mondolariano
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sabato 9 aprile 2011
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un monumento gigantesco
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La trama, totalmente ricostruita nella prima parte per colmare i vuoti del testo biblico, risente un tantino la modernità dei dialoghi (per quanto si dica che il modo di provare i sentimenti non sia cambiato nel corso dei millenni) ma la vicenda è trascinante come non mai, complice una colonna sonora a dir poco memorabile. La differenziazione tra i buoni e i cattivi non è così netta come ci si potrebbe aspettare e all’interno di questo gigantesco monumento sono presenti vari spunti di riflessione. Certo, l’abolizione della schiavitù è vista in chiave eccessivamente idealistica se si pensa che perfino Aristotele, mille anni più tardi, non arrivò a ripudiarla. Anche l’equazione “Dio degli ebrei = Dio di tutti gli uomini” è parecchio discutibile, visto che le acque del mar Rosso si richiusero spietatamente sugli egiziani (dunque la frase finale di Mosè poteva essere evitata).
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La trama, totalmente ricostruita nella prima parte per colmare i vuoti del testo biblico, risente un tantino la modernità dei dialoghi (per quanto si dica che il modo di provare i sentimenti non sia cambiato nel corso dei millenni) ma la vicenda è trascinante come non mai, complice una colonna sonora a dir poco memorabile. La differenziazione tra i buoni e i cattivi non è così netta come ci si potrebbe aspettare e all’interno di questo gigantesco monumento sono presenti vari spunti di riflessione. Certo, l’abolizione della schiavitù è vista in chiave eccessivamente idealistica se si pensa che perfino Aristotele, mille anni più tardi, non arrivò a ripudiarla. Anche l’equazione “Dio degli ebrei = Dio di tutti gli uomini” è parecchio discutibile, visto che le acque del mar Rosso si richiusero spietatamente sugli egiziani (dunque la frase finale di Mosè poteva essere evitata). Inoltre, l’adozione di un bambino di sangue ebraico mi sembra troppo facile da parte della figlia del Faraone, troppo facile anche nell’ottica di una libera interpretazione della Bibbia (sempre molto oscura nella narrazione dei fatti). A Bitia appartiene la grande frase: “Giustizia e carità non le serviresti meglio dal trono, quando chiunque potrebbe appellarsi alla tua generosità?” Bella domanda, questa, a cui non credo che Mosè saprebbe rispondere se non avesse un copione da recitare a memoria.
Eppure, tutto viene assorbito nella straordinaria ricchezza di un insieme dove dialoghi, colpi di scena, emozioni, azione, colori e scenografia ubriacano lo spettatore senza conoscere momenti di debolezza. Gli effetti speciali sono antiquati solo nella scena della colonna di fuoco che protegge gli ebrei. Mosè con la barba mesciata mentre scende dal Sinai e le pastorelle di Jetro truccate come se dovessero sfilare a Park Avenue sono gli unici particolari risibili del film.
Brynner supera Heston come fascino e personalità dominante, senza dimenticare la chicca di Edward G.Robinson vestito coi panni egiziani. C’è anche Vincent Price nella breve parte del capo-costruttore. Splendida la Nefertari di Anne Baxter, che nei suoi sinceri tentativi di riconquistare Mosè suscita perfino tenerezza; la sua sfumatura psicologica nel mutare in odio l’amore respinto (ma sorridendo soddisfatta nel vedere Ramesse tornare sconfitto) è veramente ammirevole. Finale sommario, vano tentativo di ridurre la lunghezza titanica di uno spettacolo che non annoia mai.
Le riprese furono effettuate davvero in Egitto, sul monte Sinai, mentre in origine gli attori dovevano essere diversi: William Boyd come Mosè, William Holden come Ramesse e Audrey Hepburn al posto di Anne Baxter. Heston fu scelto per la sua somiglianza con la statua di Michelangelo.
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luigi chierico
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lunedì 5 maggio 2014
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impresa colodssale
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Un vero capolavoro che non conosce limiti nel tempo per la sua grandiosa realizzazione. La storia riportataci dalla Bibbia nel Vecchio Testamento è arcinota, tuttavia, per certi versi, sembra sempre attuale.
Da quando l’uomo ha cominciato a popolare la Terra sono trascorsi appena 2000 anni dalla nascita di Cristo, su cui nessuno al mondo ha mai dubitato né dubita (leggi di Antonio Socci“Indagine su Gesù“),tuttavia ci hanno tramandato migliaia e migliaia di fatti e di scoperte, il cui elenco avrebbe un inizio senza fine. Nei 3000 anni prima della sua nascita, invece, solo le grandi epopee dalla Greca alla Romana, dalla Babilonia all’Egitto, ma quelli che restano, sono gli episodi tutti ricollegati al Cristianesimo, quelli rivenienti dal Vecchio Testamento.
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Un vero capolavoro che non conosce limiti nel tempo per la sua grandiosa realizzazione. La storia riportataci dalla Bibbia nel Vecchio Testamento è arcinota, tuttavia, per certi versi, sembra sempre attuale.
Da quando l’uomo ha cominciato a popolare la Terra sono trascorsi appena 2000 anni dalla nascita di Cristo, su cui nessuno al mondo ha mai dubitato né dubita (leggi di Antonio Socci“Indagine su Gesù“),tuttavia ci hanno tramandato migliaia e migliaia di fatti e di scoperte, il cui elenco avrebbe un inizio senza fine. Nei 3000 anni prima della sua nascita, invece, solo le grandi epopee dalla Greca alla Romana, dalla Babilonia all’Egitto, ma quelli che restano, sono gli episodi tutti ricollegati al Cristianesimo, quelli rivenienti dal Vecchio Testamento.
Gli episodi e fenomeni, tanto magnificamente riportati nel film, si sono ripetuti negli anni successivi: il popolo ebreo si è comportato con Gesù così come con Mosè, perseguitato dal faraone Ramesse (interpretato magistralmente dall’oscar Yul Brynner) come da Hitler, errante allora errante ancora oggi alla ricerca della Terra Promessa.
I 10 Comandamenti dettati da Dio sono universali, custoditi nell’Arca della Alleanza, di cui si sono perse le tracce, costituiscono la base dei diritti fondamentali dell’uomo,in ogni società;l’olocausto,ad esempio, è stato ritenuto, appunto, un crimine contro l’umanità.
Si badi bene che non ci troviamo di fronte ad episodi paragonabili a quelli della Mitologia greco-romana di cui si è persa memoria, se non proprio, direi, anche l’esistenza,almeno per molti. Non vi è l’episodio dell’Arca di Noè ( malamente riportato nel recente 3D Noah), della Torre di Babele, del passaggio del Mar Rosso e della sfida tra David e Golia, racconti che invece sono ancora noti a tutti i credenti di tutti i continenti, e non solo.
Il regista Cecil B.De Mille a 75 anni ha compiuto una vera e propria opera d’arte nella realizzazione di questo imponente film che giustamente viene annoverato da oltre mezzo secolo il migliore in assoluto per gli effetti speciali, ottenuti non con l’aiuto dei sistemi e metodi moderni che, sebbene maggiori talora rasentano il ridicolo. Gli attuali non rendono quanto ottenuto con metodi che non esiterei a definire artigianali(arti geniali). La sua fantasia non ha limiti: dalla separazioni delle acque, che travolgono”cavalli e cavalieri” egizi,alla colonna di fuoco; dalla scrittura dei Dieci Comandamenti sulla roccia, alla distruzione del vitello d’oro. Tutte le scene sono molto belle dal ritrovamento di Mosè, alle feste faraoniche, con ricchi costumi, al mondo degli schiavi fotto di soprusi.
Le immagini in technicolor sono spettacolari e piene di luce. La narrazione, riportata con voce esterna, è ricca di dettagli, chiara ed essenziale per far seguire con chiarezza tutto il racconto che dura circa quattro ore senza mai stancare..
Uno stuolo di attori di grandissimo livello che all’epoca della realizzazione del film erano notti a qualunque frequentatore delle sale cinematografiche.
Oggi è doveroso citare,oltre a Yul Brynner, soprattutto l’eccezionale Charlton Heston, nella parte di Mosè, Edward G. Robinson, Yvonne De Carlo, Debra Paget, John Derek, Vincent Price.
Doppiaggio(L.Pavese e G.Cervi) ineccepibile, oggi se ne è persa la memoria, forse non si sa più come parlare o non si sa più parlare. Siamo in una nuova attuale Torre di Babele dalla lingua anglo- americana a quella cino-giapponese.
Nel suo insieme : colossale. chigi chibar22@libero.it
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tony montana
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sabato 27 novembre 2010
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l’ultimo capolavoro del maestro
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L’epopea di Mosè, il bambino ebreo salvato dalla schiavitù che rinunciò al lusso e alla ricchezza alla corte d’Egitto per condurre il suo popolo, brutalmente sottomesso, verso la Terra Promessa. Il suo viaggio lo condurrà fino al Monte Sinai, dove Dio, scriverà su due tavole di pietra, i Dieci Comandamenti.
I Dieci comandamentiha molti motivi per essere considerato un capolavoro: è il secondo grande kolossal storico dopo Quo Vadis? del 1952; è il remake del film che lo stesso DeMille firmò in versione muta nel 1923; ed è l’ultimo film di quello che è stato uno dei migliori registi del secolo scorso, uscito tre anni prima della sua morte.
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L’epopea di Mosè, il bambino ebreo salvato dalla schiavitù che rinunciò al lusso e alla ricchezza alla corte d’Egitto per condurre il suo popolo, brutalmente sottomesso, verso la Terra Promessa. Il suo viaggio lo condurrà fino al Monte Sinai, dove Dio, scriverà su due tavole di pietra, i Dieci Comandamenti.
I Dieci comandamentiha molti motivi per essere considerato un capolavoro: è il secondo grande kolossal storico dopo Quo Vadis? del 1952; è il remake del film che lo stesso DeMille firmò in versione muta nel 1923; ed è l’ultimo film di quello che è stato uno dei migliori registi del secolo scorso, uscito tre anni prima della sua morte. Questo vivido affresco storico, considerato fra i migliori del genere, ricostruisce fedelmente la storia tratta dai quattro libri di Mosè. Con un illuminato Charlton Heston, che fu scelto per il ruolo di Mosè, vista la sua somiglianza con la statua dell’omonimo personaggio scolpita da Michelangelo, che riesce a infondere tutta l’intensità del personaggio. Un po’ stereotipata Anne Baxter, copia in versione egiziana della Rossella O’Hara di Via col Vento. Perfetto invece Brinner che infonde tutto il suo fisico marmoreo e la sua bravura nel ruolo di Ramses. Suggestive le scenografie e gli effetti speciali – Oscar non a caso - che a più di cinquant’anni riescono ancora ad essere d’effetto ( l’apertura del Mar Rosso o le nove piaghe ). La voce di Dio, nella versione originale è dello stesso DeMille. Steven Spielberg fu produttore del remake animato Il principe d’Egitto.
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leslie lynnton
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giovedì 8 maggio 2014
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colossale.
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Gli anni 50' hanno visto diversi grandi pellicole tra cui "I dieci comandamenti".
Attori bravissimi, doppiatori eccelsi, Gino Cervi ottima voce narrante. Charlton Heston e Yul Brynner, Mosè e Ramses II, non avrebbero potuto esserci migliori interpreti per questo film capolavoro che, nonostante non faccia parte dei giorni nostri, presenta buoni effetti speciali. Oggi un film come "Noah" si regge maggiormente sulla spettacolarità offerta dal computer, mentre "I dieci comandamenti" costruisce il suo valore su quanto raccontato e sull'eccellente interpretazione dei personaggi.
Le acque del Mar Rosso che si dividono, il fuoco divino che impedisce il passaggio agli egiziani, lo spirito santo che fà spirare i primo geniti d'Egitto, le piaghe, la santità del Monte Sinai, la bontà di un principe dal cuore ebreo che costruisce città rispettando gli schiavi piuttosto che trattandoli da animali, tutto questo emerge dalla pellicola catturando lo spettatore per tutti i 220 minuti di film.
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Gli anni 50' hanno visto diversi grandi pellicole tra cui "I dieci comandamenti".
Attori bravissimi, doppiatori eccelsi, Gino Cervi ottima voce narrante. Charlton Heston e Yul Brynner, Mosè e Ramses II, non avrebbero potuto esserci migliori interpreti per questo film capolavoro che, nonostante non faccia parte dei giorni nostri, presenta buoni effetti speciali. Oggi un film come "Noah" si regge maggiormente sulla spettacolarità offerta dal computer, mentre "I dieci comandamenti" costruisce il suo valore su quanto raccontato e sull'eccellente interpretazione dei personaggi.
Le acque del Mar Rosso che si dividono, il fuoco divino che impedisce il passaggio agli egiziani, lo spirito santo che fà spirare i primo geniti d'Egitto, le piaghe, la santità del Monte Sinai, la bontà di un principe dal cuore ebreo che costruisce città rispettando gli schiavi piuttosto che trattandoli da animali, tutto questo emerge dalla pellicola catturando lo spettatore per tutti i 220 minuti di film.
Bellissimo, biblico, assolutamente imperdibile.
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elgatoloco
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giovedì 1 aprile 2021
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con tutti i limiti, un grande film
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"THe Ten Commandments"(Cecil B.De Mille, 1956, enumerare i nomi di soggettisti e sceneggiatore andrebbe quasi ad infiniutu, nentre basterà dire che il film è tratto dal libro dell'Esodo(2°dopo il Genesi, anche denominato Mosé 2, seguendo la vecchia partizione che appunto conferisce l'autoralità dei primi libri della Bibbia a Mosé in persona,ma anche dal Midrash, da alcuni passi del Corano e da i testi di Guseppe Flavio , storico romano ma di orgine ebraica, del"Bellum Judaicum"). Mosé, nato da una donna della tribuà di Levi viene salvato dalle acque e allevato dalla moglie del faraone che, considernado la sua intelligenza e il suo coraggio, vorrebbe designarlo come suo successore, ma la calunnia è un"venticello"che stronca e lo riporta(anzi lo porta, non avnedola prima mia subita in corpre vili) alla condizione di schiavo, che però poi , anche con l'iaiuto di Joshua(GIosué)saprà liberare il poplo ebraico,facendogli passare, come noto, impunemente.
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"THe Ten Commandments"(Cecil B.De Mille, 1956, enumerare i nomi di soggettisti e sceneggiatore andrebbe quasi ad infiniutu, nentre basterà dire che il film è tratto dal libro dell'Esodo(2°dopo il Genesi, anche denominato Mosé 2, seguendo la vecchia partizione che appunto conferisce l'autoralità dei primi libri della Bibbia a Mosé in persona,ma anche dal Midrash, da alcuni passi del Corano e da i testi di Guseppe Flavio , storico romano ma di orgine ebraica, del"Bellum Judaicum"). Mosé, nato da una donna della tribuà di Levi viene salvato dalle acque e allevato dalla moglie del faraone che, considernado la sua intelligenza e il suo coraggio, vorrebbe designarlo come suo successore, ma la calunnia è un"venticello"che stronca e lo riporta(anzi lo porta, non avnedola prima mia subita in corpre vili) alla condizione di schiavo, che però poi , anche con l'iaiuto di Joshua(GIosué)saprà liberare il poplo ebraico,facendogli passare, come noto, impunemente. il Mar Rosso, atterrendo gli Egizi che inseguono Mosé e i suoi. Ci sarà la rivelazione.dittatura del Decalogo sul Monte SInai, ma Mosé dovraò subire ancora l'umilazione dell0adorazione del "vitello d'oro", decisa regressione ai culti ideolatrici. Film "lussreggiante", pieno di sfarzo scenico, nei balli iniziali della corte egizia, ma anche nell'Esodo inteso come movimento di tutto il popolo ebraico e appunto nel subfinale del"vitello d'oro", con esibizione di vesti, costum(anche relativamente audaci, da parte delle dnne coinvolte nell'operazione, specie pensando al tema trattato...), dove Dio parla sia nel rovento ardente sia sul Sinai per il Decalogo con una voce fin troppo umana e dove lo sfarzo della luce(oggi, tecnicamente, siamo abituati a"ben altro", per cui il tutto ci sembra un pp'ingenuo, ma il film vuole essere chiaro, non lasicare spazio ai simbolismi che potrebbbero mettere in difficopltà gli spettatori)e comunque De Mille, regista arcipremiato già all'epoca del muto riesce a fare un'operazione da kolossal di grande efficacia. C'è forse una dicotomia eccessiva tra Bene e MaleIil primo è Moishe con il corpo di Charlton Heston, il secondo è imperonato da Ranesse- Yul Brinner, ma anche da Dathan, quintessenza dell'Ebreo che si accoda agli Egizi, da traditore, direi anche memoria di Inglesi, Francesi, alri .pochi-che furono collaborazionisti)e una sottovalutazione della donna, che viene considerata sensuale e tentatrice, salvo lodevoli eccezioni, ma questo grande"mnifesto di volgarizzazione della Bibbia", considerando l'epoca in cui era stata realizzata, rimane, per così dire, un"baluardo". El Gato
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[+] a la a la epoca no era pósibile hacer otra pelicul
(di eugen )
[ - ] a la a la epoca no era pósibile hacer otra pelicul
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paolo ciarpaglini
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sabato 3 marzo 2007
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mosè, mito o storia?
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Il film, pesa come una pietra tombale su tutta la storia del Cristianesimo e dell'Islam, fioriti entrambi dallo stesso seme, ed oggi finti 'amici', o meglio, acerrimi nemici potremmo dire. E pensare che tutta questa follia trae linfa da storie e testi, infarciti di paura ancestrale, ove tutti i 3500 anni si manifestano impietosamente. Empi di suggestione, nati per soddisfare il perenne bisogno dell'uomo: 'l'appellarsi a qualcosa di superiore'. Mosè futuro faraone d'Egitto, preferisce ascoltare, inseguire le sue radici, perdendo tutto ciò che la madre adottiva Lidia gli aveva dato, amandolo più di un figlio. Una donna così piena di amore, giusta, avrebbe meritato ascolto ed invece il 'Liberatore', ode la sola voce che arde in lui.
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Il film, pesa come una pietra tombale su tutta la storia del Cristianesimo e dell'Islam, fioriti entrambi dallo stesso seme, ed oggi finti 'amici', o meglio, acerrimi nemici potremmo dire. E pensare che tutta questa follia trae linfa da storie e testi, infarciti di paura ancestrale, ove tutti i 3500 anni si manifestano impietosamente. Empi di suggestione, nati per soddisfare il perenne bisogno dell'uomo: 'l'appellarsi a qualcosa di superiore'. Mosè futuro faraone d'Egitto, preferisce ascoltare, inseguire le sue radici, perdendo tutto ciò che la madre adottiva Lidia gli aveva dato, amandolo più di un figlio. Una donna così piena di amore, giusta, avrebbe meritato ascolto ed invece il 'Liberatore', ode la sola voce che arde in lui. Avreste voi in coscienza il coraggio di condannare vostra madre, per quanto grande sia il vostro credo?, io no per la miseria, al diavolo!. Ma questo non è il pane preferito del prescelto Mosè. Salva una vecchia da morte certa (inconsapevole della sua identità, è sua madre infatti), dona il grano degli Dei agli schiavi, concede loro un giorno di riposo. Ma non ascolta le parole della donna che lo ha cresciuto, a rischio della vita. Alla frase di Lidia, " Non credi, che potrai portare giustizia ancor migliore da re?", non basta rispondere " ovunque andrò, ti porterò sempre nel cuore". Poichè egli trascina egoisticamente nel fango, tutto. L'impagabile Lidia, il cuore del Faraone, che lo preferiva a suo stesso figlio, e getta l'amore di Nefertari come carta straccia, lasciandola nelle mani del fratellastro,(un grandissimo, magnetico Yul Brynner). C'è posto solo per la 'missione' che lo chiama. Viene da sorridere pensando a quanto i tempi abbiano mutato, messo in discussione, 'limiti invalicabili' fino a pochi decenni or sono. Oggi si raccontano altre storie e ben diverse verità. Forse col tempo, queste assurde divisioni responsabili dei più nefasti atti, troveranno una risposta, che altro non potrà essere se non il niente, il vuoto più assoluto, tragicamente e troppo a lungo perpretato.
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[+] a dire il vero...
(di quentin)
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[+] ah! ah!
(di zorro)
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