Giuseppe Marotta
Divertiamoci. Vi presento l'aula della Corte d'Assise cinematografica di una qualsiasi grande città nostra, Milano, o Roma, o Napoli che sia. La differenza con le normali abitazioni della Giustizia è minima: consiste, a badarci, in qualche ritratto di Eitel Monaco e di Ava Gardner alle pareti; il crocifisso manca, è sostituito da un “fan” di Matarazzo: ossia da uno spettatore che (non essendosi privato di nessuna sciagura inflitta dal noto regista ad Amedeo Nazzari e ad Yvonne Sanson) è tutto una piaga. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (11523 caratteri spazi inclusi) su 1960