Nel 1963 il western all’italiana, così come la storia del cinema l’ha conosciuto e santificato, non è ancora nato, ma qualcuno comincia a cavalcare sulle polverose strade di quel lembo di frontiera che le sceneggiature collocano tra Messico e Stati Uniti ma che in realtà è situato in Spagna. Non è ancora arrivato però il tempo degli antieroi cinici che caratterizzeranno questo genere a partire dall’anno seguente quando Per un pugno di dollari inizierà a dettare i codici di genere. In Duello nel Texas il protagonista è un eroe a tutto tondo, forte, bello, giusto, intelligente e violento soltanto quando e se è necessario.
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Nel 1963 il western all’italiana, così come la storia del cinema l’ha conosciuto e santificato, non è ancora nato, ma qualcuno comincia a cavalcare sulle polverose strade di quel lembo di frontiera che le sceneggiature collocano tra Messico e Stati Uniti ma che in realtà è situato in Spagna. Non è ancora arrivato però il tempo degli antieroi cinici che caratterizzeranno questo genere a partire dall’anno seguente quando Per un pugno di dollari inizierà a dettare i codici di genere. In Duello nel Texas il protagonista è un eroe a tutto tondo, forte, bello, giusto, intelligente e violento soltanto quando e se è necessario. È statunitense ed è tutt’altro che uno sconosciuto visto che il pubblico lo conosce come protagonista dei “peplum”, i film storico-mitologici italiani molto in voga in quel periodo. Nonostante le premesse però il film non appare come una banale ripetizione di stereotipi della produzione hollywoodiana, ma contiene alcune innovazione che in qualche modo sembrano anticipare le caratteristiche delle storie destinate a fare la fortuna del western all’italiana. Tra le più evidenti ci sono, per esempio, l’assenza degli indiani o la denuncia dei pregiudizi e del razzismo strisciante contro i messicani che diventano espliciti e violenti soprattutto nell’atteggiamento dei fratelli Wilson. Decisamente in contrasto con i protagonisti dei futuri western all’italiana è invece la figura di Ricardo, il Gringo, un guerriero stanco che detesta la violenza e che prima ancora della vendetta cerca il ripristino della legge e dell’ordine come garanzia di pace. La storia raccontata dal film ha la struttura del giallo con qualche inaspettato colpo di scena e con i protagonisti che mutano spesso di ruolo. In alcuni casi la sceneggiatura attinge a soluzioni tipiche dei “peplum”. È il caso, per esempio, della fuga in calesse dello sceriffo bloccata da un colpo di fucile che stacca la ruota del mezzo allo stesso modo in cui l’eroe mitologico colpisce con la sua lancia la ruota della biga o del carro leggero da combattimento con il quale il “cattivo” tenta di sfuggire alla giusta punizione. Decisamente anticipatrice è invece la scena del duello finale nel quale i due contendenti, abili a sparare con entrambe le mani, decidono di usare soltanto la destra. La frase «Con la destra, gringo!» fa da apripista ad altri inviti che caratterizzeranno drammatici scontri finali, a partire dalla famosissima: «Al cuore, Ramòn» di Per un pugno di dollari.
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