprensibile amore per te e tu invece lo respingi disperatamente, perché non sai ricambiare il suo amore. Eppure ci provi, tenti, ma tutto si limita a dei rapporti goffi e crudeli fra te e tuo figlio. Non ci riesci, rimani fredda e indifferente... ed egli ti ammira, ti guarda con tanta dolcezza e ti ama mentre tu vorresti che ti lasciasse in pace. Ti disgusta con quel suo corpo goffo e quelle labbra tumide, e quei suoi occhi umidi e imploranti. Ti dà ancora disgusto e hai paura.
No, io non sono come te, non ho i tuoi sentimenti... sono l'infermiera Alma e sono qui solo per aiutarti. Non sono Elisabeth Vogler. Tu sei Elisebeth Vogler... Io desidero... io voglio amare... io non ho... (Il primo piano di Alma e quello di Elisabeth si fondono a formare un unico volto. Alma assume un'espressione inorridita)
Ho imparato molto da te. (Fa un gesto come per colpirla) Quanto tempo potrò resistere? Io non sarò mai come te. Mai. Io mi evolvo continuamente, tu puoi tentare di fare di me ciò che vuoi ma non ci riuscirai. (Batte i pugni sul tavolo, rabbiosa) Ripeti: spada nulla... stende la luce... c'è dell'altro, ma non ora... no, no... attenzione, è senza tempi incalcolati... quando dovrà accadere non sarà un fallimento... tu sei là ma io dovrei farlo, non interiormente... ripeti: concentrazione, altri consigliano disperazione forse... prendere, sì, ma che cosa c'è di più vicino? Come si chiama? No no no... noi... no, io... è la parola... è la paura... dolore spasmodico... è il vomito. (Alma la schiaffeggia. Elisabeth si china sul suo braccio e le imprime un bacio) Adesso stai a sentirmi. Ripeti quello che dico: nulla.
ELISABETH Nulla.
ALMA Brava. Così va bene. Così dev'essere.
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
Alma, l'infeermiera (Bibi Andersson)
Catarina stava sdraiata su un fianco e ci guardava. Era una bella ragazza. Il suo aspetto delicato contrastava col suo atteggiamento. Nessuno avrebbe supposto che... che in lei vi fosse tanta repressa sensualità. (Pausa) A un tratto scoppiammo a ridere e Catarina chiamò l'altro ragazzo che stava in disparte... si chiamava Peter. Scese tutto confuso, come se tremasse di freddo, malgrado il sole. Catarina aveva uno strano sguardo di avidità nei suoi occhi. Gli strinse il viso fra le mani e lo baciò sulla bocca. Fu come se avesse scatenato le forze dell'inferno. Quello che li unì fu un abbraccio animalesco e io ne rimasi annientata e non potei ribellarmi, quando il primo giovane mi volle di nuovo e riprovai quel piacere crudele. (Pausa) Poi facemmo un bagno e ci lasciammo. A casa trovai Carl che era tornato dalla città. Cenammo insieme e bevemmo del vino rosso che lui aveva comprato. E dopo andammo a letto. Quella sera capii quanto era bello donarsi per amore. A te è mai successo? Comunque rimasi incinta. Carl ci rimase molto male. Era sconcertato, innervosito perché non voleva bambini. Fortunatamente non portai a termine la mia maternità. Neanch'io volevo bambini in quel momento. (Si mette a piangere) Ma c'è sempre qualcosa che non convince, che non va... la coscienza ti rimorde per delle sciocchezze. Ci capisci qualcosa? Una si prefigge degli scopi nella vita... ma è indispensabile raggiungerli? Si può essere un'altra... un'altra persona nello stesso momento? Puoi essere due persone? (Scoppia in singhiozzi)
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
Il signor Vogler (Gunnar Björnstrand) e Alma, l'infeermiera (Bibi Andersson)
Conta ciò che ci sforziamo di ottenere, non quello che otteniamo.
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
Alma, l'infeermiera (Bibi Andersson) e Elisabeth Vogler, l'attrice (Liv Ullmann)
Forse si diventerebbe persine migliori se ci si accontentasse di essere come si è.
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
Alma, l'infeermiera (Bibi Andersson)
Io ritengo giusto avere uno scopo, compiere un qualche cosa, convincersi che la vita abbia un senso. Avere qualcosa a cui aggrapparsi in ogni evenienza è necessario, significare qualcosa per gli altri...
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
Alma, l'infeermiera (Bibi Andersson)
Nelle parole è la nausea, il dolore spasmodico, il vomito...
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
Il signor Vogler (Gunnar Björnstrand) e Elisabeth Vogler, l'attrice (Liv Ullmann)
Provo per te un affetto senza fine, un affetto impensabile. È un'angoscia avere in sé un affetto così immenso.
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
Alma, l'infeermiera (Bibi Andersson)
In un certo senso la nostra relazione non è mai stata vera. Non so come spiegarmi ma... almeno io non sono mai stata vera per lui. Vera invece era la mia sofferenza che faceva parte, parte integrante, del nostro legame.
Un legame volgare.
vota questa frase: 0 1 2 3 4 5
Aggiungi una frase »
Persona | Indice

Recensioni & Opinionisti Articoli & News Multimedia Shop & Showtime
Pubblico (per gradimento)
  1° | avicenna
  2° | paolo bisi
  3° | salvo
  4° | tunaboy
  5° | great steven
  6° | wearenot
  7° | noia1
  8° | margheritaduras
  9° | stefanocapasso
10° | marilena
11° | sinkro
Rassegna stampa
Aldo Garzia
Shop
DVD
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità